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Glossario di Fucili e Tiro - Lettera C


venerdì 28 agosto 2015
    

Decreto armi Dal "Dizionario della Lingua italiana di Caccia" di Plinio Farini e A. Ascari, Garzanti 1941.

Riproposto da Edoardo Mori.

Calcio
la parte inferiore dello schioppo, la quale è di legno. Sue parti sono la Bocca del calcio, ossia quel punto, in cui il legno si commette al massello, e dove si usa anche ingrossarlo. L'impugnatura: il tratto del calcio tondeggiante, pel quale il tiratore l'impugna con la destra per impostarselo, mirare e sparare. L'impugnatura può essere di due forme, a l'inglese, ossia liscia, e senz'alcuna sporgenza; a pistola, ossia con una sporgenza inferiore simile al calcio di una pistola nel punto, dove il calcio principia ad allargarsi. E, se l'estremità di quest'impugnatura sia ornata di metallo, o di corno, la si dice Coccia. Tutta la parte inferiore, che si allarga si chiama Guancia. Ma questo nome generico vien dato, per la indeterminatezza della lingua, anche al rilievo in legno, su cui deve posare la faccia del tiratore, rilievo che anche si trova denominato Guancialetto e Guancialino. Sarebbe tempo dunque di imporre d'autorità una nomenclatura distinta per questi tre elementi diversi. L'estremità superiore della «Guancia» poi, ossia la piccola prominenza sporgente su l'impugnatura inferiore dicesi Nasello. Calciolo è l'aggiunta che si fa al piede del calcio, perché non si guasti appoggiandolo a terra. Può essere di ferro, di corno, di gomma, di sughero; e serve anche a correggere la cortezza del calcio rispetto a l'impostatura del tiratore, o a adattarlo ai pochi o molti panni, che si portano d'estate e d'inverno. Il calciolo molto lunato fu detto a la genovese; e la punta inferiore di esso chiamasi becco, mentre la superiore trovasi indicata col nome di tallone. Dicesi poi Scarpa quel calciolo, che non è infisso al piede del calcio, ma, fatto di cuoio grosso, vien calzato al piede stesso con un anello di pelle, che ne abbracci il fondo per qualche centimetro di altezza e molto di strettura. § Calcio dritto: quello nel quale il punto della guancia, dove nel puntare si appoggia la faccia del tiratore, rimane più alto verso il prolungamento della linea retta, che, seguendo la livellazione delle canne fatta sul mirino e traguardo, vien portata fin oltre al tallone del calcio stesso. Nota. Questa linea si trova praticamente per mezzo di una riga di legno, del tutto dritta e lunga poco più dello schioppo. Si adagia la riga su le canne sopra la bindella, poi si misura la piccola distanza che corre tra essa e il guancialino, segnandola in millimetri. Approssimativamente può ritenersi che sia dritto quel calcio o schioppo, in cui la distanza suddetta è inferiore ai 35 millimetri; e curvo quello, in cui la distanza supera questo numero. § ‑ curvo: quello detto sopra; § ‑ ortopedico: quello deformato, perché deve servire a qualche tiratore difettoso fisicamente. § Scudetto: la piastrina metallica, che per solito vien incastrata nella parte inferiore del calcio, poco sopra la maglietta della cinghia, per incidervi la sigla del proprietario dello schioppo. § Vantaggio: la leggerissima deviazione a destra, che dà l'armaiolo alla guancia del calcio nell'ultima parte di essa, per facilitare 1'impostatura del puntamento al tiratore. § Calcio articolato: quello costruito in più parti unite in modo da potersi allungare e curvare quanto serva a trovare 1'impostatura giusta di un tiratore. Se ne servono le fabbriche d'armi e i rivenditori.
Note pratiche. Il calcio rispetto al tiratore e al cacciatore ha importanza somma; perché, se pure le canne dieno una rosa molto unita e passante, ciò non giova punto a colpire giusto. Questo invece dipende per nove decimi da l'Impostatura dello schioppo, la quale dipende quasi interamente dal calcio, ossia dalla corrispondenza esatta tra la lunghezza, la curvatura, l'impugnatura, la larghezza, il vantaggio, lo spessore del calcio e la corporatura del tiratore che 1'adopra.
Ne deriva che il Calcio può essere dritto, curvo, ortopedico, come si è detto (v. Impostatura).

