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Mario Biagioni - Consulente Cinofilo

Sono nato l’11 maggio 1939, in provincia di Arezzo. Valligiano, in mezzo alle cose belle e vere, agli animali e alle persone consapevoli della fatica e del lavoro.
Ho studiato come un matto per fare, da grande, il progettista, cioè il più bel mestiere del mondo, continuando a credere di poter curare al meglio diverse passioni. Tra queste, anche per tradizione di famiglia, la caccia, i cani e i cavalli.
Insieme alle esperienze di molti, ho messo insieme la mia. Da Giudice dell’ENCI e Allevatore, contitolare di un vecchio Affisso, ho collaborato con la stampa e le Associazione specializzate.
Cerco di continuare a farlo, insieme al mestiere di nonno.
Odio profondamente la “tuttologia” e le approssimazioni non necessarie. Ci sono ancora, per fortuna, straordinari personaggi capaci di farsi ascoltare e apprezzare.

 

Domande Recenti


23/11/2011

Salve, le vorrei chiedere come mai i miei cani, 2 segugi italiani uno di sei anni e uno di due, quando li faccio uscire  in campagna insieme non mi ascoltano e si allontanano per ore, mentre se li porto da soli mi restano vicini e mi ascoltano. Non so piu cosa fare apparte non farli uscire insieme, grazie per la sua attenzione.

Gianluca

Risposta:

Mi domando se i suoi due segugi, ormai non più cuccioloni, siano stati in qualche modo addestrati a fare il loro "mestiere", che in definitiva è quello di cercare e seguire un selvatico, probabilmente fino all'ottenimento di un risultato. Altra cosa è l'abitudine ad essere insieme. Singolarmente non si rendono conto di cosa dovrebbero fare, ma di certo, incontrando una traccia, se istinto e capacità ci sono, capiscono subito. Cordiali saluti, MB
 


03/11/2011

Buongiorno sono proprietario di un drahthaar di 10 mesi e ho un problema nel far lasciare la selvaggina, il cane cerca e ferma bene il riporto abbastanza bene il problema che quando arriva da me non vuole mollare il selvatico, ho provato di tutto, soffio nelle orecchie o nel naso, girare l'orecchio, schiacciare una zampa, fagli sentire come premio qualsiasi cosa che di solito lo fa impazzire ma niente, come posso fare? Mi hanno consigliato di inserire stuzzicadenti nella selvaggina per fagli capire di non stringere o usarla congelata ma non saprei, lei cosa mi consiglierebbe? Grazie mille

Alberto
 

Risposta:


Ultimamente sembra che i problemi del riporto siano i più assillanti e siccome, per fortuna, non esiste un libretto di istruzioni in proposito, le consiglio di leggere le risposte che sono già state date e di aumentare le sue dosi di pazienza. Nel frattempo, il cane non va "torturato" per farsi lasciare il selvatico. Basta mettere una mano sul muso e stringere le labbra contro i denti. M.B.
 

 


 

20/10/2011

Buonasera. Sono neocacciatore e per me quest' anno è tutto nuovo, da poco ho acquistato un Kurzhaar di buon sangue in un noto allevamento, 2 anni, massiccio, figlio di campione mondiale, pesa circa 33 kg. Il giorno dell'acquisto l'allevatore ha prenotato una riserva per provare il cane..... a dir poco fantastico ferma, riporta e consenso, stacco l' assegno e lo compro. Nel frattempo apre la caccia e comincio a uccidere il selvatico il cane ferma ma quando recupera il selvatico non me lo porta ma lo va a nascondere e torna senza; nel pulito riesco a recuperarlo ma nello sporco è impossibile!! Ho chiamato l' allevatore e mi ha detto che se persiste di riportarlo che lo sistema lui,chiedo a lei esperto se è un problema grave o risolvibile. La ringrazio anticipatamente.

