Padule di Fucecchio. Fatti non p.


martedì 23 aprile 2019
    

 
 
Detto fatto. Non è certo il primo esempio, ma sicuramente è il più fresco, e anche di una considerevole importanza. Mi riferisco al progetto sottoscritto recentemente da una serie nutrita di soggetti, enti locali, proprietari dei fondi, cacciatori, agricoltori, albergatori, commercianti, per la salvaguardia del Padule di Fucecchio, area umida (inclusa nell'elenco della Convenzione di Ramsar) di importanza internazionale per la sosta di numerose specie di avifauna acquatica. Grazie a un habitat mantenuto in vita da secoli, per l'impegno, appunto, di quei soggetti che hanno deciso di dare vita ad una serie di iniziative di sicura efficacia, di fronte all'inoperosità diffusa e ad una errata concezione di salvaguardia. Partendo prima di tutto dalla storia, dalla cultura e dalle tradizioni del territorio, proprietà privata per almeno l'80% di agricoltori e cacciatori, che fino ad oggi hanno dovuto subire imposizioni frutto di logiche protezionistiche che nulla hanno a che vedere con ciò che è stato e con ciò che è.

Il paesaggio italiano non ha niente a che vedere con la cosiddetta wilderness, la natura selvaggia. Nel caso specifico, il Padule di Fucecchio è quello che è, perchè nel tempo le popolazioni rivierasche e il governo locale (significativa la bonifica granducale dello Ximenes) si sono adoperati per conformarlo all'economia dei luoghi. Nei primi anni successivi  alla inaugurazione del Museo Storico della Caccia e del Territorio, alla Villa Medicea di Cerreto Guidi, si  riproponeva buona parte anche di queste attività, la pesca, la raccolta della canna e delle altre essenze vegetali come biodo, sara, sarello, che - insieme alla caccia -  fino a pochi decenni fa costituivano parte della fiorente attività della gente del luogo. Oggi, anche proprio a causa di una supponente politica di tutela, il sapiente governo della vita multiforme all'interno del prezioso cratere ha subito improvvidi  interventi che hanno portato squilibri e problemi che rischiano di distruggere tutto questo patrimonio.

Questa idea - Vivere il Padule, un ecosistema da salvaguardare e valorizzare - frutto dell'impegno delle associazioni (Federcaccia, ARCT, Anuu, Acma) che aderiscono alla Confederazione dei Cacciatori Toscani (CCT), intende porvi rimedio, collegando competenze interdisciplinari, da quelle delle categorie produttive, ai cacciatori, ai pescatori, a prestigiosi enti di ricerca, a un personale altamente qualificato  nei  diversi settori interessati. Una società reale che si vuole impegnare con la saggezza delle proprie esperienze, stanca di quella società fittizia che elabora strategie nei salotti romani, nei talkshow, nelle direzioni delle congreghe animaliste, sempre più aggressive nei confronti di chi invece si dà da fare veramente.

Lo faranno, mettendo a disposizione le proprie energie e le proprie risorse, senza bussare a cassa, come si dice, al contrario di certi arroganti sodalizi anticaccia. Buone idee, sicuramente migliorabili a mana a mano che verranno messe in pratica: un programma diversificato a seconda dell'incedere delle stagioni, in autunno-inverno la caccia, nelle regole,  poi la promozione della cultura locale anche  con le scuole, il fermo assoluto in estate per non disturbare la riproduzione, poi la manutenzione delle masse vegetali, i canali, le chiuse, i chiari, per evitare l'interramento e contrastare le attività inquinanti. Insomma un "padule vivo" per 365 giorni all'anno. E corsi di formazione, ricerca, non ricerca teorica, ma ricerca applicata, censimenti, analisi qualitativa dei carnieri: si pensa di impegnare un gruppo sempre più folto di giovani faunisti, che la Facoltà di Agraria dell'Università di Firenze sforna ormai da qualche decennio, grazie fra l'altro alla dedizione nel tempo dei professori Mario Lucifero, Paolo, Casanova, Francesco Sorbetti Guerri.

Tutto questo per mantenere vivo un territorio che altrimenti, sempre più imbalsamato, sempre più a rischio di un  irreversibile inquinamento, totalmente allo sbando da l punto di vista della gestione faunistica e ambientale, finirà presto per scomparire.


Vito Rubini


10 commenti finora...

Re:Padule di Fucecchio. Fatti non p.

