Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione


martedì 26 aprile 2022
    
 
 
Lo scorso fine settimana, a Roma, si sono celebrati in pompa magna, alla presenza del Presidente Mattarella e del Ministro Cingolani, i "Cento anni insieme dei Parchi nazionali d'Abruzzo Lazio e Molise e Gran Paradiso".  Si è parlato ovviamente di "buone pratiche", ma anche di "criticità". I laudatores temporis acti sono stati, mi sembra naturale, il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, i presidenti e i direttori dei due parchi, ma anche fra gli altri Piero Genovesi, responsabile per la fauna selvatica di ISPRA, Antonio Nicoletti di Legambiente, Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia.  Molte chiacchiere, laudative, appunto, alcune anche fondate, ma sulle criticità si sarà di certo calcato la mano per evidenziare la poca attenzione alla conservazione della natura da parte della politica (nazionale e locale), la scarsità di fondi a disposizione (in buona parte impiegati a pagare gli stipendi) e i deficit di bilancio da colmare, anche se qualche parco nazionale (mosca bianca) per la verità vanta bilanci in pareggio.

Non ho dubbi che si sia parlato - a sproposito, come di solito - anche di caccia, per additare al pubblico ludibrio una attività buona per tutte le stagioni per fare da capro espiatorio, a giustificazione di tanti insuccessi, uno di stretta attualità, come l'esubero peccaminoso di ungulati:  cinghiali in particolare, ma non solo.   Io sono convinto, infatti, che la principale ragione di questi squilibri faunistici sia da individuare proprio e soprattutto nella gestione dei parchi e nella legge che ne regolamenta il funzionamento.  Chi se ne intende - non certo la donatella Bianchi, abituata a trattare di pesci (anche in cucina) - ma anche chi ha un briciolo di discernimento, capisce che quando un qualsiasi animale viene insidiato, è uso riparare in terreni off limits, i parchi e le aree protette, dove peraltro può mangiare a sazietà e procreare indisturbato. Cosa che è successa, almeno fino a quando - sempre a causa di questo animalismo da tre soldi che prolifica in Italia da più di mezzo secolo - non è ritornato messer lupo, non certo discendente di quell'esemplare ammansito da Santo Francesco, che non fa distinzione fra terreni al di qua o al di là delle tabelle.

Insomma, fino a che si consumeranno certe autocelebrazioni, non potremo sperare in una coerente amministrazione del nostro patrimonio naturale. Come invece fanno altrove, anche con l'aiuto del mondo ambientalista - e dei cacciatori! -  sia in Europa sia Oltreoceano.

E tornando ai parchi e alle aree protette, calzano a pennello certi moniti che echeggiano fuori confine: soprattutto in tempi di vacche magre, soldi pubblici ce ne saranno sempre meno. Sarà pertanto necessario agevolare i privati, proprietari e agricoltori, a investire non solo denaro ma pure in buone pratiche, per salvaguardare gli equilibri  fra ambienti e fauna selvatica. Non basta l'ecoturismo, serve un ripristino diffuso di aree adatte al passaggio e alla sosta controllata delle specie selvatiche. La caccia sarà sempre di più uno strumento anche remunerativo (o comunque che crea risorse aggiuntive) per tutta la filiera. Non me ne vogliano gli anticinghialai e anche i gelosi cinghialai, ma il cinghiale può passare rapidamente da problema a risorsa se qualcuno riuscirà finalmente a scoprire cosa fanno da sempre quasi ovunque nel mondo. Pur se, alla chetichella come al solito, anche diversi parchi nazionali integrano i bilanci con carne (viva) di ungulati, vendendoli a "imprenditori della caccia", che dopo più o meno blasonate cacciarelle ne cedono le gustose spoglie a  macellai, norcini, droghieri, ristoratori. Tutto questo, oggi, ormai codificato da protocolli di commercializzazione e sicurezza alimentare in diverse regioni del paese.

Vera piaga, invece, la mancata efficacia di controllo di certe specie opportuniste e di una serie di predatori (un tempo definiti specie nocive), non solo nelle aree protette ma anche in quello che ci si ostina a definire terreno libero. Non è solo il lupo che necessita di un diverso monitoraggio e controllo. In questi giorni ho visto sul web una volpe che fuori di un supermercato rincorreva una massaia per rubargli la spesa, e un cinghialone  che in un parco cittadino "molestava" un signore anziano, tranquillamente appisolato su una panchina.

In conclusione, la dobbiamo smettere di confondere la tutela del patrimonio naturale con l'animalismo più gretto.  Si prenda esempio da chi ha responsabilità di conservazione di aree ecologiche ben più impegnative delle nostre. Prendo a modello quanto recentemente dichiarato da  Chris Brown della Namibian Chamber of Environment ("non sono cacciatore, né lo sono mai stato. Sono vegetariano dall'età di circa undici anni, faccio parte del settore delle ONG ambientaliste e ho interessi nel turismo in Namibia"). Gestire il patrimonio degli animali selvatici - dice in sostanza - richiede la consapevolezza che il benessere di questi esseri meravigliosi dipende dalla nostra sensibilità. Ma per la fauna selvatica è importante fissare come obiettivo primario la loro conservazione a lungo termine. Che non va a loro danno, perchè le pratiche che si devono mettere in atto, compreso il prelievo venatorio,  "sono parte integrante di una buona gestione".  

