Rosso, l'airone solitario


mercoledì 13 aprile 2011
    

Due grandi ombre s'incontrarono nel cielo: Airone rosso e Airone cenerino. Erano due fratelli in natura. Rosso proveniva dal Basso Nilo e viaggiava per il Mediterraneo alla volta dell'Italia, Cenerino era diretto verso le paludi del Nord Europa. Valeva la pena di viaggiare insieme seguendo la stella polare.

All'aurora i due uccelli scorgevano l'immensa distesa del mare e delle paludi. Ora conveniva riposare sulla spiaggia perchè erano stanchi. Iniziarono attenti e sospettosi li loro volo d'atterraggio a spirale. La battigia era deserta, senza ombra d'uomo. Lanciando rauchi gridi d'avvertimento vennero giù e rimasero per un bel po', immobili. La spiaggia abbondava di pesciolini.

Rosso si diede da fare a becchettare qua e là, abile nel pugnalare granchi e piccoli molluschi. Nulla sfuggiva alla sua vista acuta e al suo becco acuminato. Cenerino invece era lì, appisolato, con il becco rivolto al sole nascente.

Possibile che dopo quel lungo viaggio non aveva voglia di farsi una scorpacciata di pesciolini?

Rosso gli si avvicinò con passetti decisi, girò intorno al fratello, tanto per fargli capire che era ora di colazione. Improvvisamente, senza che Rosso se ne accorgesse, Cenerino si levò in volo dirigendosi verso l'oriente. Si portò lontano, molto lontano dal fratello. Quei pesciolini neri, sporchi di catrame, che aveva mangiucchiato sulla spiaggia africana, lo avevano avvelenato, ed ora sentiva le ali debolissime e gli occhietti non avevano più la forza di guardare e nella pancia avvertiva un bruciore inspiegabile.

Chiedeva aiuto al sole che si levava dalle acque d'oriente, gridava ai gabbiani che da levante si portavano sulla spiaggia; non ce la faceva proprio! Si lasciò andare all'ultimo battito d'ali e precipitò finendo fra i gorghi del mare.

Rosso, all'oscuro della sorte del fratello, era lì a rimpinzarsi. Poi s'accorse di essere solo e improvvisamente si levò nel cielo alla ricerca; gracchiò ovunque e per l'intera giornata perlustrò la spiaggia in lungo e in largo; ma Cinerino non si faceva più vivo. Allora Rosso si adagiò sulla spiaggia e stette, con le ali chiuse, col becco ritratto nel capo, con gli occhietti socchiusi. Sperava nel ritorno del fratello. Al tramonto lanciò acuti versi di richiamo, ma nessuna risposta proveniva dal mare, né dalla palude retrostante. Chissà! Forse Cenerino si sarebbe fatto vivo nelle ombre della notte.

Il sole tramontava sulla spiaggia solitaria; il mare era stato abbandonato anche dalle barche dei pescatori e nel cielo non volavano più i gabbiani. Rosso affidò l'ultima speranza alla luna e si addormentò nella sua misteriosa notte. Poi, di nuovo l'aurora, quando l'airone si levò in volo, incontro al sole, alla ricerca del fratello perduto. Ma a sera era di nuovo lì, solo, sulla spiaggia solitaria. Ancora oggi, ad ogni aurora e ad ogni tramonto, si ripete il viaggio di andata e ritorno dell'airone solitario, alla ricerca del fratello perduto.

Domenico Gadaleta


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