CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO


lunedì 1 febbraio 2010
    
Marco CastellaniNon sono un sociologo rurale e non possiedo certo gli elementi scientifici per dissertare adeguatamente sul difficile tema dei rapporti e delle differenze tra “cultura rurale” e “cultura urbana”, ma ritengo che la “cultura rurale” - a differenza della “cultura urbana” - essendosi basata e sviluppata da un modello di società prevalentemente agricolo, sia caratterizzata soprattutto dalla consapevolezza dei “valori” e delle “verità” più semplici e naturali sul corretto rapporto con l’ambiente, nonché sulla razionale utilizzazione delle sue risorse - animali compresi - senza false ipocrisie o concezioni “disneyane”.

Ciò implica la consapevolezza del fatto che anche la morte fa parte della vita (pure di noi uomini), che la vita di un uomo ha un valore “diverso” da quella di un animale (senza per questo che siano implicati aspetti religiosi o ci si possa arrogare il diritto di maltrattare gli animali), che esistono predatori e prede, animali selvatici e animali di allevamento, che c’è un tempo per nascere ed uno per morire, così come c’è un tempo per seminare ed uno per raccogliere.

Consapevolezza che nella vita degli uomini, così come del resto in natura, nulla è facile o dovuto e tutto è frutto di impegno, di fatica, di lotte, sacrifici ed anche di sofferenze, che sono poi le cose che - a noi uomini con il dono della ragione -dovrebbero far apprezzare il valore vero di ciò che si è riusciti ad ottenere in cambio.

Per questi motivi anche la caccia, così come altre attività, tradizioni, valori e culture, peraltro fortemente integrate tra loro, era un tempo – neanche troppo lontano – parte normale ed indiscussa di un modello di società agricolo - rurale dove nulla vi era di male nell’usufruire razionalmente delle risorse naturali, nel rispetto di poche e chiare regole dettate da Madre Natura prima ancora che dal Legislatore.

Purtroppo questo modello sociale è stato messo ad un certo punto in crisi, nel suo complesso, dall’affermarsi di un processo di sviluppo sempre più concentrato a livello urbano, dove questi valori e verità, tutte le consapevolezze prima elencate, tendono purtroppo a perdersi.

Ciò è accaduto ed accade nonostante le aree rurali restino maggioritarie sia in termini di diffusione territoriale sia di popolazione rispetto ai poli urbani, perché purtroppo non riescono più a “fare tendenza”, soverchiate dall’incredibile “peso” assunto dalla cultura cittadina, dalla sua pressante capacità di comunicazione, dai mass media che ci propinano sempre più le regole “urbane” del mondo del business, della finanza, della moda.

Mondi dove, in realtà, l’unica regola è che non ci sono regole, dove spesso la virtualità ha sostituito la realtà, dove tutti sono pronti a tutto pur di continuare a crescere, dove tutti vogliono una vita facile, dove le cose sono pretese, dove sono andate in crisi la famiglia e suoi valori, dove i giovani si rincoglioniscono in discoteca, dove di naturale non c’è più niente e ti puoi aspettare che sia la gazzella a sbranare il leone, alla faccia dei “valori” veri e della vera sostenibilità dello sviluppo.

Mondi dove si cerca di non pensare e di non parlare della morte, dove si preferisce “ignorare” queste verità, nascondendosi nell’illusione di una immortalità da conquistare con trucchi appropriati, siano essi cosmetici o futuribili manipolazioni genetiche che richiedono il superamento di un limite che – almeno a mio avviso – l’uomo non dovrebbe mai superare. Con il risultato di non saper dare più valore alla vita, soprattutto a quella umana, e quindi violenza e morte vengono spesso dispensate in modo assurdamente gratuito.

Mondi che per crearsi un alibi e mettersi a posto la coscienza hanno partorito prima l’ambientalismo e poi l’animalismo, fallimentari parchi e oasi mentre tutto il resto del territorio viene sacrificato senza riguardi.

Mondi dove sembrerebbe non esserci più spazio per ciò che è naturale, compresa la caccia.

Uso il condizionale perché credo e spero si possa davvero fare qualcosa per recuperare.

