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Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori


venerdì 18 novembre 2011
    
Edoardo Mori (ex Magistrato specializzato in diritto delle armi) riporta sul proprio sito (earmi.it) alcune considerazioni sulla recente abolizione del Catalogo delle armi, approvata con il decreto sulla legge di stabilità. Quali sono le conseguenze sulle norme al momento dell'entrata in vigore dell'abolizione (1 gennaio 2012)? Mori le sintetizza in alcuni punti, che riportiamo in ampi stralci.

1) Dal 1 gennaio 2012 le armi di nuova produzione o importazione possono essere prodotte e importate senza previa catalogazione e non dovranno più recare alcun numero di catalogo.

2) Il numero di catalogo non è più un segno distintivo la cui mancanza rende l’arma clandestina.

3) La qualità di arma da guerra o tipo guerra viene stabilita in base alle norme di legge contenute negli artt. 1 e 2 della legge 110/1975 e della legge sull’armamento n. 185/1990 integrata con il DM 13 giugno 2003.  “La normativa è lineare – spiega Mori -  fra i fucili e le pistole di piccolo calibro (inferiore a 12,7 mm) sono da guerra solo quelle a raffica; quindi tutti i calibri inferiori a 12,7 mm. sono calibri comuni anche se impiegati in armi a raffica. Armi tipo guerra possono essere solo quelle armi che pur non essendo destinabili all’armamento, sono a raffica (ad es. una carabina cal. 22, una pistola, un fucile a canna liscia che sparano a raffica). Ogni altra soluzione significa arrampicarsi sugli specchi”. È chiaro – continua poi l'ex Magistrato -  che inizialmente vi saranno problemi in fase applicativa, specialmente con le dogane e questure poste di fronte a domande di importazione di armi di nuova tipologia: si dovrà far loro comprendere che la legge è stata fatta proprio per eliminare burocrazia inutile e che l’ipotesi che un fucile o una pistola siano da guerra o tipo guerra è quasi solo teorica”.

4) Viene meno la prassi assurda ed illegittima della Commissione di ritenere che i dati tecnici e dimensionali di un’arma siano un dato immutabile! Se un’arma è comune, poco importa che la canna sia un centimetro più corta o più lunga, poco importa di che calibro sia e di come siano fatti strozzatori, rompi fiamma e tutto ciò che in tutto il mondo si usa nel costruire fucili e pistole. Quindi viene meno l’obbligo di indicare la lunghezza della canna e altre simili amenità che non riguardano minimamente la sicurezza pubblica e che solo in Italia c’eravamo inventati.

5) Un’arma può essere alterata solo modificando le parti essenziali e non aggiungendovi accessori; la modifica deve essere intrinseca e non estrinseca. Quindi cannocchiali, freni di bocca, rompi fiamma, strozzatori, treppiedi, mirini, possono essere applicati senza bisogno di un controllo.
E perciò sull’arma uno ci può fare tutte le filettature, mettere tutti gli attacchi che vuole, perché essi non aumentano certo la potenza dell’arma o la sua facilità d’uso. Attenzione: rispetto al silenziatore è meglio evitarlo sempre e, se proprio si deve usare per certi usi leciti, deve essere amovibile. Forse non lo dice la legge, ma lo dice il buon senso.

6) Il limite al numero di colpi contenibili nel caricatore di armi demilitarizzate rimane valido perché si tratta di regole relative alla demilitarizzazione di una parte di arma da guerra.
La limitazione al numero di colpi di versioni civili di armi militari, o di armi civili in genere, viene meno, sempre che il caricatore non sia utilizzabile sul modello militare. Si trattava di limitazione inventata dalla Commissione in sede di catalogazione e che viene meno. Non è infatti pensabile che vi siano delle armi prodotte fina ad oggi che possono montare solo un caricatore limitato e che l’identica arma prodotta domani possa montare il caricatore che le pare.
 
