Divagazioni per una rivoluzione culturale


lunedì 9 agosto 2010
    
Giuliano Incerpi Alla faccia di chi ci vuole male, tanto per andare sull'ormai consolidato slogan televisivo, anche quest'anno ci ritroviamo alla vigilia dell'apertura.
 
Poteva andare meglio, la 157 non è ancora stata riformata, ma poteva andare anche peggio. Certe campagne di stampa piene di menzogne, alimentate a dismisura dallo sguaiato starnazzo di oche da strapazzo, hanno fatto sì che tutto il nostro impegno di cacciatori sia stato adoperato per ristabilire un minimo di verità. Speriamo che i prossimi mesi siano più ricchi di buone notizie.
 
La prima, che nessuno potrà censurare, è che andremo a caccia con la speranza nel cuore. La seconda è che a questa speranza vogliamo con determinazione collegarci l'augurio che finalmente, sopiti i bollenti spiriti delle frange più esagitate, ristabilita un minimo di equità su come stanno le cose anche in fatto di normative presenti e future, si possano affrontare i nodi di una congiuntura che stenta a mettere a fuoco i problemi veri che ci preoccupano. E non è certo con la revisione dei tempi di caccia  e delle specie cacciabili che li risolveremo. 
 
Il nostro problema principale è quello di trovare un'intesa con l'opinione pubblica. Non è vero che il novanta per cento degli italiani vorrebbe chiudere la caccia. Sciocco chi lo dice, sciocco chi ci crede. Sciocco, o forse in malafede, anche chi sventola lo spauracchio del referendum. Che peraltro, cambiati gli attori, alcuni del tutto singolari e fuori ruolo, non mira alla chiusura della caccia, ma alla sua PRIVATIZZAZIONE. Niente di male, se la cosa la si guarda da una prospettiva europea o planetaria.
 
Quasi ovunque, la caccia è privatizzata. Ma da noi no. E' quasi un secolo, ormai, che in Italia  pratichiamo questa passione antica come il mondo, sulla base di un principio che rende giustizia sia  ai cacciatori (oggi, con gli ATC, veri e propri – se non unici – gestori del patrimonio faunistico e ambientale) sia agli agricoltori, che fra aree protette, aziende di produzione, fondi chiusi, rimborsi, distanze regolamentari e limiti di varia altra natura (vedi ZPS) possono    andare ragionevolmente soddisfatti.
 
Tuttavia, sarebbe sciocco pensare che i problemi della caccia possano trovare soluzione solo facendo i conti in casa nostra. Non è così, purtroppo. Il mondo è cambiato. Se prima eravamo solo noi a frequentare boschi montagne e  campagne, oggi dobbiamo condividere queste nostre gioie anche con altri fruitori. E soprattutto, nell'era della telematica, anche chi sta comodamente seduto in poltrona davanti al televisore si sente in diritto di dire la sua sulle cose del mondo, compreso sulla salvaguardia dell'ambiente e sul benessere della fauna selvatica. Sta a noi, quindi, che in campagna sappiamo cosa c'è e come funziona, che per il benessere della fauna selvatica ci adoperiamo più di chiunque altro, sta a noi far sapere agli altri, agli sprovveduti che bevono anche le peggiori fandonie televisive, che non siamo come ci descrivono, che prima di quella fucilata che può inorridire qualche anima candida,  c'è un impegno e una dedizione che nessun'altro profonde in egual misura a vantaggio di quella ricchezza di selvaggina che in molti ci invidiano e di cui tutti, cacciatori e non cacciatori, andiamo fieri.
 
Non c'è dubbio. I nostri avversari sono più bravi di noi a usare i moderni strumenti della comunicazione. E spesso lo fanno in maniera vigliacca. Facendo apparire la caccia come il peggiore dei mali sulla terra. Ovviamente, noi lo sappiamo, non è così. Il problema, però, è farlo capire. E noi, ancora non ci siamo riusciti. O almeno, loro, gli altri, sono stati più capaci di noi a far prevalere le loro stupidaggini. A volte con la complicità della politica, a volte con l'aiuto di quinte colonne. A volte, purtroppo, anche grazie a nostri maldestri comportamenti.
 
