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mag27 27/05/2021
Merita una riflessione la notizia delle dimissioni di Pier Giorgio Fassini da Presidente dell’Arci Caccia Nazionale. Una vicenda che sta maturando sotto “la consegna del silenzio” che ad oggi l’intero gruppo dirigente di quella che fu l’associazione di Fermariello, sembra osservare quasi a proteggere con imbarazzo e pudore, lo spettacolo degli ultimi stracci che volano sotto le grida del presidente tradito. Un imbarazzo che prevarica il dovere di informazione verso gli stessi associati e che non può certo celare la crisi profonda e forse persino irreversibile nella quale l’associazione è piombata.
In poco meno di cinque anni, si sono succeduti due presidenti nazionali – il primo sfiduciato e il secondo dimissionario – e si è consumata una dolorosa scissione che ha strappato all’ArciCaccia migliaia di iscritti.
L’Arci Caccia ha rappresentato, nella storia dell’associazionismo venatorio di questo Paese, un interlocutore imprescindibile sia per il mondo organizzato della caccia sia per quello agricolo, ambientale e politico. Dai livelli nazionali a quelli territoriali. Dal punto di vista culturale, l’Arci Caccia ha sempre avuto un peso specifico maggiore rispetto alla propria consistenza numerica in termini di rappresentanza. Diversa, sul versante ideologico, anche la genesi associativa: direttamente innestata nel solco di un orientamento politico dichiarato, quello della sinistra italiana (orientamento tuttavia anche critico, come dimostrarono ad esempio gli scontri, molto aspri, tra l’ArciCaccia e la direzione del P.C.I. all’epoca del referendum).
La linearità di questo percorso associativo, qui soltanto accennato, sembra però interrompersi durante l’XI congresso nazionale dell’associazione. Nel congresso di Fiuggi del settembre 2016 si consuma la rottura tra la dirigenza nazionale e quella toscana, regione che storicamente rappresentava la roccaforte dell’Associazione non solo in termini numerici, ma anche sul versante della proposta politico-venatoria. Era nata in Toscana, qualche anno prima, l’idea di un’unità organica del mondo venatorio – da sempre blasone ideologico dell’ArciCaccia – ora realizzata al livello regionale attraverso il progetto della CCT, soggetto unitario di secondo grado che aveva visto unirsi, in prima battuta, l’Arci e la Federcaccia, seguite a stretto giro dall’A.N.U.U. Proprio sul tentativo unitario della CCT e sull’aspirazione dichiarata di voler dar vita col tempo a un’associazione unica di primo grado, la dirigenza nazionale era entrata in aperto contrasto con il gruppo dirigente toscano. Un progetto contrastato proprio perché alternativo a quello che oggi anche Fassini denuncia essere il male oscuro di una associazione che ha perso il filo conduttore della proposta politica, dell’elaborazione progettuale e fortemente condizionata da logiche lontane dalla collegialità. La scissione scaturita al Congresso di Fiuggi è dunque la conseguenza di uno scontro profondo che ha visto prevalere una maggioranza incentrata su un nuovo Presidente, Sergio Sorrentino, quale esponente della parte più intransigente e avversa al tentativo di aprire una strada nuova per la caccia italiana.
Anche sul versante dell’orientamento politico venatorio quella fase politica ha rappresentato per l’associazione un periodo ricco di colpi di scena. Si ricorderà, soprattutto, il protocollo d’intesa che nel novembre del ’17, sempre in Toscana, l’ArciCaccia sigla con LiberaCaccia (e Cia Toscana), dando il segno di un cambiamento radicale e forse solo in parte riconducibile alla collocazione politica personale del nuovo presidente (entrato successivamente nell’agone politico campano candidandosi con formazioni politiche antitetiche, fino a quel momento, alla storia dell’ArciCaccia).
Il Congresso di Fiuggi aveva dunque aperto una fase nuova per l’associazione: il gruppo dirigente toscano era stato commissariato ed espulso; l’orientamento politico era stato invertito, secondo un atteggiamento di gregarismo nei confronti di Libera Caccia che connoterà i mesi successivi al patto delle Giubbe Rosse (dal nome del caffè fiorentino, non certo dei garibaldini!).
