Logo Bighunter
  HomeCacciaCaniFuciliNatura
Editoriale | Blog | Eventi | Meteo | I Video | Sondaggi | Quiz | Le Leggi | Parlano di noi | Amici di Big Hunter | Amiche Di Big Hunter | Solo su Big Hunter | Tutte le news per settimana | Contatti | BigHunter Giovani | Sondaggio Cacciatori |
 Cerca
Archivio
<aprile 2024>
lunmarmergiovensabdom
25262728293031
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
293012345
Mensile
aprile 2024
marzo 2024
febbraio 2024
gennaio 2024
dicembre 2023
novembre 2023
ottobre 2023
settembre 2023
agosto 2023
luglio 2023
giugno 2023
maggio 2023
aprile 2023
marzo 2023
febbraio 2023
gennaio 2023
dicembre 2022
novembre 2022
ottobre 2022
settembre 2022
agosto 2022
luglio 2022
giugno 2022
maggio 2022
aprile 2022
marzo 2022
febbraio 2022
gennaio 2022
dicembre 2021
novembre 2021
ottobre 2021
settembre 2021
agosto 2021
luglio 2021
giugno 2021
maggio 2021
aprile 2021
marzo 2021
febbraio 2021
gennaio 2021
dicembre 2020
novembre 2020
ottobre 2020
settembre 2020
agosto 2020
luglio 2020
giugno 2020
maggio 2020
aprile 2020
marzo 2020
febbraio 2020
gennaio 2020
dicembre 2019
novembre 2019
ottobre 2019
settembre 2019
agosto 2019
luglio 2019
giugno 2019
maggio 2019
aprile 2019
marzo 2019
febbraio 2019
gennaio 2019
dicembre 2018
novembre 2018
ottobre 2018
settembre 2018
agosto 2018
luglio 2018
giugno 2018
maggio 2018
aprile 2018
marzo 2018
febbraio 2018
gennaio 2018
dicembre 2017
novembre 2017
ottobre 2017
settembre 2017
agosto 2017
luglio 2017
giugno 2017
maggio 2017
aprile 2017
marzo 2017
febbraio 2017
gennaio 2017
dicembre 2016
novembre 2016
ottobre 2016
settembre 2016
agosto 2016
luglio 2016
giugno 2016
maggio 2016
aprile 2016
marzo 2016
febbraio 2016
gennaio 2016
dicembre 2015
novembre 2015
ottobre 2015
settembre 2015
agosto 2015
luglio 2015
giugno 2015
maggio 2015
aprile 2015
marzo 2015
febbraio 2015
gennaio 2015
dicembre 2014
novembre 2014
ottobre 2014
settembre 2014
agosto 2014
luglio 2014
giugno 2014
maggio 2014
aprile 2014
marzo 2014
febbraio 2014
gennaio 2014
dicembre 2013
novembre 2013
ottobre 2013
settembre 2013
agosto 2013
luglio 2013
giugno 2013
maggio 2013
aprile 2013
marzo 2013
febbraio 2013
gennaio 2013
dicembre 2012
novembre 2012
ottobre 2012
settembre 2012
agosto 2012
luglio 2012
giugno 2012
maggio 2012
aprile 2012
marzo 2012
febbraio 2012
gennaio 2012
dicembre 2011
novembre 2011
ottobre 2011
settembre 2011
agosto 2011
luglio 2011
giugno 2011
maggio 2011
aprile 2011
marzo 2011
febbraio 2011
gennaio 2011
dicembre 2010
novembre 2010
ottobre 2010
settembre 2010
agosto 2010
luglio 2010
giugno 2010
maggio 2010
aprile 2010
marzo 2010
febbraio 2010
gennaio 2010
dicembre 2009
novembre 2009
ottobre 2009
settembre 2009
agosto 2009
luglio 2009
giugno 2009
maggio 2009
aprile 2009
marzo 2009
febbraio 2009
gennaio 2009
dicembre 2008
novembre 2008
ottobre 2008
settembre 2008
agosto 2008
maggio 2008
aprile 2008
marzo 2008
febbraio 2008
gennaio 2008
dicembre 2007
novembre 2007
ottobre 2007
settembre 2007
agosto 2007
luglio 2007
giugno 2007
mar22