Stefano da Lodi

 

Risposta:

Come ho già risposto recentemente ad altri, in certe condizioni il cane ritorna predatore e istintivamente nasconde la preda. Il problema non è grave, particolarmente se si incarica di risolverlo chi lo ha allevato. Si faccia anche eventualmente dire se il difetto è ereditato, nel qual caso occorre un po' più di pazienza. Ci faccia sapere.
Saluti. M.B.
 


 

15/10/2011

Salve,sto insegnando la mia cocker di 5 mesi il "riporto".quando lancio una pallina da tennis me la riporta sempre e la premio. Quando invece nascondo uno straccio con alcune penne di selvaggina, tende a tenerselo per lei, solo poche volte lo riporta. Come devo fare? Grazie anticipatamente!

Umberto P.

Risposta:
 
Riportare una pallina da tennis è sempre un gioco, mentre una pallina di stracci con le penne diventa una preda, che istintivamente la sua cagnetta tende a far sua e a nascondere. Occorre pazienza nel perseverare con la ricompensa e i rimproveri, cominciando a lasciare la pallina e ad usare qualche uccelletto, o, meglio, qualche quaglia.
Ovviamente non ci sono regole precise, ma si può quasi sempre risolvere. Addirittura qualcuno sostiene che il riporto si può insegnare a qualsiasi razza di cani, ma tenga presente che non è vero.
Saluti, MB.
 

 


 

13/10/2011

Salve, posseggo uno springer spaniel di 11 mesi e pratico esclusivamente la caccia in forma vagante alla migratoria(fringuelli, peppole ecc). Ho iniziato da poche giornate a portarlo a con me. Ho notato una notevole grinta nel cercare i volatili dopo l'abbattimento ma nella fase del riporto il cane mastica il selvatico inoltre ed è testardo a riportarlo. Non riesco a capire il motivo di ciò perchè quando l' ho addestrato lanciandogli un uccellino e facendolo cercare il cane ha sempre riportato ottimamente e non rovinando il selvatico per niente..E' perchè è ancora cucciolo?si può risolvere?Mi saprebbe dare qualche consiglio? La ringrazio moltissimo


Claudio S.

Risposta:

Egregio Sig. S.,
per rispondere razionalmente alle sue domande, è indispensabile una premessa: lo Springer Spaniel, da cui sono derivati (ad eccezione del Clumber) tutti gli spaniel da caccia, è un magnifico cane da cerca, adatto praticamente a tutta la selvaggina e a tutti i terreni, particolarmente se difficili. Il suo naturale e primordiale metodo di caccia, con i caratteristici movimenti del corpo e della coda, fa emozionare anche i più fanatici utilizzatori del cane da ferma. Certo è anche un grande recuperatore e riportatore, ma deve convenire che per i fringuelli e le peppole è molto più indicato, per esempio, il cocker.
Riguardo al suo problema, credo si possa risolvere, ma con molta pazienza. Provi a far riportare in qualsiasi ambiente, una vecchia pallina da tennis o qualcosa di altrettanto consistente; deve sembrare un gioco, premiando quando lo fa correttamente e rimproverando in modo deciso per il contrario.
Faccia la stessa cosa in campagna, inizialmente con una quaglia fredda, poi a caccia, evitando in questa fase gli uccellini. Gli danno la sensazione di una preda conquistata. Dovrebbe risolvere. Saluti.
 

 


 

30/09/2011

Salve, sono un neo iscritto a Bighunter, cacciatore da vecchia data, non ho mai avuto problemi con i cani, adesso posseggo una setter inglese, che mi da dei problemi sul riporto della selvaggina. Le spiego con minuziosa rilevanza di quanto assisto ad ogni riporto del selvatico: se ci troviamo in zona liberamente a vista,con vegetazione bassa ed il cane mi vede, il riporto avviene quasi perfetto,(lo maltratta un po) ,se invece il selvatico cade in zona con vegetazione alta che non ci permette ad entrambi di vederci, ne fa un solo boccone, solo lei può capire cosa si prova in determinati momenti, quindi le chiedo gentilmente di illuminarmi con qualche suo consiglio. La ringrazio anticipatamente.