Il bilancio è di quelli che imporrebbero una riflessione, che infatti sembra arrivare due anni dopo con la sfiducia di Sorrentino e la nomina, nel marzo del 2019, di Piergiorgio Fassini. Ora, dopo poco più di due anni, più di uno dei quali tristemente caratterizzato dalla paralisi del covid, anche questo presidente se ne va: si dimette denunciando – così sembra – l’impossibilità di una gestione dell’associazione coerente col proprio passato.
Fuori dal gusto per l’indiscrezione e il gossip, in un mondo venatorio allo stremo come lo è quello italiano, il lento spegnersi di un antico protagonista non può che dispiacere e preoccupare. Tuttavia, l’abbandono di Fassini non può non stimolare una rilettura più avvertita di quegli avvenimenti recenti che, anche per la loro drammaticità, hanno oltrepassato le mura dell’Associazione.
Il congresso di Fiuggi aveva tratteggiato l’immagine di un’associazione nazionale compatta in contrasto con un solo comitato regionale, quello toscano. La polarizzazione era grossomodo la seguente: da una parte un’ampia maggioranza che si batte per il bene comune, dall’altra una presidenza regionale accusata di aver tradito la bandiera. Il nuovo presidente apparve sostenuto con forza da tutto il perimetro della maggioranza e il mandato era chiaro: estromettere chi aveva lavorato non per la propria associazione ma per dare vita ad un soggetto unitario, moderno realmente rappresentativo. Questo era stato il messaggio che aveva scaldato gli animi, soprattutto oltre i confini della Toscana.
Dall’esterno, il tentativo di annullare l’esperimento unitario toscano parve sin da subito deprecabile, tanto più che si presentava come l’esito di un’azione di leadership avallata dalla maggioranza larga dell’associazione. La sfiducia nei confronti del presidente Sorrentino gettò poi un dubbio sul suo effettivo consenso interno, lasciando sperare che il nuovo corso dell’associazione avrebbe sanato quegli errori così palesi. Di unità del mondo venatorio in Arcicaccia avevano sempre parlato e pareva davvero bizzarro che la volta in cui, più di tutte le altre, da qualche parte erano riusciti a fare qualcosa di nuovo, coraggioso (e condiviso con Federcaccia!), la dirigenza nazionale impallinasse il progetto.
Tuttavia, anche il mandato di Fassini ha navigato ben al largo della costa toscana, con rotte perlopiù sottomarine, senza alcuna ricerca di contatto con il laboratorio della CCT, ma restando ben dentro il solco di quel gregarismo già detto. Le sue dimissioni, insieme alle motivazioni che le accompagnano, danno conto di una difficoltà oggettiva e ci rendono l’immagine di un timoniere ingannato intorno a un timone finto, mentre la barra è manovrata altrove. Quale sia il porto da raggiungere nessuno a bordo sembra saperlo più.
Spiace constatare la difficoltà del momento che sta vivendo oggi quell’associazione. Si tratta dell’esito locale di una crisi generale: un episodio che ben dimostra l’inefficacia e la pericolosità di un atteggiamento troppo conservativo. Se il futuro della caccia dovrà passare da quello delle sue associazioni di categoria o queste si rinnoveranno tanto profondamente quanto si è rinnovato il mondo negli ultimi cinquant’anni o scompariranno insieme all’attività che volevano difendere.
Questa storia può come tutte le storie portare in dote un insegnamento valido per l’intero mondo venatorio italiano. Non c’è più tempo per le vecchie liturgie, per i tatticismi finalizzati alla sopravvivenza di un mondo venatorio fine a se stesso. Occorre coraggio, determinazione, senso di responsabilità e amore per una passione che può e deve rinnovarsi nel tempo futuro. La crisi di Arcicaccia, il dissolvimento di una larga parte di questo variegato sistema associativo pone con necessità ed urgenza l’avvio di una fase costituente nella quale si possa smontare e rimontare nel modo più adeguato ed intelligente possibile la grande storia dell’associazionismo venatorio italiano sapendo che l’unità non rappresenta un approdo obbligatorio e coercitivo per tutti, ma una sfida da affrontare a viso aperto, con onestà intellettuale e a fronte di un confronto ferrato e senza pregiudizi sui temi e sui contenuti. Qualcuno nell’Arcicaccia lo aveva capito; ora dobbiamo fare di tutto per realizzarlo.