7) L’acquisto di conversioni in calibro diverso e di canne, anche se di misura e calibro diverso, è consentito senza formalità, salvo ovviamente la denunzia. ATTENZIONE: è da stupidi voler risparmiare sulla denunzia di parti di armi; siccome non costa nulla, conviene inserire tutto in denunzia, anche se in certi casi l’obbligo è dubbio.

8) La classificazione delle armi ad aria compressa liberalizzate rimane in vigore. Si pone solo il problema di come pubblicizzare l’elenco delle armi classificate; ma nell’era di Internet questo non dovrebbe essere un problema neppure per il Ministero, visto che basta fare una pagina con l’elenco alfabetico di dette armi.

9) La Commissione non è stata abolita ma le rimane solo il compito di classificare le armi ad aria compressa liberalizzate; siccome questo compiti è stato una invenzione del Regolamento ministeriale ricollegato al fatto che la Commissione classificava le armi, ora il collegamento è venuto meno e il compito di classificare l’aria compressa può essere tranquillamente affidato la Banco di Prova, come avviene negli altri stati e come previsto in via generale per le armi giocattolo dal D. L.vo 204/2010. È contrario ad ogni principio di risparmio che venga convocata la Commissione da ogni parte d’Italia, con missione, voli aerei e pernottamenti, per dire che un giocattolo non supera i 7,5 J di potenza! Basta un usciere con misuratore di velocità dei pallini!
La Commissione rimane anche con il compito di esprimere pareri a richiesta del Ministero; vista la qualità dei pareri espressi in passato, il Ministero potrebbe tranquillamente farne a meno. [...] La Commissione ha ereditato anche le competenze della vecchia commissione esplosivi; siccome in Italia gli esperti si contano sulla punta delle dita, potrebbe essere largamente ridimensionata così da costare meno e da avere le idee più chiare di adesso.

10) All'interno della catalogazione la Commissione aveva anche il compito di classificare alcune delle armi comuni come armi sportive. Ora questa possibilità viene meno e la categoria delle armi sportive si blocca; non ve ne potrebbero essere di nuove. Ed è un bene perché la categoria era assolutamente inutile, ignota ad ogni altro paese e fonte solo di confusione. Essa era stata escogitata dal solito pasticcione per rimediare all'errore del legislatore che aveva limitato il numero di armi non da caccia detenibili fuori collezione; era sufficiente ritoccare questo  numero senza creare una nuova categoria di armi.  Ed invece hanno creato una abnorme categoria che  spesso distingue armi eguali in base a criteri di fantasia.

Non so come si possa rimediare. Ci vorrebbe un articoletto di legge in cui si dice che la licenza di collezione riguarda solo le armi corte (come di fatto è, salvo che per carabine  cal. 22) e che fra le armi corte sono sportive  solo quelle prodotte dal produttore come modello da tiro sportivo; armi dotate di particolare calciatura, o maggior lunghezza di canna o particolari congegni di mira, che le rendono inidonee all’uso per difesa; oppure si potrebbe demandare all’UITS di attribuire il riconoscimento di arma utilizzabile in gare di tiro sportivo in base a caratteristiche che la fanno distinguere dal modello per difesa.
Nulla vieta di comperare un'arma ipoteticamente sportiva e di denunziarla come arma comune; fino a nuove disposizioni sarà necessario ritenere che non possono essere riconosciute nuove armi sportive.
Nulla cambia per le armi già dichiarate sportive. Il catalogo non riguarda la nozione di arma da caccia.

11) Viene meno la possibilità di limitare ad un esemplare per modello le armi in collezione, visto che non vi è più la nozione di modello di arma catalogata. A voler essere più realisti del re, si può sostenere che la limitazione rimane per le armi già catalogate, con la possibilità di aggiungere un esemplare non catalogato. Ma qualcuno arriverà anche a sostenere che in mancanza del modello catalogato, si deve far comunque riferimento al modello  indicato sull’arma dal produttore (conclusione non ricavabile dalla norma).

