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Vincenzo Mazzone

Calabrese di origini, emiliano di adozione, Vincenzo Mazzone (classe 1972), vive e lavora in provincia di Piacenza. Svolge la professione di mugnaio presso un mulino della zona. Vive con la moglie e i suoi 2 cani: un pastore tedesco ed una bretoncina a Castel San Giovanni. Proviene da una famiglia di cacciatori e a caccia con il padre ci va fin da bambino.

Ha sempre praticato la migratoria, visto che in Calabria la stanziale all'epoca era poco praticata, anche per le scarse vigilanze sui nocivi che ancora non permettono di fare veri ripopolamenti. "Il rituale era sempre lo stesso - racconta - a settembre quaglie e tortore, a ottobre tordi e allodole e finalmente novembre e dicembre la beccaccia. Ricordo con nostalgia quando la caccia apriva il 18 di agosto e chiudeva il 10 marzo,allora si che si poteva parlare di migratoria,ma adesso i tempi legali non combaciano con i tempi biologici dei migratori".

Da quando vive in Emilia pratica la stanziale, "e qui devo dire - scrive -  che l’organizzazione e le associazioni fanno sentire il loro peso". "Ma non dimentico mai le mie origini venatorie, infatti quando posso  faccio sempre qualche giornata ai colombacci. Un’altra mia grande passione - dice ancora di sé -. oltre alla caccia è la scrittura. Ho scritto un libro che è al vaglio di alcune case editrici ed ho partecipato con delle mie poesie ad alcuni importanti concorsi letterari. Sono presente su un’antologia e sono presente sul web con un’intervista rilasciata sul sito de “ i caffè culturali” sito di sperimentazione linguistica dell’Istituto I.S.U ( istituto internazionale per lo studio delle scienze umanistiche)".