Il punto è quello di favorire un processo di ritorno dell’opinione pubblica italiana alla consapevolezza dell’importanza reale di mantenere vivi e vitali – pur in un contesto ambientale e socioeconomico profondamente cambiato – i valori fondanti della nostra storia e della nostra natura di uomini come parte integrante di un sistema di regole naturali che, volenti o nolenti, possiamo anche non comprendere in tutte le loro complesse sfumature, possiamo anche a livello personale non condividere, ma che tutti dobbiamo accettare e rispettare.

E qui sta la vera sfida del mondo venatorio italiano: riavvicinare la caccia all’opinione pubblica rendendo visibile la sua vera essenza, il suo vero volto, con la sua vera veste e con le sue vere funzioni, cancellando la coltre di preconcetti, falsità e strumentalizzazioni di cui è stata vittima sino ad oggi, dimostrandone invece la dignità, l’utilità ambientale, sociale ed economica.

Dimostrare che la caccia non rappresenta affatto un “tabù” o una “vergogna”, ma piuttosto una risorsa, una opportunità per l’ambiente e per la collettività, e che essere cacciatori vuol dire anche lavorare concretamente per un ambiente migliore, per essere tra la gente, per la gente, per essere tutti cittadini migliori.

Per raggiungere questo  obiettivo bisogna però affrontare la questione in modo indiretto, in termini più generali, tornando a far riconoscere ed accettare la caccia come parte integrante di quel mix di valori, culture e tradizioni, che non sono “residuati” di un passato che non può più tornare, ma che restano i pilastri fondanti anche di un presente e, soprattutto, di un futuro che tutti vorremmo migliore.

Io credo che - per altro - questo processo di ritorno ad una maggiore consapevolezza ed attenzione ai temi legati ai veri problemi posti dall’attuale modello sociale di sviluppo sia già in atto. Dobbiamo sfruttarlo, cavalcarlo assicurandogli una giusta regia, una guida.

Lo dimostrano, a mio avviso, tanti segnali che ultimamente si sono colti al riguardo: a parte gli sfegatati animalisti ed anticaccia ed i falsi sondaggi che spacciano, la maggioranza dell’opinione pubblica ha più volte già dimostrato - non certo di comprendere - ma di saper ricollocare i termini della “questione caccia” nella loro reale dimensione rispetto ai veri problemi del Paese, dove economia, occupazione, sanità, sicurezza ambientale ed alimentare, ecc., rappresentano le vere priorità e sfide della nostra società.

Nella definizione di questo nuovo modello di sviluppo, basato sulla valorizzazione della ruralità e delle sue espressioni culturali e tradizionali, il mondo venatorio deve svolgere un ruolo da protagonista, utilizzando proprio questi argomenti nella sua comunicazione con la società e non lasciandoli diventare, come già successe in passato, patrimonio esclusivo del mondo ambientalista.

Parte del mondo ambientalista, infatti, tende sempre a strumentalizzarli a suo favore, aggiungendo immotivatamente anche la caccia alla lista dei “cattivi” da combattere.

Ma io credo che tutto questo da soli, anche in una ottimistica e quasi utopistica prospettiva di unità del mondo venatorio, non si possa fare. L’esperienza ce lo insegna: molto si è tentato di fare ma poco si è ottenuto.

Occorre sancire vere e strategiche alleanze mirate.

Sia benvenuto, quindi, il neo coordinamento per la difesa della cultura rurale, ma ancora io credo ciò non sia sufficiente.

Le alleanze devono avere delle priorità e dei soggetti privilegiati con cui svilupparsi.

Abbiamo - prima di tutto - la necessità di rafforzare e ufficializzare un percorso (già invero avviato) ma in modo molto più pragmatico e operativo con chi più di tutti incarna la cultura rurale che vogliamo difendere (e con essa l’ambiente, la fauna, la flora, l’agricoltura e il territorio): il mondo agricolo.

Mondo agricolo che, tra l’altro, può offrirci anche un riferimento per le azioni da impostare al fine della rilegittimazione della caccia. Il mondo agricolo, infatti, è da anni particolarmente attento e molto attivo in termini di iniziative concrete sul territorio e di comunicazione esterna, su molteplici tematiche di carattere ambientale e sociale che, pur essendo strettamente correlate alle esigenze tecnico-economiche delle imprese che rappresenta, sono di grandissimo interesse anche per tutta la società.
Che fare allora, in concreto, subito.

