Rural Suasion


lunedì 9 dicembre 2019
    

Calo uccelli agricoltura
 
 
Prima o poi lo dovremo affrontare. E' sicuro! Ma cosa? Come, cosa? Ma il problema del rapporto fra caccia e agricoltura. Va bene che l'agricoltura è un settore primario, va bene che proprio per questo ha ancora un grande peso sull'economia e nella società, si mangia almeno tre volte al giorno e oltre a dar da mangiare alla gente, oggi dà un grande apporto all'economia del Paese, che prospera grazie al mix fra storia arte cultura e turismo, fecondo di "colli per vendemmia  festanti"  e di "convalli popolate di case e d'oliveti", e di "migliaia di fiori che al ciel mandano incensi", per dirla col poeta. Borghi, boschi e campi, insomma, ricchi di quella bella gente che ancora li fa vivere. D'accordo! Siamo d'accordo, ci mancherebbe. Però...

Però, una domanda, anzi più di una ce le dovremmo fare.  Si , perchè non ci spieghiamo altrimenti come mai buona parte del territorio italiano è maltrattato, se non abbandonato: lasciato "alle ortiche di deserta gleba",  senza che più il sole fecondi quella "bella d'erbe famiglia e d'animali". Insomma, tanto è l'ambientalismo professato in questi nostri palazzi che spesso risulta difficile spiegarci  perchè da tanti anni a questa parte non facciamo altro che perdere suolo fertile. E le nostre "chiare e dolci acque"? Lasciamo perdere. Sono ricche si, ma di sostanze inquinanti (di tutti i generi, con frequenti dominanze di prodotti tossici usati e abusati in agricoltura) con la conseguenza, leggete bene,  che la biodiversità, animale e vegetale, è in grave pena. Per cui, alcune specie crescono, altre calano. Volendo scendere nel dettaglio, la consistenza e la diversità del patrimonio vegetale, lo sappiamo, dipende da come opera l'impresa agricola. O quella forestale. Non ci piove.  Di conseguenza, nel regno animale, c'è chi cresce, gli ungulati, per esempio, che popolano soprattutto l'Appennino, pressochè abbandonato a sè stesso, e c'è chi langue, in particolare se le lande che vorrebbe frequentare nascondono micidiali sostanze, che a prescindere dall'effetto diretto, fanno piazza pulita del cosiddetto pabulum di cui si cibano questi esseri meravigliosi: uccelli di larga, per esempio, ma anche lepri, starne, insettivori in genere.


Tornando all'abbondanza degli ungulati, al netto della stupida accusa che è colpa dei cacciatori, a loro vantaggio pesa l'enorme polmone appenninico, abbandonato a se stesso,  lo voglio ribadire, ma pesa anche l'irresponsabilità nella costituzione e nella gestione dei parchi,  soprattutto sotto il profilo faunistico, proprio a causa di una visione ambientalista-animalista, unica in Europa, che trova la riprova della sua nullità nel momento in cui ad ogni tornata elettorale fa un passo indietro, mentre i problemi dell'ambiente si aggravano giorno dopo giorno. E qualcuno ci dovrà spiegare prima o poi perchè la Lipu, e il ministero dell'ambiente (più o meno oggi la stessa cosa), mentre denunciano questi contrasti - buona la presenza di uccelli silvani, nei boschi, più problematica la presenza di uccelli che frequentano terre coltivate, stando ai risultati di loro dirette ricerche - continuano a scaricare le responsabilità su di noi poverelli, e stanno zitti o giù di lì sulle vere cause del dissesto faunistico-ambientale.

Eppure i dati ci sono. I più recenti rapporti denunciano che la produzione agricola corrisponde a un quarto almeno delle cause inquinanti. E di certe trasformazioni ambientali. Avete presenti i vigneti, vanto e delizia dei nostri vinattieri? Vi sembrano uguali a quelli di cinquant'anni fa, dove prosperavano lepri e starne? E le piantagioni di meli e peri? Mah! Non è possibile immaginare che in monocolture di tale estensione, anche se bio,  possano sopravvivere tutte quelle specie che un tempo erano la gioia degli occhi all'apertura agostana della caccia. Chi ha più visto un rigogolo? Chi un prispolone? E le starne, appunto? E le averle, e gli usignoli? E i beccaccini nelle risaie? Solo corvi, cornacchie, gazze, che fanno strame delle covate di altri uccelli, ma anche di leprotti e di altri piccoli abitatori delle campagne.

