ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO


martedì 29 settembre 2009
    

Intervista esclusiva a Gian Luca Dall'Olio

A pochi giorni dall'inizio della stagione venatoria, Big Hunter ha interpellato il Presidente della Federazione Italiana della Caccia Gianluca Dall'Olio, per sapere cosa pensa sulle questioni attualmente in agenda, e in particolare sull'auspicata modifica della 157.

Big HunterCominciamo dallo scenario politico. Quello che è successo nei giorni scorsi alla Camera (ritiro per la seconda volta dell'emendamento Pini sulla Comunitaria) è un chiaro sintomo di una netta chiusura sulla questione caccia  che persiste ancora da parte dell'opposizione, ma anche l'evidenza che non c'è un grande accordo neppure nella maggioranza. Il lungo e sofferto percorso della riforma della 157 al Senato, dove l'opposizione sta effettuando un marcato ostruzionismo, sicuramente influisce sul clima parlamentare. Come si esce da questo impasse secondo il presidente della Federcaccia?

Gianluca Dall'Olio. Innanzitutto credo che la maggioranza dovrebbe compattarsi un po' di più, visto che ha un esponente che al Senato è il relatore della legge, che non può risultare essere isolato all'interno della stessa. E' chiaro che il passaggio – non favorevole - relativo alla Comunitaria è  sintomo che nella maggioranza non c'è intesa. O quantomeno registra indecisione e incertezza. Aldilà dell'emendamento Pini, tutti sappiamo che la Lega per una serie di ragioni pone attenzione a questi nostri problemi, attenzione che noi valutiamo positivamente. Credo però che non possa bastare.  Credo che anche  all'interno del PDL occorra stringere le fila. Se il bel tempo si vede dal mattino, per ora è ancora brutto tempo.

BH. Cosa occorrerebbe per  sbrogliare la matassa?

G.L.D. Oltre all’invito rivolto alla maggioranza, l'invito che noi abbiamo rivolto e che rivolgiamo ancora all'opposizione è di valutare gli aspetti positivi e negativi del testo e di elaborare in modo propositivo emendamenti costruttivi e non ostruzionistici. E' chiaro che questo mette ombra in senso negativo su tutta la questione. La responsabilità dell'opposizione dovrebbe andare aldilà dell'atteggiamento finora tenuto, che noi non condividiamo assolutamente, perché crediamo che non sia un atteggiamento benefico per il sistema. Basta leggere gli emendamenti presentati per capire che hanno in sé il criterio del paradosso ostruzionistico.

BH. C'è stata una chiara precisazione a proposito da parte sua della ventilata ipotesi di una nuova partecipazione di Federcaccia al Tavolo degli Stakeholders. Su questo pesa molto la posizione di un'altra associazione venatoria, l' Arcicaccia. Quanto lei ha posto come condizione (l'accettazione della Direttiva Uccelli e della Guida interpretativa) pensa che possa ricevere la dovuta attenzione?

G.L.D. Il problema delle modifiche alla 157, aldilà delle modalità normative che permettono la gestione nel complesso della fauna, dell'ambiente, dovrebbe riguardare la risoluzione di problemi che coinvolgono il mondo agricolo in una maniera  più coerente. In questo senso c'è bisogno, credo, di aggiornati interventi di modifica alla normativa. L'altro problema, l'ho sottolineato più volte, riguarda i tempi e le specie cacciabili. C'è una incoerenza di fondo tra la stagione venatoria che da 18 anni ha date fisse di apertura e di chiusura, e la situazione  della maggior parte degli altri paesi europei – anche quelli che si affacciano sul Mediterraneo, Francia, Spagna e Grecia compresi -  che invece applicano in maniera più coerente il prelievo per decadi  nel rispetto della consistenza faunistica delle diverse specie migratorie e stanziali, con maggiore attenzione a quelli che sono i dati tecnico-scientifici e statistici. Credo che sia questo la questione che vada discussa e soprattutto che venga riconosciuto anche dal mondo ambientalista che questo Paese non ha un adeguato supporto tecnico scientifico per poter dirimere la questione. I dati che abbiamo sono insufficienti, ma mi pare che il mondo ambientalista li voglia mantenere  tali, perché apparentemente favorevoli alle sue tesi.