22/03/2016 

Se ne parla da sempre, e da sempre si è cercato di sminuire un fatto tanto reale da aver creato una mitologia antica quanto antico è l’uomo: il lupo può aggredire l’uomo, lo ha fatto e lo farà ancora. Certo, non sarà mai una sua abitudine, ma potrà sempre succedere. Come non si può dire che il fuori pista sempre crei rovina e morte sotto le valanghe, o l’andare in barca o alla spiaggia costituiscano rischio di annegamento, o l’alpinismo rischio di cadute in crepacci e precipizi, così si deve dire che generalmente il lupo, come il leone, la tigre, il leopardo o l’elefante o il grizzly, per l’uomo non rappresenta un pericolo certo. Ma, come per tutte le citate attività, CERTO è che il rischio occasionale esiste. Se poi nell’immaginario collettivo tale rischio susciti paura, la colpa non la si deve dare al Lupo. Caso mai, al fatto che l’uomo sempre meno accetta l’idea che si possa ancora morire per cause ancestrali. Negare quindi che tale possibilità esista o che possa esistere è, nell’ordine: stupido, da ignoranti, da incoscienti e da… mistificatori! Perché la possibilità che il lupo possa aggredire ed anche cibarsi dell’uomo è un dato di fatto che è stato accertato inconfutabilmente in innumerevoli documenti storici e/o comunque ufficiali e/o scientifici, anche recenti.

Ad esempio, negli anni ’70 del secolo scorso ricordo benissimo quando a noi naturalisti giunse la notizia che in Spagna un lupo aveva aggredito ed ucciso un bambino; aggressione poi subito smentita e per anni negata (era l’epoca del “Progetto San Francesco”!), ma che in seguito sembrò risultare non solo veritiera ma anche ripetutasi una seconda volta: tenuta però nascosta solo perché non la si voleva (o la si doveva!) diffondere perché smentiva quanto andavamo “predicando”. Solo di recente la studiosa Francesca Marrucco, in un suo lavoro ha riesumato questi fatti, svelando il segreto (forse involontariamente!),  traendo i dati da altri autori che li avevano registrati e pubblicati; e quindi non più negabili!

Gli ultimi casi noti di aggressioni all’uomo da parte del lupo, almeno in Italia, seppure in tutti i casi smentiti nonostante i molti crismi di credibilità (quindi smentiti piuttosto per principio che non per prove certe che non siano avvenuti) sono i seguenti (solo per motivi di privacy non si citano i nomi delle persone coinvolte, benché siano noti ed anche già apparsi sui media):

Anni ’90 del secolo XIX. Sulle Alpi francesi della Provenza, dopo le allora prime “apparizioni” di lupi, un pastore viene aggredito da uno di essi che gli si avventa contro; aveva cercato di allontanarlo per difendere le sue pecore. Il fatto, sempre smentito dagli studiosi, è stato accertato come vero, sia dalla locale prefettura, sia dalla speciale “Commissione d’Inchiesta” aperta dal Parlamento francese e risulta agli atti di detta Commissione. Ma ancora oggi nessuno ne parla!

7.11.2011. Farindola (Pescara). «Un pastore viene assalito da un branco di una decina di lupi, uno dei quali lo ha aggredito azzannandolo alle gambe (due giorni di prognosi) e riesce ad evitare il peggio arrampicandosi su di un albero».

