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28/10/2014 8.49 

Gli animali si trovano ovunque nell'arte preistorica, essendo i soggetti preferiti di cacciatori, pastori e allevatori. Siamo così in grado di riconoscere specie e razze che esistono ancora oggi. Queste immagini ci forniscono anche preziose testimonianze di animali ormai estinti, come il leone delle caverne, l'orso, la tigre dai denti a sciabola, il mammut, l'ilomoicerus (bufalo con grandi corna) e il cervo gigante.

In Europa, gli animali più spesso raffigurati sono cavalli, bisonti, mammut, renne, cerbiatti, cinghiali, pesci, anguille, uccelli e altri animali che hanno un valore alimentare o come materie prime: pellicce, cuoio e avorio.

Basti pensare alle rappresentazioni di Diana nella scultura greca, alle raffigurazioni a carattere venatorio nel periodo Romano: daini e caprioli, spesso cinghiali, a volte addirittura orsi in fuga ansimanti inseguiti da mute di cani. Falconi che volteggiano nel cielo. E i fuochi dei servitori che stanano gli animali spingendoli verso i cacciatori, in attesa. Decine e decine di ettari di terra verde e lussureggiante, alberi, cascate, fiumi e stagni trasformati in un unico immenso parco che evoca l’Eden. Scorrendo nei secoli, centinaia, anche migliaia di cavalieri e dame, servitori al seguito, abiti sfarzosi ricchi di piume e veli, cappelli e mantelli drappeggiati e cavalli dalle criniere pettinate e arricciate. Oggi, nell'era di internet, il web è ricchissimo di immagini e di commenti, da wikipedia ai più eruditi saggi scientifici.

Un affresco, ora distrutto, della Tomba dei Nasoni a Roma (II sec. d. C.) illustrava la cattura di due tigri spinte in gabbia dai battitori.

Gli Otto medaglioni adrianei inseriti nell'Arco di Costantino offrono tutto un ciclo dei costume venatorio della Roma imperiale: la partenza dell'augusto personaggio, i suoi sacrifici a Silvano, Diana, Apollo, Ercole, i suoi assalti all'orso, al cinghiale; il trionfo sul leone libico. Tutti e otto, di oltre 2 m di diametro, sono collocati al di sopra dei fornici laterali, sulle due facciate, inseriti a due a due in un campo rettangolare che in origine era ricoperto da lastre di porfido. Raffigurano alternativamente scene di caccia (partenza per la caccia, cacce all'orso, al cinghiale, al leone) e scene di sacrificio a divinità pagane, collegate ciascuna ad una delle cacce.

L'ordine attuale dei tondi sull'arco, che differisce dall'originario ordine delle scene, è il seguente: sulla facciata meridionale: Partenza per la caccia, Sacrificio a Silvano, Caccia all'orso, Sacrificio a Diana; sulla facciata settentrionale: Caccia al cinghiale, Sacrificio ad Apollo, Caccia al leone, Sacrificio ad Ercole.

Affiancano l'imperatore nelle scene due o tre personaggi, a cavallo in due dei rilievi di caccia, e a piedi negli altri. Le composizioni sono attentamente studiate attorno alla figura imperiale e gli sfondi sono essenziali, secondo le convenzioni dell'arte ellenistic (fronde di alberi, un arco che simboleggia la partenza, ecc.). L'esecuzione è molto fine, come testimoniano i panneggi, le teste e la cura dei dettagli. Totalmente assente è l'enfasi e la partecipazione narrativa, risolta qui in una misurata compostezza. Il tema della caccia, che proprio Adriano riportò in voga, è connesso all'esaltazione eroica del sovrano secondo uno schema risalente a Alessandro Magno e tipico delle antiche civiltà orientali. Più incerto è il motivo della presenza dei quattro sacrifici campestri.
 
 
 

Caccia al cinghiale

Caccia all'orso

Caccia al leone

Partenza per la caccia

Sacrificio ad Apollo

Sacrificio a Diana

Sacrificio a Ercole

Sacrificio a Silvano

 
 

Leggi anche:

TARQUINIA: LA TOMBA DELLA CACCIA E DELLA PESCA

Mihaela Cretu: "arte e caccia nella storia"

 

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3 commenti finora...

Re: CACCIA E ARTE: STORIE DI CACCIATORI SULL'ARCO DI COSTANTINO

E' proprio un peccato. Con tutte le critiche che gli si possono fare per certe intemperanze e certe follie, forse Sgarbi è il testimonial più efficace per mettere in evidenza il disisnteresse per la cultura e per l'arte di questo nostro paese. Va bene che siamo alla frutta, ma io credo che molto dipenda anche e soprattutto perchè abbiamo in questo ultimo mezzo secolo trascurato quei valori che per migliaia di anni ci avevano contraddistinto. chi provoca il suo mal pianga se stesso...

da giorgo benzi  20/11/2014 11.17

Re:CACCIA E ARTE: STORIE DI CACCIATORI SULL'ARCO DI COSTANTINO

mi pare che chi frequenta questo sito e comunque i siti di caccia, sia poco interessato all'arte. è un sintomo grave della poca sensibilità che il nostro popolo ha nei confronti della propria stessa cultura. è a mio av iviso la spiegazione più lampante del degrato etico, morale e culturale che attanaglia il nostro paese, non solo per la caccia. peccato. meno male che il nostro renzi è giovane, perchè per recuperare una situazione così tragica avra bisogno di decine d'anni, altro che uno o due mandati. e sperando che si metta subito al lavoro. la vedo dura, comunque. se avessi dei giovani sotto la mia responsabilità non solo li consighleirei di levarsi dalle scatole, ma li accompagnerei anch'io all'estero, per creartsi un futuro che qui mi pare che ce l'abbiano (ce lo siamo) già mangiato tutto.

da pippo c.  30/10/2014 11.08

Re:STORIE DI CACCIATORI SULL'ARCO DI COSTANTINO

ricordo un'avvincente mastodontica battuta di caccia egizia, all'ippopotamo, narrata in un romanzo di wilbur smith (non ricordo il titolo). le nostre battute al cinghiale sono una bazzecola rispetto alla magnificenza di quella apparecchiatura venatica, che serviva sì per acquisire carne, ma voleva anche dimostrare, negli apparati, la ricchezza,la passione e l'audacia del faraone e dei suoi dignitari per questa attività che racchiude in sè tutta l'essenza dell'uomo. sia esso ricco e potente o povero e sottomesso

da renzo trani  28/10/2014 18.09
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