E' arrivata oggi la sentenza sul caso Green Hill, iniziato da un esposto per maltrattamenti ai cani presentato da Legambiente alla Procura di Brescia. La vicenda è poi diventata un caso mediatico nazionale, quando ad occuparsene subentrò l'allora Ministro Brambilla, che fece di tutto per portare al sequestro dell'azienda. Oggi il Tribunale di Brescia ha deciso di condannare a un anno e sei mesi Ghislane Rondot, co-gestore di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, e a Renzo Graziosi, veterinario a Green Hill. Un anno la condanna al direttore Roberto Bravi, assolto invece Bernard Gotti, l'altro gestore dell'allevamento. Il tribunale ha disposto un risarcimento di trentamila euro per la Lav disponendo anche il divieto per i condannati di allevare cani per i prossimi due anni.
Per la Brambilla le pene sono state troppo blande. "I responsabili non sono stati puniti come avrebbero meritato, ma è risaputo che il nostro codice penale è ancora troppo 'mite' con gli autori di reati a danno degli animali. Riflettano il governo e i parlamentari che in questi giorni esaminano il decreto sulla 'non punibilità per tenuità del fatto': se le norme proposte fossero state in vigore, reati come quelli commessi a Green Hill probabilmente sfuggirebbero a qualsiasi forma, anche tenue, di punizione".