Primi di Giugno 2013. San Venanzo (Terni). Una pastora subisce un aggressione presso il suo stazzo. La pastora aveva cercato di difendere le sue pecore aggredite da tre lupi. Uno di essi le si è avventato contro strappandole i vestiti. Fu fatta segnalazione alla locale Stazione dei Carabinieri, per cui del fatto esiste un verbale trasmesso poi alla Pretura. Sentita in merito la pastora ha confermato il fatto, e così fece la Stazione dei Carabinieri.

Primi di Giugno 2013. San Venanzo (Terni). Di lì a pochi giorni dal fatto succitato, un’altra donna subisce un tentativo di aggressione, sempre mentre anche lei stava cercando di difendere il suo gregge da alcuni lupi e sempre da un lupo di un branco di tre.

13.8.2014. Appennino Pistoiese. Un escursionista notturno: «… non riuscivo a vedere la forma dell’animale, ma stava avanzando verso di me. Ho lanciato anche una pietre per spaventarlo, ma niente da fare. Il primo animale a cominciato a camminare parallelo a me, il secondo l’ha seguito. Allora ho capito che si trattava di lupi. Ero solo, mi sentivo indifeso, d’impulso ho cominciato a correre sul sentiero per raggiungere il crinale ben illuminato dalla luna piena. Ma dopo circa 400 metri mi sono ritrovato i due lupi che mi fissavano a circa 50 metri da me…  L’uomo si è poi arrampicato su di una croce metallica, da dove ha telefonato ai Carabinieri i quali hanno chiamato il Soccorso Alpino, che sono corsi con dei fischietti…»

28.9.2014. Albareto (Parma). Un lupo aggredisce un contadino, che per salvarsi si arrampica sul suo trattore dal quale gli lancia contro attrezzi da lavoro per farlo allontanare. «Ho rischiato di essere aggredito da un lupo, mi è arrivato a pochi passi e solo per la prontezza di scagliargli contro alcuni oggetti mi sono salvato.  Un cane seppur selvatico non avrebbe mai tenuto un comportamento del genere: prima un giro velocissimo ai margini del terreno e poi un assalto diretto alla mia sagoma con intenzioni ben precise». Il fatto viene verbalizzato dal Comando Stazione del Corpo Forestale.

1.12.2014. Casciano di Murlo (Siena). Un cacciatore verso sera si inoltra in un bosco alla ricerca di un suo cane rimasto ferito durante una battuta al cinghiale; sente una serie di ululati che si stavano avvicinando, fino a giungere poche centinaia di metri, trovandosi ben presto circondato da un branco di lupi. Preso dallo spavento di rifugia sul tetto di una capanna lì nei pressi dove resterà per oltre due ore circondato da un branco di circa una quindicina di lupi che si allontanano dopo l’arrivo di aiuti richiamati col telefonino.

10.1.2015. Roccaraso (L’Aquila). «Un pastore viene letteralmente circondato da un branco di lupi dal quale fortunatamente è riuscito a sfuggire correndo verso una casetta e chiudendosi la porta alle spalle. E’ stato allora che i lupi si sono ferocemente accaniti contro i due cani divorandoli, il tutto mentre il loro padrone assisteva alla scena dalla finestra senza poter intervenire in alcun modo».

2.3.2015. S. Benedetto dei Marsi (L’Aquila). Un lupo aggredisce una persona che stava facendo benzina presso un distributore e lo ferisce in alcune parti del corpo. La notizia viene poi smentita, ma i giornalisti che per primi la riportarono sulla cronaca locale, sentiti telefonicamente hanno confermato il fatto. Sui giornali locali la notizia fu riportata con tanto di sigle identificative della persona ed età, la quale sarebbe anche stata ricoverata in ospedale dove avrebbe confermato trattarsi di aggressione di lupo e non di cane, curata con ben 5 punti di sutura al polpaccio; per sfuggire all’aggressione l’uomo si sarebbe rifugiato nella propria automobile, ed altre persone (con tanto di nome e cognome) sarebbero state citate dal giornalista a conferma della veridicità del fatto. Nonostante le voci negazioniste, quella notizia era troppo dettagliata per risultare una “bufala” e, benché smentita da alcuni (ma senza riferimenti di credibilità e con uno strano silenzio in merito da parte delle autorità e delle associazioni ambientaliste locali).