Adesso, ci si lamenta dei danni, quando per anni si è dato retta, e fiato  - spesso in sintonia con altri inquinatori -  a certe associazioni ambientaliste, finanziandone le campagne e utilizzandole come fiore all'occhiello.

Oggi siamo alla resa dei conti. Poco a poco ci si accorge, l'opinione pubblica si accorge, che i costi di certo sviluppo ricadono su tutti noi, che certe pratiche di agricoltura intensiva non tengono la concorrenza con i mercati globali (Cina, americhe in particolare), che per vendere i nostri prodotti bisogna tornare alle buone pratiche del tempo andato, al chilometro zero, al biologico (quello vero),  ai pomodori e all'insalata del contadino. Col vino è un po' diverso. Difficile tornare indietro, adesso che abbiamo battuto la Francia e conquistato il mondo. Ma un pensierino ce lo dovranno fare anche loro, i vinattieri. E non sui caprioli che s'insinuano fra i filari, ma sui trattamenti che occorrono e che si riverberano sulla salute di tutti. Uno sprone, mi verrebbe da dire, per quel Carlo Petrini che ha ispirato e guidato questo fenomeno del ritorno alle buone pratiche degli avi, rivisitate in chiave contemporanea, al quale per la verità c'è sempre più gente che dà retta. Anche fra gli agricoltori.


Rolando Bocci


14 commenti finora...

Re:Rural Suasion

Spalleggiati peraltro dal Minambie te che anziché occuparsi del suolo inquinato,dei pesticidi in agricoltura , del dissesto idrogeologico , delle discariche abusive etc. etc pensa solo a proteggere cinghiali e uccelli....Mala tempora currunt!

da Codardia 16/12/2019 8.25

Re:Rural Suasion

Comoda scusa per attaccare una debole parte della popolazione in modo che si possa fare facilmente carriera politica ! Attaccando fanfara e musica per farsi conoscere e votare cosi accedendo a istituzioni pubbliche .

da Mauro Roma 15/12/2019 17.58

Re:Rural Suasion

Col vantaggio che le multinazionali pagano bene.

da Absit iniuria verbis 13/12/2019 15.17

Re:Rural Suasion

Prendersela con "quattro pensionati mezzi malandati" ( i cacciatori) e molto meno rischioso che prendersela con le multinazionali dei pesticidi. Questo è il ragionamento dei nostri animalisti.

da Codardia 12/12/2019 16.15

Re:Rural Suasion

ci si deve interessare , partecipare alla vita sociale del gruppo, capire ( cosa per te impossibile). Vedi caro troll, se uno è deficiente difficilmente migliora con il tempo , anzi peggiora. Quindi, fattene una ragione e datti pace e non rompere più con sta storia ! ahahah

da ahahah 10/12/2019 17.56

Re:Rural Suasion

Boiadè, c'hai colto nel segno, siamo tutti per uno e uno per tutti. Ma perchè svicoli? Basterebbe che ci dicessi quando i soci di Confavi hanno saputo di questo finanziamento. Che siano tutti meloniani? La vedo difficilottina.

da Ego alter 10/12/2019 17.35

Re:Rural Suasion

x Tra / solo gli idioti come te non lo sanno! e un altro idiota di nome Finchi che sei sempre tu che continui a cambiare nome perché sei mentalmente instabile!

da ah ah ah 10/12/2019 15.01

Re:Rural Suasion

TOC TOC? C'è nessuno? Dove sono le associazioni ambientaliste? Dove sono le associazioni venatorie che dovrebbero farsi carico dei veri problemi dell'ambiente nell'interesse soprattutto della caccia? Dov'è l'Arcicaccia che si professa da sempre ambientalista e nello stesso tempo fa patti col diavolo?