Dobbiamo inserirci nel circuito virtuoso che il mondo agricolo ha già attivato proponendoci come nuovi partner attivi e collegati ai temi di interesse collettivo, assolutamente evitando che i loro unici alleati continuino ad essere le rappresentanze organizzate del mondo ambientalista. Dobbiamo, dove possibile, collegarci alle iniziative che già vengono realizzate e soprattutto proporne di nuove e più specifiche sui temi della gestione del territorio e della collaborazione agricoltori/cacciatori.

Sono convinto che così facendo risolveremmo anche il cronico problema dell’accesso ai mezzi di informazione e quindi della difficoltà di comunicazione esterna che da sempre ci assilla e caratterizza. Avremmo, infatti, assicurata una adeguata visibilità - che oggi è quanto mai necessaria - perché fare senza comunicare e rendere visibile quello che si è fatto equivale a non fare niente. E questo ce lo insegna proprio la cultura urbana che vogliamo combattere.

Quanto agli argomenti e le iniziative da proporre le idee non ci mancano, ma questa è tutta un’altra storia. Personalmente sono anni che sostengo tali necessità e qualcosa ho anche cercato di realizzare in proposito con alterne fortune.

Credo sia ora che a muoversi in questa direzione sia tutto il mondo venatorio.

So che molti cacciatori - tutti grandi appassionati come me - sono più orientati a pretendere subito questi riconoscimenti, ma a loro rivolgo l’invito a riflettere sul fatto che quello che per noi è già giusto e scontato oggi, è da far divenire giusto e scontato per tutti. Allora avremo vinto.
 

37 commenti finora...

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

proprio tu parli 30_06,che sei di sinistra ??? PRODI faceva le leggi e i suoi partiti di governo scendevano in piazza x manifestare contro se stessi !!!

da JO 68 08/02/2010 12.55

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Se la mia 30_06 funzionasse come funzionano i ragionamenti di questo qui, l'avrei già portata a rottamare. Mi domando spesso se c'è un test di selezione per reclutare questi personaggi...

da SERGIO BERLATO 07/02/2010 23.01

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Ognuno vada al colosseo quando gli pare. Ma questa storia che chi non aderisce alle adunate della Caretta non ama la caccia ha un po' scocciato. Se eleggere certa gente ha significato poi dover andare a manifestare, allora delle due l'una: o gli eletti hanno preso voti con promesse che non potevano mantenere, o i voti son serviti e allora non c'è bisogno di manifestare .

da 30_06 07/02/2010 14.03

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Buongiorno,sono pienamente d'accordo con l'editoriale del sig. Castellani.

da TIBURZI 07/02/2010 8.59

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Mi raccomando amici,tutti a Roma il 9 Marzo,dobbiamo uscire dall'ombra,è una occasione storica da non perdere.Per quanto riguarda le nostre AAVV,ormai sono storia,dall'anno prossimo possiamo rivolgerci di persona ad alcune Assicurazioni e farci la nostra polizza risparmiando qualche euro,ed evitando di far ingrassare chi dovrebbe rappresentarci ed invece puntualmente ci volta le spalle. Niente di più semplice no?!?!?

da Marco(PE) 06/02/2010 23.41

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Si,va bene; ma se tutto questo bel discorso non fosse scritto solo qui ma anche, per esempio, su "Repubblica" o su "Il corriere della sera", di sicuro avrebbe una considerazione diversa che rivolto com'è, quasi esclusivamente, a degli addetti ai lavori.Forse riuscirebbe ad aprire quelle gabbie che racchiudono tanti cervelli catturati ancora giovani nelle scuole materne per assicurare voti e quant'altro a coloro i quali dell'ambiente e della fauna selvatica hanno fatto la ragione dei propri interessi.

da elio52 06/02/2010 21.26

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

INVECE CHE SCRIVERE FIUMI DI BELLE PAROLE SENZA DIRE NIENTE DI NUOVO E' MEGLIO APPOGGIARE LA MANIFESTAZIONE DI ROMA SE VOGLIAMO TENTARE DI OTTENERE QUALCOSA....E PENSARE CHE L'ANUU VUOL DIFENDERE I CACCIATORI STANDO AFFACCIATO ALLA FINESTRA ASPETTANDO L'EVOLVERSI DEGLI EVENTI...MA FATEMI IL PIACERE!!!!!!