BH. Anche se sono inadeguati?

G.L.D. Sono fortemente inadeguati. Lo ribadisco ancora. Mancano osservatori ornitologici, mancano valutazioni sui flussi migratori, coerenti nel tempo e sul territorio: questo è il problema che deve essere affrontato. Altrimenti ci si nasconde dietro a un dito e la situazione così è irrisolvibile. Per certi ambientalisti, lo status quo deve essere mantenuto. Questo dal punto di vista del mondo venatorio non è accettabile. Altrove non è così. In tutti gli altri paesi europei c'è un confronto indirizzato a superare i conflitti e trovare in via di mediazione una soluzione che sia soddisfacente per i diversi interessi in campo, ambientali, agricoli e anche, se è permesso dirlo, del mondo venatorio.

BH. Scendendo nello specifico, per l'articolo 18, che cosa potrebbe essere modificato nell'interesse di tutti?

G.L.D. E' chiaro che noi abbiamo alcune specie che  in ragione dei concetti chiave consolidati sono prelevabili anche nelle decadi di febbraio ed altre che per la stessa ragione dovrebbero in qualche modo retrocedere a dicembre o a gennaio: si parla di bottaccio, germano, beccaccia, giusto per ricordarne tre. Una mediazione che avevamo proposto e che ci sembrava e ci continua ad apparire come dotata di buon senso era di allargare alla prima decade di febbraio per le specie indicate dai concetti chiave  e mantenere al 31 di gennaio tutte le altre  specie che fino ad ora sono in calendario.

BH. Questa è la proposta di Federcaccia o di tutte le associazioni che hanno sottoscritto il documento?

G.L.D. Questa è la proposta di Federcaccia. E' chiaro che poi quando abbiamo sottoscritto il documento con le altre associazioni, abbiamo chiesto, nel rispetto della Direttiva, un allungamento alle decadi di febbraio. La nostra era una proposta di mediazione.

BH. A che punto eravamo arrivati rispetto all'elaborazione del documento, al momento della rottura con il tavolo degli Stakeholders?

G.L.D. Beh, era stata condivisa la rivisitazione dell'Istituto Fauna Selvatica per riportarlo nella sua autonomia pregressa, la costituzione dell’ufficio interministeriale, la disciplina della mobilità alla migratoria per un pacchetto di  giornate su tutto il territorio nazionale, ovviamente nel rispetto della competenza delle regioni, poi ribadito anche dal documento sottoscritto dalle associazioni venatorie in maniera inequivocabile.

BH. Su questi punti erano d'accordo anche gli altri componenti del tavolo?

G.L.D. Si era raggiunta un'intesa. Per la mobilità si suggeriva la possibilità di utilizzare il meccanismo della teleprenotazione così come consolidato ormai da anni in alcune regioni del centro. Avevamo condiviso anche il fatto che ci fossero dei rifinanziamenti alle regioni derivanti dalla tassa di concessione governativa per la licenza di caccia, per affrontare i problemi di gestione complessiva del rapporto fauna–ambiente-agricoltura. I diversi istituti devono essere adeguatamente finanziati, le risorse devono essere destinate ad ottenere buoni risultati nella gestione del territorio, anche attraverso adeguate conoscenze scientifiche, come succede in tutti gli altri paesi europei. In questo senso l'Italia paga un ritardo considerevole.

BH. Al Tavolo degli Stakeholders era stato individuato anche un limite alla percentuale delle aree soggette a protezione?

G.L.D. Era stato convenuto il rispetto del 70 e 30 percento e avevamo chiesto che fossero comprese nel territorio agro-silvo-pastorale anche le aree sottoposte al regime di Natura 2000.

BH. Ma su questo c'era un accordo generale?

G.L.D. C'era una disponibilità a ragionare anche se la cosa non è stata prodotta compiutamente. La nostra istanza era che riteniamo che tutte le aree comprese nella rete 2000 debbano essere ricomprese nell'ordinario territorio agro-silvo-pastorale come è negli altri paesi europei. Gli ostacoli sono stati quelli dell'articolo 18, insieme all' ormai abbandonata  logica di poter concedere la caccia a 16 anni. Non fu raggiunta nemmeno una intesa sul controllo della fauna considerata problematica, un problema che riguarda tutte le aree. Dal tavolo è uscita anche Coldiretti.