Calibro
riferito a schioppo o a canna: Il diametro interno della, canna. Vien denominato da la capacità della canna a portare una palla, che sia l'ottava, la decima, la dodicesima, sedicesima parte ecc. di una libbra di piombo; e parlando di pallini la quantità di essi corrispondente in peso a quella palla. E si dice Schioppo del dodici, del venti, del trentasei. I calibri usati oggi per le cacce usuali sono il 12, 16, 2 o, 2 4, 28, 32, 36. Il 10 e anche 1'8 si trovano usati rarissimamente in palude.

Camera
l'allargamento del1'anima della canna presso la culatta dove dev'entrare e scoppiare la carica. ‑ La camera, alta poco più della cartuccia, si restringe con un rialzo a spigolo vivo, oppure con una smussatura a imbuto. L'estremità inferiore poi, quella stessa della canna, nella parte interiore porta una scanalatura circolare, in cui deve trovar posto l'orlo posteriore del fondello metallico della cartuccia. Questa scanalatura usualmente chiamasi Collarino.

Cane e Cani
il martelletto esterno o interno, ch'è parte essenziale dell'acciarino; e che, fatto scattare col premere sul grilletto, picchia sul fulminante della cartuccia e la fa esplodere. Sue parti sono il Corpo del Cane,la parte inferiore e più larga: il Collo, la parte che dal corpo sale fino a la biforcazione della Cresta e della Bocca. La prima è la sporgenza superiore zigrinata e alquanto rigonfia, che si preme col pollice per alzare il cane e portarlo in sicura o armarlo. La seconda è la parte che vien ingrossandosi in cima perché sia più pesante e solida nel picchiare sul percussore.

Canna e Canne
il tubo o i tubi di acciaio, entro cui si pongono e sparano le cartucce o le cariche degli schioppi. § Canna cilindrica:quella il cui foro interno (ossia l'anima) è tutto dello stesso diametro; § ‑ cilindrica modificata o perfezionata:quella a la quale la foratura cilindrica è stata comunque modificata con una leggera strozzatura scempia: § ‑ conica:quella il cui diametro va restringendosi per tutta la volata (o lunghezza della canna stessa) fino a la bocca. Fu chiamata anche a coda di ratto. Questo antico restringimento che esisteva già nel secolo XVII aveva per scopo di aumentare la portata concentrando il rosone; e le canne lunghissime dei vecchi servivano così bene a l'uopo, che già nel 1670 il tiro utile giungeva fino a 75 passi con la carica reale e a 65 con l'ordinaria (v. Spadoni): § ‑ strozzata: quella più in uso oggi per accrescere la portata delle canne corte, nelle quali la meccanica moderna al restringimento progressivo ha sostituito un restringimento parziale nel terzo superiore della canna. Questo può essere scempio, medio, doppio (v. Strozzatura). § ‑ d'acciaio:quelle perforate in un blocco d'acciaio. Oggi sono le più. § ‑ a tortiglione,quelle formate di un filo di ferro attorto e congiunto su una verga metallica del diametro che vuol darsi alla canna stessa. Le più pregiate tra queste sono quelle a damasco,le quali, nell'opinione di non pochi, per 1'elasticità loro hanno vibrazioni più favorevoli a la portata e al tiro.

Carabina
s. f., il fucile più leggero e manevole, rigato dentro e di maggior precisione, che serve per tirare a palla o a mitraglia nella caccia alle fiere.

Carica
n. f., la quantità e qualità di polvere e di piombo, che si pone nelle cartucce, o negli schioppi. «Carica debole, Carica forte, leggera, media».I vecchi chiamavano Carica reale quella che portava a settantacinque passi, ossia la più forte. § Vale anche cartuccia. «Ho solo dieci cariche».

Carie
così chiamasi nel gergo degli armaioli 1'arrugginirsi e corrodersi degli schioppi nell'anima delle canne. «Canne cariate, che presentano già parecchie e non lievi fioriture» (v. Fioriture ).