da RUFFO 06/02/2010 20.23

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

i nostri dirigenti sono incorreggibili. Berlato avvisa, e minaccia, che il documento unitario fra le associazioni venatorie del Veneto è superato. Peccato, per una volta che su un obiettivo concreto (le elezioni regionali) potevano essere tutti d'accordo, ecco che il politicante di turno mette i piedi nel piatto. Fra l'altro non si capisce, leggendo il documento, il perchè - se è superato - ci sia stato qualcuno che non ne condivideva i principi da sottoscrivere. Meglio di così cosa si vuole? O si deve credere che in campagna elettorale c'è qualcuno che vuole le mani libere per sparare sugli altri? Andiamo bene, andiamo.....

da Fabio Boso 06/02/2010 14.39

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

sig. CASTELLANI BELLE PAROLE MA LE NOSTRE ASSOCIAZZIONI SONO COME GLI ULTRAS DEL CALCIO MEGLIO PICCHIARSI CHE DARSI LA MANO

da ILARIO 05/02/2010 19.23

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

avatar 2 avatar 1 avatar zero .....booooooom è partito il missile per marte, quando arrivi vai rompere il cazzo ai marziani ( occhio che sono verdi ) a cuccia ambientalisti. LEGA E SAMPDORIA

da gianni cacciatore genova 04/02/2010 22.05

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Signori miei,la manifestazione di Roma non sarà un fiasco,come certi dirigenti briganti si auspicano,e purtroppo anche dei semplici cacciatori ,mal informati,lo ripeto per l'ennesima volta uniti si vince,in una squadra di calcio non importa chi fa gol,l'importante è che la squadra vinca. Perciò bando alle ciance e tutti a Roma a difendere la nostra magnifica passione,una cosa è certa noi del Veneto saremo talmente tanti da far tremare Roma,spero che le altre regioni facciano la stessa cosa,non ascoltando le chiacchiere di certi dirigenti,forza ragazzi andiamo a difendere la più bella passione del mondo dopo la gn...... ciao a tutti Claudio De Paoli

da Claudio De Paoli 04/02/2010 14.43

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

xCLAVA63: scusami il ritardo, sono stato distratto: chiunque è libero, per sua scelta di stare dalla nostra parte, mentre cacciamo, non è richiesta alcuna tessera! semplicemente chi lo fa, lo faccia per propria libera scelta e quindi rinunci fin da subito a rompere le palle. ATC palinate!: all'interno di questi territori si esercita la libera caccia dal mese tale al mese tal altro escluso i giorni di mart. e ven.

da Fromboliere 04/02/2010 13.44

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

per breton 66. se tuo nonno era cacciatore, tuo padre e tu pure e se anche tuo figlio lo diventerà con tutti gli uccelli che avete ammazzato è normale che rimarra solo il silicio da mangiare

da avatar2 04/02/2010 12.52

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

In Italia non si può affrontare un problema con serietà (la riforma della caccia per non farla sparire) e allora si inventano una sorta di partitella "scapoli" contro "ammogliati". "Città contro campagna", sperando di distogliere la nostra attenzione dalla realtà di una classe politica incapace di andare incontro alle esigenze dei cittadini/cacciatori che non chiedono niente di più che poter cacciare come si fa nel resto d'Europa, senza vincoli ideologici.

da lucas 04/02/2010 9.54

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Sicuramente la cultura rurale ha dato la possibilità ai nostri avi di realizzare qualcosa, forse poco ma è stato realizzato. Oggi la cultura urbana, con buona pace delle associazioni animal - ambientaliste sta permettendo la distruzione del territorio rurale in nome dell'enrgia rinnovabile. Sono pugliese e penso che fra 20 anni i nostri figli mangeranno il silicio dei pannelli fotovoltaici che stanno invadendo il nostro territorio. Mio nonno era cacciatore, mio padre era cacciatore, io sono cacciatore e spero che mio figlio continui su questa strada.Un saluto a tutti.

da breton 66 04/02/2010 7.43

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Complimenti

da Lucio Parodi 03/02/2010 23.26

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Fromb sei terribile, pensi veramente che non potremmo far ricredere nessuno, io sono abbastanza fiducioso: per esempio ci sono le "buone forchette" che potrebbero passare da questa parte della tua trincea..... per esempio,rifletti. Saluti.

