Deroghe: non è una missione impossibile


martedì 26 aprile 2011
    
Deroghe non è una missione impossibile Anche nella passata stagione venatoria si è ripresentato in modo dirompente in molte Regioni d’Italia il problema del prelievo venatorio in deroga (applicazione dell’art. 9, comma 1, lett. a) e c) della Direttiva Uccelli n. 79/409/CEE (oggi direttiva 2009/147/CE).

Dando per assodato che tale vicenda, la quale prosegue ormai da molti anni, ha definitivamente assunto dei connotati squisitamente politici più che tecnici, cerchiamo di comprendere dove e come intervenire per ricondurre l’intera questione su di un livello più oggettivo e ancor più rispondente al dettato della Direttiva stessa.

Per altro questo oggi è un problema tutto “italo - italiano” atteso che, seppure i contenziosi giuridici con la Corte di Giustizia europea abbiano interessato praticamente tutti o quasi gli Stati membri, sempre in riferimento alla corretta applicazione delle prescrizioni della Direttiva “Uccelli”, dopo la stesura della nota Guida interpretativa sulla caccia per una corretta applicazione della Direttiva medesima, le cose in Europa sono profondamente mutate.

E’ tuttavia accertato che, relativamente al prelievo in deroga, gli altri Paesi che lo utilizzano hanno incontrato difficoltà e ostacoli molto minori rispetto a quanto è avvenuto e avviene in Italia anche se vi è una differenza sostanziale nell’oggetto della deroga: in Italia la deroga viene prevista per prelevare specie, nel corso della normale stagione venatoria, non comprese nell’elenco di quelle cacciabili e utilizzando un mezzo consentito per la caccia (fucile); negli altri Stati membri, solitamente la deroga concerne invece specie cacciabili ma rese prelevabili al di fuori della stagione venatoria oppure con mezzi diversi dal fucile (reti, sostanze collanti, particolari trappole).
In questo contesto si inserisce anche la “deroga” recentemente concessa a Malta per consentire, seppur in modo rigorosamente codificato e contingentato, la tradizionale caccia primaverile a quaglie e tortore, a dimostrazione del fatto che il principio di derogare ai dettati della normativa comunitaria è tutt’altro che inapplicabile.
Il ricorso allo strumento della deroga non è dunque “privilegio” italico, bensì risulta ampiamente diffuso – e non avrebbe potuto essere diversamente – nell’intera Unione.
Cosa possiamo fare per cominciare a ridurre i motivi di contestazione così diffusi in Italia, pervenendo finalmente a un’applicazione serena o quanto meno non continuamente rimessa in causa, di questa importante opportunità che la Direttiva offre?

Altri, ben più competenti del sottoscritto in campo tecnico-giuridico, hanno già recentemente riepilogato le vicende “giudiziarie” relative all’applicazione del prelievo in deroga nel nostro Paese e quindi non tornerò sull’argomento.

Voglio, invece, limitarmi a sottolineare alcuni principi generali che, a mio avviso, potrebbero se correttamente applicati, farci uscire una volta per tutte dalle secche in cui oggi siamo purtroppo arenati.
Parlando, si badi bene, delle deroghe di cui all’art. 9, comma 1, lett. c) – perché per il controllo delle specie che arrecano danni alle attività agricolo - zootecniche ci troveremmo invece nell’ambito delle deroghe di cui alla lett. a), per le quali le previsioni della Direttiva sono, ci si passi il termine, meno complesse – sei sono i principali punti da tenere in considerazione:

1) assenza di soluzioni alternative soddisfacenti;
2) specie prelevabili;
3) periodi di prelievo;
4) piccole quantità prelevabili per specie;
5) soggetti autorizzati al prelievo;
6) sistema di controllo dei prelievi.

Tutti devono essere resi aderenti al dettato della Direttiva “Uccelli”, riducendo al minimo i rischi di contrapposizione o incompleta applicazione della stessa, ma contemporaneamente garantendo a tale prelievo il più alto livello possibile di praticabilità, a tutela delle tradizioni e costumi delle aree interessate.

Come azzerare o perlomeno ridurre in maniera significativa tali rischi? Facendo in modo che i sei punti precedentemente elencati trovino una traduzione pratica rigorosa, senza voli pindarici ma nemmeno rinunciando a priori a quanto di ragionevole si potrebbe ottenere.
 