Cartella
la piastrina (o le piastrine negli schioppi a due canne) che s'incastra lateralmente tra il calcio e il massello reggendo di fuori il cane (se è esterno) e dentro tutti i congegni dell'acciarino.

Cartoncini
sono i dischetti di cartone che si usano per separare o coprire le dosi di polvere e pallini posti nella cartuccia.

Cartuccia
il bossolo di cartone e metallo o di tutto metallo, entro cui si assesta la carica degli odierni schioppi a retrocarica. Sue parti sono il tubo di cartone, il fondello metallico, l'apparecchio di accensione, il fulminante (capsula).Nel tubo va posta la polvere, la pallina, le borre, i cartoncini. Il fondello termina col collarino, il quale è una sporgenza anulare del fondo metallico, che rileva per dar presa a l'estrattore. Le cartucce ordinarie sono lunghe 65 mill., le più grandi 75. Nella parte superiore la cartuccia è chiusa da l'Orlo. La carica ne può essere a palla, a pallini d'ogni numero, a pall'asciutta se questa non va unita con pallettoni; a migliarola, a ocarole, a terzarole, a veccioni, a polvere sola. § Dosare le cartucce,riempire le cartucce a dosi esattissime di polvere e pallini. § Fare le cartucce: riempire il bossolo delle munizioni per la caccia che si vuol fare. § Inescare le cartucce: porre un pizzico di polvere nera o di facile accensione tra il fulminante e la polvere della carica che si sta facendo. (In gergo Petardetto). § Orlare le cartucce: rimboccare con la macchinetta orlatrice il lembo superiore del tubo di cartone, perché con la sua pressura sul cartoncino o feltrino posto sui pallini impedisca lo scomporsi di tutta la carica.

Cartuccione
la cartuccia di maggior lunghezza e; più rafforzata che serve per cariche più forti. La sua lunghezza ordinaria è di settantacinque mm.

Cassa
negli schioppi a bacchetta e negli archibugi chiamavasi Cassa la parte superiore e concava del calcio, in cui entrava la parte inferiore della canna o delle canne. § Dicevasi anche per tutto il calcio. Oggi la parte degli schioppi a retrocarica corrispondente a la Cassa vera e propria chiamasi Asta.

Cesellatura
il lavoro di cesello di che si ornano spesso gli schioppi più fini. «Bello schioppo, e bella cesellatura».

Chiave
il membretto esteriore delle serrature negli schioppi, il quale, girato con la mano, apre o chiude il congegno delle serrature stesse. § Chiave inglese,il ferro girevole sotto il massello inferiore, e arcuantesi in modo da aderire strettamente al paramacchie, quando lo schioppo è chiuso. ‑ È ritenuta una tra le serrature più solide e sicure. § ‑tra i cani:1'asticciuola di acciaio, posta tra i cani lungo la coda del massello, che, spinta a destra, apre i ramponi e spinge a sinistra il palettino,da cui è serrato il prolungamento della bindella. Tornando a posto richiude tutto il congegno di questa serratura. Il Palettino si chiama anche passante. Il ferro, che da l'occhio di quest'asta scende perpendicolarmente entro il massello a movere i congegni chiamasi Perno di chiusura della chiave tra i cani, e meglio, l'Albero.§ Serpentina (sott. chiave, e le si dà sempre l'articolo a la Serpentina) è la chiave inferiore, che dal massello sale sotto al cane destro, poi si prolunga ad angolo retto rasente la cartella, e termina schiacciandosi in forma di mezzo dischetto zigrinato, che serve a premerla col pollice per aprirla. È serratura debole in apparenza, ma sicurissima, perché fondata sul principio della leva morta.

Chiudere lo schioppo
il contrario di aprirlo; ossia girare le chiavi di chiusura in modo che le canne siano commesse perfettamente al massello per mezzo delle loro serrature.

