Riceviamo e pubblichiamo:
Il nostro Paese sta vivendo una forte crisi d'identità o meglio, gli italiani hanno delle obbiettive difficoltà a sentirsi rappresentati dalla classe politica attuale. Essa si dimostra tesa più ad avere il sopravvento l'una sull'altra , che a risolvere i problemi concreti dei cittadini. Il risultato è la disaffezione se non la repulsione alla politica che nella vera espressione, dovrebbe essere una missione al servizio della gente.
Noi cittadini cacciatori ci troviamo nella morsa di quel partito trasversale che avversa la nostra passione. Anzi, per la prima volta nell'Italia repubblicana un ministro ne palesa la graduale limitazione e la chiusura ed alcuni parlamentari depositano un disegno di legge di modifica del Codice Civile, volto ad impedire al cacciatore di accedere ad un fondo senza il permesso del proprietario. Tutto ciò in spregio al programma di Governo che invece prevede l'armonizzazione della legge 157/92, per adeguarla all'Europa.
Sconcertati e nauseati da un tale comportamento, i cacciatori italiani non possono, a nostro avviso, stare a guardare e subire l'umiliazione da parte di una classe politica ormai scaduta come il latte, e cieca com'è nel non rendersi conto che l'attività venatoria sia una risorsa e non un costo per il Paese. In queste ore vi sono da registrare l'aumento delle accise sulla benzina, che crea ulteriore inflazione, la moratoria sul nucleare di un anno che, non risolve il problema ma lo proroga e la nomina di un nuovo Ministro per l'agricoltura che ha sollevato le riserve del Presidente della Repubblica.
La caccia è un' attività sana che si svolge all'aria aperta e che ha il vanto di essere praticata al 100% da cittadini onesti. Il cacciatore ha infatti la fedina penale pulita e non teme la legge, poiché la rispetta. Il cacciatore pertanto deve e vuole essere considerato anche in quanto portatore di valori tramandati da generazioni. I nostri nemici sono il pregiudizio, la cattiva informazione , la malafede che si traducono in una scarsa considerazione nei nostri confronti , frutto dei pregiudizi costruiti ad arte per porre discredito alla nostra passione.
Davanti a questo scenario abbiamo il diritto dovere di far valere le nostre ragioni.
Coesione e condivisione saranno la forza del nostro futuro ed il futuro si crea e non si subisce. Saremo noi, quindi, gli artefici del nostro futuro. E' quindi necessario mettere da parte gli egoismi e fare fronte comune nella tutela della caccia pena la sua sopravvivenza.
Dobbiamo concretizzare i nostri sforzi con una scelta di campo coraggiosa, indispensabile, quel partito chiesto a gran voce dalla base dei cacciatori italiani.
Il "nostro", partito quello dei 100 % onesti! I numeri ci dicono che questo partito può contare su una base elettorale di 1 milione di cittadini che sono titolari di licenza di porto di fucile per uso caccia e sportivo senza conteggiare l'indotto. Con questi dati e visti i precedenti si potrebbero ottenere i Ministeri delle Politiche Agricole e Forestali e dell'Ambiente. Tutto ciò non è utopia ma potrebbe essere una realtà solo se lo volessimo, con gran pace dei soliti scettici e degli amici di CACCIAMBIENTE che non perdono l'occasione di ricordarci che il Partito c'è già.
A buon intenditor, buone parole.
Ufficio Stampa ACL