Ho letto il suo articolo “Caccia ritorno al Medioevo” pubblicato da “Il Secolo XIX” venerdì 23/5. Lei è sicuramente un “sapiens”, un luminare, geologo, saggista, conduttore televisivo; io sono solo un “cittadino”, cacciatore dal 1966.
Certamente appartengo a quella minoranza che Lei vorrebbe estinguere, che invece resiste, resiste, resiste; ma anche Lei appartiene a una minoranza che ha però a disposizione tutti i mezzi di informazione, e una pagina intera di un quotidiano per affondare una proposta di legge che probabilmente non ha neppure letta. Il Governo non ha distribuito il testo del provvedimento che intende presentare al Parlamento. A me normalmente la stampa cartacea quotidiana non concede nemmeno una riga. Questa è la parità imperante oggi. Lei comunque gode della sua presenza mediatica e con la sua autorevolezza è in grado di spacciare per verità assolute tutte le sue idee, anche quando non lo sono.
“Spara” accuse facilmente, ma probabilmente non ha studiato attentamente il mondo della caccia e dei cacciatori, forse è troppo impegnato nello studio dell’evoluzione geologica del Mediterraneo; comunque segue la moda di colpevolerizzare caccia e cacciatori, sempre e comunque. La caccia è una attività lecita, regolamentata; è una passione, e non accetto assolutamente il suo binomio che tutti i bracconieri sono cacciatori. I bracconieri sono bracconieri, punto e basta! Forse, come dice Lei, sei anni di galera andrebbero loro dati, ma anche a chi informa scorrettamente l’opinione pubblica sparando “balle” (non palle).
Certamente oggi il mondo è sempre più basato sull’attività di avidi predatori contro prede sempre più in difficoltà. Sono predatori tanti politici, tanti industriali, tanti banchieri, tanti opinionisti; sono preda tanti cittadini onesti e silenziosi. Oggi anche Lei “sbrana” i cacciatori. I cacciatori sono predatori, si, ma alla luce del sole; sanno “fare l’alba”; sono rumorosi quando sparano ma sono persone ben schedate e controllate dalle competenti autorità; hanno il porto d’armi perché sono “puliti”. Non credo che tutti gli “spara balle” del momento possano averlo.
Se sacrifichiamo e preleviamo qualche animale selvatico non lo facciamo per godere del piacere dell’uccidere, come Lei afferma, ma perché godiamo dei frutti di un patrimonio faunistico che esiste anche perché la caccia da anni è disciplinata da provvedimenti nazionali, regionali, provinciali, locali e perché siamo gli unici che versano alle casse pubbliche somme ingenti per una attività amatoriale. Non siamo anacronistici, siamo nell’ambiente attuale che altri hanno profondamente modificato, alterato, danneggiato, distrutto; la maggior parte del territorio un tempo venabile ci è stata tolta dal “progresso” e oggi anche da tanti pannelli solari. Magari potessimo riavere il territorio agro-silvo-pastorale del Medioevo!
Se oggi chiediamo un aggiornamento delle regolamentazioni, lo facciamo per gestire meglio la situazione attuale e il futura; la legge che regolamenta la fauna selvatica è del 1992; nel frattempo è cambiato tutto, ambiente, tipologia di cacciatori, fauna. Lei scrive: nessuno dovrebbe uccidere un vivente non umano. Uccidere gli umani è quindi lecito secondo Lei? Bene, e allora tutti vegetariani. Basta allevamenti di animali domestici. Solo erba, ma quale? Prodotta come? Basta insetticidi e pesticidi? A Lei la risposta e i progetti per il futuro! Lei afferma anche che nella caccia non c’è competizione.
Falso. Lei della caccia, quella vera, non sa nulla; non sa di quanto gli animali selvatici siano di gran lunga più “furbi” degli esseri umani. Il capriolo, per esempio, dicono gli esperti che è sulla Terra da almeno cinque milioni di anni…e quindi ne ha visti tanti di cacciatori per necessità o per passione…ma c’è ancora e abbondante, e oggi il suo avversario principale è il lupo, più o meno ibrido, ben reintrodotto dall’uomo.
Certamente oggi la mia categoria soffre di un male purtroppo incurabile: la vecchiaia, ma è una categoria che può dire di aver ben vissuto e goduto anche di un cibo sano. Tagliatelle con il sugo di lepre, un cosciotto di capriolo al forno, uno stufato di daino o di cervo, un piatto di tordi con olive taggiasche sono sicuramente gioie della vita umana…ma Lei non potrà goderne, ne oggi ne domani, se è vero che è vegetariano.
Concludendo mi permetto di invitarla a venire nella mia vecchia bottega-armeria; ivi potrà respirare il profumo della caccia, quella vera; troverà un’aria sicuramente meno inquinata di quella degli studi televisivi da Lei assiduamente frequentati; poi potrà tranquillamente andare in spiaggia; ottime e abbondanti quelle chiavaresi dove sicuramente non ci sono i cattivi cacciatori, ove l’unico pericolo sono gli aggressivi gabbiani reali!
Grazie per l’attenzione e “in bocca al lupo” (quello vegetariano però).
Chiavari, 24/05/2025
Pino Lanata