20.7.2015. Bettola (Parma). Una ragazza di 17 anni viene azzannata ad una caviglia mentre stava portando a spasso due suoi cani, i quali reagiscono e fanno allontanare l’aggressore, che così viene poi da lei descritto: «Quella belva aveva gli occhi rossi, i canini lunghi ed aguzzi, il pelo nero e la pancia bianca e grigia. Era molto grossa per essere un cane. Ad un tratto quell’animale si è fatto avanti e mi ha azzannata». La ragazza è stata poi portata al pronto soccorso dove è stata medicata e dimessa. L’episodio è poi stato confermato dal dirigente del servizio veterinario della ASL di Piacenza: «dai primi accertamenti possiamo dire che la belva che ha morsicato la studentessa è quasi certamente un lupo».

16.9.2015. Giaveno (Torino). Un lupo seguito da altri due individui, forse più giovani, avrebbe aggredito con tenacia un pescatore. Esiste non solo la testimonianza dell’aggredito e di un vicino al quale si è rivolto chiedendo aiuto; ma esiste anche un verbale dei Carabinieri ed una ricevuta di medicazione ospedaliera. La cosa è ancora più convincente se si pensa che del fatto, pur essendo stati interessati i ricercatori dei WolfAlps che provvidero a recuperare dei peli dell’animale, non si era mai saputo nulla fino a quando non è venuto alla luce in questo mese di marzo. Ricercatori che pur avendo poi avuto modo di confermarlo, non hanno mai reso noti i risultati delle analisi; non solo: altre analisi, fatte da specialisti, avrebbero confermato, che certamente trattasi di animale “lupoide”. La stessa descrizione degli animali fatta dall’aggredito confermerebbe il fatto che si sia trattato di Lupo. Su questo fatto sono tutt’ora in corso indagini e, pare, ancora altre analisi su ulteriori reperti.

Gennaio 2016. Umbria. Viene segnalata un aggressione, ma la notizia sembra che sia poi stata fatta sparire dai siti che la riportarono, non riuscendosi più a trovarne traccia.

12.3.2016. Perugia. Un ragazzo viene aggredito un da un animale che così ha descritto: «cane di grossa taglia grigio con la punta del pelo nero e senza collare. Il fatto è avvenuto nella zona vecchia della città mentre il giovane stava gettando la spazzatura negli appositi cassonetti. L’animale l’ha sorpreso improvvisamente alle spalle e l’ha ferito alla schiena e ad un polpaccio. Il giovane ha poi preso l’auto e si è recato al pronto soccorso dove è stato medicato per le ferite giudicate non gravi».
 

Commento
 
In tutti questi casi si sosterrà (come si è sostenuto subito dopo gli eventi) che si tratta molto più probabilmente di cani. Ma nessuno ha ancora saputo spiegare come mai tali frequenti fatti non si siano mai verificati prima che nelle zone dove sono avvenuti apparissero i lupi o che la loro presenza si facesse notare più di quanto non avveniva prima. Difatti, si sono TUTTI verificati a mano a mano che è stata segnalata la presenza di lupi e, soprattutto, segnalata la loro crescita numerica. Non per nulla le aggressioni da parte di cani sempre si sono verificate (o avvengono) nelle abitazioni o nei loro pressi, e sempre certificate con certezza essere di cani, perché, questi, mai allontanatisi dai luoghi di aggressione, sono sempre stati catturati dalle autorità. Mentre i casi sopra elencati sono avvenuti TUTTI IN NATURA  O ALL’APERTO e SEMPRE gli animali aggressori si sono allontanati NELLA NATURA!

