Una rondine non fa primavera, ma se ne cominci a vedere due, tre e anche qualcuna in più, forse puoi cominciare a sperare. In effetti, nella morta gora di quel nostro giocare da tempo in difesa e al massimo in contrattacco, si cominciano a inserire sempre più briciole di freschezza, di novità. Non sono passate inosservate quelle iniziative sempre meno estemporanee di giovani e giovanissimi che si sono presi la briga e la responsabilità di opporsi ai soprusi, con audacia, ottenendo anche buoni risultati là dove a volte avevano fallito - o non avevano voluto intervenire - anche le organizzazioni più strutturate.
Come fanno bene al cuore quei gruppi sempre più assortiti di cacciatrici, tendenzialmente giovani - ma noi cacciatori siamo sempre giovani, finchè sentiamo quel rimuginio sulla pelle appena scoppia una canizza o frulla all'improvviso una beccaccia o una starna -che si formano e acquisiscono sostanza da nord a sud del paese, facendo capire che ci stiamo avviando verso nuove frontiere.
Fa piacere constatare che tutti questi slanci segnalano nuove competenze, nuove sensibilità, avanzata dimestichezza con gli strumenti informatici, immediatezza e risolutezza nell'affrontare i problemi. Farebbe anche piacere rilevare che di questa freschezza, di queste preziose risorse si occupassero di più le nostre organizzazioni, che ancora cincischiano su conflittualità di tipo manzoniano (i famosi polli di Renzo), mentre non sarebbe male si mettessero d'accordo almeno sulla costituzione di un unico "tavolo giovani" . Direi di più, non sarebbe male che i tanti giovani che si sono aggiudicati di recente consistenti ruoli di responsabilità nelle principali associazioni venatorie - e per giovani non intendo soprotattutto gli under 30, che peraltro cominciano ad essere numerosi - prendessero direttamente la palla al balzo e si facessero promotori di una "costituente" , magari a livello locale, per poi esprimere un direttivo nazionale quanto meno per dibattere i nostri annosi problemi sotto una nuova luce, quella di chi ha prospettive di medio e lungo termine.
Che vuoi dire?, mi si potrebbe obiettare, che l'anzianità non fa più grado? Assolutamente no, anzi. Chi sta sull'anta avrà sicuramente consapevole che esiste una stagione preziosa, quella della saggezza, e che questa saggezza va obbligatoriamente trasmessa. Nelle comunità dei cacciatori, di ieri e di oggi, si tiene in grande conto il consiglio dei saggi, quello che nelle società moderne, nelle democrazie, si definsice "senato". Ruoli diversi di livello in livello, dettati dall'evolversi naturale delle cose. Una funzione preziosa, che volendo potrebbe anche essere meglio identificata, per non perdere risorse e contribuire a quel rinnovamento/ringiovanimento di cui la caccia, a mio parere, ha un grande bisogno.
Che ne pensate?
Renzo Silanni
P.S. Ovviamente, faccio parte degli "anta". Ma, per non smentirmi, mi sento giovane, soprattutto dai primi di ottobre in là, quando con le brezze da nord est arrivano ancora a frotte quei folletti magici e misteriosi, che hanno dato da sempre un senso alla mia vita.