Come fare, allora? Chi lo sa! Le vie della comunicazione sono infinite. E l'efficacia della cura purtroppo si misura solo dal risultato. Se l'obiettivo è stato raggiunto, vuol dire che abbiamo fatto la scelta giusta. Se invece è andata male, vuol dire che abbiamo perso tempo e sprecato risorse.

Quello che non dobbiamo fare, è ormai chiaro!, è continuare a litigare fra di noi. E a dare fiato a tutti coloro che fomentano divisioni, o che professano la volontà di una unificazione, sì, ma secondo i propri principi, le proprie soggettivissime aspettative. E soprattutto, in una società aperta, che nonostante residue e pelose velleità di imbrigliare e orientare l'informazione  può contare sempre di più nella cosiddetta “rete”, che non ha  né distanze né barriere.
 
Cerchiamo fra di noi il massimo punto di condivisione, consolidiamolo, mettiamo da parte gli elementi di contrasto e presentiamoci uniti sul principio (primo e unico: il diritto alla caccia) e su poche o tante cose concrete nel confronto con i nostri interlocutori: la società nel suo insieme, articolata nelle sue specifiche espressioni. Le rappresentanze politiche, le categorie (gli agricoltori prima di tutto), l'opinione pubblica. Usiamo linguaggi consoni al momento.
 
Nessuno, tranne noi, è in grado di capire certe rivendicazioni bollate come corporative. Tutti saranno in grado di capire che se ci sono i caprioli è perchè noi abbiamo provveduto con rigore e impegno a far si che ci fossero. Se passano ancora le anatre, è perchè le nostre aree palustri sono curate da noi, tutto l'anno, non solo nella breve, brevissima stagione di caccia. Anche quelle in cui la caccia non viene esercitata. Se i colombacci e i tordi svernano, non è per merito degli anticaccia, ma grazie a una gestione continuativa del territorio, grazie della collaborazione fra cacciatori e agricoltori.
 
C'è bisogno, anche, diciamocelo, di rinverdire le nostre schiere. Contrariamente ai sondaggi, la statistica, aldilà del paradosso di Trilussa, non è un'opinione. Abbiamo bisogno di giovani. Tanti. Tantissimi. Abbiamo bisogno di un nuovo modo di interpretare la società. L'opinione generale, si sa, è orientata non solo dalla qualità dei cervelli, ma anche dalla quantità degli stessi. In Italia, forse per problemi di origine sociale, più della metà dei nostri concittadini è di genere FEMMINILE.
 
Per ora, a caccia,  abbiamo si e no un tre per cento di donne. Se guardiamo agli Stati Uniti, il paese a società avanzata, moderna, per antonomasia, sono una donna ogni quattro. Basta affacciarsi su Facebook per rendersene conto. Abbiamo bisogno di gente che sappia utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione, non solo come strumenti, ma per quello che di innovativo, rivoluzionario, essi rappresentano nella comunicazione, nel linguaggio, nel modo di vivere. Siamo il paese col maggior numero di telefonini, ma siamo ancora indietro quanto a personal computer. Soprattutto, i nostri cacciatori sono fra i meno rappresentati nella schiera di coloro che ordinariamente frequentano la rete. Abbiamo bisogno di elaborare un nuovo pensiero. Che sappia almeno capire le ragioni di tanta avversione e riesca a elaborare metodi e argomenti non solo per controbattervi, ma che sia anche in grado di anticipare certi orientamenti ostili.

C'è bisogno, quindi, di vivere nel moderno, per sostenere la nostra cultura, le nostre tradizioni, il nostro modo di essere.
 
Un suggerimento, anzi due.  Perchè le nostre associazioni venatorie non istituiscono una TESSERA  JUNIOR (magari unitaria, in quella prospettiva da tutti auspicata)  da assegnare senza limiti di età ai minori di sedici anni, figli e nipoti di cacciatori o di  simpatizzanti della caccia, collegandovi un progetto educativo, alternativo alle baggianate di profilo disneiano? Perchè, sempre per favorire un percorso unificatorio, le stesse associazioni non provano a individuare una tessera GIOVANI, unica, per cacciatori sotto i trentacinque anni, al fine di favorire un ricambio nella classe dirigente (quando sarà il momento, per carità, senza minacciare la poltrona di nessuno) con personale che nel frattempo si abitui a elaborare politiche al passo con il secolo?