Ma si deve sapere che anche gli stessi studiosi di biologia animale hanno riportato fatti eclatanti e veri di aggressioni all’uomo (di antropofagia, essi hanno scritto) avvenute, sia nei secoli passati sia negli ultimi decenni. Certo, hanno scritto queste cose quando il problema lupo non era ancora tale, e c’è da chiedersi se mai le scriverebbero oggi (non per nulla l’importante pubblicazione che citerò viene quasi tenuta nascosta dagli attuali studiosi, che si guardano bene dal citarla nei loro interventi pubblici e che forse loro non avrebbero mai scritto – ma è nota ai naturalisti la serietà del suo coordinatore, il fu Prof. Luigi Cagnolaro  del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, per il quale la scienza era scienza e non già… politica, seppure ecologica!). Vediamo in breve cosa hanno scritto:
 

Stralci tratti da:

Dati storici sulla presenza e su casi di antropofagia del Lupo nella Padania centrale
di Luigi Cagnolaro – Mario Comincini – Adriano Martinoli – Aldo Oriani
 
Saggio pubblicato negli Atti del convegno nazionale “Dalla parte del lupo”, Parma 9-10 ottobre 1992, Atti & Studi del WWF Italia, n ° 10, 1-160, F. Cecere (a cura di), 1996, Cogecstre Edizioni. Lavoro svolto nell’ambito del Centro Studi Storico-Naturalistici della Società Italiana di Scienze Naturali
La documentazione specifica sulle aggressioni ad esseri umani risulta numerosa nel primo decennio dell'800 per poi diminuire fino a scomparire del tutto dopo il giugno 1825 quando a Gattinara viene "dilaniato e divorato" un fanciullo di 10 anni. Questa risulta essere l'ultima vittima del lupo nella Padania da noi accertata sulla base di documenti civili. Dei citati 58 casi di fanciulli uccisi dai lupi nel quarto di secolo analizzato circa la metà risultano, dalla documentazione esaminata, "sbranati" o "divorati". Abbiamo inoltre rilevato coma "sbranati" anche un uomo adulto (1812, Masserano) e due giovani rispettivamente di 17 e 18 anni (1807, Morengo e 1815, Balocco).