In parole povere:

  • deve essere dimostrata l’assenza di soluzioni alternative soddisfacenti, perché se ve ne fosse anche una soltanto, la deroga non troverebbe fondamento in una esigenza sostituibile con altro (ma questo per le deroghe in base alla lettera c) dovrebbe essere un falso problema atteso che si tratta di rendere possibile il prelievo di alcune specie, cosa che di per se non ha alternative soddisfacenti);
  • le specie da individuarsi devono godere con certezza di un favorevole stato di conservazione, sulla base dei più recenti dati scientifici a disposizione;


  • i periodi devono essere mirati preferibilmente sulle decadi della migrazione post-nuziale di ciascuna delle specie interessate dalla deroga;


  • le piccole quantità devono essere calcolate a livello nazionale, sulla base dell’1% del tasso di mortalità naturale delle singole specie (che può giungere fino al 5% per quelle il cui status di conservazione sia NON SPEC secondo la classificazione internazionale), per una successiva ed equa ripartizione tra le Regioni interessate a prevedere la deroga;

 

  • i soggetti da autorizzarsi devono avere un manifesto ed effettivo interesse, per motivi di tradizione e cultura locale, al prelievo delle specie in deroga, per non appesantire inutilmente il numero delle autorizzazioni le quali farebbero inevitabilmente lievitare anche il calcolo degli uccelli da prelevarsi con le conseguenti difficoltà che ciascuno intuisce;


  • il sistema di controllo deve essere chiaramente indicato, sia in merito ai Corpi di vigilanza che lo effettuano sul territorio nel periodo in cui la deroga è concessa, sia per un efficiente e costante monitoraggio dell’andamento dei prelievi.


  • Per altro tutte le competenti Istituzioni devono tener conto del fatto che alcuni recenti provvedimenti regionali, sia in forma di legge sia in forma di atto amministrativo, hanno superato “indenni” il vaglio dei TAR e del Consiglio di Stato e quindi non si capisce, da un punto di vista tecnico-giuridico, cosa impedisca di assumere atti di analoga impostazione.

Evidentemente si ha la riprova che il problema deroghe è tale solo da un punto di vista politico.

Rimangono comunque aperti due altri grandi problemi: il primo è la posizione dell’ISPRA (ex INFS), pregiudizialmente contrario a questo genere di prelievo venatorio; il secondo è quello dell’imparzialità o terzietà dei giudici, il quale però si configura quale elemento non affrontabile in questa sede, esprimendo ricadute sociali ben più rilevanti che non rispetto all’attività venatoria.

Per quanto riguarda l’ISPRA, già organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ora del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per la consulenza di Stato, Regioni e Province autonome in materia faunistico-venatoria, è dato oggettivo riscontrare come per diversi anni si sia espresso in materia di deroghe  con una sorta di “non parere”, ossia dichiarando di non possedere sufficienti dati per il calcolo delle “piccole quantità” prelevabili per ciascuna specie soggetta a deroga ai sensi della lett. c) del succitato art. 9 della Direttiva (quello, per intendersi, che concerne i Fringillidi – fringuello e peppola – e altre specie come pispola, frosone e prispolone), giungendo così a dichiarare di non essere in grado di stabilire se i quantitativi definiti dalla Regioni interessate soddisfacessero o meno le condizioni previste dalla Direttiva stessa.

Tali “non pareri”, si sono in alcuni casi mutati in senso esplicitamente sfavorevole, denotando così un’evoluzione negativa della posizione dell’ISPRA, che comunque anche in precedenza non ha più fornito il supporto tecnico necessario.

La Conferenza Stato/Regioni sarebbe la sede teoricamente deputata alla definizione di un accordo tra le Regioni interessate alle deroghe (che tradizionalmente sono in numero limitato) e lo Stato per l’individuazione delle piccole quantità per specie a livello nazionale da ripartirsi poi tra le singole Regioni, che però da diversi anni (precisamente dal 2004 in poi) non è stata più convocata. Occorre inoltre che, pur a seguito di accordi, non si creino discrasie come già avvenuto in passato, ossia che tutte le Regioni coinvolte nell’accordo ne rispettino scrupolosamente i termini per non crearsi problemi le une con le altre.

Vi è poi il problema cronico dei dati scientifici di riferimento, ossia della scarsità di dati concernenti le specie che solitamente vengono sottoposte a regime di prelievo in deroga. Ciò discende anche dal “rifiuto” dell’ISPRA ad avviare una volta per tutte un serio programma di monitoraggio correlandosi con istituti omologhi degli altri paesi europei.

