E' stato pubblicato in questi giorni il piano strategico relativo al cinghiale 2023 - 2028 del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana Vincenzo Caputo. Il documento contiene specifiche proposte di Piani di prelievo per le Regioni, oltre che disposizioni relative alle modalità di cattura e smaltimento delle carcasse. Il Piano di prelievo prevede 600.000 cinghiali da rimuovere nel primo anno di attività (2024), prevedendo un incremento del 96% rispetto alla media degli abbattimenti effettuati nel periodo 2019-2021. Il piano ha validità quinquennale e l’entità del prelievo sarà rimodulata annualmente.
Si parte da una considerazione di base, ovvero che il prelievo dei cinghiali viene affidato in maniera più che preponderante ai cacciatori. "Il prelievo da realizzarsi in attività venatoria rappresenta complessivamente quasi il 74% (453.800 capi) del prelievo complessivo previsto (612.000)". "Tale scelta - si legge nel Piano - si fonda sulla presenza di evidenti margini di incremento del prelievo con i metodi selettivi, pur nella varietà delle situazioni che caratterizzano gli specifici contesti regionali".
Si tratterà di "un’attività di controllo più intensa e sistematica di quella condotta attualmente, realizzata coerentemente su tutto il territorio, aree protette comprese, per esempio attivando un’intensa attività di cattura, permette di conseguire certamente un incremento rilevante del numero di cinghiali rimossi dal territorio. Parallelamente, l’attivazione diffusa e a livelli quantitativamente significativi della caccia di selezione permette, orientando il prelievo prevalentemente su femmine e piccoli, di ottenere comunque una riduzione delle presenze nel breve/medio periodo, anche nel caso in cui si abbattesse un minor numero di cinghiali".
"Diversamente - si legge ancora nel testo - , si è ritenuto che il prelievo in caccia collettiva non può essere incrementato oltre il 40%. Tutto ciò premesso, le diverse forme di prelievo devono essere incentivate tenendo in considerazione il contesto in cui si opera, al fine di perseguire l’obiettivo della riduzione numerica dei cinghiali sull’intero territorio regionale, comprese le aree protette e non venabili. In particolare, nelle aree ad elevato rischio di introduzione PSA e, pertanto, definite ai sensi del presente piano come non vocate alla presenza del cinghiale (zone urbane e/o ad elevata antropizzazione e zone ad elevata densità suinicola, come da mappe del rischio individuate nei PRIU), la pressione di prelievo deve avvicinarsi il più possibile all’obiettivo del 100%, raggiungibile anche attraverso l’incentivazione delle modalità operative previste, ad opera degli ambiti territoriali di caccia (ATC) e degli altri soggetti incaricati".
Riassumendo, si è deciso di incrementare dell'oltre 200% l'entità dei capi abbattibili con metodi selettivi (caccia di selezione e controllo) e di prevedere un contenuto incremento (poco meno del 40%) del prelievo da conseguire attraverso la caccia collettiva.
Vai al Piano 2023 - 2028 Redazione Big Hunter. Avviso ai commentatori
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