Nei casi in cui i resti della vittima "rapita" vengono rintracciati in breve tempo, la visita giudiziale del medico constata che sono stati divorati solo í visceri (1801, Cagno e Villacortese, 1812, Brusnengo); in casi limite non vengono recuperati che il cranio e gli arti della vittima (l812, Arluno e Masserano, 1815, Arborio).
Nella realtà indiana, dove la pericolosità del lupo giustificava, ancora nel 1915, una taglia sull'abbattimento doppia rispetto a quella per l'uccisione della tigre, il fenomeno è documentato per il periodo dal 1824 al 1981. I dati indiani più recenti sono relativi all'Andhra Pradesh, nell'India meridionale, dove, tra l'ottobre 1980 ed il marzo 1981, un gruppo di lupi, composto da un maschio adulto, due femmine adulte, due subadulti e tre cuccioli, ha aggredito 21 bambini, uccidendone 9 di età compresa tra gli 8 ed i 12 anni. Sempre in India, ma questa volta nel nord, tra il febbraio e l'agosto del 1981 nel Bihar un gruppo di 5 o 6 lupi ha aggredito 26 fanciulli, uccidendone 13 di età compresa tra i 4 ed i 10 anni. In ambedue le situazioni non si sono mai verificati attacchi a bambini accompagnati da adulti e si è rilevato che i bambini predati venivano abbandonati nel caso di intervento degli adulti (Shahi, 1982). Dall'analisi comparata delle realtà europee ed indiane abbiamo rilevato alcune costanti comuni: l'aggressione avviene nella quasi totalità dei casi in ambienti marginali e, a dispetto delle aspettative, gli attacchi in zone scarsamente antropizzate sono molto rari; la predazione è rivolta generalmente su fanciulli.
Qualora la vittima casuale dell'attacco sia un fanciullo, il predatore ne riporta una esperienza gratificante che può ingenerare, un comportamento predatorio nei confronti dei bambini. La preda-fanciullo è inoltre idonea ad essere trascinata altrove ed è sufficiente ai bisogni alimentari di un piccolo gruppo familiare. Il lupo divenuto antropofago, se non viene rapidamente eliminato, può facilmente trasmettere culturalmente questo comportamento predatorio agli altri componenti del gruppo. È stato verificato che tutti i membri adulti del gruppo di lupi dell'Andhra Pradesh, responsabile delle aggressioni ai fanciulli, erano antropofagi. Il radicarsi del comportamento antropofagico può, all'interno di un gruppo, evolversi con l'elaborazione di particolari tattiche di predazione nei confronti dei fanciulli. L'antropofagia nel lupo è un comportamento acquisito per esperienza individuale o per apprendimento sociale, comunque fuori dalla norma. L'accidentalità del comportamento antropofagico, escludendo quello derivato da apprendimento, è convalidata anche dalla sua distribuzione spaziale e temporale del tutto casuale. Sulla base delle situazioni comparate, quando il Lupo risulta presente con popolazioni numerose, con ampi territori disponibili ad alta concentrazione ovi-caprina, anche nel caso in cui le prede selvatiche siano particolarmente scarse, difficilmente si verificano aggressioni ai danni di persone. In zone con caratteristiche opposte non si può escludere che insorga questo comportamento atipico. In conclusione riteniamo che il Lupo possa acquisire comportamenti antropofagi quando contemporaneamente si verificano i seguenti problemi:
alimentare (carenza dì prede sia selvatiche che domestiche)
territoriale (scarsa disponibilità di territori utilizzabili)
demografico (contrazione negli effettivi della popolazione)
sociale (sgretolamento della struttura sociale dei branchi)

In quanto agli anni più recenti ed in Europa, è il caso di riprendere quanto ci riporta la studiosa Francesca Marrucco traendola da una ricerca storica di altri autori (2002 - Linnel ed altri ricercatori stranieri, tra i quali, però, stranamente, anche il nostro Luigi Boitani per anni negazionista su questi fatti!): “… in Europa 5 bambini ucci in Polonia nel 1937 e 4 in Spagna tra il 1957 e il 1974”.

Sta il fatto che la verità è che:
 
1. più i lupi sono numerosi e conseguentemente formano branchi numerosi, più la probabilità di aggressioni cresce;

2. più i lupi assumono o possiedono indole domestica o di assuefazione all’uomo, più la possibilità di aggressione cresce.
 
Esiste quindi solo un modo per ridurre questo pur raro rischio:

1. Ridurre il numero dei lupi affinché sia impedita la formazione di branchi numerosi.

2. Ridurre le possibilità che i lupi si assuefacciano all’uomo, in quanto più sono domestici più si alza il rischio di aggressione venendo meno la paura dell’uomo (è infatti dimostrato che il rischio si aggressioni sia più dei cani che non del lupo, proprio per questa ragione); riduzione dell’assuefazione all’uomo che può ottenersi solo col mantenimento basso del loro numero mediante abbattimenti che rifacciano aumentare nei lupi il timore dell’uomo.

3. Eliminare tutti quegli esemplari che potrebbero essere stati introdotti dall’uomo con incaute liberazioni di individui tenuti a lungo in cattività (magari anche se di specie pura appenninica!), e che quindi trasmettono alla prole l’atteggiamento di non paura dell’uomo (quello che avviene nella cosiddetta popolazione alpina, le cui origini sono quasi certamente antropiche: liberazioni non autorizzate e quindi illegali (a parte l’aspetto della specificità, ancora tutta da chiarire!).