Per questo è importante che anche il mondo venatorio si attrezzi in proposito non limitandosi a raccogliere direttamente propri dati, cosa che in parte già si fa, ma ottenendone la validazione scientifica collegandosi a realtà europee come OMPO, per poterli portare utilmente in discussione in sede istituzionale.

Quindi per una risoluzione definitiva del problema, occorre e occorrerà agire su diversi fronti e soggetti, nell’ambito però di una strategia complessiva cui partecipino, ciascuno per la propria parte e competenze, lo Stato e le Regioni.

Lo Stato deve farsi parte diligente nei confronti dell’UE, rivendicando la correttezza dell’art. 19-bis della legge n. 157/92 nei confronti del dettato della Direttiva “Uccelli” e provvedere e formalmente all’integrale recepimento nella legge n. 157/92 della Guida interpretativa sulla caccia della Commissione UE, per conferire alla medesima un valore giuridicamente pregnante.

Lo Stato, inoltre, deve provvedere a convocare annualmente la Conferenza permanente con le Regioni e le Province autonome, per i doverosi accordi preliminari su specie e quantitativi prelevabili ed intervenire sull’ISPRA, affinché tale istituto abbandoni posizioni politico-ideologiche che da statuto non gli appartengono, tornando a esercitare l’importante ruolo tecnico che la legge n. 157/92 gli affida, soprattutto incrementando gli sforzi per la raccolta di quei dati troppo spesso definiti carenti o mancanti.
Le Regioni devono provvedere all’istituzione, al finanziamento e all’attivazione degli Osservatori (o Istituti) faunistici regionali, per un concreto contributo alla raccolta di dati sull’avifauna migratoria in cooperazione con l’ISPRA, ed impegnarsi in sede di Conferenza permanente con lo Stato a giungere ad accordi specifici e a tenervi fede.
 

25 commenti finora...

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

ti posso dire che in Franci cacciano il doppio delle nostre specie...quindi siccome molte specie di acquatici da noi non passano devono essere integrate specie del nostro passo...specie che il nostro caro stato membro guidato dal buon Ciampi si è dimenticato di inserire x accontentare frange estremiste anticaccia!!l'agricoltura non è immiserita ma semplicemente monocoltura il che non crea habitat a molte specie migratrici...ed è da che mondo è mondo che un buon posto da caccia lo si paga + caro di un semplice campo o monte che sia dove non c'è "passo"...diverso è invece il discorso della stanziale...dove il territorio e la gestione di atc...può rendere una buona zona oppure pessima a secondo del lavoro gestionale che viene fatto.

da fabio 30/04/2011 0.16

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

Qualcuno sa dirmi in quale altro paese d'Europa si caccia il fringuello, il frosone, la peppola, il prispolone, la pispola? Io ho capito, che a proposito della piccola migratoria, se la praticassimo solo da appostamento fisso, non ci sarebbe quasi alcun problema. Poi, visto che il "parco carne" in questi ultimi trent'anni è aumentato a dismisura (grazie ai cacciatori, ma anche alla legge che prevede circa un terzo di territorio non cacciabile, veri e propri serbatoi di ungulati, cinghiale soprattutto, ma anche di acquatici come nelle valli venete)gli appetiti sono aumentati, e un'agricoltura sempre più immiserita vede nella risorsa caccia organizzata (vendita di capi/trofei, capanni per colombi, tordi e botti per acquatici)una buona occasione per incrementare i fatturati. Come del resto fanno ovunque nel mondo. Ecco che sotto sotto, anche quelli che si professano nostri amici, puntano a una sempre più stringente privatizzazione. Altro che bella vita vagabonda.

da E. Barinson 28/04/2011 15.52

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

Sì infatti, sono d'accordo. Basterebbe un po' di buona volontà e le cose sarebbero semplici da realizzare. Ma pare che i governi siano specializzati nel complicare le cose semplici per avere poi una scusa per non riuscire a farle. E pensare che quando ho preso la licenza io i fringuelli, i passeri e gli storni erano ancora in calendario. Oggi nonostante lo storno e il fringuello siano abbondanti non sono più cacciabili se non in deroga. E' proprio una presa per i fondelli...

