Riceviamo da Assoarmieri e pubblichiamo :
Siamo alle solite! È certamente questo il primo pensiero che cacciatori e appassionati devono aver avuto leggendo alcuni “articoli” apparsi su testate nazionali e locali. Con la fine dell’estate e l’avvio della stagione venatoria, è infatti ormai triste consuetudine quella di vedere comparire a firma di “editorialisti” esperti di tutto, righe fitte di insulti misti a fake news sull’attività venatoria e sui suoi praticanti.
Molto probabilmente, certi di non aver nessun controllo da parte di editori o giornalisti, queste autorevoli espressioni del mondo ambientalista ed animalista trovano spazio e modo di dare voce alle proprie personali convinzioni. La totale assenza di basi di dati concrete e di una qualsivoglia forma di contraddittorio rendono onore al valore di coloro che ospitano questi contenuti oltre certamente a qualificare chi li firma.
Esempio emblematico di quanto diciamo è riscontrabile in quanto pubblicato dalla Gazzetta dello Sport dello scorso 9 settembre a firma di Fiamma Satta.
L’Assoarmieri a tutela del buon nome della categoria e degli appassionati cacciatori e tiratori esprime con forza il proprio sdegno. In nessun caso è infatti accettabile che venga infangata la figura del cacciatore che oggi rappresenta una risorsa per la società.
Molte delle criticità legate alla tutela della biodiversità e al governo del territorio possono e debbono essere gestite solamente con la collaborazione attiva del mondo venatorio. Pensare di voler far prevalere le proprie idee, le proprie convinzioni, i propri pregiudizi con la forza, nei confronti di una categoria di persone che per concessione statale praticano una attività lecita è sintomo di grave carenza di argomentazioni.
Per coloro che volessero approfondire, condividere, scambiare opinioni in maniera costruttiva, noi, e siamo convinti anche tutti i cacciatori italiani, saremo a disposizione. Per tutti gli altri, se ne facciano una ragione, continueremo a frequentare i boschi, i poligoni, le armerie e a fare di tutto per tutelare la salute degli ecosistemi che rendono il nostro Paese così ricco di biodiversità.