Nessuno tocchi l'ambiente. Ci basta il paesaggio


lunedì 18 novembre 2019
    

 
Partiamo dall'art. 9 della nostra Costituzione: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Torna in auge, anche in questi giorni, per la malcelata velleità di riconfermare da parte di certo ambientalismo anche e ormai pentastellato, ma non solo, il primato della tutela dell'ambiente rispetto a certe intromissioni dell'uomo a danno delle bellezze del creato. Fraintendendo sempre più spesso la legittima e sacrosanta azione di contrasto nei confronti di chi inquina e distrugge l'ambiente preesistente, alzando la voce per opporsi ad attività pressochè irrilevanti come la caccia, per nascondere le troppe distrazioni di chi ci ha governato e continua a governarci verso macroscopiche realtà ormai palesemente catalogate come criminali e criminogene per la salute dell'uomo e della stessa sopravvivenza della vita della nostra specie sulla terra. Paladini di questo genere di miopia si sono insediati da tempo in quello che ci si ostina ancora a chiamare Ministero dell'Ambiente. Dove, tetragoni a qualsiasi denuncia e sanzione economica della UE, si va avanti a contrastare quei poveri untorelli che si ostinano a voler mantenere in vita certe tradizioni che per secoli hanno contribuito anche a dare un valore estetico al PAESAGGIO. Sostenendo anche la necessità di arricchire di fiorilegi legislativi un tema che certamente non ne ha bisogno.

Termine, Paesaggio, che nel corso di questi settant'anni ha acquisito consistenza "ambientalista" grazie ad autorevoli pareri di eminenti costituzionalisti. Predieri, per esempio, che ci  offre la definizione "forma del Paese", cioè  "creata dall’azione cosciente e sistematica della comunità umana che vi è insediata, in modo intensivo o estensivo, nella città o nella campagna, che agisce sul suolo, che produce segni nella sua cultura». Rafforzata, da una parte da: "ogni preesistenza naturale, l’intero territorio, la flora e la fauna", e dall’altra da: «ogni intervento umano che operi nel divenire del paesaggio qualunque possa essere l’area in cui viene svolto». Concetti confermati di recente anche da un'altro insigne costituzionalista, Michele Ainis, che li inquadra come "Forma perennemente iscritta nell'azione umana e modellata dalla storia".
Niente di nuovo, comunque, se risalendo nel tempo, e nella storia (la nostra), arriviamo alle sorgenti del termine greco, OIKOS, che  insieme al significato primario, ecologia, ne  racchiude altri, non meno importanti,   come "gestione della casa, della città, dello Stato", come dire: famiglia, società, cultura. Insomma, quell'ambiente vissuto  (e goduto) dall'uomo, tradotto in epoca recente nel neologismo ECOLOGIA, ovvero l'"economia della natura",  che appunto  proprio perchè coniugata nel contemporaneo non può prescindere dall'animale uomo, che con gli altri animali e le piante da che mondo è mondo interagisce.  Soprattutto - insisto - nel "vecchio mondo", dove la "civiltà", fatta di ecologia ed economia,  attraverso lenti cambiamenti, nel tempo ha modellato il paesaggio, che pertanto assurge a valore primario, nel suo connubio - indissolubile - fra natura e cultura.

E tuttavia, nonostante la nostra Costituzione ne contemplasse il massimo della tutela, nel 2001 la modifica del Titolo V (Costituzione: LE REGIONI, LE PROVINCE, I COMUNI) ha introdotto direttamente il termine AMBIENTE, con il paragrafo S) del comma due dell'art. 117, che attribuisce allo Stato l'esclusiva competenza di "tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali". Sancendo con questo assieme di valori (l'ambiente, l'ecosistema e i beni culturali, in altre parole il Paesaggio) l'indissolubilità del concetto natura-cultura. Per chi non avesse ancora capito: quell'ambiente là, di cui si discute nei salotti, non può che stare collegato all'uomo. Poichè la natura selvaggia nel mondo di oggi è impossibile ripristinarla. Si può solo tutelare l'armonia dell'esistente. Finchè ce ne resta.

Cosa significa dunque "migliorare l'ambiente" nell'accezione nel frattempo maturata in conseguenza del profondo dibattito contemporaneo?: Tornare alla natura primordiale, cioè a prima della presenza sulla terra dell'uomo, o più coerentemente ritornare ai santi vecchi, cioè a quel paesaggio che, soprattutto nel nostro paese, è (o era?) rappresentato dalla bellezza dei nostri orizzonti, punteggiati di campanili, di chiese, di variegati skyline? Sono convinto che se chiedessimo ai nostri concittadini cosa ritengono essenziale per la nostra vita, non avrebbero dubbi nel rappresentare, magari inconsapevolmente, quell'immagine sublime che tutti possono ancora ammirare nella Sala della Pace del   Palazzo Pubblico di Siena, l'affresco dipinto da Ambrogio Lorenzetti che va sotto il nome "Allegoria del Buon Governo", che fissa il legame fra città (oikos) e campagna (oikos) ed economia (oikos). Cosa sempre più difficile, oggi, nella condizione di "temporalità", ovvero di precarietà, come la definiva Calvino, soprattutto se proliferano anche alle nostre latitudini soggetti che frequentano i salotti col maialino al guinzaglio (a quando un cinghialotto?) e si continua a produrre leggi alimentando il CAOS (il contrario di OIKOS), dando corpo alla profezia di Tacito che già duemila anni fa sentenziava: troppe leggi equivalgono a nessuna legge.

Riusciranno i nostri governanti a resistere alla tentazione di complicarci la vita con altre norme, ancor più dannose prima che inutili?
 