da Inforziato 28/04/2011 11.18

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

vedi se la pensassero come noi anche chi abbiamo ai vari governi su molte questioni non solo di caccia vivremmo meglio e più tranquilli. ti voglio dire che quando sono nato il 02/01/1965 mio nonno mi arrostiva fringuelli e verdoni poi prendeva il petto ed io ci succhiavo vicino quasi prima del latte materno quindi certe cose non le digerisco

da emiddio 28/04/2011 10.54

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

Emiddio: sono d'accordo con te che in altri Paesi si cacci più che da noi, e si cacci più liberamente, con meno complicazioni. Sono anche d'accordo che la soluzione migliore sarebbe qualla di avere un calendario di specie cacciabili dal tal giorno al tal giorno, e bella finita. Senza inutili complicazioni di deroghe e quant'altro. Purtroppo questa è la nostra situazione, e ci tocca fare di necessità virtù. Io caccio prevalentemente la stanziale con il cane, ma sono nato in una famiglia di migratoristi e la prima caccia che ho conosciuto è stata quella alla migratoria. Ancora oggi dedico delle giornate alla migratoria. Personalemente evito di usufruire delle deroghe, perché non mi piacciono le complicazioni, dover compilare carte e inviare continuamente rendiconti, né dover vivere la caccia nell'attesa che il tribunale sospenda, o che si raggiunga il tetto massimo di prelievo e la regione fermi le deroghe, con il pericolo di non venirlo a sapere in tempo. Capisco le esigenze dei migratoristi, e non ho nulla in contrario alle deroghe. Anche se preferirei, come dicevo, una caccia più libera come accade altrove.

da Inforziato 28/04/2011 10.48

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

caro amico inforziato ed altri ti fanno onore i tuoi pensieri ma la caccia è altro secondo menon si limita allo storno o al fringuello pensa alla migratoria tutta da noi si caccia in poco più di tre mesi in altri paesi per parlare come te si cacciano per 6 mesi e senza tante restrizioni se poi noi in italia dobbiamo esserre la riserva di caccia per la migrazione delle specie e farle cacciare da altri non credo che siamo daccordo io comunque mi arrangio a malinquore ma se sei appassionato di caccia con il cane certe cose non le digerisci tutti questi cianci non portano a nulla solo la chiusura della caccia pagare ed andare a piedi cordiali saluti

da emiddio 28/04/2011 10.11

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

Emiddio: le deroghe le attuano tutti i Paesi soggetti alla direttiva uccelli. Perché pensi che, ad esempio, in Irlanda, in Scozia, ecc. si cacci il colombaccio anche durante il periodo di nidificazione nonostante ciò sia proibito dalla direttiva uccelli? In Italia la competenza per l'attuazione delle deroghe spetta alle Regioni e non allo Stato. Per poter inserire una specie nell'elenco di quelle cacciabili e quindi toglierla dall'elenco delle specie soggette a protezione occorre che la decisione venga presa dall'Europa, almeno con riferimento al Paese che ne faccia richiesta. L'Italia non fa pressioni in Europa per inserire lo storno tra le specie cacciabili. Per cui spetta alle regioni far cacciare certe specie in deroga al divieto (questo è il significato di "deroghe"). Il fatto che ciò porti ad una differenziazione tra regioni che attuano le deroghe e regioni che non lo fanno, non è certo una colpa da imputare alle regioni che permettono le deroghe. Se ti trovi oltre il confine della regione che permette le cacce in deroga non puoi sparare alle specie in deroga. Anche perché esiste un sistema di monitoraggio dei prelievi che, almeno qui in Veneto, prevede la consegna di schede ripeilogative quindicinali alla provincia in modo che la regione abbia cognizione dei quantitativi prelevati in tempo reale, e quando il quantitaivo si avvicina al tetto massimo le deroghe vengono chiuse, anche se il periodo di caccia è ancora in corso. L'equiparazione della caccia in tutta Italia non dipende dalle regioni e le sperequazioni non vanno imputate alle deroghe, ma all'incapacità o alla non volontà di certe regioni di dare attuazione alle deroghe. In Veneto sono anni che si caccia in deroga, da ottobre a dicembre, e i provvedimenti di autorizzazione alla caccia in deroga sono sempre stati adottati entro l'inizio del periodo di caccia in deroga.