da clava63 03/02/2010 23.07

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Fa veramente strano, ora, leggere questo editoriale quando nella home page, poco più sotto, c'è il comunicato dell'Anuu che non aderisce alla manifestazione in difesa della cultura rurale...la vita, grazie a queste stranezze, mi diventa ogni giorno sempre più affascinante! :)

da massimo zaratin 03/02/2010 14.09

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Votate il sondaggio della lipu su Virgilio

da Claudio De Paoli 03/02/2010 8.13

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Per tentare d'ottenere qualche risultato occorrerebbe una UNICA associazione venatoria che ci rappresentasse in modo univoco, compatto, finalmente valido. Fintanto che la politica e le conseguenti associazioni l'avranno vinta, io, di speranze ne vedo ben poche. "Svincoli e sparpagliati" (come diceva Pappagone) non si va da nessuna parte. In ogni modo comnplimenti al vicepresidente ANUU dott. Castellani: il suo articolo è un estratto di buon senso.

da aldorin 02/02/2010 14.11

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

casomai si deve parlare di CULTURA RURALE e IGNORANZA URBANA..... e di un ambientalismo italiano, demagogico fino al ridicolo, che su questa ignoranza e' regredito verso la piu' ripugnante subcultura antiumana. Contrariamete a quanto affermano certi ciarlatani, in tutta Europa si caccia dall' eta' di 16 anni.....noi facciamo parte di un' altra Europa forse???

da Fabrizio 02/02/2010 11.16

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Ciao Zaratin, permettimi: la legge 157/92, nel suo insieme, ha creato profonde spaccature tra i cacciatori, forse l’unico intento che si prefiggeva, invece di andare a favore della caccia nel suo insieme, è stato proprio quello di andare contro i cacciatori; indirettamente è perfino riuscita a far peggio. Come legge, quindi prodotto politico, ha seminato nel nostro mondo un ulteriore scollamento, quello dell’ideologia politica, creando la tipica atmosfera rancorosa che oggi si distingue, praticamente, in ogni discussione che riguardi il nostro paese. La cultura rurale, intesa come vessillo riunificatore che ci possa riaccomunare in un’atmosfera ormai passata, avrà i suoi seri problemi. Come potremo convincere un’opinione pubblica distratta e superficiale, totalmente qualunquista, solo presa dalla paura di essere fucilata? La cultura rurale è ormai un fatto tecnico, che riguarda precisi gruppi professionali, anche la caccia fa parte di questi gruppi compartimentati. Per continuare ad esistere, continuo a ripeterlo, dove c’è caccia non ci potranno essere rompiscatole contrari ad essa. Noi da una parte, tutti gli altri dall’altra, in mezzo il filo spinato. Cercare di convincere l’opinione pubblica che si può passeggiare tranquillamente dove si esercita la caccia è tempo buttato. Ti saluto.

da Fromboliere 02/02/2010 11.06

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Ciccio...ci vogliono i soldi, ma nessuno è disposto a tirarli fuori ed ognuno vive nel suo tranquillo castello finchè può! Quando crollerà, se ne sarà già andato, magari all'estero!

da massimo zaratin 02/02/2010 9.48

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

la comunicazione è una cosa complicata. E' come la guerra, troppo importasnte per lasciarla fare ai generali. Ci vogliono leader di ben altra stoffa che i Berlato, gli Zarattin e veneti cantando. Lasciate perdere, avete già fatto abbastanza guai....

da ciccio 02/02/2010 8.47

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Se la strategia di difesa della caccia è quella di mettere cittadini contro abitanti della campagna allora i nostri "strateghi" ci stanno già scavando un'altra fossa mediatica, come il precedente autogol giornalistico del permesso per i sedicenni. Cambiate mestiere che di danno ne avete già fatto a sufficienza.

da Ghio 02/02/2010 8.24

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

POTA !!

da JO 68 01/02/2010 21.37

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Non c’è una parola del sig. Castellani che non sia condivisibile, così come le sono altrettanto quelle di coloro, molti e stimati, che si avvicendano nel proporre o stimolare una necessaria resurrezione e del’immagine del cacciatore e della cultura della caccia. Questi sono valori condivisibili solamente tra di noi, che li sperimentiamo e che li professiamo, ma quando dico ‘noi’ non posso, sebbene augurandomelo, riferirmi a quegli ottocentomila che noi dovremmo essere. E’ fuori di dubbio e non lo si capisce solo da queste ripetute esortazioni, purtroppo, che la caccia è in crisi, o meglio è in crisi la sua immagine, visto che poi ogni anno vengono venduti 18000 fucili a canna liscia. Questi fucili armano quindi un esercito, un esercito disfatto, da ricondurre nei ranghi. Un esercito a cui manca un generale, ma che in compenso ha migliaia di caporali.