I ranocchi sono scomparsi, come il luccio, per il semplice motivo che il gambero della luisiana fa fuori tutte le uova, dicono. Per tornare all'argomento gestione del padule, se l'intervento protezionista funzionasse, l'area protetta basterebbe alla grande per garantire la sussistenza di tutte le specie acquatiche. Quando il padule veniva utilizzato economicamente come sussistenza delle popolazioni rivierasche (che peraltro, come tutti da quelle parti, non se la passavano bene, dipendendo dai capricci della stagione),il padule era un giardino. Oggi, sono solo i cacciatori che si preoccupano. Il resto piglia soldi, quando ci sono, e se ne frega.

da La natura allo sbando 26/04/2019 10.54

Re:Padule di Fucecchio. Fatti non p.

ALESSANDRO, LA PENSO ANCH'IO COSì. E CREDO CHE PER UN PROGETTO DEL GENERE SI DOVREBBERO MUOVERE ANCHE LE CANCELLERIE NAZIONALI DELLE NOSTRE ASSOCIAZIONI. SAREBBE LA VERA SVOLTA DI UN MONDO CHE ALTRIMENTI VA LENTAMENTE A SCOMPARIRE. OCCORRE DIMOSTRARE CHE SIAMO PIù CAPACI DEGLI AMBIENTALISTI. E CHE IL PATRIMONIO NATURALE NON SI SALVA SE NON CI SONO INTERESSI VERI, ANCHE ECONOMICI. IL REDDITO DI CITTADINANZA (E FINO AD OGGI L'AMBIENTE E' STATO SUPPORTATO CON MISURE ANALOGHE) E' LA NEGAZIONE DELLO SVILUPPO, DEL PROGRESSO DEI NOSTRI POPOLI.

da R. SANGIORGI 25/04/2019 8.35

Re:Padule di Fucecchio. Fatti non p.

Tutto bello, ma oggi non basta solo presentare un progetto. La Regione Toscana e/o i comuni interessati emetteranno a breve i bandi di affidamento...occorre partecipare a quelli...altrimenti diventa solo...propaganda.Saluti

da Alessandro 24/04/2019 12.02

Re:Padule di Fucecchio. Fatti non p.

IN EFFETTI, LA SINTESI DELLA NOTA NON HA DETTAGLIATO QUANTO SI LEGGE NEL PROGETTO PRESENTATO DAI PROMOTORI. ECCO QUANTO SI LEGGE: - Da aprile a giugno dedicato al minor disturbo possibile per la nidificazione. - Da luglio ed agosto alla manutenzione. TUTTAVIA, MI SEMBRA CHE CI SIA GENTE CHE INVECE DI GUARDARE LA LUNA, GUARDA IL SOLITO DITO. L'IDEA E' COMUNQUE RIVOLUZIONARIA. CHECCHè SE NE DICA.

da PADULINO 24/04/2019 11.43

Re:Padule di Fuceccchio. Fatti non p.

Thomas, il rospo corallina nn c'è nel padule di Fucecchio, non ci sono nemmeno più i ranocchi per vari motivi.. Comunque ora stanno covando tutti gli uccelli, questo è il periodo più delicato per la fauna (primavera) , senza questo periodo non si andrebbe più a caccia..Frugis S. lo "svezzamento" naturalmente si protrae nei mesi estivi ma il blocco ci dovrebbe essere in questo periodo non in estate

da Luca Gioli 23/04/2019 22.55

Re:Padule di Fuceccchio. Fatti non p.

La riproduzione può essere intesa come periodo largo, che comprende anche la crescita della prole e verrebbe da dire lo "svezzamento"

da Frugis S. 23/04/2019 21.42

Re:Padule di Fuceccchio. Fatti non p.

Il rospo corallino si riproduce in estate

da Thomas 23/04/2019 21.37

Re:Padule di Fuceccchio. Fatti non p.

Matteo Liegi dimmi quali animali che usano un'area umida si riproducono d'estate, sono curioso.

da Luca Gioli 23/04/2019 21.04

Re:Padule di Fuceccchio. Fatti non p.

Luca Gioli, pendiamo dalle tue labbra. Erudiscici.

da Matteo Liegi 23/04/2019 20.38

Re:Padule di Fuceccchio. Fatti non p.

Vero che le bonifiche fatte nei tempi passati; hanno salvato diverse popolazioni dalla malaria;dando terreni fertili utili all'agricoltura;pero di contro hanno anche distrutto un'ecosistema unico nel suo genere!

da Fucino Cane 23/04/2019 13.09