Big Hunter, che anche quest'anno per l'apertura presenta un nuovo bellissimo catalogo che coniuga sapientemente tradizione e innovazione, cultura e tecnologia,  persegue da tempo, da alcuni anni anche col portale www.bighunter.it,  gli obiettivi richiamati in questi modestissimi appunti. Sarebbe bello che a questo impegno si affiancassero forze e volontà largamente diffuse.
 
Giuliano Incerpi
che invia un cordialissimo in bocca al lupo a tutti.

 


35 commenti finora...

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Sono pienamente daccordo con te, per la carica vitalizia io mi riferivo ad alcuni senatori a vita, che io non concepisco l'utilità, se dobbiamo ragionare in termini di risparmio non vedo l'utilità di quasi 1000 persone che si trovano al Parlamento Italiano e al Senato della Repubblica, insieme a porta borse, segretari/e, per poi trovarsi a fine mese con uno stipendio faraonico, mentre il cittadino Italiano che è Sovrano deve campare con 900,00 euro al mese ed è fortunato se le prende ogni mese. Tutto questo mi fa incazzare di brutto, ma voglio dire: ci vuole tanto a raccogliere delle firme e fare un referendum contro lo stipendio e bonus privilegiati dei nostri rappresentanti? ma perchè non mettiamo uno stipendio fiso per i signori politici di 1000 euro al mese, vediamo chi si candita! e poi facesero almeno il loro dovere rispettando i programmi elettorali, manco quello, chi ci doveva difendere da ingiustizie e cattiva pubblicita ci ha voltato le spalle e abbraccia aperte ci dicono non abbiamo potuto fare niente, scaricando il barile uno sull'altro dando la colpa a quello e all'altro, uscendo dalla scena con eleganza disinvoltura politica, che vergogna! mi schifo pure a scrivere e a parlare di questi signori Onorevoli Politici, andasero a scaldare le poltrone altrove e lasciasero il posto dirigenziali a coloro che sanno dirigere e non a coloro che pensano dove acquistare qualche villa in qualche località da nababbo. Viva L'Italia, a dimenticavo la cara Ministra Brambrilla e le sue ultime sparate sul Palio di Siena, Udite, Udite!Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, contro i palii: "Se la Catalogna ha rinunciato alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio". Il ministro ha precisato che "occorre valutare tutti palii, anche quello di Siena, per calcolare quanti maltrattamenti e morti di animali ci sono state", ed ha annunciato che è stato costituito un comitato ad hoc per eseguire uno "screaning"

da Francesco 16/08/2010 18.45

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Caro Francesco, purtroppo la durata in carica non è vitalizia, ma i compensi si, come tu ben sai oltre ai lauti stipendi, (e non i mille euro al mese) e questo già scoraggerebbe fortemente le candidature, come giustamente fai notare, bastano pochissimi anni di legislatura, sufficienti a far maturare pensioni da nababbi, altra prerogativa da abolire da parte del popolo "sovrano"

da Nato cacciatore 16/08/2010 11.46

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » (Articolo 1 della Costituzione Italiana) L’articolo 1 fissa in modo solenne il risultato del referendum del 2 giugno 1946: l’Italia è una repubblica. I caratteri che distinguono la forma repubblicana da quella monarchica sono soprattutto due: L’elettività La temporaneità delle cariche pubbliche. L’accesso ad esse non avviene per ereditarietà e per appartenenza dinastica, ma, appunto, per elezione, e la durata in carica non può mai essere vitalizia (se si esclude il caso particolare dei pochi senatori a vita) ma limitata ad un tempo fissato dalla legge, si tratti del Sindaco di un piccolo Comune o del Presidente della Repubblica. Diventa chiaro, in questo modo, anche il significato etimologico della parola repubblica: lo Stato non è un patrimonio familiare e dinastico che si possa trasmettere ereditariamente come un bene qualsiasi, ma è invece una "res publica", appunto una cosa di tutti. Coloro che sono temporaneamente chiamati a svolgervi un importante ruolo di direzione politica non ne sono i proprietari, ma i servitori. E, per converso, i governati non sono sudditi, ma cittadini che devono essere messi in condizione di esercitare la loro sovranità. Per questo l’articolo 1 stabilisce il carattere democratico della repubblica. Con esso, conformemente all’etimologia del termine democrazia (dal greco: demos, popolo e kratìa, potere), si intende che la sovranità, cioè il potere di comandare e di compiere le scelte politiche che riguardano la comunità, appartiene al popolo. È naturale che un simile ruolo non possa essere esercitato in forma arbitraria. L’inciso “nelle forme e nei limiti della Costituzione” sta a indicare proprio questo fatto. Facciamo una legge dove i politici Italiano devono prendere uno stipendio di 1000 euro al mese vediamo chi si candita?