L’atavica paura del lupo che l’uomo ha sempre avuto non nasce dal nulla, ma da fatti come quelli succitati: sono essi che hanno creato “la bestia” nell’immaginario collettivo, ed esiste un unico modo per far sì che cambi la visione e la mentalità: riconoscerne la possibilità e quindi la necessità di mantenere basso la presenza del lupo. Non negandola, come da cinquant’anni si sta facendo e, soprattutto, oggi fanno gli studiosi del lupo in tutti i loro incontri e convegni, nei quali hanno SEMPRE NEGATO IN ASSOLUTO questa possibilità facendo passare per fantasiosa ogni notizia pur vera – o veritiera – di aggressione; ovvero, mentendo e mistificando i fatti; fatti che in quanto tali, finiscono sempre per venire alla luce e quindi facendo (giustamente) perdere credibilità a queste versioni ufficiali del lupo NON AGGRESSIVO VERSO L’UOMO. Perché queste negazioni fanno ancora di più crescere la paura del lupo, anziché farla passare. Ovvero, ottengono esattamente l’effetto contrario che essi vorrebbero! Come se in India, a fronte dei tanti fatti palesi e documentati di aggressione all’uomo e conseguente antropofagia da parte di lupi, tigri e leopardi, si volesse far credere al popolo che tutto ciò non sia vero!

D’altronde, è notorio come siano più pericolosi per l’uomo i cani che non il lupo; e difatti a dimostrarlo stanno le numerose aggressioni di cani all’uomo. Ma bisogna chiedersi il perché ciò avvenga: avviene a causa del fatto che i cani hanno da tempo perso la paura e la diffidenza verso l’uomo, ridandogli quel coraggio aggressivo di predatore superiore che un tempo avevano. Ecco perché i lupi più aggressivi sono quelli delle Alpi, essendo essi stati, con altissima probabilità, liberati dall’uomo, ovvero con esemplari che erano stati tenuti a lungo in cattività e quindi assuefatti al fatto che l’uomo gli portava il cibo, ed all’apprendimento che il cibo sta dove sta l’uomo. Un comportamento che non è solo degli esemplari originari, ma viene tramandato per generazioni ai cuccioli che seguono le femmine e poi i branchi.

Ed è altrettanto notorio il fatto che mai – o molto raramente – un ragazzino troverebbe il coraggio di aggredire un uomo adulto, ma se il ragazzino si intruppa in una banda, questa banda giunge finanche ad uccidere uomini adulti: e vi sono i tanti fatti di cronaca a dimostrarlo. Atteggiamento che se vale per l’uomo vale anche per il lupo. Ecco perché la crescita numera dell’animale e quindi dei branchi in cui si intruppa, aumentano il rischio di aggressioni. Ed ecco perché è il caso di mantenere basso il numero dei lupi: il che non significa volere lo sterminio della specie, ma far sì che non si favorisca la sua aggressività da predatore superiore. Solo così sì si potrà fare in modo che l’uomo non debba più avere paura del lupo!

Mentendo o mistificando si ottiene l’esatto effetto contrario!
 

PER CONCLUDERE

Il rischio di aggressione avviene soprattutto quando il padrone cerca di difendere i propri animali aggrediti (cani o altri animali domestici). In tali casi, il rischio va ritenuto molto alto; infatti molti dei casi sopra citati sono avvenuti in queste condizioni.