Alessandro Magri


6 commenti finora...

Re:Nessuno tocchi l'ambiente. Ci basta il paesaggio

Giovanni, hai ragione, ma bisogna tenere i piedi per terra. Sono tempi da lupi, di nome e di fatto. E' anche vero che noi scontiamo un retaggio atavico, un misto di furbizia levantina (gli arabi e i popoli mediterranei) e nordico rigore (i celti e i popoli del nord Europa), che nell'invaderci periodicamente da sopra e da sotto, hanno annacquato e rinvigorito il nostro sangue, in una mescolanza che sa di remissività e di intolleranza. Abbiamo i governanti che ci meritiamo, ululiamo alla luna per cose di cui siamo stati quantomeno spettatori imbelli, quando non complici o ispiratori. Questo è. La caccia, la nostra caccia, è la conseguenza di questo misto di temperamento collettivo e di territorio da noi stessi modellato e popolato. A nostra immagine e somiglianza, verrebbe da dire. Che poi è la definizione che si potrebbe dare del nostro demone principale: il dio-natura su cui abbiamo innestato le nostre propensioni, le nostre abitudini.

da MIMMO 19/11/2019 16.41

Re:Nessuno tocchi l'ambiente. Ci basta il paesaggio

il buon senso? magari ragazzi ... è una merce rara...ora esiste solo la ritorsione e cattiveria! e io sogno la VERA GIUSTZIA che in Italia non è mai esistita !!!

da Giovanni 19/11/2019 14.25

Re:Nessuno tocchi l'ambiente. Ci basta il paesaggio

Proprio vero. tante leggi, nessuna legge. E i risultati si vedono. Per ogni disposizione prodotta dai nostri "legislatori" ce n'è subito un'altra che la contraddice. Per questo gli avvocati (e i giudici) urlano e sbraitano, ma quando si tratta di semplificazione e di riduzione dei termini temporali (prescrizione o non prescrizione) si mettono in sciopero. Poi si scopre che leggi approvate anche dieci anni fa sono ancora inattive perchè mancano i decreti delegati. Stiamo mantenendo da almeno un secolo una pletora di fancazzisti a cui siamo obbligati a rivolgerci (e dipendere) anche per andare a pisciare. E tutto questo non sarebbe ancora niente se proprio questo sistema che coinvolge centinaia di migliaia di addetti (spesso l'un contro l'altro armati, per ragioni di competenze) è ad uso e consumo degli stessi (che ci si trovano comodi) e favorisce, anzi moltiplica la corruttela, il lievitare dei costi della cosa pubblica, le ruberie pubbliche e private. Sarà mica che questo è il nostro dna e anche noi oltre ad essere vittime ne siamo anche complici? Scusate se non ho parlato di caccia, ma l'ho fatto per carità di patria, dato che quando una categoria è in declino (abbiamo un corpo vivo [!?] di ultrasessantenni) i problemi e le criticità crescono esponenzialmente.

da Plinio il... 19/11/2019 9.17

Re:Nessuno tocchi l'ambiente. Ci basta il paesaggio

Sig. Gilbe mi associo a quanto Lei riporta nel Suo commento che condivido pienamente e mi fà pensare che noi che viviamo in campagna o in piccoli paesi abbiamo maturato con il tempo e le ns. tradizioni che ci sono state tramandate , quel corretto modo di vita e di approccio alla natura che non si ravvisa in nessuno di quelli che siedono in parlamento, dove si contraddicono a vicenda e vassano i cittadini con leggi inutili dannose e sopratutto non si comportono onestamente appropriandosi di beni comuni e di risorse che andrebbero usate a favore dei cittadini lasciando andare il ns. territorio in malora con la loro incapacità di gestire e valutare il modo migliore e meno costoso per risolvere i problemi del ns. paese, perchè l'Italia non è dei politici di turno ma è di tutti i cittadini che ci vivono e ci lavorano con impegno e onestà.

da bretone 18/11/2019 18.07

Re:Nessuno tocchi l'ambiente. Ci basta il paesaggio

Sono condivisibili il pensiero e l’analisi espressi nello scritto di cui sopra, così come è auspicabile, anche se con chi attualmente ci governa purtroppo sarà difficilissimo, l’esortazione a non cadere nella tentazione di complicare la vita ai cittadini ed in particolare ai cacciatori, con l’emanazione di norme inutili e dannose.

da Da Federcacciatore 18/11/2019 16.54

Re:Nessuno tocchi l'ambiente. Ci basta il paesaggio

Rivendico con tutta la mia forza il ritorno "al Buon Senso" nel governare ogni cosa. Quel buon senso che in una vita spesa a contatto con una sana ruralità, ti entra dentro fino a far parte di te. E lo fa con cognizione facendoti toccare con mano ogni accadimento, facendoti pensare e riflettere su ogni piccola o grande cosa con la quale ti incontri o scontri. Noi siamo un Paese Bellissimo, frutto di buon senso e fatica, governati, da ogni lato in cui ci giriamo, da inetti nulla facenti e nulla pensanti figli di un tempo che del buon senso si irride, barattandolo con quel pollice in alto. I fancazzisti salottieri del'Ambiente e della Biodiversità, l'Animalismo come fenomeno modaiolo, il tutto condito con la supponenza di coloro che giudicano senza conoscere ci rendono un Paese dove le virgole contano di più che del contenuto. Vivo in campagna, sono cacciatore ed ambientalista da sempre e continuo nel rispetto di leggi e regolamenti a farmi guidare dal buon senso e mi sento fortunato.

da Gilbe 18/11/2019 15.39