Era l'agosto del 1976, forse il giorno di ferragosto. Io avevo 14 anni, la passione per la caccia era già allora giunta allo zenith: viveva, respirava e cresceva in modo autonomo, giorno dopo giorno. Insieme a me le stesse emozioni le provava Bigio, mio grande amico, di nome Giorgio, insieme dall'asilo e facente parte del trio giovanile Squalo/Bigio/Garo, una terna inscindibile. Un tris che neppure la morte troppo anticipata di Gianfranco "lo squalo", il terzo di noi ed amico immenso quanto indimenticabile, ha mai toccato o scalfito!
Era agosto e si era aperta la caccia da capanno alle tortore selvatiche, quel giorno. Tutto era iniziato due mesi prima, la mia partecipazione emotiva era stata forte nell'assistere, insieme a Giorgio, suo padre Bruno, cacciatore e per noi ragazzi un simbolo. La preparazione e l'emozione della vigilia d'apertura che aveva vissuto suo padre Bruno era stata in parte nostra. Bruno era un uomo di spessore, alto, forte, serio ma simpatico e parlava con noi ragazzini in modo diretto e per nulla scherzoso, considerandoci per quello che sentivamo come lui, come forte passione, mi piaceva molto per questo suo modo di essere. Bruno andava a caccia e con alcuni amici, aveva trovato una posto fuori dal paese, in località "Orsetta" - proprio dove oggi abita il per noi mitico Freccia - dove c'erano diverse decine di tortore selvatiche, pasturate ed avvezze a venire ogni mattino in una stoppia di grano tra due filari. Il gruppo era ristretto, Bruno con lo zio Aronne, Ninì Panzetta e Marcello il fornaio, loro quattro, al mattino avevano fatto la pre-apertura, incarnierando quanto era venuto, una trentina di tortore, bellissime, che erano già state mondate dalle mogli e messe a frollare nel frigorifero.
Fu nell'ora del mezzogiorno, tutti a tavola, che Bigio mi chiamò, dicendo che se mi univo a loro, nel pomeriggio saremmo andati in capanno con suo padre.
Incredibile, un colpo al cuore! L'emozione era al massimo.
Alle due del pomeriggio ero già a casa sua, partimmo subito, Bigio ed io. Bruno e il fratellino di Giorgio, Paolo di 7 anni. La Fiat 125 verde oliva di Bruno ci portò là in Orsetta in pochi minuti, il capanno di cannicciole tra le zolle dell'arato era rimasto in piedi dal mattino.
Entrammo in quattro, noi ragazzi stavamo a ridosso delle pareti del lato posteriore cercando di non essere d'intralcio. Le tortore però oziavano, era troppo presto, troppo caldo, col gozzo pieno di semi oleosi ed acqua fresca, erano alla siesta pomeridiana postprandiale, posate su qualche pioppo o rovere, all'ombra. Passavano invece moltissimi passeri, che pasturavano nella stoppia coi granelli di frumento sfuggiti alla trebbia.
Giorgio ed io eravamo impazienti, il fuoco di Diana a quell'età è un incendio! Era chiaro come desiderassimo sparare qualche colpo. Dopo mezz'ora, Bruno, capita la situazione, vuotò il suo vecchio Breda Antares dalle cartucce semicorazzate del n. 8, e lo caricò con delle corte cartuccette Sipe Falco in cartone, piombo del n. 10, orlo tondo, caricamento locale di Giorgio Guerzoni. Caricato il Breda, mi guardò e mi diede il fucile, invitandomi a sparare al primo passero che fosse venuto a tiro. Era il momento della verità. Presi quel compatto automatico a canna corta con venerazione, emozione e grande attenzione, pensavo a tutto quanto avevo appreso sul maneggio, tenevo la canna in direzione sicura e il dito indice pronto ma fuori dal ponticello del grilletto. Giorgio mi guardava, chiedendosi perchè suo padre mi avesse mai dato il fucile per primo, prima di darlo a lui, ... lo sentivo. Un grasso passero si alzò dalla stoppia e puntò sul capanno, era alto, ma imbracciai e puntai la canna su quel puntino, andai appena davanti, lo sparo neppure lo sentii, ma vidi subito il piccolo fiocco che ne avevo fatto con la mia precisa fucilata. Fu un trionfo, tutti mi dissero che ero stato bravo, poi Bruno mi prese e ricaricò il Breda e lo passò a Giorgio. Da lì ad un attimo altro passero, altro fiocco, ben prevedibile perché anche Giorgio sparava molto bene. Fu un pomeriggio indimenticabile.
Sono passati 45 anni! Venerdì scorso, tre giorni fa, Paolo, che oggi ha 52 anni è venuto in armeria e mi ha portato il Breda di Bruno.
Lui, incanutito ma forte e saldo fin alla fine, saluti e ricordi ogni volta che ci trovavamo; dopo 82 anni di una vita esemplare ci ha lasciati il mese scorso, per salire lassù, dovè troverà Aronne, Ninì, Marcello, e tornerà a cacciare la lepre ed i fagiani con tutti i suoi vecchi amici, ... e con le sue predilette Legia Star Rosse di cartone.
La famiglia, Giorgio per primo, ma anche la sua mamma, hanno voluto che il Breda, quel fucile con cui ebbi la mia prima preda a caccia lo avessi io... ne sono onorato, mi ha molto emozionato questo gesto.
Così anche questo fucile, entrerà di diritto in quella speciale galleria di ricordi nitidissimi di questa mia vita, in cui ogni arma, alla vista e toccandola, mi richiamerà pagine gagliarde e mie di emozioni venatorie vissute, soprattutto il volto di amici carissimi ed attimi preziosi e unici immortalati nella mia mente, ed ognuno di loro, col loro fucile ora affidato a me, raggiungerà nel mio spirito l'immortalità; e la mia dedizione alla conservazione di quel cimelio prezioso e dei ricordi ad esso correlati sarà un dovere fino al mio ultimo giorno.
Gianluca Garolini
Redazione Big Hunter. Avviso ai commentatori
Commentare le notizie, oltre che uno svago e un motivo di incontro e condivisione , può servire per meglio ampliare la notizia stessa, ma ci deve essere il rispetto altrui e la responsabilità a cui nessuno può sottrarsi. Abbiamo purtroppo notato uno svilimento del confronto tra gli utenti che frequentano il nostro portale, con commenti quotidiani al limite dell'indecenza, che ci obbligano ad una riflessione e una presa di posizione. Non siamo più disposti a tollerare mancanze di rispetto e l'utilizzo manipolatorio di questo portale, con commenti fake, al fine di destabilizzare il dialogo costruttivo e civile. Ricordiamo che concediamo questo spazio, (ancora per il momento libero ma prenderemo presto provvedimenti adeguati) al solo scopo di commentare la notizia pubblicata. Pertanto d'ora in avanti elimineremo ogni commento che non rispetta l'argomento proposto o che contenga offese o parole irrispettose o volgari.
Ecco le ulteriori regole:
1 commentare solo l'argomento proposto nella notizia.
2 evitare insulti, offese e linguaggio volgare, anche se diretti ad altri commentatori della notizia.
3 non usare il maiuscolo o ridurre al minimo il suo utilizzo (equivale ad urlare)
4 rispettare le altrui opinioni, anche se diverse dalle proprie.
5 firmarsi sempre con lo stesso nickname identificativo e non utilizzare lo spazio Autore in maniera inappropriata (ad esempio firmandosi con frasi, risate, punteggiatura, ecc., o scrivendo il nickname altrui)
Grazie a chi si atterrà alle nostre regole.