Coppa Italia: vincono i bracchi francesi. Miglior individuale uno spinone italiano


mercoledì 9 novembre 2016
    

Estrapoliamo dal sito dell'Enci un dettagliato resoconto sulla Coppa Italia Continentali razze da ferma 2016 svoltasi il 29 e 30 ottobre a Castel di Salce a cura di Marco Ragatzu.

Tra gli eventi cinofili e zootecnici più importanti d'Italia è quello che occorre a testare ogni anno lo stato di salute delle razze continentali da ferma per tramite di una verifica articolata tra la funzione, in più aspetti, e la morfologia. Torno a ripetere che, seppur alla fine si giuge ad un “migliore”, non si  tratta di un evento caratterizzato da pura competizione e di seguito cercheremo di analizzarne gli aspetti per fare chiarezza sul fondamentale principio che rappresenta la base del confronto ideato dai Clubs nel lontano 2001. La sedicesima edizione ha visto, (per la prima volta in assoluto), la partecipazione di ben undici razze in rappresentanza di nove Associazioni: alle più note, le nostre tricolori bracchi e spinoni insieme agli utilizzatissimi epagneul breton e kurzhaar, seguono i bracchi francesi, (da tempo oramai in netta ascesa), i drahthaar, i vizsla, i weimaraner, i korthals, ma anche i borbonesi e i blu d'Alvernia. Tra di loro, in onore a chi ha saputo nell'occasione dimostrare risultanze migliori, si impone, quella che oramai non rappresenta più una news: i bracchi francesi.Il riconoscimento per il miglior individuale è stato assegnato allo spinone Faruk della Becca che si è giocato il titolo sul filo del rasoio con la bracca italiana Piera ed il bracco francese Made in Canada Axel, (questi due a parimerito); la seconda squadra migliore si è dimostrata quella dei breton seguita a ruota dai bracchi italiani.

La Coppa Italia si è svolta per la prima volta a Castel di Salce, una meravigliosa Azienda Faunistico Venatoria e allocazione storica che ha visto, in passato e per molti anni, “correre” numerosi campioni e famosi dresseur in prove su selvaggina naturale, caccia a starne e anche grande cerca.

Il Castello di Roccarespampani eretto dai Precettori del Pio Istituto del Santo Spirito all'inizio del 1600, un vero gioiello di architettura rurale, è stato messo a disposizione della cinofilia ed utilizzato, purtroppo, solo in misura ridotta rispetto a quanto offerto preventivamente a causa del sisma dei giorni della Coppa. Nonostante ciò il suo maestoso portone si apre al mattino di sabato 29 permettendo ai butteri maremmani a cavallo, (testimoni dell'attuale attività di allevamento  del bestiame brado che ancora continua in terra di Tuscia), di presentare le undici squadre  delle razze continentali in un suggetivo pesaggio di alto valore culturale, lo stesso che attribuiamo alla cinofilia.

L'organizzazione logistica è stata assegnata alla SABI ed al CIBF, mentre il patrocinio e, per la prima volta, anche la paternità è direttamente dell'ENCI. La preziosa sponsorizzazione è stata invece quella di Italica e Professional Food oltre che di BS Planet. Cinquantanove i soggetti presenti divisi in squadre di massimo sei per razza, articolati in cinque batterie esaminate da dieci Esperti Giudici: Riccardo Acerbi, Pietro Aglio, Francesco Bonasera, Amedeo Bovicelli, Giovanni Capone, Giuseppe Corrao, Piero Frangini, Alvaro Mantovani, Artemio Spezia e Francesco Storto. Delegato ENCI Pietro Mazzocchi. Presenti all'evento anche i Consiglieri Nazionali ENCI il dr. Antonino La Barbera ed il sig. Giancarlo Passini.

Anzitutto l'allocazione: Castel di Salce si estende in un territorio di circa tremila ettari dei quali duemila adatti e particolarmente opportuni alle prova di lavoro per i cani da ferma. Il periodo autunno/inverno non è, (comprensibilmente), il migliore per le nostre prove, sopratutto quando le zone disponibili sono anche oggetto di attività agricole. Nel nostro caso il perimetro degli stessi terreni, (di proprietà della Regione Lazio), vede insistere anche l'azienda agricola data in concessione al Comune di  Monte Romano. Pier paolo Fondi e Maurizio Testa, rispettivamente concessionari per la parte faunistico/venatoria e per quella agricola, si sono resi immediatamente disponibili ed hanno adottato tutte le misure necessarie affinché l'azienda potesse ospitare questo importante evento: la ridottissima pressione venatoria, la salvaguardia assoluta delle starne e la sospensione dell'attività agricola nelle porzioni identificate per la suddivisione delle cinque batterie, hanno fatto si che qui nella Tuscia tra Tuscania e Monte Romano si realizzassero condizioni idonee che mai in passato sono state a disposizione per la particolare e facile logistica. Per tutti una buona densità di fagiani e anche alcuni branchi di starne nelle cinque zone dove le rispettive batterie hanno potuto espletare l'impegnativo lavoro. Le condizioni climatiche sono state eccellenti con tempo sempre sereno e giusta ventilazione, anche se, purtroppo, le scosse dei recenti terremoti hanno toccato, seppur in maniera lieve, anche i nostri territori.Tutte le batterie hanno visto soggetti classificati aumentando forse la media ottenuta in passato, con numero maggiore nelle prove della domenica su selvatico abbattuto, (fino a quattro classificati), e leggermente inferiore in quelle del sabato, (con due soggetti   cadauna), e ciò realizzato da quasi tutte le razze, (eccezione fatta per korthals, weimaraner e blu d'Alvernia): un CAC/CACIT ottenuto dal breton Schumy, un CAC dal kurzhaar Nadir di S.Mamiliano, ai quali si aggiungono tredici Eccellenti e cinque MB. Assegnati anche due CQN, (uno dei quali ad un borbonese).

In maniera sintetica tutto ciò sta a significare che la Coppa, (se vogliamo concedere), è stata veramente combattuta ma sopratutto, per ciò che maggiormante ci interessa, la situazione del 2016 ha permesso di verificare un tangibile confronto tra partecipanti nella media di buona qualità, che si sono potuti dimostrare con strumenti opportuni. Questo ad indiscutibile guadagno zotecnico. Ottime anche le risultanze delle verifiche aggiunte: quella morfologica ha reso un riscontro di alto livello qualitativo per la maggior parte dei soggetti, così come quella dei riporti dall'acqua profonda dove soltanto pochissimi cani non sono riusciti. La razza weimaraner è risultata quella essere la migliore per queste due prove supplettive al fianco e di intermezzo a quelle su selvaggina del sabato e della domenica.

Coppa Italia 2016 rappresenta sicuramente lo specchio della realtà con evidenti conferme: la razza bracco francese è oramai in ascesa nelle prove di lavoro e sempre più presente in tutta la Penisola e i breton riconfermano le loro qualità eccezionali così come i bracchi italiani; anche le altre razze non mancano nel dimostrarsi rimarcando per drahthaar e sorprendendo per borbonesi.

Obiettivamente il risultato, che torna a far vincere la cinofilia, indica che la strada intrapresa è ottima e le scelte sono state opportune in senso globale , tanto da far luce sulla situazione del momento che ci potrà condurre ad ancora migliori risultati.

Il centro Italia torna ad offrire una palestra che non passa inosservata, la quale ha reso possibile l'espletamento di questo importante evento e che possiede un palese potenziale per preziosi sviluppi nel nostro Territorio.

Marco Ragatzu
 
(Enci)


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