Chiusura (dello schioppo)
il fatto di chiudere un'arma a retrocarica facendone combaciare le canne col massello e serrandola con le chiavi. Usasi impropriamente per serratura. N.B. Nel gergo degli armaioli si usa per indicare i congegni tutti della serratura,e si dice «Schioppo a duplice, triplice e quadruplice chiusura» mentre dovrebbe dirsi Serratura. Questa pluralità è data dal primo rampone (serratura semplice);dal secondo, doppia;dal palettino trasversale, che serra l'occhio del prolungamento della bindella, terza serratura;da la forma a capocchia, nella quale si dilata l'estremità della bindella, detta quarta serratura. Che la parola sia impropria è dimostrato dal fatto che «schioppo aperto» vuol dire con le canne aperte, ossia non serrate da le chiavi, da cui n'è formata la serratura.

Coda del Massello
la solida lista di ferro, che dal corpo di esso si prolunga indietro incastrandosi su 1'impugnatura del calcio, a cui riman fermata da una vite molto solida.

Cogliere
sottintende nel segno: e detto di cacciatori è sinonimo di colpire. Ma si usa nella forma compiuta dalla particella avverbiale ci: Coglierci col significato generico di «Dar nel segno».

Collarino
(v. Camera).

Colpire
riferito a cacciatori significa non sbagliare i tiri, ed è più giusto e proprio che tirare.

Colpitore
dicesi del cacciatore che colpisce bene gli animali. ‑ Nell'uso è il proprio del cacciatore, mentre per i tiratori a bersaglio dicesi Tiratore. «Gran colpitore nel tiro ai piccioni, ma mediocrissimo colpitore a caccia». § Colpitore di mira il cacciatore che uccide solo se mira. § Colpitore di prima impostatura: quello che colpisce tirando al primo portarsi lo schioppo ala faccia.

Colpo
l'effetto della schioppettata sia come validità di percossa su chi lo riceve, sia come suono e scarica. «Dieci colpi, dieci beccaccini». «Abbiamo contati sessanta colpi, e ci riporti solo quindici lodole!». § Anche la carica. «Ho solo dieci colpi».

Commettitura
il punto in cui si uniscono le diverse parti dello schioppo.

Compressore
bastoncino cilindrico di calibro corrispondente a le cartucce da caricarsi, che serve per spingere e pressare le borre e i cartoncini entro il tubo della cartuccia.

Concentrare
è voce del gergo tecnico più che dell'uso, e indica: la proprietà delle canne ben forate, specie delle strozzate, le quali, portando i pallini molto uniti, ne allungano anche il tiro valido.

Conchiglia
(e negli schioppi a due canne Conchiglie) loscavo a imbuto, da cui vien traforata la faccia superiore del massello, e che termina col canaletto, entro il quale scorre il percussore per affiorare nella culatta in perfetta corrispondenza con la capsula fulminante della cartuccia. Questo, solo negli schioppi a' cani esterni.

Controcartella
la piastrina che specie negli schioppi a una canna fa riscontro da la parte opposta dell'acciarino destro, ed è unita a questo per mezzo di una vite passante.

Controfondello
così chiamasi il rafforzamento metallico interno, che vien fatto ai bossoli delle cartucce più fini.

Coppiola
il tirare i due colpi dello schioppo a due animali diversi, l'uno appresso a l'altro. Il modo è Fare la coppiola. E, se si uccidono i due animali, si dice «Fare il doppietto». Regola. Per riuscire a fare la coppiola utilmente si deve sempre sparar prima a quello dei due animali che si presenta più lontano, poi a l'altro.

Cortezza
riferita a Calcio significa quello che rispetto a la impostatura della maggior parte dei tiratori è minore della media. Si computa la lunghezza del calcio tra 35 e 37 cm. misurandola dal primo grilletto al mezzo della curvatura del calciolo.

Culatta
negli schioppi a bacchetta era Tutto il fondo della canna, ossia la camera e il toppo, in cui terminava il foro della canna; ma oggi per «Culatta» deve intendersi anche la faccia anteriore del massello, da cui la canna resta chiusa, e donde affiora il canaletto del percussore.

Curvatura
rif. a Calcio. È la piega maggiore o minore che fanno le due linee divergenti della bindella e del calcio, relativamente a l'angolo visuale costituito dal traguardo.
 

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