da Fromboliere 01/02/2010 20.10

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Io andrei ancora oltre. Facciamo un'alleanza stabile con il mondo agricolo (sapendo bene, però, che questo dipende in toto dalle sovvenzioni) e con il mondo ambientalista più scientifico e meno avvitato sull'animalismo. I nostri nemici comuni sono il consumo di suolo, il mercato mondiale del cibo che obbliga ad un'agricoltura estensiva senza mosaico agricolo (le siepi e i filari di alberi accanto alle coltivazioni), il mancato rispetto dei deflussi minimi vitali nei fiumi, e tanto altro. Perché non può esistere una caccia ambientalista e amica del mondo rurale?

da max 01/02/2010 19.59

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Condivido in pieno l'articolo!!

da Alberto 01/02/2010 18.58

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Condivido quello che il sig. Castellani ha esposto ma nel nostro paese al punto in cui ci troviamo la strada rimane in salita,con le associazioni sfegatate che ci ritroviamo,nella maggior parte del resto d'Europa gli ambientalisti collaborano con il mondo venatorio perchè anno capito che per il mondo venatorio il motto è NIENTE AMBIENTE NIENTE FAUNA,in Finlandia ci sono paesi che quando apre la stagione venatoria chiudono le scuole per 15 gg. nella stessa Confederazione Svizzera che si trova nel cuore dell'Europa i cacciatori anno le ferie in stagione di caccia,nel nostro paese le persone che vivono negli alveari delle città e che non anno mai frequentato un bosco vedono la televisione e leggono i giornali che parlano spesso e volentieri contro il mondo venatorio,ormai è diventato una tendenza.

da martino 42 valtellina 01/02/2010 18.40

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Magnifico rilievo del sig.Castellani,ma condivido pienamente e mi associo al commento dell'amico francesco47. giuseppeC

da 87.10.15.122 01/02/2010 17.00

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

E non vinceremo

da Fromboliere 01/02/2010 15.50

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Questa inizia ad essere una vera strada da percorrere. Ci sarò. Silvano B.

da Silvano B. 01/02/2010 14.17

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Sig. Castellani tutto condivisibile ed auspicabile ma i fatti concreti chi dovrebbe farli. Secondo me le AAVV,le Associazioni Agricole ed Ambientali che riconoscono il ruolo anche sociale della caccia e se permette le istituzioni. La comunicazione di massa si fa attraverso le Televisioni e la stampa che è in grado di arrivare a tutti,poi per il nostro piacere abbiamo Caccia e Pesca TV di Sky,ma nessuno ha avuto il coraggio e la forza di inserire l'argomento caccia in tutte quelle trasmissioni che trattano di agricoltura,ambiente, alimentazione,flora e fauna,turismo e agriturismo,trasmesse da tutte le emittenti nazionali.Con l'impegno di tutti e trattando argomenti validi e di attualità credo che ci si possa riuscire anche perchè si potrebbero portare allo scoperto tutte quelle risorse intellettuali che amano la caccia che,come ha dichiarato qualcuno recentemente,sono molti nelle TV e nella stampa ma vivono come i cristiani al tempo delle catacombe.E' tempo che tutte le AAVV si mettano attorno ad un tavolo,assicurandosi che abbia tutte e quattro o più gambe,lasciando da parte gli interessi di bottega che,se la strada tracciata porta a risultati concreti,non saranno disattesi,magari cresceranno anche le adesioni di nuovi cacciatori.Datevi da fare,perchè al di là delle nostre giuste lamentele,se occorre il nostro appoggio lo avrete e lo abbiamo dimostrato.

da francesco47 01/02/2010 13.05

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Anche io, come Massimo, condivido quanto detto nell'editoriale, in particolare condivido quanto scritto nell'ultimo capoverso. Complimenti e cordiali saluti. Nino

da [email protected] 01/02/2010 12.45

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

..peccato che l'indiscussa bravura di Castellani non sia adeguatamente valorizzata. Speriamo che partecipi ai prosssimi incontri del Coordinamento nazionale per la difesa e la promozione della cultura rurale.

da SERGIO BERLATO 01/02/2010 12.43

Re:CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTO

Complimenti Castellani...condivido tutto! PS: Gli agricoltori ci sono ;)

da massimo zaratin 01/02/2010 12.00