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Cani domestici già 2 mila anni fa


mercoledì 25 marzo 2020
    

 
 
 
I ricercatori dell'Università di Granada hanno trovato i resti di un piccolo cane sepolto in epoca romana in un sito archeologico nel Sud della Spagna.

"I primi cani domestici erano più simili ai lupi e potrebbero essere stati utilizzati come aiuto durante la caccia. Ma con l'Impero romano le cose cambiarono e divenne comune allevare cani di ogni forma, razza e dimensione, compresi piccoli esemplari simili ai moderni Pomerania", spiega Rafael Martinez Sanchez, ricercatore presso l'Università di Granada. "Plinio il Vecchio ad esempio scrisse che questi cani avevano effetti positivi e venivano usati anche per aiutare le donne ad alleviare i dolori mestruali. Forse il naturalista romano intendeva riportare l'effetto rilassante di un cucciolo sulla pancia", prosegue il ricercatore.
 "Il cranio era molto piccolo, mentre le cavità orbitali erano molto grandi, come i moderni pechinesi. Doveva essere alto circa 22 centimetri. L'analisi dei resti e l'usura dei denti suggeriscono che il cane avesse tra i due e i quattro anni al momento del decesso, mentre delle ossa più piccole conservate all'interno dello scheletro indicano che probabilmente si trattava di una madre incinta", afferma ancora Martinez Sanchez, secondo cui l'aspetto più interessante della loro scoperta riguarda la provenienza della cagnolina.

"Dalle analisi risulta che l'esemplare fosse cresciuto lontano dall'Atlantico, forse in Italia o nel Mediterraneo orientale. I resti degli altri due cani ritrovati invece sembravano essere assolutamente locali", dichiara l'archeologo, ricordando l'usanza romana di trasportare animali come elefanti, struzzi o macachi e ipotizzando che i nostri antenati commerciassero anche animali domestici esotici. "La frattura dell'osso del collo indica che l'animale è stato ucciso violentemente, probabilmente a seguito della morte del suo proprietario", conclude il ricercatore.
(fonte Repubblica)
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