BH. A proposito dei 16 anni e della pubblicità col bambino sulla pressa di paglia, la Federcaccia proseguirà su quel filone? Ci crede insomma?

G.L.D. Ribadisco che quella era un'iniziativa rivolta al nostro circuito, non una campagna pubblicitaria, che non facciamo mai. Come tutti gli anni abbiamo stampato non più di 5.000 manifesti che distribuiamo nelle nostre sedi. Abbiamo pensato di suggerire a noi stessi e a tutti i soggetti del mondo venatorio   di poter tramandare l'esperienza e la cultura venatoria ai nostri figli, una cosa che non è vietata da nessuna norma. E soprattutto necessaria, per mantenere una tradizione che è nata nel mondo rurale, che trasferiva questo tipo di passione, di competenza, di conoscenza, di formazione non solo tecnico-venatoria ma anche fatta di indicazioni comportamentali corrette,  da padre a figlio. E' una cultura che si presume - e si auspica - che possa durare ancora. E' chiaro che ci crediamo, crediamo anche nel fatto che attraverso il trasferimento di informazioni sull'attività venatoria sia necessario coinvolgere le nuove generazioni. Rispetto alla pluralità di interessi messi oggi a disposizione della curiosità e della sensibilità dei più giovani, la caccia, se non viene promossa e mantenuta, può apparire come una cosa che si allontana sempre di più. Il coinvolgimento dei giovani, come per ogni attività umana, è necessario.

BH. A qualche mese dalle elezioni del nuovo gruppo dirigente, come si evolve in Federcaccia  il programma dell'associazione rispetto alle problematiche interne?

G.L.D. Stiamo cercando di dare un nuovo indirizzo, anche attraverso una riprogettazione degli uffici, espressa in termini di nuove competenze. Come ho già detto nel mio programma, Federcaccia risente ancora troppo della sua ex appartenenza al Coni, in qualità di federazione sportiva. E' chiaro invece che la Federcaccia è ben altra cosa. E' prima di tutto una Federazione di cacciatori, con tutte le problematiche che ne derivano riguardo a prelievo venatorio, ambiente, fauna. Credo che sia necessario che aumentino le competenze della Federazione, che mentre deve meglio esprimersi sotto il profilo politico-associativo, debba anche dotarsi di strutture, che aumentino il livello di conoscenza attraverso competenze specifiche. Stiamo avviando un progetto che si svilupperà prima a livello centrale, ma che poi possa collocarsi anche almeno a livello regionale, con competenze rispetto alla gestione ambientale e faunistica anche per quanto attiene alle specie migratorie. Per esempio utilizzando il modello sperimentato in altri paesi d'Europa, dove esiste un ufficio specifico per la fauna migratoria, che affronta tutte le problematiche attinenti. Credo che questo possa sicuramente aiutare anche nel confronto politico ad aumentare il livello della qualità delle istanze proposte ai diversi livelli.

BH. E sulle altre questioni di carattere associativo e organizzativo?

G.L.D. Intanto a livello organizzativo lo Statuto approvato ha snellito una serie di problemi di tipo burocratico-funzionale. Ne abbiamo già verificato i benefici e siamo convinti che ciò favorirà una maggiore coerenza nei rapporti fra centro e  periferia di Federcaccia.

BH. C'è un buon clima tra centro e periferia?

G.L.D. Per ora c'è un buon clima, io auspico e spero vivamente che possa essere mantenuto.

BH. Un auspicio? Un messaggio ai cacciatori?

G.L.D. Ai cacciatori anche se con un po' di ritardo faccio un in bocca al lupo, lo faccio di cuore a loro e lo faccio anche a me stesso. L'auspicio: ci sono delle realtà oggi poco conosciute che devono essere fatte conoscere. Lo scenario ambientale e faunistico e quello agricolo sono cambiati ed il paese pare non saperlo. La caccia oggi è fortemente modificata, l'ambiente è fortemente modificato, il modello del prelievo è fortemente modificato, i codici comportamentali e spesso anche i codici deontologici dei cacciatori sono aumentati di livello e di qualità e la società se ne deve rendere conto. Questo è un Paese evoluto da questo punto di vista, credo che la società tutta e il mondo politico ne debba prendere coscienza e non possono essere sostenute e non fanno bene al Paese le campagne denigratorie contro la caccia; molte volte, oltre che denigratorie sono anche diffamatorie in senso abbastanza gratuito. Questo è l'auspicio: che il paese si renda conto che la categoria dei cacciatori è costituita da persone civili, una categoria che ha la necessità di essere rispettata come tutte le altre. La caccia in Italia non è più un fenomeno di massa. I cacciatori si sono ridotti della metà e ci sono delle ragioni oggettive che indicano e suggeriscono alla società di andare a riformare non a controriformare la disciplina che norma e organizza l'attività venatoria.