da Inforziato 28/04/2011 9.21

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

a tutti quelli che sono daccordo con le deroghe voglio chiedere se sono ad un confine di regione o di provincia dove vige la deroga ad una o più specie io cosa faccio li sparo oppure li debbo solo guardare forse io non ho gli stessi diritti che avete voi? per fare le deroghe perdono almeno tre mesi di discussioni ed alla fine la caccia si è chiusa pensate a fare le cose importanti equiparare la caccia in tutta italia e se possibile ad i paesi a noi confinanti dove si caccia non si discute di deroghe

da emiddio 28/04/2011 8.52

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

della legge vanno cambiati i quantitativi credo sia la stessa cosa x la Delibera...lo storno è un problema (al sud) di "confusione" con lo storno nero...poi al nord ad esempio in Lombardia 2 anni or sono era stato lasciato fuori x lasciare posto ad altra specie...anche qui siamo succubi di mentalità del "non esagerare"ma si sappia che la Direttiva non pone limite al numero di specie...

da cele 27/04/2011 21.33

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

Cele: sì, infatti il TAR quest'anno non ha sospeso la delibera fino al giudizio. Ogni anno la impugnano sempre per gli stessi motivi, penso che anche il TAR ormai si sia reso conto che i ricorsi sono pretestuosi. Anche perché la Regione lavora bene, nel senso che cerca di parare le mosse avversarie non distaccandosi dalle modalità che ormai hanno avuto il vaglio dei tribunali e sono state ritenute legittime. L'unica cosa che varia sono magari le specie (quest'anno c'era il frosone se non sbaglio), però il prelievo viene previsto sempre con le stesse modalità e negli stessi termini che ormai si è visto che non sono attaccabili. Penso che questa sia la strada giusta, almeno fino a che qualche governo non deciderà di chiedere all'Europa la reintroduzione in calendario di specie migratrici che oggi possiamo cacciare solo in deroga alla direttiva, tipo lo storno la cui protezione europea, francamente, è un paradosso.

da Inforziato 27/04/2011 18.42

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

la stagione 2010/11 il TAR del Veneto non ha applicato la sospensiva...anche a Brescia non è stata applicata (mi sembra x il numero delle giornate di caccia)..potrebbe (x il momento)essere un buon segno...poi concordo in pieno che con la legge regionale non in contrasto con la 157 sia il massimo.

da cele 27/04/2011 18.27

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

Cele: la Regione Veneto ha adottato per la maggiore delle delibere di giunta per consentire la caccia in deroga. Che puntualmente sono state impugnate dai soliti (lac, lav, ecc.). Però il ricorso è stato sempre respinto dal TAR Veneto, a parte forse una volta. Qualche anno fa aveva attuato le deroghe con legge regionale. Anche quest'anno era intenzione utilizzare la legge regionale, però alla fine si proceduto con delibera. Le Regioni ci provano, ma c'è una sentenza della Corte Costituzionale che non lascia spazio a dubbi interpretativi a mio avviso, e secondo la quale lo strumento della legge regionale non è utilizzabile. Se si approva la legge e poi il Governo la impugna (e questo governo si è dimostrato, nella persona del Ministro Fitto, piuttosto propenso ad impugnare le leggi sulla caccia) la bocciatura della Corte è quasi certa. L'unico sistema è quello di rispettare i parametri, di fare richiesta di parere all'ISPRA, di attuare un sitema di monitoraggio del prelievo, di concedere quantitativi massimi inferiori ai parametri di mortalità naturale,ecc. Pare che il sistema finora adottato in Veneto abbia consentito di far superare alle delibere il vaglio del TAR. Tuttavia io spero che si giunga ad un'abrogazione o quantomeno a una riformulazione del sistema di controllo governativo che è previsto adesso. Perché è chiaro che non si può lasciare in vita un sistema che espone i cacciatori a rischi e li costringe a continue ricerche di informazioni per sapere se il giorno seguente le deroghe sono ancora aperte o se invece il TAR ha sospeso l'atto, e se poi il ricorso è stato rigettato o accolto; senza contare che i tempi tecnici delle impugnazioni vanificano il provvedimento della giunta anche se poi il ricorso è respinto (i TAR prima sospendono e poi decidono dopo mesi, cioè a caccia ormai chiusa, oppure a dicembre, quando ormai sarebbero a scadere i termini di prelievo in deroga previsti dalal delibera).