12) L’applicazione  ed interpretazione delle norme sulle armi viene ricondotta nel suo ambito naturale, affidata ai giudici e non ai burocrati del ministero o delle questure; occorre che tutti vigilino affinché i giudici vengano bene informati e che non siano vittima dei troppi incompetenti che fanno i periti.

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9 commenti finora...

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

salve vorrei sapere cosa cambia in riguardo ai silenziatori.distinti saluti

da pino 21/11/2011 13.30

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

Questa doverosa chiarificazione è molto preziosa. Ma sarà necessario che il ministero dell'interno faccia a più presto una circolare esplicativa semplice e chiara, proprio per non lasciare libera e zelante interpretazione al funzionario di turno. Questo per quanto riguarda noi semplici fruitori. Devo poter sapere quante armi posso detenere, e oggi a seguito di questa giusta abolizione qualche dubbio corre strisciante.

da Peppe1967 19/11/2011 22.19

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

Tutte le cose scritte dall'OPAL, sono menzonie e falsità gratuita, i cittadini devono sapere chi è onesto è chi dice bugie, specialmente in questi momenti di profonda recessione, questi padri padroni si vedono espropriati dal loro potere pro-tempore, frecandorsene dell'indotto di chi con le armi ci lavoro e fa campare milioni di lavoratori, dalle fabbriche alle armerie ai centri sportivi, tanto all'OPAL che gliene frega di qualche cassaintegrato in più mica lo campano loro? VERGOGNATEVI DI DIRE FALSITA' e di essere coerenti ed onesti con i cittadini Italiani senza fare leva sull'emotivita' di quanti non conoscono le armi, ma sono sicuro che prevalera la ragione sulla menzogna, perchè gli Italiani ora mai hanno gli occhi aperti.

da Francesco 19/11/2011 1.12

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

Effetti immediati? L'abrogazione del Catalogo previsto dalla legge 110 consente all'industria armiera un forte incremento delle vendite soprattutto sul mercato interno, in crisi a causa del declino della caccia. Una crisi che si vuole compensare con la libera vendita di armi da guerra a scopo di sicurezza personale ai cittadini opportunamente allarmati dalla propaganda politica. Proprio in questo momento? La lobby armiera in Italia è così forte che anche in un momento di crisi politica, con il governo che sta andando a picco, riesce a far infilare in una manovra finanziaria un provvedimento a loro favore. Ci aveva già provato già a luglio, e pure l'anno scorso. Chi rappresenta questa lobby? Il referente politico di questa lobby è la Lega Nord, radicata nel territorio bresciano dove si concentra l'industria armiera italiana di armi leggere: dalla Beretta di Gardone Val Trompia, con tutto il suo indotto locale, alle piccole aziende familiari. Ma anche nel lecchese, dove ha sede la Fiocchi, ledaer mondiale nella produzione di munizioni. Evidentemente La Lega spera di garantirsi così il sostegno finanziario di questa lobby per le prossime elezioni. Quante armi circolano oggi in Italia? Impossibile sapere con certezza il numero di armi in circolazione nel nostro Paese. I sindacati di polizia parlano di mezzo milione, ma non è un dato certo. Quel che è sicuro è che d'ora in poi in giro ce ne saranno di più armi e molto più pericolose. Enrico Piovesana