In quanto alla giustificazione che già tanti lupi sono uccisi da bracconieri, per cui non è necessario l’intervento dello Stato, è questa una posizione ipocrita ed anche antidemocratica. Perché di fatto significa fomentare il bracconaggio o la “libera giustizia”; che si hanno quando l’autorità non interviene per ridurre un problema sociale o non paga come si deve – o addirittura per niente – i danni che lupi ed orsi arrecano ad allevatori, cacciatori e semplici cittadini con la motivazione della scarsità di prove. E, difatti, anche questo argomento raramente si affronta nei convegni e negli articoli in difesa del lupo, o viene fatto passare come problema risolto solo perché in qualche caso qualche danno si paga sebbene quasi mai quantitativamente completo (perché è vero, esistono leggi che lo prevedono, ma talmente burocratiche e farraginose da essere quasi inapplicabili)): quindi, non solo si mistifica, ma si nasconde anche il problema! Eppure è uno dei principali motivi per cui sta sempre più crescendo l’odio verso il lupo ed aumentano gli atti di bracconaggio; atti di bracconaggio che, come già detto, vengono poi presi con la motivazione che le autorità non provvedono alla riduzione del numero dei lupi; in pratica, legalizzando di fatto l’illegalità come autonoma forma di giustizia e/o difesa personale o di propri interessi. Così come si adduce l’assurdo fatto che la riduzione dei branchi, sempre secondo gli studiosi, anziché ridurre il numero dei lupi li farebbe aumentare per motivi di comportamento biologico. Una verità “da manuale”, ma che viene gonfiata, come a dire che per far diminuire la presenza dei lupi, bisogna lasciare che la specie cresca all’infinito senza controlli alcuni da parte dell’uomo; quando è notorio che al mondo non esiste specie animale che si autoriduca, ma sempre avviene per intervento dell’uomo, o per azioni illegali (quindi a rischio estinzione) o per legittimo controllo delle  popolazioni.

Che italianamente si aspetti la fuga dei buoi, prima che si provveda alla chiusura della stalla?
 

                                                                 Franco Zunino
                        
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness

Tags:

Tuo Nome:
Titolo:
Commento:


172.70.179.87
Aggiungi un commento  Annulla 

5 commenti finora...

Re: LUPO. SUL RISCHIO DI AGGRESSIONI ALL’UOMO: verità, bugie e mistificazioni

molto interessante

da vecchio cedro  29/03/2016

Re: LUPO. SUL RISCHIO DI AGGRESSIONI ALL’UOMO: verità, bugie e mistificazioni

Non ha messo in difficoltà nessuno...per il semplice fatto che non lo considereranno nemmeno. Sono righe che, scritte qui, si perderanno nel tempo.

da mustang  24/03/2016

Re: LUPO. SUL RISCHIO DI AGGRESSIONI ALL’UOMO: verità, bugie e mistificazioni

Con questo documento Zunino ha messo in grossa difficoltà tutto il fronte animalista lupofilo, perchè ora dovranno smentire non i dati di Zunino, ma i dati raccolti in 40 anni di ricerca da Cagnolaro e Boitani!

da giancarlo d'aniello  23/03/2016

Re: LUPO. SUL RISCHIO DI AGGRESSIONI ALL’UOMO: verità, bugie e mistificazioni

E che cambierebbe,setter?Un'Italia formata da milioni di "Mio nome", oltre ail varie notizie dei fotoromanzi che capurebbe,se non glielo spiegano con il linguaggio dei sordomuti nei vari show pomeridiani in tv?Ma credi veramente che le persone come quelle del primo commento a cui non e' rimasto altro che dimostrare l'assoluto vuoto di progressi oltre a quello dell'asilo quando denigravano il "giocattolo" del compagno per sentirsi appagati,siano capaci di generare concetti con i quali confrontarsi?Certo! Se glieli suggerisce la D'Urso!Forse se se li "appuntano" magari sono anche in grado di riscriverli.

da Pietro 2  22/03/2016

Re: LUPO. SUL RISCHIO DI AGGRESSIONI ALL’UOMO: verità, bugie e mistificazioni

ma ste notizie rendetele pubbliche sui quotidiani nazionali.......non solo sui nostri siti.L'opinione pubblica si deve fersi un 'idea di sti problemi se no sono solo parole al vento.Ciao amici

da setter '63  22/03/2016
Cerca nel Blog
Lista dei Blog