Cinofili, cinologi e cinotecnici


lunedì 3 agosto 2009
    
Mario BiagioniE' stato uno dei crucci dell'ingegner Santarelli. “Una cosa semplice e spiegata bene – ripeteva - che stranamente non si capisce o non si vuole capire. E in più ci sono quelli che lo fanno apposta per farmi incavolare. Anche fra gli addetti le cose non vanno meglio, e neanche miglioreranno, lo sento”.
 
Purtroppo aveva ragione: di anni ne sono passati, ma spesso si continua a definire cinofili tutti coloro che si interessano del cane di razza pura. E' sbagliato.
 
Il cinofilo, dal greco Kynos e philos, significa semplicemente amico del cane, puro o bastardo che sia, mentre il cinotecnico è, appunto, il tecnico che si occupa di una i più razze. Propone gli standards o le modifiche, giudica nelle manifestazioni, e possiede profonde conoscenze sulle razze canine pure. Infine il cinologo è colui che si interessa delle razze canine e scrive sulle medesime anche su argomenti che non sono esclusivamente tecnici; quando invece li tratta, diventa un cinotecnico. E sarebbe anche bene che lo fosse sempre, ad evitare confusioni.
 
Da noi purtroppo ci sono sempre stati pochi cinotecnici e molti cinologi, che appena riescono a maneggiare una penna scrivono e dettano sentenze.
 
Il confronto poi con la stampa estera, salvo poche eccezioni, è imbarazzante. Molti degli articoli pubblicati sulle nostre riviste non si reggono tanto per il loro contenuto quanto per le foto, spesso neanche belle dal lato cinotecnico.
 
“Gli articoli non si guardano, diceva Santarelli, ma si leggono, e le foto o il disegno devono essere un completamento dello scritto e non soltanto un ornamento della rivista”.
 
E' vero, dopo ormai tanti anni, forse non è cambiato niente.
 

3 commenti finora...

Re:Cinofili, cinologi e cinotecnici

Al di là delle etichette, che pure sono importanti (la forma è sovente sostanza), la distinzione tra cinologo e cinotecnico può suonare come rigida chiusura corporativa. Gli articoli si leggono, non si guardano, siamo d'accordo. Allora, gli articoli occorre valutare, caso per caso, verificandone il rigore a prescindere da chi li abbia scritti. Piccolo esempio di cui ho scienza diretta. In diversi scritti sul cirneco dell'Etna, anche patrocinati dall'Enci, si fanno citazioni sbagliate di opere inesistenti (un "De Natura Animalium" è spacciato come di Aristotele, il quale non lo ha mai scritto). Il bello è che, anche evidenziando l'errore, non solo non lo si corregge, ma si persiste nel commetterlo... La cinofilia, la cinologia, la cinotecnia soffrono, in realtà di un male assai diffuso in Italia: il dilettantismo. Che è approsimazione spesso nascosta dietro insopportabile prosopopea.

da Felice Modica 10/08/2009 10.56

Re:Cinofili, cinologi e cinotecnici

mi trova perfettamente d'accordo nella definizione di cinofilo. Pasquale Avolio

da Avolio Pasquale 10/08/2009 8.34

Re:Cinofili, cinologi e cinotecnici

bisognerebbe comunque approfondire. Vorremmo saperne di più di cani, di razze, di standard, di gare e soprattutto delle vicende tutte italiane legate alla cinofilia ufficiale. Sembra invece che o per interessi o per indolenza nessuno ne voglia parlare. Perchè nessuno ci dice la ragione vera per cui all'Enci c'è un commissario? Perchè si sa poco di quello che succede in quell'ente e nel mondo canino in genere?

da senno-fonte 04/08/2009 12.12