Luigi L.

 

Risposta:

Egregio Sig. Luigi, mi scuso della brutalità di quanto devo dirLe: quello della sua setter è uno dei più brutti difetti che può avere un cane da caccia. Per questo le consiglierò quanto nel tempo è risultato funzionale, anche se molto criticato.  In una zona chiusa (per esempio un cortile), o recintata, faccia riportare a comando qualcosa, eventualmente premiando l'azione, poi sostituisce l'oggetto con una quaglia fredda e avvolta con una specie di cintura di cuoio o elastico, munita di due o tre file di punte. Questa operazione non deve essere disturbata da persone o animali. Se il riporto, anche di malavoglia, viene effettuato, va premiato. Se invece c'è un rifiuto, si lega il cane e si riaccompagna nel box, privandolo per tutta la giornata della abituale razione di cibo.  Persistendo il difetto, si ripete la lezione e il digiuno fino ad ottenere un riporto decente, che verrà ovviamente premiato.
Si passa quindi da un corpo freddo a uno caldo, sistemato con le solite punte. In un ambiente adatto si fa volare una quaglia, sparando senza colpirla e lanciando quella preparata. Solita procedura per quanto necessario.  La prego di credermi. Anche se fortunatamente in pochissime occasioni, abbiamo perso tempo a fare opera di convincimento con cani testoni. Poi abbiamo usto questo sistema, siamo stati accusati di essere un po' sadici, è vero, ma è stato anche l'unico che ha funzionato. Cordialmente, M.B.

 


 

30/08/2011


Premesso che pratico la caccia al coniglio e alla lepre, possiedo una bastardina che ha poca voce. Vorrei a questo punto farla accoppiare con un Beagle. Secondo lei in questo modo risolverei il problema della voce? Una volta nati i cuccioli sarebbe preferibile allevare quelli somiglianti alla madre o al padre? La ringrazio anticipatamente per la sua attenzione. Cordiali saluti

Francesco


Risposta:
 
Sono molto dispiaciuto di doverle rispondere in modo così drastico, ma è necessario e doveroso tenere presente che soltanto i cani allevati in purezza trasmettono le caratteristiche di razza. Per tutti gli altri è come indovinare i numeri di una lotteria. Di quelle ricche, s'intende. La sua bastardina, alla quale credo sia affezionato, dovrebbe quindi essere tenuta e curata per quello che è, senza farla riprodurre, se il suo obiettivo è quello di ottenere un buon cane da caccia. Cordialmente, M.B.
 

 


  

(28/08/2011)

Gentile Sig. Biagioni, ho un problema con la mia cagnetta: si tratta di una breton di 18 mesi che mi è stata regalata da un amico. Per un paio di volte, io e questo mio amico siamo andati in un campo vicino casa ed ho visto fare a questa breton delle ferme meravigliose su quaglie. Da circa un paio di mesi, da quando è in mio possesso, sembra che della caccia non gliene freghi niente. Quando la porto in campagna, inizia a girare, ma ha paura di entrare nelle siepi. In compenso mi ubbidisce quando la chiamo. Sò che ci vuole pazienza, ma la cosa che più mi scoraggia, e qui vengo al nocciolo della qustione, è che quando la rimetto nella cuccia si rannicchia in un angolino e finchè non me ne vado non si alza neanche per andare a bere, in pratica è come se avessi a che fare con un altro cane: la chiamo e non viene, gli metto da mangiare e aspetta che io me ne vada. Sono costretto a prenderla in braccio quando la porto in campagna perchè non vuole uscire dalla cuccia. Poi, una volta giunti sul luogo, quando la libero dal guinzaglio, semba un cane normale. Quello che mi chiedo è: se ha paura di me non dovrebbe averla anche quando siamo in giro? perchè quando la metto nel box si trasforma? Grazie per l'attenzione

