CORONA L'ERETICO


lunedì 9 maggio 2011
    
Mauro Corona Mentre il più letto scrittore vivente, sempre in testa con i suoi romanzi alle classifiche mondiali, il rodesiano Wilbur Smith, confessa – oggi - candidamente che da piccolo sognava di fare il cacciatore professionista, gli scribacchini  de noaltri e la cosiddetta intellighenzia italica fanno a gara a smarcarsi, distinguersi, quando l'argomento scivola sull'assunto che una sana cultura popolare, le tradizioni - che giustamente, sono tutti d'accordo, stanno alla base del nostro essere uomini – non possono prescindere da quella che a nostro avviso è ancora parte dell'essenza stessa dell'odierno vivere civile. La caccia. Quando qualcuno la evoca, ne stigmatizzano gli aspetti efferati, gli effetti sul patrimonio naturale (inaccettabili, secondo loro), l'inattualità.

Da questo coro di inutili cornacchie, prive ormai di una benchè minima autonomia di giudizio, impegnate come sono a seguire le mode, a non apparire sgradite al potenziale lettore, a competere quanto a intelligenza e originalità al più paludato tronista e alla più  cliccata velina, si ergono fortunatamente alcune personalità – poche purtroppo - che noncuranti dell'andazzo mercimonioso, dicono ancora quello che pensano. E lo scrivono pure!

L'altro giorno, a Longarone, birra alla mano, è apparso in forma smagliante lo scrittore-scultore-alpinista  montanaro Mauro Corona. Principe della dissacrazione, picconatore delle odierne più bigotte convenzioni, maestro di  provocazioni, che solo a un osservatore distratto appaiono superficiali, mentre nel profondo denotano ricchezza d'ingegno, intimità con la riflessione filosofica, frequentazione accanita di sopraffini reperti letterari.

Era lì per partecipare a un dibattito letterarvenatorio, dove – senza niente togliere agli altri numerosi scrittori (di genere?) e appassionati, che sono intervenuti anche con argute considerazioni – ha indubbiamente segnato una differenza macroscopicamente percepibile nelle sue rapide incursioni chirurgicamente definitive, negli affondi dissacratori, nei contrappunti caustici, nelle punzecchiature a volte provocatoriamente autocritiche. Ha fatto emergere verità assolute, che sono quelle che in effetti fanno la differenza fra letteratura (e letterati) di genere e letteratura (e letterati) senza aggettivi. Non per questione di argomenti, ovviamente, ma per faccende di contenuti.

Ha denunciato certe follie della società contemporanea. “A Erto – ha detto - rasa al suolo nella catastrofe del Vaiont, hanno costruito le case senza canna fumaria. Hanno pensato che disponendo dell'elettricità, del gas, del petrolio, la legna non serva più”. E invece, con un paradosso millenaristico, nel suo ultimo libro ha preconizzato un mondo all'improvviso senza petrolio.  Un mondo che spiazzerebbe tutte le certezze di quelle moltitudini di nostri concittadini, che si ritroverebbero nudi e imbelli, senza possibilità di salvezza. E allora, ecco la grande provocazione, che calza a pennello con le vicende assurde di questi giorni, che hanno messo in croce un povero cristo di sindaco di un comune della montagna ligure. “Bisogna che nelle scuole – ha detto Corona – torni il contadino a insegnare il suo mestiere, che il cacciatore disveli i suoi segreti, che l'artigiano dispensi di nuovo la sua arte. Solo così si salveranno i nostri figli, da una natura che è ormai considerata nemica.”  Tornare alle origini, insomma. Che poi non è cosa tanto lontana nel tempo. Nelle sue montagne, lui fanciullo e giovanotto, addestrato alle fatiche della vita e delle vette, la natura “era amica”. Detto con toni apocalittici. “Oggi – ha ironizzato – a Belluno, se c'è la neve chiamano i pompieri! Nessuno è più in grado di conviverci.”

In un mondo che tornasse di colpo a un secolo fa, anche quelli della Lipu farebbero a gara a mangiare gli uccellini. Ossi e becco compreso. Perchè – questa è la verità  –  checchè se ne dica,  “la gente non vuole morire. Quando si trova a malpartito, elimina le convenzioni. Se ha freddo brucia anche il tavolino e mangia in piedi. Fa fuori tutto quello che non serve. Si accorge che se hai fame, del  superfluo puoi fare a meno. Viviamo in case enormi. Una casa a dimensione umana è quella dove puoi raggiungere quel che ti occorre, senza spostarti dalla sedia.”