BH. Una previsione per questa auspicata riforma, o modifica, o aggiornamento, o come la si voglia chiamare?

G.L.D. Io non sono privo di timori, proprio per le ragioni che ho elencato all'esordio di questa intervista. Ossia: anche quanto è successo con la Comunitaria è un sintomo infelice. E' chiaro che però non posso che esprimere la speranza che anche in Parlamento si possa assistere a comportamenti civili, responsabili. Se non succede questo e la maggioranza non trova una maggior armonia, certi dubbi cresceranno.

BH. Com'è andata l'apertura?

G.L.D. L'apertura è andata bene, mi pare dai tam tam provenienti dalle diverse regioni il mondo venatorio abbia trovato  soddisfazione. Chiaramente ci sono state anche alcune disillusioni, ma nella media  mi pare che complessivamente sia stata una apertura buona. Personalmente ho dedicato l'apertura ai cani. Ho trovato una mezza giornata di soddisfazione e di piacere. Sono stato soddisfatto. Sono andato al cinghiale, rinunciando alla lepre. A. Parma, da alcuni anni, l'apertura della stagione al cinghiale è concomitante all'apertura generale. Così si spalma meglio anche la pressione venatoria.
 

Gian Luca Dall'Olio
Presidente Nazionale di Federcaccia


21 commenti finora...

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

italianissimo, ma che cerca di capire, e di giustificare (anche in aramaico), gli italiani che non ce la fanno a capire

da etrusco 23/10/2009 15.39

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

X etrusco....Ho capito nn 6 neanche italiano....Con stima.

da ANTONIO 08/10/2009 15.46

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

eli eli, lamc csa bactanj

da etrusco 06/10/2009 17.44

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

etrusco.....forse sono io a nn capire ciò che dici,ma tu da che parte stai???Facci capire se 6 uno di noi o uno contro di noi....GRAZIE

da ANTONIO 02/10/2009 14.15

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

Chi sarebbe l'onorevole? Berlato? Aspetta e spera!! A proposito della caccia, e della nostra legislazione, se non si comincia a riflettere che il mondo cambia e che, a parte le chiacchiere, la situazione italiana è forse la migliore in europa, e che comunque nessun cacciatore italiano, se vi vivesse, accetterebbe a ragion veduta le regole degli altri paesi d'europa, insistiamo pure ma non arriveremo da nessuna parte. Non è l'art. 18 che farà la differenza. La differenza la potrà fare solo il nostro cervello, se riuscirà a elaborare un appproccio diverso al problema. Meditate.

da etrusco 02/10/2009 10.28

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

Onorevole!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Onorevoleeeeeee!!!!!!!Qualcuno ha visto l'Onorevole, se lo vedete ditegli che gli voglio parlare mi raccomando!!!!!!!!!!!!!!

da p.alias 01/10/2009 18.20

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

DALL'OLIO PENSA ALLA CACCIA E NON ALLA POLITICA CHE NON CI CAPISCI NIENTE!

da mario 01/10/2009 11.37

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

X Gabriele M. la caccia nn morirà mai finchè ci saranno uomini e cacciatori che ci credono,ma il problema è che le leggi nn le fanno i cacciatori o uomini amanti della natura,quindi nn illudiamoci,per me nn cambierà niente o quasi,spero vivamente di sbagliare....Con stima.

da ANTONIO 30/09/2009 21.37

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

X Antonio:La caccia non morira' MAI!,finche' ci saranno UOMINI.(e non checche).Essa e' insita nell'uomo come istinto primordiale,non basterranno leggi o divieti a fermarla.Chi cerca di rigirare la frittata non sa' con cosa si sta confrontando.W MADRE NATURA.