da Inforziato 27/04/2011 16.38

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

x inforziato hai espresso tutto alla perfezione e tecnicamente corretto.La Regione Lombardia ha già approvato e richiesto la modifica del 19 bis...ci vorrà tempo e non è certo che venga attuato ma nel frattempo sarebbe un gesto apprezzabile la Delibera di Giunta vada come vada...nei ultimi tempi anche il TAR non si appropria di Sospensiva e questo fa si che si riesca a cacciare in deroga x i tempi stabiliti.Ora una domanda che spesso mi pongo:se tutto ciò detto è dannatamente vero e tecnicamente ineccepibile,com'è che la Regione Veneto caccia in deroga ininterrottamente da oltre 10 anni??

da cele 27/04/2011 13.17

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

X Fabrizio: di sicuro lo strumento della legge regionale sarebbe preferibile. Anche perché una legge regionale deve passare dalla discussione in consiglio regionale, per cui al vaglio pure dei consiglieri contrari: sarebbe quindi lo strumento più democratico in assoluto. Inoltre perché, come dici tu, la legge regionale non è impugnabile davanti ai giudici amministrativi, e quindi è un atto a forte carattere di certezza del diritto. Tuttavia nessuna regione, a rigor di legge, potrebbe normare le deroghe con legge regionale. Il 4° comma dell'art. 19-bis della legge statale 157/92 (proprio quell'articolo che disciplina le deroghe), prevede un articolato meccanismo per l'esercizio governativo del potere di annullamento degli atti regionali in materia di deroghe. Sembra nulla, a leggerlo. Ma nelle pieghe di questo macchinoso sistema di annullamento dei provvedimenti regionali (il Min. Affari Regionali inoltra proposta al Presidente del Consiglio; di concerto con il Min. Ambiente e previa delibera del Consiglio dei Ministri, annulla il provvedimento regionale dopo aver diffidato la regione) è implicito il divieto di usare la legge regionale. Perché la legge regionale può essere impugnata dal Governo solo di fronte alla Corte Costituzionale. Il Governo non può, di propria autorità, annullare una legge regionale. Per poter far funzionare il meccanismo dell'art. 19-bis comma 4, occorre che l'atto regionale da annullare non sia una legge, ma un altro tipo di provvedimento. Ecco perché si usa la delibera di giunta per normare le deroghe. Delibera che, ovviamente, è impugnabile al TAR. Quello che limita la possibilità di esercizio delle prerogative regionali, che limita l'autonomia regionale nella scelta dello strumento normativo più idoneo da utilizzare, è questo comma della legge quadro. Per cui, al di là dei proclami e delle buone intenzioni, non è possibile normare le deroghe con legge regionale, a meno che questo comma non venga abrogato.

da Inforziato 27/04/2011 11.19

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

Ed io che sono un semplice lettore cacciatore di questo sito cosa potrei fare? Questi problemi credo che esistano da tempo,ed io mi chiedo,come mai coloro che sono ai vertici di aavv e la politica stessa non si sono mai occupati delle ingiuste restrizioni che ci toccano anno dopo anno? e poi mi chiedo il perchè noi cacciatori non siamo guidati per una vera rivolta di massa a Roma per far valere i nostri diritti,visto che siamo rappresentati da incompetenti scaldasedie? Io credo che tutto questo un giorno si potrà risolvere solo se in CACCIA AMBIENTE troveremo della gente onesta che con convinzione presenterà questi problemi al governo magnaccio.

da Adamo 26/04/2011 20.38

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

fringuello storno cacciabili in tutta italia le multe europee sono solo bufale inventate come scusanti..svegliatevi cacciatori

da andrea 26/04/2011 20.14

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

x mirco castellani credo intenda x dati scientifici studi fatti da osservatori e convalidati da OMPO...caro Marco il problema politico è risolvibile solamente lasciando perdere le provincie lombarde che non vogliono le deroghe!!..solo così si può contare su meno ostruzione...tecnicamente il Veneto dimostra oltre alla volontà dei veneti stessi che le motivazioni sono plausibili...resta solo il nodo "dati scientifici" dove la responsabilità va data all'ISPRA....quindi il tutto va imputato alla questione politica

da cele 26/04/2011 15.39

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

in puglia lo storno deve essere cacciabile da ottobre fino a fine febbraio,ci fa troppi danni!!! e non è x niente in estinsione!!!