E i cacciatori? E la caccia?  Peccato che venga così bistrattata. E' vita! E' voluttà. Ha segnato la sua vita, in montagna, fra camosci e forcelli. “Difficile – dice senza ipocrisie – quando ero ragazzo senza esperienza, fermarsi di fronte a un camoscio, anche se avevi già fatto il tuo.” Lo imparò, in tre a caccia, lui suo padre e un compagno di battute, con un camoscio per uno già all'attivo, quando non resse alla tentazione di sparare al secondo. Il padre – inflessibile – l'obbligò a portarne due, costringendolo a fare la spola fra una croda e l'altra, sfinito dalla fatica e sempre più consapevole della sciocchezza che aveva commesso. “Ma di fronte a una decina di  forcelli al canto, era difficile fermarsi, era difficile...”, confessa, nel tentativo di insegnare che oggi, se c'è qualcuno da proteggere, questo è l'uomo, che dissociato sempre più da un'esistenza in stretta sintonia con la natura, rischia di pagare per tutte le scelte scellerate che ha maturato in questa dissennata corsa a circondarsi di cose che perlopiù non servono.

Predicatore eretico, in un tempo e in un luogo in cui fortunatamente non mandano più né al patibolo né al rogo, questo montanaro che rifiuta la modernità, questo scalpellino che anima la pietra della sua ribellione folle, attinta a piene mani dai suoi Dostojevsky, Tolstoi, Cervantes, e che tutti noi vorremmo avere il coraggio di professare, birra alla mano, come un'invettiva lancia una promessa: nel suo prossimo libro racconterà la caccia, nella sua essenza, umana e esistenziale. Salvifica, naturalmente.

Anche per scongiurare la fine del mondo “storto”.
Ne leggeremo delle belle.


P. Ermini

15 commenti finora...

Re:CORONA L'ERETICO

l'altro giorno, invece, è stato molto esplicito, poi si è impegnato a descrivere la caccia e i suoi molteplici valori positivi nel suo prossimo libro. vedremo...

da Glauco M. 10/05/2011 14.48

Re:CORONA L'ERETICO

Più che titubante......a me francamente sembrò contro.....forse sbaglio anch'io

da Nato cacciatore 10/05/2011 14.41

Re:CORONA L'ERETICO

Io ho sempre ammirato Corona,ma in una trasmissione sulla caccia mi sembrò un pò troppo titubante sulla necessità dell'attività venatoria al mondo di oggi anche se non rinnegò il suo passato di cacciatore..forse,però,mi sbaglio

da NASO 10/05/2011 14.23

Re:CORONA L'ERETICO

Scusate, quest'ultimo commento non era diretto qui, e nemmeno mi spiego come diavolo ci è finito.

da Nato cacciatore 10/05/2011 12.34

Re:CORONA L'ERETICO

CORONA e' UN GRANDE SCRITTORE E COME TUTTI I VERI GRNADI NON HA BISOGNO DI NASCONDERSI DIETRO ALLE IPOCRISIE

da francesco 10/05/2011 12.09

Re:CORONA L'ERETICO

dai fromboliere, fatti vivo...

da giggi 10/05/2011 11.40

Re:CORONA L'ERETICO

é vero NATO CACCIATORE me lo stavo chiedendo anche io dove è finito FROMBOLIERE......la redazione ne sà qualcosa.....?

da max1964 10/05/2011 10.23

Re:CORONA L'ERETICO

Un grande...

da Hunts 09/05/2011 19.53

Re:CORONA L'ERETICO

con qeusta frase Corona conclude il suo ultimo libro," la fine del mondo storto". Noi cacciatori constatiamo ogni giorno quanto si attuale questa affermazione, ascoltando le castronerie che provengono dal mondo urbano animalambientalista.

da Bekea 09/05/2011 13.56

Re:CORONA L'ERETICO

Tutto il rispetto e l'ammirazione per Corona.....se queste cose le dice uno di noi, e beh!!............ma se a dirle e lui, è vangelo

da Nato cacciatore 09/05/2011 13.44

Re:CORONA L'ERETICO

Corona e' un artista vero e un uomo vero, molto distante dai "signorini" urbanizzati con la puzzetta sotto il naso, che spesso sono solo degli pseudo-intellettuali, che definiscono "civilta' " una inettitudine tale da non essere capaci neanche di tirare il collo al pollo o di ammazzare il coniglio.

da Fabrizio 09/05/2011 13.18

Re:CORONA L'ERETICO

Frombo è da tempo che non ti leggo, come mai?? Un saluto fraterno

da Nato cacciatore 09/05/2011 13.01

Re:CORONA L'ERETICO

e la cultura rurale di cui tener conto è quella di corona, non quella delle multinazionali o delle produzioni inensive. cultura fatta di sudore, di stetto collegamento col territorio, gente genuina (oggi anche preparata) che intende la filiera corta come logica di mercato. tutto il resto è business, compreso chi ne fa strumentale retorica. e alla fine annoia...

da r. califfi 09/05/2011 11.48

Re:CORONA L'ERETICO

anche a me corona piace ,che,che se ne dica almeno dice cose con un significato , poi le puoi condividere oppure no ma sono comunque vere

da tony 09/05/2011 11.16

Re:CORONA L'ERETICO

COMUNQUE CORONA A ME PIACE, E HO LETTO QUASI TUTTI I SUOI LIBRI. MI RILASSANO, E SI MEDITA.

da LELE 09/05/2011 9.53