L’Arcicaccia ha una lunga storia e tutti ci auguriamo che qualcuno, tra chi è rimasto, abbia la voglia di tentare un salvataggio. La via dell’autocritica e della riflessione può rappresentare in momenti di estrema gravità un segno di intelligenza e di rispetto nei confronti dei cacciatori e dei proprio iscritti. Tuttavia lo scenario tratteggiato dal dimissionario Fassini getta una nuova luce sull’operazione toscana della CCT, dando atto a quei dirigenti di aver compiuto una scelta difficile ma inevitabile. Forse, aver lasciato l’Arcicaccia per inseguire le ragioni dell’unità è stato l’unico modo per tenerne in vita un ultimo frammento.
Carlo Del Maestro Tags:25 commenti finora...
Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Qualcuno con prove alla mano e documenti attendibili deve dimostrare che senza la 157/92 la caccia in Italia avrebbe cessato di esistere. Le alte sfere lo sanno benissimo ma si schifano di divulgare la verità. Tacciono per non scatenare una rivolta venatoria contro di loro, perché son stati messi a pecora dalla procacci, perché nel tentativo di discolparsi hanno passato la palla alla politica. Lor signori non pensavo allo sviluppo dei social network. giocavano sull’età media, l’ignoranza presunta e vera, sul giornalino di “quanto sin bravi noi” e sul tratto di strada sezione bar del cacciatori. Sciagura per loro che i social network siano arrivati nella mani dei cacciatori e da essi sono scaturiti commenti al vetriolo come messi in evidenza da coloro che mi hanno preceduto ma anche commenti di lode per due della associazioni venatorie che hanno colpe inqualificabili nella gestione e il degrado della caccia. Purtroppo certi strumenti sono andati non sempre nelle mani giuste . Alcuni sono capitati in mano a gente che per cultura venatoria sono a livello di sottotraccia giacché elogiare la fidc che sta facendo passi da gigante nella salvaguardia di tutte le cacce è proprio da veri e non presunti ignoranti. Non sono in grado di comprendere che sono soltanto marchette per la migratorie e piccola selvaggina stanziale per tenersi buoni gli associati che pagano i loro stipendi e coprire con i nostri soldi i danni degli ungulati loro unico selvatico di interesse associativo. Tifare per le altre è da superficiali ma tifare le due e da ignoranti. da paolino
23/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Dimenticavo: a proposito di numeri in Toscana: A FINE ANNI ‘80 LA SOLA SEZIONE PROVINCIALE DI FIRENZE DI FIDC CONTAVA 80.000 ISCRITTI. Oggi in tutta la Toscana operano circa 70.000 cacciatori. Il disastro della 157 sta in questi numeri drammatici. Risparmio per carità di patria il discorso sull’età media dei cacciatori. E risparmio pure il discorso di chiedere a che titolo pago gli ATC, cioè in cambio di cosa esborso anche 1 solo euro? E non voglio nemmeno chiedere perché i presidenti degli ATC toscani non indicono almeno una assemblea di tutti i soci ATC per sentire la voce dei cacciatori. Chi ha tanti soci, la aavv maggioritaria, ha enormi responsabilità di tutta questa situazione. da Ancora x LOL
11/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? La Legge 157 ebbe due padri e una madre: ROSINI (DC/FIDC), FERMARIELLO (PCI/ARCICACCIA) e ANNAMARIA PROCACCI (LEGA ABOLIZIONE CACCIA). Gli agricoltori si impegnarono con noi per l’astensione dovendo contrastare i referendum contro i pesticidi. Te lo dice uno che ha fatto 30.000 in quella terribile campagna elettorale e li ha fatti al fianco di dirigenti Coldiretti. I dirigenti venatori di Area PCI, almeno SGHERRI e MINGOZZI (entrambi PCI/FIDC) fecero campagna astensionista, salvo poi mutilare la caccia dando l’OK alla 157, stilata PRIMA dell’esito referendario nella certezza di perdere!! Unica associazione venatoria che mostro’ freddezza fu ANLC. Chiunque voglia verificare quanto affermo basta rilegga i fascicoli di DIANA del 1992.