da beretta390 26/04/2011 15.30

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

per ricerche, castellani probabilmente intendeva quelle esperite da istituti scientifici, con la collaborazione volontaria dei cacciatori, visto che all'ispra ancora si perdono nell'indagine sull'occhiocotto ballerino. i tesserini comunque,aldilà di qualche irresponsabile, sarebbero una fonte documentale importante per sfatare i catastrofismi a cui spesso si accodano dalle stesse nostre fila, vedi arcicaccia quando si aggregò alla canea che denunciava un'inesistente minaccia di "caccia selvaggia". ma qui, per i dati dei tesserini, sarebbe responsabilità delle regioni (+ATC), che si perdono invece in ricerche spesso fine a sè stesse su specie e realtà di secondaria importanza, rispetto al bisogno di sfatare baggianate.

da mirco s. 26/04/2011 14.52

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

molte amministrazioni regionali giocano sull' ambiguita' e emanano delibere che -sanno benissimo- vengono poi impugnate coi motivi piu' pretestuosi dai nostri nemici. LE DEROGHE DEVONO ESSERE STABILITE MEDIANTE LEGGE REGIONALE (non impugnabile di fronte ai TAR) uniformemente per tutto il territorio regionale. E' SOLO UNA QUESTIONE DI VOLONTA' POLITICA.

da Fabrizio 26/04/2011 14.50

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

xdattiunaregolata non intendevo dire di sparare ai fringillidi ma di non fare leggi locali come ben noto si sono fatte deroghe per queste specie voglio dire o si cacciano o non si cacciano ma in tutta italia poi in europa si pratica la caccia in modo e tempi diversi solo da noi ci sono tasse esagerate controlli zero vedi la posta e territorio chiuso oltre il 70% considerando le aree urbane non mi sento un dio ma sono un cacciatore da sempre ho 46 anni e vado a caccia che camminavo appena ed i fringillidi si cacciavano . adesso da più di 10 anni non pago e vado solo con i cani e qualche volta mi arrangio .si continuano a prendere con le reti caro amico siamo in italia che per fare uno .... c'è bisogno di un parere. con rispetto

da emiddio 26/04/2011 12.46

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

x vittorio 66 i resserini si compilano solo in italia e non hanno attendibilità nel fornire dati scientifici nel calcolo delle mortalità naturale (1/5%)avrebbero valenza dati forniti da osservatori se dovessero avere convalidazione da OMPO...x questo è stato chiesto a tutte le aavv aderenti a FACE italia un contributo di 0,7 centesimi di euro x ogni associato (da detrarre dalla quota associativa)ma a parte l'associazione del Presidente Castellani nessun'altra intende aderire.

da cele 26/04/2011 12.18

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

certo che da cacciatore leggere una affermazione come questa."Per questo è importante che anche il mondo venatorio si attrezzi in proposito non limitandosi a raccogliere direttamente propri dati, cosa che in parte già si fa, ma ottenendone la validazione scientifica collegandosi a realtà europee come OMPO, per poterli portare utilmente in discussione in sede istituzionale." è ridicolo la stragrande maggioranza di colleghi cacciatori compila i tesserini segnando non la realtà degli abbattimenti , ma quello che la legge gli consente di abbattere. Ho personalmente visto abbattere specie protette , o esemplari in sovrannumero , mentre non ho mai visto compilare con scientificità un tesserino. E vorremmo che i dati prodotti da noi fossero utilizzati dal mondo scientifico? Ma per favore , lasciamo la scienza come lavoro agli scienziati, e la caccia come svago ai cacciatori.

da vittorio66 26/04/2011 11.05

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

forse emiddio non sai che fringilli e passeracei in genere in Europa - in tutta Europa, mi pare - non sono oggetto di caccia. Probabilmente, visto che ti consideri mezzo dio, vedi di far funzionare l'altro mezzo e fai tu il miracolo. Ma io ci credo poco. Una volta si prendevano (anche con le reti) uccelletti di vario genere, oggi non più. Non so se è un bene o un male, ma poichè bisogna convivere in una società più vasta (siamo ormai cittadini del mondo) bisogna trovare una sisntesi che accontenti tutti. Non vorresti mica anche tu tornare agli statarelli preunitari?

da dattiunaregolata 26/04/2011 9.56

Re:Deroghe: non è una missione impossibile

ma al posto di fare le deroghe non è meglio fare una legge nazionale. il fringuello o altre specie oggetto di deroghe è uguale in tutta italiaoppure volano in modo diverso da regione a regione dimenticavo i dialetti perdete del tempo e denaro dietro le stronzate

da emiddio 26/04/2011 9.21