Vincenzo
 

Risposta:

Se, come credo, la cagnetta è stata allevata dal suo amico, è chiaro che lui è diventato un riferimento per ogni situazione. Altrettanto comprensibile che nel nuovo ambiente, particolarmente nel chiuso del box o nella cuccia, è intimorita da quello che "pensa" possa succerderle. Occorre farsela amica, non portandola solo ogni tanto in campagna, ma spesso, al guinzaglio e tra la gente, magari rassicurandola con la voce e qualche crocchetta. Per la caccia, l'unico consiglio che posso dare: iniziare e proseguire quanto basta con un cane esperto, possibilmente dinamico. Sarà da stimolo e insegnamento. Saluti.
M.B.
  


(25/08/2011)
 
Salve, ho una springer spaniel di 1 anno. E' molto collegata a me le ho insegnato il seduto il terra il dietro ed effettua un soddisfacente riporto. L'ho portata molte volte in zona addestramento cani con buone quaglie volatrici. Presa dall'emanazioni è anche una cagnetta che girerebbe benino scova e riporta dopo lo sparo. Il problema è che non è continua. Cerco di spiegarmi meglio: quando scende dalla macchina non parte per andare subito a caccia, pensa a me mi guarda, mi gira intorno e quindi non cerca. Avendo un buon naso quando sente la presenza dell'animale parte a mille e dopo averlo sfrullato e riportato tutto ricomincia come prima. Non so più che fare mi sta facendo impazzire questo suo modo di fare. Vorrei farle conoscere anche qualche starna o fagiano ma se lei non gira è tutto inutile. La prego mi dia qualche buon consiglio. La ringarzio anticipatamente
 
Massimiliano R.
 
Risposta:
 
Egregio Sig. Massimiliano,
la sua springer semplicemente non ha capito qual'è il suo mestiere, ma essendo ancora giovane e con buone doti, ha tempo e modo di imparare. E' indispensabile, per prima cosa, portarla fuori accompagnata da un cane esperto e possibilmente molto ubbidiente, anche di altra razza, in presenza o no di selvaggina. Il fare riferimento al compagno dovrebbe già essere sufficiente.
Quando poi avverte e sfrulla per troppa esuberanza, va rimproverata severamente e magari, per punizione, messa al guinzaglio e riaccompagnata alla macchina.
Ovviamente va invece premiata quando dimostra di imparare qualcosa. Ci vuole pazienza, lo so, ma è l'unico modo.
Saluti e auguri.
M.B.
 

(08/08/2011)
 
"Salve, ho un cocker di 3 mesi, sta imparando il riporto e mi dà anche soddisfazione. La vedo un pò paurosa dei rumori. Non vorrei che si spaventi dello sparo del fucile. Come posso fare per abituarla e non farla impaurire? Grazie!".

Umberto P.
 
Risposta:
 
"La troppa sensibilità nervosa  può avere diverse cause, compresa l'ereditarietà, e probabilmente è il suo caso, visto che la cagnetta è ancora molto piccola e non dovrebbe aver subiti traumi. Qualunque sia la causa, deve armarsi di pazienza e portarla, al guinzaglio, in mezzo alla gente e ai rumori. Sentendosi rassicurata e protetta dalla sua presenza, si adatterà a quello che le succede intorno.

Lo sparo, purtroppo, è tutta un'altra cosa. Bisogna iniziare con qualcuno che aiuta e una scacciacani; da molto lontano e in occasioni particolari, per esempio quando mangia o gioca a distanza di ore o di giorni, a seconda di come reagisce, si fa avvicinare il rumore, comportandosi in modo naturale e senza mai intervenire con la voce. Le poche cose consigliabili sono queste, ma tenga comunque presente che la cosa più importante è il rapporto e l'intesa che ognuno ha con il "suo" cane. Si può ottenere quasi tutto". M.B.
 