da Francesco 16/08/2010 4.40

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

ricorda nerone, che i sorci mangiano senza il permesso di nessuno, e se gli chiudono un buco, entrano dall'altro. è così che dobbiamo iniziare a pensare. 700000 cacciatori in meno? bene! 700000 bracconieri in più. alla faccia dei cornuti!

da robin di Locksley 15/08/2010 19.29

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Mi associo all'augurio, rane e sorci, vivi e morti, ciechi e sciancati, stanno portando la caccia al punto di non ritorno. Più ne sparisce, meglio è. Ma l'esperienza dice che per un sorcio morto, mille ne restano.

da Nerone 13/08/2010 9.59

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

X LITTLE ROBIN : Il topo e la rana Favola di Fedro Il topo e la rana Il topo per poter attraversare più facilmente un fiume, chiese aiuto alla rana. La rana con un filo lega ad una delle sue zampe di dietro uno dei piedi anteriori del topo. Quando a nuoto furono arrivati a mezzo del fiume, la rana, tradendo la parola data, si tuffò sott'acqua e si trascinò dietro il sorcio. Morto il sorcio venne a galla e ondeggiava sui flutti. Il nibbio che volava adocchiò la preda: strappò il topo e insieme portò via la rana che era con esso legata. La perfida, che col tradimento aveva attentato alla vita dell'altro, trovò insieme la rovina anche lei e fu distrutta. Coloro che nuocciono ad altri periscono (a loro volta). da: Fedro Auguri

da claudio 13/08/2010 1.30

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

brava giusy, di lavoro ce n'è da fare.

da rampichin 12/08/2010 16.46

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

non sempre e sufficente fare bei discorsi manca la cultura e forse è sempre mancata diamoci da fare ....fa piu rumore una foresta che cade che un albero che cresce siamo solo il 3% non importa se facciamo sentire in un modo compatto la ns voce e garantito che lo sappiamo fare...........

da giusy.. 12/08/2010 13.26

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Disse il lupo all'agnello: tu mi sporchi l'acqua. No, rispose l'agnello. Io sto a valle. E allora il lupo: ma tuo padre mi insultò. E se lo mangiò. Più o meno, così Fedro. Se si guarda alla politica italiana di oggi, senza scendere nella caccia, il linguaggio, le argomentazioni, i personaggi sono quelli che sono. E non è un caso. Sono lo specchio delle nostre virtù. E delle nostre miserie. Purtroppo. Indichi la luna, e ti guardano il dito. Pensano all'oggi, e non si curano del domani. Ancora c'è qualcuno che pensa al domani. Ma sempre più solo. Auguri

da Little Robin 12/08/2010 8.19

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Bravo Giuliano tutto bene meno una! Non puoi difendere e sponsorizzare Dall'olio perchè ti ha sistemato tuo genero,Dall'olio non ne azzecca una tra poco ci farà chiudere la caccia.Suvvia lo sai anche tu è senza"Arte ne Parte"è un Figuro.In bocca al lupo

da claudio 12/08/2010 1.49

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Mon Dieu! Mio caro Giuliano! Quando sento "rivoluzione culturale" mi si drizzano i (pochi) capelli in testa. E chi dovrebbe essere "il grande Timoniere"? Un politico, Dall'Olio? Mah. Qualcuno dovrebbe ricordarsi che "la rivoluzione non è un pranzo di gala..." Speriamo. Speriamo soprattutto che non ci facciano un po' di culturismo: nel senso del "viaggio di una supposta". Comunque, in bocca al lupo anche a te! Felice

da Felice Modica 11/08/2010 20.26

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Anche per colpa della base dei cacciatori che la caccia in Italia finirà,per i più appassionati cioè quelli che hanno la caccia nel sangue(come me) la caccia gia è finita da alcuni anni.