da Per LOL
11/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Arcicaccini come XBenny continuano a eludere i problemi. La 157 fu il risultato di un compromesso con gli agricoltori (una parte, perchè un'altra con cui oggi Arci e ANLC vanno a braccetto ne era la principale protagonista e sostenitricie), mentre il PCI ( Occhetto) spingeva per mandare tutti i suoi a votare. Fu solamente l'ultima settimana prima del voto che Fermariello, capendo che avrebbero perso, scrisse un articolo su L'Unità aprendo alla "libertà d'espressione", quindi evitando di schierarsi. Ma non fu mai, l'Arcicaccia, a favore della strategia dell'astensione sostenuta dall'Unavi. Tant'è vero che tutta la dirigenza arcicaccina e di area Caccia-PCI (responsabile tale Vitali) battè palmo palmo la penisola in tutte le feste dell'Unità per invitare ad andare a votare. Il gemellaggio con Arci Ambiente prima e Lega Ambiente poi testimonia storicamente la posizione pseudoambientalista sempre manifestata. Soprattutto nei confronti della migratoria. Infine, in Toscana, Arcicaccia ha settemila soci (come ho letto qui sotto), la cosiddetta Cabina di regia (toscana), in accoppiata Arci-Libera-Enal, ne raccoglie complessivamente circa ventimila. La Federcaccia (toscana), da sola, ne ha quasi il doppio. Quanto a trasparenza, chi ha letto le due relazioni del presidente nazionale dimissionario Fassini penso sia in grado di farsene un'idea, anche se basta leggere quello che è stato fatto circolare sul web. Infine, anche per dare sostanza alle tante voci che circolano, non sarebbe male che Arcicaccia nazionale pubblicasse sul suo sito ufficiale l'ordine del giorno e le conseguenti approvazioni dell'ultimo consiglio che ha nominato il nuovo gruppo dirigente. da LOL
10/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Arcicaccini come XBenny continuano a eludere i problemi. La 157 fu il risultato di un compromesso con gli agricoltori (una parte, perchè un'altra con cui oggi Arci e ANLC vanno a braccetto ne era la principale protagonista e sostenitricie), mentre il PCI ( Occhetto) spingeva per mandare tutti i suoi a votare. Fu solamente l'ultima settimana prima del voto che Fermariello, capendo che avrebbero perso, scrisse un articolo su L'Unità aprendo alla "libertà d'espressione", quindi evitando di schierarsi. Ma non fu mai, l'Arcicaccia, a favore della strategia dell'astensione sostenuta dall'Unavi. Tant'è vero che tutta la dirigenza arcicaccina e di area Caccia-PCI (responsabile tale Vitali) battè palmo palmo la penisola in tutte le feste dell'Unità per invitare ad andare a votare. Il gemellaggio con Arci Ambiente prima e Lega Ambiente poi testimonia storicamente la posizione pseudoambientalista sempre manifestata. Soprattutto nei confronti della migratoria. Infine, in Toscana, Arcicaccia ha settemila soci (come ho letto qui sotto), la cosiddetta Cabina di regia (toscana), in accoppiata Arci-Libera-Enal, ne raccoglie complessivamente circa ventimila. La Federcaccia (toscana), da sola, ne ha quasi il doppio. Quanto a trasparenza, chi ha letto le due relazioni del presidente nazionale dimissionario Fassini penso sia in grado di farsene un'idea, anche se basta leggere quello che è stato fatto circolare sul web. Infine, anche per dare sostanza alle tante voci che circolano, non sarebbe male che Arcicaccia nazionale pubblicasse sul suo sito ufficiale l'ordine del giorno e le conseguenti approvazioni dell'ultimo consiglio che ha nominato il nuovo gruppo dirigente. da LOL
10/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Al di là delle chiacchiere risulta che in ATC 4 i rappresentanti dei cacciatori hanno chiesto di chiudere la caccia nel territorio di pianura. Basta leggere il verbale pubblicato sul sito dell’ATC.