 (20/07/2011)
 
"Salve io ho 3 cani 1 di 8 anni incrocio tra breton e un altro meticcio, in gamba per la caccia al coniglio. Ottima la cerca e ottima la stana dai rovi e altre fitte piantagioni, il problema è che non abbaia nè prima di avere visto il coniglio e nè dopo averlo visto. Ora la mia unica paura è che gli altri due crescano cosi, "muti", sopratutto visto che non hanno un valido esempio da seguire. Uno dei due ha 1 anno ed e un incrocio tra cirneco e beagle, l'ho portato già in campagna ha visto e rincorso il coniglio ma non ha abbaiato. Cosa e come posso fare? Il più piccolo ha 2 mesi. Cordiali saluti".
 
Risposta:
 

"Purtroppo, in simili condizioni, non c'è proprio niente da consigliare. E' sempre e comunque da tenere presente che ogni prodotto di incrocio è praticamente fine a se stesso; può ereditare qualcuna o anche molte caratteristiche di razza, ma nessuno potrà mai sapere o prevedere quante e quali. Per Lei l'unica possibilità è sollecitare lo spirito di imitazione, ma se non c'è neanche uno che abbaia... sarà difficile.
Cordiali saluti, Mario Biagioni".

 

“Possiedo un epagneul breton di 1 anno e 5 mesi (maschio) è sempre diffidente verso le persone e anche verso di me quando si avvicina si appiattisce a terra, inoltre al primo giorno di caccia dopo la partenza buona con una ferma su una quaglia di primo mattino in tutto il resto dell' azione di caccia  stava ditro di me a volte a 5 metri. Tutti i cacciatori con più esperienza mi dicono che è giovane ancora e che devo aspettarlo. Volevo sapere se i comportamenti del mio cane sono normali o devo iniziare a pensare che non sia fatto per la caccia”

Matteo P.

 
Risposta:

 
"La questione non è che sia o no "fatto" per la caccia. E' soltanto un soggetto timoroso, il che può dipendere da un carattere ereditario, oppure da troppa sensibilità nervosa. Succede spesso, per esempio, che il primo addestramento, se troppo severo o inadeguato, influenzi il temperamento, rendendo il cucciolone pauroso e sospettoso, particolarmente a contatto con la selvaggina.

Spesso tenta addirittura di fuggire, oppure interrompe l'azione per rifugiarsi ai piedi. In ogni caso bisogna armarsi di grande pazienza e per prima cosa accompagnarlo in mezzo alla gente, al traffico e ai rumori. Il guinzaglio e la vicinanza di qualcuno di cui si fida, lo farà sentire in qualche modo protetto, facendogli accettare come normale quello che succede intorno. Successivamente si porta in coppia con un buon cane, avido ma "scorretto" che magari rincorre a fondo le quaglie preparate in un terreno molto aperto. Fermate o sfrullate, il soggetto timido seguirà il compagno.

Raggiunto un buon grado di avidità, si può passare a sparare qualche colpo inizialmente da lontano. Mai perdere la pazienza e punire. Sono rarissimi i casi non risolti. 
 
Mario Biagioni


 

"Ho un cane breton femmina di un anno, la quale nel cercare e  nel riportare tordi è già un fenomeno; ma mi piacerebbe insegnargli anche a fermarsi sulle quaglie. Ho cercato di farle capire il metodo ma non ci sono riuscito. Il difetto che ha è che ferma per 4-5 secondi e parte per il frullo. Che cosa mi consiglia di fare? Che metodo devo adottare? La ringrazio per la collaborazione" (D.P. Gerardo).

 

Risposta:  

Il più piccolo dei fermatori era, in origine, un cane da cerca, impiegato con soddisfazione in Bretagna, prevalentemente per la beccaccia. In seguito fu però evidente l'enorme superiorità di un cane da ferma per questo tipo di caccia e gli allevatori del piccolo epagneul, con una selezione accorta e severa, lo trasformarono fino a farlo diventare uno specialista.