da Belzebù 10/12/2019 14.25

Re:Rural Suasion

Ma, se fosse vero, i cacciatori associati a Confavi lo sanno che i loro soldi vanno alla direttamente alla fondazione che fa capo alla Meloni? Qualcuno li ha avvisati nelle sedi opportune (assemblee dell'associazione, consigli di amministrazione o qualcosa che assomigli a quanto stabilisce la legge per le associazioni)?

da Tra - sparenza 10/12/2019 10.47

Re:Rural Suasion

Finchi , FdI viene finanziata da cacciatori ( Espresso ah ah ah la fonte della verità ah ah ah) comunque , dobbiamo aiutare chi ci aiuta ! di certo non i kompagni che hanno distrutto il mondo venatorio e civile con le loro leggi impopolari e assurde. Anche gli agricoltori devono decidere da che parte stare "o di qua o di là" con tutte le conseguenze della loro decisione. Oltre a questo i cacciatori è ora che ADOPERINO la testa e non il fucile e avere il coraggio di fare un passo indietro per poi aver la possibilità di farne 10 in avanti. Ma i vecchi idioti con licenza da 40 e più non possono arrivare a capire questo concetto perché sono "in maggioranza" stupidi e poco scolarizzati. Spero solo nelle poche nuove leve.

da ah ah ah 10/12/2019 8.06

Re:Rural Suasion

riflessione oportuna, non come quella dei cacciatori Veneti di Berlato che finanziano il partito di Fratelli d'Italia con 70 mila euro notizia pubblicata sull'espresso

da finchi 09/12/2019 16.51

Re:Rural Suasion

Giustamente l'uso di pesticidi, diserbanti vari, arature a raso che non rivangano più i terreni, pale eoliche, strumenti tecnologici rumorosi, illuminazioni notturne che dissuadono i migratori a sostare, e chi più ne ha più ne metta, hanno allontanato quasi definitivamente la piccola avifauna dalle nostre terre. I tordi che una volta nel meridione erano abbondantemente svernanti, oggi si contano sulle dita delle mani, le allodole sulle pianure, una volta innumerevoli oggi si sono rarefatte. E poi, e poi, e poi. Meditate gente Meditate. La caccia sta divenendo un ricordo del bel tempo che fu!!!!

da Venator.Venator.Venator. 09/12/2019 16.06

Re:Rural Suasion

Da qualche parte bisogna cominciare. A noi cacciatori toccherebbe rimboccarsi le maniche e darsi da fare per convincere con dati di fatto che non ci siamo. Viviamo in sistema di globalizzazione, con tutti i pericoli che questo comporta. Gli egoismi spesso prevalgono, ma mai come oggi gli interessi dei pochi prevalgono su quelli dei più. E i più - per un effimero vantaggio - si accodano. Vedo con interesse che il pianeta si sta scuotendo mosso credo da inconsapevoli sentimenti (Greta è solo una altrettanto inconsapevole portabandiera, da noi le sardine appaiono con obiettivi ben più modesti, ma interessanti, comunque), ma è importante che qualcosa si muova e alla svelta. Entro il secolo non succederà niente di innaturale, tuttoquello che succede sulla terra e nell'universo è natura. Probabilmente, se non uscirà fuori una scoperta (invenzione) rivoluzionaria, nel giro di qualche secolo dovremo regredire (non noi, i nostri nipoti e pronipoti) a livelli di civilità di diverse migliaia di anni fa. Peccato. Con un po' più d'impegno, però, potremmo ancora assicurare il futuro al nostro seme. Sempre che al disegno imprescrutabile di chi ha messo in piedi questo universo interessi qualcosa.

da giobbe 09/12/2019 16.03

Re:Rural Suasion

Egr. Sig. Rolando Bocci, vorrei tanto condividere con Lei l'ultimo paragrafo del Suo editoriale, ma io vivo in un piccolo comune di campagna e vedo che ogni anno si va sempre più verso la monocoltura e l'uso di pesticidi e di concimi chimici, pratica che purtroppo non conosce tregua, oggi poi dove verrà seminato il mais si pratica pure l'interramento dei fanghi di provenienza dai depuratori, quindi sperare in un miglioramento della situazione (almeno a breve)è una pura chimera. I migliori saluti

da bretone 09/12/2019 12.00