Ci sarà mai qualcuno alle nostre latitudini che riuscirà a capirlo?

Aldo Morello



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8 commenti finora...

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

Ridurre il messaggio di quest'articolo a diatribe su caccerelle di cinghiali fuori numero ed al mal funzionamento degli atc è alquanto riduttivo. Qui si parla di un problema ben più grande: la vergognosa gestione dei nostri parchi Nazionali e Regionali, che, per discolparsi dalla loro fallimentare conservazione di una biodiversità sana ed equilibrata, imbottiscono l'opinione pubblica di cazzate, additando i cacciatori e la caccia, quale causa principale dei loro fallimenti. Io aggiungo, che oltre alla fallimentare gestione delle aree affidate a questa lobby di animal-ambientalisti dalle sigle più disparate, l'ambientalismo italiondo ha portato l'intero Paese ad una povertà energetica, tema molto attuale, grazie ai loro continui dinieghi circa la possibilità di creare opere e infrastrutture che oggi avrebbero potuto aiutare a contrastare una crisi che spaventa e anche parecchio. Non per ultimo il NO categorico di Legambiente circa la costruzione di un termo-valorizzatore a Roma. La soluzione a tutto questo sfacelo ambientalista? Abolire gli ambientalisti. Dai parchi alla politica.

da Hunter74 29/04/2022 8.28

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

Chi effettua la cacciarella,sà benissimo che i cinghiali come vengono liberati i cani,si vanno ad infilare tutti o quasi; nei parchi presenti!!!!

da Fucino Cane 27/04/2022 10.07

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

James.. sono anche io un migratorista NON RESIDENTE e mi tocca sopportare il soppruso degli atc ! i residenti in 4 gatti si sono creati una riserva a spese dellla collettività...e non entri neppure con la raccomandazione del Santo Padre.

da Romolo 27/04/2022 7.05

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

Un bel discorso per far capire alla fine che bisogna cacciare il cinghiale nei parchi altrimenti la filiera non si puà fare ?? E delle aree contigue intorno ai parchi che hanno aumentato il doppio il territorio protetto solo per alcuni... che sono diventati dalla sera alla mattina privilegiati rispetto ad altri cittadini paganti le stesse tasse dei privilegiati (baciati dal governante di turno) ma che hanno visto togliersi dalla sera alla mattina il miglior territorio di caccia dopo averci cacciato per un trentennio. Da come la vedo io da migratorista che pensa meglio tenere lontano la caccia al cinghiale perche oltre ad essere da impostatori è anche pericolosa per gli stessi cacciatori che la praticano, oltre a chi ci caccia nei paraggi anche se sono a 2 km di distanza per la portata delle carabine che hanno in mano, vorrei dire : le aree contigue solo per cacciare migratoria quale danno arrecherebbe ai selvatici o ai residenti ! Mica gli togliamo beccacce ,tordi, acquatici etc, dal pollaio, o forse non è così, o forse la legge dei residenti nelle aree contigue ne ha fatti padroni di un territorio che dovrebbe essere accessibile almeno a tutti i residenti della provincia dove insiste il parco ? Non è discriminante (per non dire un altro aggettivo) che sul territorio di una stessa provincia ad alcuni è stato dato divieto assoluto di cacciare nelle aree contigue ai parchi e ad altri di fare da padroni ?! O forse non è cosi caro Morello. Salutiamo

da jamesin 26/04/2022 15.01

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

Vero, ma nella sua ignoranza della faccenda, Maurizio Costanzo ha pure detto che la soluzione della proliferazione dei cinghiali potrebbe essere anche quella di farli diventare una gustosa pietanza se qualche chef stellato la proporrà ai suoi avventori.

da Renato M. 26/04/2022 14.27

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

Complimenti per l'articolo…………….purtroppo rimangono parole al vento………..basta pensare che un noto personaggio, in questi giorni ha chiesto la possibilita'di adottare un cinghiale a Roma………….

da Antoine64 26/04/2022 11.24

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

Complimenti per l'articolo…………….purtroppo rimangono parole al vento………..basta pensare che un noto personaggio, in questi giorni ha chiesto la possibilita'di adottare un cinghiale a Roma………….

da Antoine64 26/04/2022 11.23

Re:Cinghiali, Parchi ed effettiva conservazione

FENOMENO BEN NOTO. IN SPAGNA PER ESEMPIO, LO RIFERISCONO QUELLI DI GESTIONE FAUNISTICA, PER EVITARE QUEST'EFFETTO SPUGNAPER ALMENO 45 GIORNI, HANNO DIMOSTRATO CHE BASTA EFFETTUARE UN PAIO DI BATTUTE DENTRO QUESTE AREE PROTETTE. POI DICONO CHE LE SQUADRE DEI CINGHIALAI SONO DANNOSE.

da PLINIO 26/04/2022 10.21