Questo semplicemente per dirle che in questa razza la ferma è dote naturale, e che non esiste un “metodo” per insegnarla. Nel suo caso si tratterrebbe semmai di una correzione per un soggetto che tende a investire o forzare. Operazione certamente non facile su un cane impiegato quasi esclusivamente (mi sembra di aver capito) nel riportare tordi.

Occorre anzitutto convincerlo ad abbandonare cerca e individuazione a vista per utilizzare il naso. Quindi, per un non professionista l'unico sistema da consigliare credo sia l'uso della corda.

Porti il cane dove abbia la possibilità di incontrare qualche quaglia precedentemente deposta, con una corda di adeguata lunghezza attaccata al collare. Se al momento che avverte l'emanazione tenterà di frullare, si interviene con un leggero strattone, impedendogli di avvicinarsi. Se insiste, occorre aiutarsi con la voce e con il fischio, ripetutamente e in modo molto deciso.

Non si scoraggi. Da sempre ci sono cani che appena sentono l'emanazione della selvaggina investono di slancio, oppure fermano per un momento e subito dopo fanno frullare. In genere poi, se debitamente corretti, diventano degli eccellenti ausiliari. M.B.
 

 

Vorrei sapere cosa fare con i miei due setter inglesi; sono una femmina bianca - arancio e un maschio bianco - nero di dieci mesi. Sono fratelli e ora la femmina è al primo calore: li ho divisi ma più avanti dovrei far sterilizzare la femmina?

Alberto

Risposta:

Le rispondo premettendo una mia personalissima opinione: fatta eccezione per rarissimi casi, non consiglierò mai a nessuno di sterilizzare una cagna. Nel suo caso poi, basta tenerla divisa, o sistemarla da qualche parte per un breve periodo, oltra a prendere in considerazione di tenere due maschi o due femmine.
Doverosamente devo anche segnalarle che esistono dei farmaci per modificare o spostare il ciclo delle femmine, ma toccare l'equilibrio ormonale di qualsiasi animale, è un'altra cosa che non mi sento di consgiliare. M.B.

 


 

Faccio un po' di confusione per le razze da riporto.
Quali e quante sono, effettivamente, quelle preposte a questa specifica missione?

Andrea da Suvereto

Risposta:

Quelle “canoniche” sono cinque, di cui quattro di origine inglese: il Golden Retriever, il Labrador Retriever, il Curly Coated Retriever, il Flat Coated Retriever, e una di origine americana, il Chesapeake Bay Retriever. A queste si è recentemente aggiunta la Novia Scotia Duk Tolling Retriever.


Un segugio (credo) di razza Schillerstövare esiste perchè l'ho visto in una foto.
Vorrei avere qualche notizia.

Paolo da Vicenza

Risposta:

Infatti è un segugio, di origine svedese, che discende da cani antecedenti al xv secolo. P. Schiller, l'allevatore che ha dato il nome alla razza, cominciò a farli conoscere a partire dal 1820.
Sono cani particolarmente adatti alla caccia sulla neve.
Per caratteristiche morfologiche e di impiego, lo Schiller è molto simile all'Hamiltonstövare, l'altro segugio svedese.


 Ho portato il mio Kurzhaar a due esposizioni e in entrambi i casi gli è stato rilevato un difetto ai piedi, trovati “larghi e tondegginti”. E' molto grave?

Giovanni da Latina

Risposta:

L'importantissima funzione dei piedi in un cane da caccia è facilmente intuibile e la gravità del difetto è in diretto rapporto a tale caratteristica. Se sono stati trovati “larghi”, significa che le dita non sono ben riunite tra di loro e arcuate, come dovrebbero essere, mentre per “tondeggiante” si intende un piede che non risponde alla forma ovale del “piede di lepre”, ma piuttosto a quella rotonda del “piede di gatto”, caratteristica del Greyhound. Questa particolarità è dovuta ad una lunga selezione per l'impiego, onde evitare fratture e lussazioni nei bruschi cambi di direzione durante le corse.