da Remo
06/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? I due commenti precedenti sono fantascienza allo stato puro. Prima che nascesse la CCT tra federcaccia e arcicaccia i rapporti erano molto tesi e burrascosi. Si continua a non comprendere che l'unità dei cacciatori o è vera ed organica o non è. La cabina di regia inventata da Veneziano è un'operazione di facciata che serve ad illudere sulle intenzioni unitarie e a mantenere inalterato lo status quo. Un bel coraggio poi nel parlare di eserciti e generali. In un solo colpo l'arci caccia ha perso oltre tremila iscritti e a livello nazionale sono meno di trentamila. Da dove deriva tutta questa spocchia nel pensare che senza di lei la caccia è finita? Quali sono le idee e i progetti veramente nuovi e rivoluzionari rispetto alle altre associazioni? Nel giro di un minuto sono passati dal fare trincea contro la politica dei più tempi e più specie all'alleanza strategica con la Libera Caccia. La verità è che per dare contro alla CCT venderebbero anche l'anima al diavolo. È un'associazione senza futuro. da Mandrake
06/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? A me sembra, oltretutto che in Toscana sia in moto un forte meccanismo unitario: la Cabina di Regia. Che come a livello nazionale fa lavorare unite le associazioni. Peccato che la CCT, estremamente divisiva, impedisca alla federcaccia di collaborare. Speriamo che anche in Toscana come nelle altre regioni federcaccia cominci a collaborare col resto del mondo venatorio da Cacciatori unitevi
05/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Ma ancora si parla di CCT? una federazione fatta dalla federcaccia con sé stessa? un'operazione che non mirava a unire il mondo venatorio ma solo a travasare i soci di Arci Caccia Toscana dentro federcaccia per portare ossigeno a un baraccone che con il calo dei cacciatori non sta più in piedi? Un'operazione oltretutto fallita malgrado fosse stata pianificata e curata in tutti i dettagli dalla fù classe dirigente di Arci Caccia Toscana che ha portato ad un travaso di generali senza seguito di soldati? Se si parla di questo beh.... Fatemi il piacere da cacciatore toscano
05/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Caro Benny i genitori della 157 sono stati l’On. ROSINI (presidente FIDC, democristiano) e il Sen. FERMARIELLO (Presidente Arcicaccia, comunista). Se è colpevole uno è colpevole pure l’altro. Basta recuperare i fascicoli di DIANA del 1992 per trovare gli entusiasti della 157. da X Benny
01/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Sulla caccia alla migratoria, l'Arcicaccia ha grandi responsabilità, fin dai tempi in cui finanziava l'Arci Ambiente. E pensare che molte vicende furono dipanate intorno alle tavolate della Sagra del Tordo di Montalcino... E con il colpo finale di Realacci che a un congresso Arcicaccia in Toscana ebbe a dire dal palco che sul fringuello cacciabile i cacciatori avrebbero dovuto passare sul suo corpo. Salvo poi scoprire che il suo corpo si cibava anche di piccoli migratori. Ma queste sono altre storie. L'art. 1 della 157 (selvaggina proprietà indisponibile delle Stato) è frutto di quest'ambientalismo da fumisteria, nel tempo diventato sempre più salottiero. O viceversa. A cui ha prestato il fianco l'Arcicaccia prima seconda e terza maniera. da Benny
01/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Magari si occupassero solo del “tagliolo” di ciccia e i danni li facessero solo ai cicciai come hanno fatto nell’ATC PISTOIA 11 con le assegnazioni dei capi di capriolo. Si occupassero solo di ungulati e delle loro zecche. da Aleandro
01/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? farebbero bene a lasciare veramente solo cinghiali e capre, come le chiami tu, invece di perdere tempo a difendere l'ormai indifendibile passionedi tirare alla migratoria, caro il mio uccellinaio da basta migratoria
01/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Visti i risultati di queste discussioni sui calendari venatori effettuate da FIDC meglio sarebbe se a parlare con gli assessori non ci andasse nessuno. A forza di leccare il c..o all’assessore di turno la caccia alla migratoria è in agonia terminale, quella alla stanziale anche peggio visti i risultati del lavoro degli ATC diretti in gran parte sempre da FIDC. Resta la ciccia di cinghiale e altri ungulati è viene da ridere definire caccia il tiro a maiali e capre piene di zecche.
da Aleandro
01/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? mandaci il tuo agente generali la prossima volta a discutere del calendario venatorio. ti ci andrà di sicuro volentierissimo e soprattutto sarà in grado di farlo alla grande. in fondom che ci vuole? basta dire che abbiamo il diritto di andare a caccia perchè paghiamo le tasse e abbiamo la fedina penale pulita. ringraziate che c'è Federcaccia se continuate ad andare a caccia, illusi da nemmeno sapete di cosa parlate
01/06/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? In effetti FIDC ha condotto il mondo venatorio in un vicolo cieco. Chi ancora rinnova con loro lo fa perché non in grado di rinnovare da solo il porto d’armi. Io mi trovo alla grande con Assicurazioni Generali. da Aleandro
31/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? quello della vostra associazione invece si vede benissimo: 4 gatti e tre presidenti :-)))) Però non prendono stipendio eh.... Manco i 5 stelle!
da Ma quale unità, il giornale?