da Gabriele M. 30/09/2009 16.00

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

Siamo tutti colpevoli di questa situazione,plitici,associazioni venatorie e cacciatori compresi......Io credo che nn cambierà mai niente e forse è già tanto se riusciremo ad andare a caccia allo stesso modo e con gli stessi tempi che abbiamo oggi....Errare è umano perseverare è diabolico....!!!

da ANTONIO 30/09/2009 15.01

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

da 30 anni a questa parte,fidc,hà permesso tutte queste restrizioni,hanno sempre tolto,mai aggiunto niente,finchè un giorno è nata una nuova associazione venatoria:CONFAVI,a capo il sig.BERLATO,da allora,si è cominciato ad aggiungere specie,deroghe,applicazioni leggi comunitarie,nuovo ddl x modifica 157.Da quel giorno FIDC hà impugnato la mod.157 come fosse un'idea sua!!!MA CHI CI CREDE!!!!!!!????????

da JO 68 29/09/2009 22.46

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

ma se voi avete sostenuto l arcicaccia di sinistra come potete favorire i cacciatori da

da da willi zena 29/09/2009 22.22

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

si deve modificare l'art.18,altrimenti la 157 puo restare cosi,e mi pare che di questo non ci sia traccia

da Saverio 29/09/2009 21.25

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

lodo alfano o non lodo alfano, i conti bisogna farli con la congiuntura, ovvero con il tempo che stiamo vivendo. Che non è più quello di berta che filava. Sul territorio non ci stanno solo i cacciatori, come mezzo secolo fa. E i non cacciatori chiedono altre cose. Cerchiamo di tenerlo presente se vogliamo ottenere qualcosa.

da simplicio 29/09/2009 16.44

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

Se non erro, la prossima settimana la corte costituzionale dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità del lodo Alfano. Se dovesse bocciarlo, l'ipotesi di elezioni anticipate diverrebbe concreta e allora addio riforma della legge 157/92. Si riaprirebbe la campagna elettorale, altro giro altra corsa, e le promesse si sprecheranno...

da lucas 29/09/2009 16.28

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

Se per primavera nn verrà fatto nessun passo in avanti a votare per il PDL ci andranno gli altri,sicuramente nn io,come ho gia fatto alle europee e come farò d'ora in poi ad ogni votazione!Per la sinistra nn voterò mai,anche se dovessero aprire la caccia per tutto l'anno.....semplicemente me ne starò a casa e con la scheda elettorale ci accenderò il fuoco!

da ANTONIO 29/09/2009 15.52

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

le difficoltà ci sono. Lo dimostra il compiacimento delle due deputate della maggioranza al momento del ritiro dell'emendamento Pini alla comunitaria. Il problema è che certi personaggi che vi rappresentano non vi raccontano la verità. A primavera voterete ancora per loro, ma continuerete a essere presi per le mele. Fatti, non parole, dice la nuova morale politica di Berlusconi. E i fatti di governo e maggioranza, per la caccia, sono quelli che molti di voi denunciano: zero.

da pietro l'eremita 29/09/2009 15.02

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

Intanto, caro Nappa, la sinistra di Veneziano e Cenni ha modificato la legge toscana, consentendo quella libertà alla migratoria tanto sbandierata dai Berlato e C.A livello nazionale invece, non mi sembra stia facendo una gran figura, il governo "amico" dei cacciatori.

da Giacomo 29/09/2009 14.44

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

ma ritengo che parole parole sia lo slogan giusto e se avesse vinto la sinistra dei vari veneziano edella on.Cenni che fine avremmo fatto. Io sono ancora con quelle 843000 firme un saluto ed a giugno quando si vota.

da nappa 29/09/2009 14.22

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

Parole parole parole,soltanto parole,parole per noi.....!!!E' questo il titolo di questa nuova sceneggiata.....!!!Per favore nn prendeteci in giro.....!!

da ANTONIO 29/09/2009 14.01

Re:ESCLUSIVA: PARLA DALL'OLIO

E allora? cosa ci dobbiamo aspettare? io da Federcacciatore comincio ad essere stufo!!!! si arriva alla modifica della 157 o no?

da Lore - Toscana 29/09/2009 13.44