da valentino88 11/08/2010 18.43

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

effetivamente mi da l'impressione che se cambia possa solo peggiorare!

da l.p. 11/08/2010 16.39

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

SI continua a scrivere a sproposito che la 157 è sempre quella. In realtà è stata modificata più volte in diversi periodi (19bis con le deroghe nel 2002, finanziaria 2004 coi periodi liberalizzati per la caccia di selezione agli ungulati, quest'anno con la legge comunitaria....). Visti i risultati meno si cambia meglio è !

da Jerome 11/08/2010 15.49

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

etrusco: quali sarebbero le associazioni toscane?

da verremaremmano 11/08/2010 13.18

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

AMICI MOSTRIAMO CHE LE PALLE NOI LE ABBIAMO PER L'ANNO PROSSIMO NON VERSIAMO NEMMENO UN EURO NIENTE VERSAMENTI NE ALLO STATO NE ALLE REGIONE E VEDIAMO COSA SUCCEDE VEDRETE CHE QUALCOSA SI MUOVE RIPOSIAMO I FUCILI PER UN ANNATA POI VEDREMO FORZA PALLE PALLE PALLE QUESTO DOBBIAMO FARE111111111111111111111111

da enrico livorno cacciatore accanito dal 1964..,, 11/08/2010 11.42

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Giusto, Silvia, questa è una storia tutta italiana. E per la caccia è ancora più attuale visto che i giovani scarseggiano. Ma il mondo sta cambiando, cambiano i sistemi di organizzazione e i giovani, anche se pochi, hanno davvero la possibilità di farsi sentire, se ne hanno le qualità.

da Pietro B. 11/08/2010 7.36

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

bel discorso Giuliano!..ma pensare che le associazioni possano far qualcosa UNITE mi sembra una grande utopia..tanto piu' per favorire il ricambio della classe dirigente!!clientelismo, nepotismo, favoritismo....mica sono morti!!!

da silvia 10/08/2010 19.58

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Il futuro è il ricambio generazionale. E' educare. E' vivere e poter passare un testimone. Un esempio ? Ecco cosa riescono a fare nel tanto vituperato mondo della fede calcistica. Chi ha un futuro davanti e chi invece morirà consumato lentamente si vede da queste piccole cose: www.genoaclubforchildren.org

da grifonenero 10/08/2010 18.54

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

la nostra è una grande arte,come credo lo sia la pesca.(pero" li va tutto bene soprattutto al ristorante)quello non è di tutti?www la caccia e ringrazio mio padre x l arte che mi a lasciato nel cuore.

da Da lele 10/08/2010 16:25 10/08/2010 16.31

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Gli estremismi contrapposti fanno parte del gioco. Noi abbiamo i seguaci di Berlato e quelli di Veneziano. Fortunataamente abbiamo la stragrande maggioranza che sta al centro, con tutte le diversificazioni dovute alla ricchezza e alla diversità dei nostri ambienti e del nostro clima, e delle culture che ne conseguono. Cerchiamo di convergere al centro, con più entusiasmo e con più equilibrio, tenendo presente che sul territorio e nella società non ci siamo solo noi. Le associazioni toscane avevano proposto un nuovo percorso per la riforma della 157. Sarebbe ancora una strada percorribile, se tutti ci diamo da fare.

da Etrusco 10/08/2010 11.29

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

anticaccia..di norma la "roba",tutta indistintamente sia animale,vegetale,o materiale statico,è di chi la PAGA...e i cacciatori la PAGANO,tu NO!quindi TORNIAMO AI MARONI E VEDI DI NON ROMPERLI!!

da L.P. 10/08/2010 11.14

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

anticaccia: ma lo stabilimento balneare di legambiente a principina a mare le paga le concesioni? allora se nn è un diritto chiamare le ruspe! facci vedere quanto pagano 1000 riservenaturali in italia che hanno attività diverse che si definiscono autofinanzianti. diritto=legge nello stato di diritto ci sono le leggi!.... o giuste o sbagliate noi le rispettiamo, per questo nn disturbiamo e se dobbiamo contestare nn rompiamo le palle altrui!