30/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? I risultati di tutto questo vostro presunto lavorio non si vedono. Avete condotto il mondo venatorio italiano all’estinzione.
da Remo
30/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? caro Remo, prima di preoccuparti di quanti stipendi paga Federcaccia con i soldidei suoi tesserati e non con quelli dei soci Arcicaccia, io mi preoccuperei piuttosto di cosa fa la tua associazione: NULLA. proclami e comunicati deliranti e iniziative che tolta qualche gara e garetta o piccolo cabotaggio grazie a qualche dirigente locale che merita rispetto non fosse altro per una mal riposta fede nella bandiera, si esaurisce nell'andare a rimorchio di quello che fanno le altre, anzi, diciamola tutta, l'ALTRA ovvero FIDC, l'unica che spende soldi - anche questi dei suoi soci e non di quelli delle altre associazioni - per pagare da sola il 70% di ricorsi e iniziative di cui poi si prendono il merito le altre 5, Arcicaccia compresa, e il 100% di studi, ricerche, collaborazioni, progetti i cui risultati servono a tutti i cacciatori. Anche di quelli come te, che si preoccupano evidentemente del loro unico dirigente riempendosi la bocca di aria fritta. Ma tanto a voi compagni da sempre fanno credere alle favole
da Ma quale unità, il giornale?
29/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Dice Fassini che oggi gli iscritti di Arcicaccia sono meno di 30mila. In Toscana sono circa 7mila. La CCT quanti ne ha? da Alfred
28/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? ARCICACCIA ha un solo dirigente a stipendio. FIDC quanti ne ha?
da Remo
27/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Quella che fu una gloriosa associazione venatoria non è ridotta altro a un' insulsa armata Brancaleone capeggiata dall' oramai proprietario della stessa. L' unica idea che hanno bene in mente è quella di far sopravvivere il proprio leader (compagno lo chiamano) e di non fargli mancare il suo stipendio. Infatti nel bando del congresso di settembre uno dei punti da approvare è il rinnovo del contratto al segretario generale, che guarda caso è l' unico dirigente che percepisce lo stipendio. Detto questo mi auguro che i delegati eletti per il congresso pensino bene prima di votare e si ricordino che da Fiuggi in poi hanno perso 10000 soci e silurato 2 presidenti nazionali. E stiamo attenti che non gli facciano votare anche il cambio del nome...da Arcicaccia a Veneziano caccia. Sarebbe il massimo. da Scissionista presente!
27/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Certamente non tutta arcicaccia toscana ha aderito alla cct. Nove Presidenti provinciali su dieci, però, non solo dunque Siena come dice erroneamente Remo. A forza di evocare l'annessione, l'arci Caccia ha finito per per ridursi ad una piccola congrega alleandosi con la.Libera Caccia. Uno strano modo di fare politica associativa. Il funerale ve lo state facendo da soli, con un atteggiamento da esaltati mentali, da fideisti impenitenti. Non esistono le annessioni se nel confronto per l'unità ciascunao sa proporre idee e soluzioni. Del.resto che non vi interessi l'unità è chiaro nel finale del delirante comunicato che preannuncia l'ennesimo congresso per non cambiare nulla: Arci Caccia per sempre! ....ma dai!....
da Osservatore
27/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? Un lungo scritto, dove si nota la mano politica, per celebrare il funerale di ARCICACCIA. Fra l’altro comunicando un dato non vero: non è stata TUTTA ARCICACCIA Toscana a confluire in CCT e in FIDC ma solo Siena e poco più. L’Associazione unica non la vuole nessuno, qualcuno vuole annettere altre associazioni. Non ci riuscirà. da Remo
27/05/2021
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Re: Vicenda Arcicaccia. Che sia l'ora dell'unità? bellissima disamina, vera, puntuale e onesta. Speriamo che almeno i cacciatori di Arci Caccia sappiamo riflettere approfonditamente su quanto accaduto bell propria associazione. da Cacciatore
27/05/2021
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