da Francesco 19/11/2011 0.56

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

Vince la lobby delle armi condividi Approvata la liberalizzazione della vendita di armi da guerra ai privati infilata nel maxiemendamento dalla Lega. Il parere di Carlo Tombola, coordinatore scientifico dell'Osservatorio Permanente Armi Leggere Nel maxiemendamento anticrisi approvato dal Parlamento c'è anche un bel regalo ai produttori italiani di armi leggere infilato dalla Lega Nord: l'abolizione del Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo, che di fatto liberalizza la vendita di armi da guerra ai privati detentori di porto d'armi. Abbiamo chiesto un parere a Carlo Tombola, coordinatore scientifico dell'Osservatorio Permanente Armi Leggere (Opal) di Brescia, aderente alla Rete Italiana per il Disarmo, e curatore del libro "Il peso delle armi leggere". Un colpo di mano? Era da tempo che la lobby armiera puntava a modificare la legge 110 del 1975 che regola il porto d'armi limitandolo alle armi leggere, non militari. Una distinzione stabilita appunto dal Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo, periodicamente aggiornato da un'apposita commissione istituita presso il ministero degli Interni. Era una legge efficace? Già questa garanzia legale viene aggirata, poiché molte armi considerate da caccia o da difesa personale sono di fatto commercializzate a scopo bellico: basta pensare ai fucili a pompa M4 Benelli venduti ai Marines e ai Navy Seals americani, e in passato all'esercito del regime di Gheddafi, o alla straordinaria vendita di fucili da caccia all'Albania durante la guerra in Kosovo. Quindi? Ciononostante, abolire il Catalogo è un'importante vittoria politica per la lobby degli armieri italiani, che da decenni punta a una deregolamentazione totale di questo mercato, sul modello degli Stati Uniti dove, come sappiamo, qualunque squilibrato può comprare armi da guerra su Internet o al supermarket.

da Francesco 19/11/2011 0.55

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

Egreg. sig. Carlo Tombola, coordinatore scientifico dell'Osservatorio Permanente Armi Leggere. In qualità di osservatore cosa osserva esattamente, le sue considerazioni i suoi pareri sono mendaci e offensive per chi ha come hobby le armi, le ricordo che chi possiede un porto d’armi non è un terrorista criminale come spesso ci dipingono gli antiarmi e i media di facciata, le ricordo chi ha un porto d’armi o possiede armi, dimostra di possedere oltre ogni ragionevole dubbio di essere incessurato, rispettoso delle leggi e dei funzionari che le applicano e di essere di buona condotta civile e morale, le mensogne dette contro la nostra passione ogni qualvota possa migliorare la nostra posizione di chi usa le armi legalmente o di chi le fabbrica succede sempre il fini mondo è una vergogna, Vergognatevi! di fare demagogia spazzatura per creare spaccature sociali sull’ignoranza dell’argomento approffitando degli ignari cittadini che magari non hanno mai visto un’ arma, dipigendo quest’ultime brutte e cattive più di loro sono i proprietari pericolosi terroristi, criminali autorizzati, spietati killer, far west ecc. Ecc. Facendo leva sul sentimentalismo e non su la ragione, un’arma è cattiva perchè uccide, (ma chi è che uccide l’arma o l’uomo?) e se si usa un coltello, un’auto, un coltello, una spada, un’arco o una balestra? Finiamola di dire certe fesserie, mi convinco sempre di più che questi consulenti del nulla e del niente si vedono spoltronati dalla loro bella e comoda poltrona e venire meno a mancare il loro sudadissimo stipendio, finalmente questa mangiatoia di denaro pubblico è finita, andatevene a casa a lavorare, Vergogna!

da Francesco 19/11/2011 0.55

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

quindi la carabina ad aria compressa superiore a 7,5 joule , catalogata prima sportiva diventa ora comune? [email protected]

da renato 18/11/2011 20.27

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

detto ciò si dovrebbe allora cambiare la legge che regolamenta la denuncia : si dovrebbero a questo punto stabilire i limiti quantitativi di armi e munizioni detenibili e basta! mi sorge un dubbio adesso come sarà da denunciare per esempio una beretta 98? ed ancora il 9 para rimane vietato?

da il vero centurione71 18/11/2011 16.34

Re:Catalogo armi. Cosa cambia secondo Edoardo Mori

Ohhh finalmente ! Un pochino più di chiarezza. E che ci voleva.

da MarcoC 18/11/2011 13.41