da verremaremmano 10/08/2010 10.17

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Appunto caro anticaccia ti rispondi da solo:la fauna è di tutti compresi i cacciatori!!!

da NASO 10/08/2010 10.11

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Anticaccia, ho sentito dire che per intrometterti nelle nostre conversazioni, ti danno una mancia. E' vero? Quanto ti danno? Fammi sapere, magari possiamo fare una colletta, ti diamo la mancia doppia e così tu vai a rompere le pelotas da qualche altra parte !!!

da Gimessin 10/08/2010 9.48

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

appunto, una concessione, non un diritto!!!! una concesione che non dovrebbe essere fatta!!! e la fauna è di tutti, non è roba dei cacciatori! tutti hanno il diritto di dire la propria e di fare valere le proprie opinioni, quindi anche di perseguire l'abolizione della caccia!siete voi che non dovete rompere i maroni agli animali!

da ANTICACCIA 10/08/2010 9.42

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

arieccolo!!.....il sig.aboliamo tutto!!la caccia è una concessione che ci da lo stato(ed è praticata in tutta europa e in tutto il mondo)...,quindi lo stesso ci da il permesso di farlo,quindi siamo in regola,quindi non rompere i maroni!

da l.p. 09/08/2010 23.40

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

MA QUALE DIRITTO ALLA CACCIA!!!!SONO GLI ANIMALI CHE HANO TUTTO IL SACROSANTO DIRITTO DI VIVERE, DI ESSERE LASCIATI IN PACE, DI STARE IN SANTA PACE!!!!non stà nè in cielo nè in terra che vengano perseguitati dai cacciatori!!!

da ANTICACCIA 09/08/2010 23.30

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Una Passione senza ricambio generazionale è una passione morta. Non faremo la fine delle boccie o dei collezionisti di francobolli. Non vogliamo essere nicchia, ma protagonisti. I Cacciatori italiani hanno ancora voglia di vivere o solo di continuare il lamento inesorabile ed infinito ???

da grifonenero 09/08/2010 21.35

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

Una Passione senza ricambio generazionale è una passione morta. Non faremo la fine delle boccie o dei collezionisti di francobolli. Non vogliamo essere nicchia, ma protagonisti. I Cacciatori italiani hanno ancora voglia di vivere o solo di continuare il lamento inesorabile ed infinito ???

da grifonenero 09/08/2010 21.35

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

concordo tutto,e penso che se smettessimo di curarci solo del notro orticello si sarebbe alla metà dell'opera.Purtroppo siamo aflitti da un male tipicamente italiano ...quando la mia pancia e' piena ...chi se ne frega degli altri ! basta con le divisioni , cosi' facciamo il loro gioco !! ...l'obbiettivo e' comune a tutti noi !...

da roby pt 09/08/2010 17.05

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

CONTRACCAMBIO GLI AUGURI, AVANTI SEMPRE COSI'.

da GIAN 09/08/2010 16.22

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

CONDIVIDO IN PIENO QUELLO CHE HA SCRITTO,DOVREMO FARE SEMPRE DI PIU PROSELITISMO TRA I GIOVANI IO PROVO A FARLO E CI SONO RIUSCITO AD AVVICINARE QUALCHE GIOVANE E APPASIONARLO ALL'ARTE VENATORIA.MA CERTAMENTE FARO TESORO DI QUELLO CHE LEI A SCRITTO GRAZIE DANIELE.

da DA DANIELE ROVIGO 09/08/2010 15.41

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

la stampa sul suo sito animalista "la zampa ha lanciato un sondaggio, copio e incollo l'attuale risultato. LaZampa<<<<<<<>>>>>>> Palio sì, Palio no<<<<<<<>>>>>>>> Il ministro Brambilla vuole abolire le feste con gli animali: «Basta crudeltà». Siete d'accordo? [2771 voti totali] Sì, sono una tradizione superata (1491) 53% No, impossibile rinunciare al loro fascino (1280) 46%

da Nato cacciatore 09/08/2010 12.49

Re:Divagazioni per una rivoluzione culturale

parole sante, sper che le associazioni leggano tutto ciò.

da marco bigozzi 09/08/2010 11.42