Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese


lunedì 8 agosto 2016
    

Lucio Parodi La Francia dall'anno 2003 si è dotata del Code de l'environnement, Codice dell'Ambiente, costituito da due tomi, quello Legislativo e quello Regolamentare. Al Codice è stata data attuazione con una serie di decreti ministeriali, uno dei quali elenca le specie di fauna selvatica classificata nociva: tra i mammiferi, la donnola, la faina, la martora, la puzzola e la volpe e, tra gli uccelli, il corvo, la cornacchia nera, la gazza, la ghiandaia e lo storno.

Di seguito, i periodi nei quali è consentita la "destruction", ovvero la cattura.

  • La donnola, faina, martora e puzzola possono essere catturate con trappole tutto l'anno entro i 250 mt. da fabbricati, installazioni d'allevamento e nelle aree inserite nei piani di sviluppo per la fauna selvatica (le nostre ZRC). Dalla chiusura della caccia sino al 31 marzo con il fucile.

  • La volpe può essere catturata tutto l'anno con trappole, stanata con l'affumicazione ecologica o con i cani da tana. Dalla chiusura della caccia sino al 31 marzo con il fucile nei territori utilizzati per l'allevamento del pollame e similari.

  • Il corvo e la cornacchia nera possono essere catturati con le trappole in tutto il territorio per l'intero anno. Con il fucile dalla chiusura della caccia e sino al 31 marzo, prorogabile sino al 10 giugno nel caso non esista altra soluzione soddisfacente. E' vietato lo sparo ai nidi.

  • La gazza può essere abbattuta con il fucile dalla chiusura della caccia e sino al 31 marzo, prorogabile sino al 10 giugno quando siano coinvolte le attività antropiche e l'equilibrio biologico e sino al 31 luglio per prevenire importanti danni alle attività agricole e non ci sia altra soluzione soddisfacente; da appostamento fisso nelle aree orticole, frutticole e nelle zone di ripopolamento faunistico. E' vietato lo sparo ai nidi. Può essere catturata con le trappole tutto l'anno nelle aree e zone precedentemente indicate.

  • La ghiandaia può essere abbattuta con il fucile dalla chiusura della caccia e sino al 31 marzo, quando non esiste altra soluzione soddisfacente e siano coinvolte le attività dell'uomo e l'equilibrio biologico; da appostamento fisso senza l'accompagnamento del cane. E' vietato lo sparo ai nidi. Può essere catturata con le trappole dal 31 marzo al 30 giugno nelle aree orticole e dal 15 agosto all'apertura della caccia nei frutteti e nelle vigne.

  • Lo storno (che è specie cacciabile) può essere abbattuto con il fucile dalla chiusura della caccia e sino al 31 marzo, prorogabile sino all'apertura della caccia nel caso non esista altra soluzione soddisfacente e danneggino le attività umane e l'equilibrio biologico.

Le autorizzazioni alla cattura della fauna classificata nociva sono rilasciate nominativamente dalle Prefetture dei dipartimenti e la rendicontazione obbligatoria consente di redigere, comune per comune, le mappe con il numero delle autorizzazioni e le densità delle catture; per il Dipartimento Maine-Loira possiamo vedere una mappa delle autorizzazioni e quella delle catture di cornacchia nera.



Mappa dei comuni del dipartimento Moine-Loire con la quantità delle domande di prelievo dei nocivi 2014
 




Mappa dei comuni con la quantità delle catture di cornacchia 2014
 
 

In Italia non esiste un Codice dell'ambiente, ma tante leggi e decreti, molti emessi per obblighi europei, a volte scoordinati e talvolta addirittura in contrasto.

Per la fauna e la caccia con le leggi 968/1977 e 157/92 sono scomparsi i nocivi consentendo la sola caccia, tra i mammiferi, alla volpe e, tra gli uccelli, alla cornacchia nera, alla cornacchia grigia, alla gazza e alla ghiandaia. Sempre la 157 prevede, al secondo comma dell'articolo 19 la possibilità di un " ..... controllo delle specie di fauna selvatica che deve essere praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici su parere dell'ISPRA". Per l'utilizzo di "metodi ecologici", l'ISPRA ha emanato prescrizioni (in vigore almeno sino a ieri...) per la cattura e la soppressione delle nutrie e di altre specie che alla lettura, viene solo da ridere! Le prescrizioni, infatti, prevedono che la cattura sia esercitata con gabbie-trappola che catturano il selvatico vivo (così è considerato un metodo selettivo: se il selvatico non è quello ricercato si libera) ma la soppressione deve avvenire con metodo ecologico, quale la gasificazione con cloroformio direttamente sul luogo di cattura: un’apposita gabbia stagna è accostata a quella di cattura e aperte le serrande di ciascuna, si deve far passare la nutria in quella gasificatrice per poi, chiuso lo sportello stagno, aprire la bomboletta dosatrice di cloroformio. Soppressa la nutria, la carcassa deve essere portata, con le cautele del caso, presso azienda attrezzata ed autorizzata all’incenerimento per la termo-distruzione o conferita ad altra specializzata nel confezionamento di sfarinati d’origine animale.
Nessuno altro Stato europeo prevede simili costose procedure, in Francia è ammesso l'uso del fucile, pistola e coltello. Tra l'altro la nutria, esclusivamente vegetariana, cucinata nei vari modi è ottima; all'arrosto o allo spiego è meglio del maialino!

Opportunamente la nutria, con la Legge 116/2014, è stata inclusa tra talpe, ratti, topi e arvicole escluse dall'applicazione della 157, creando però non pochi problemi essendo la competenza per il controllo passata di fatto ai soli comuni. Nel frattempo il Parlamento europeo approvava il "Regolamento (UE) n. 1143/2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive" e quello nazionale ne prendeva atto, introducendo con la Legge 221/2015, il così detto. "Collegato ambientale", una modifica alla 157 che rendeva possibile per le specie alloctone, e quindi anche per la nutria, l'utilizzo delle procedure previste dall'articolo 19 per il controllo e oggi per l'eradicazione. Per arrivare a questo risultato sono trascorsi ben ventiquattro anni ed è stata necessaria l'obbligatorietà del regolamento europeo. Chi non ricorda la tragicomica vicenda dello scoiattolo grigio, alloctono invasivo, a tutela di quello rosso nostrano finita in tribunale e durata alcuni lustri? La trova raccontata compiutamente nel mio libro "Storie di Caccia e di Montagna" edito dalla Phasar, reperibile o ordinabile nelle librerie Feltrinelli.

A quando una seria modifica della legge 157, nell'interesse della fauna selvatica e nel rispetto delle Direttive europee prevedendo necessariamente la costituzione di uno specifico e potenziato dipartimento dell'ISPRA che si occupi compiutamente, anche per i gravosi obblighi che derivano dalle norme europee, della fauna selvatica?


Lucio Parodi


9 commenti finora...

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

Sempre per Flavio: per la Martora e la Puzzola la Direttiva Habitat prevede la possibilità di misure di gestione e molti mustelidi non sono specie d'interesse comunitario. Solo la 157 ignora le specie "nocive".

da Lucio Parodi 09/08/2016 16.33

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

E si arriva al paradosso che un noto anticaccia guardia VV minacci di denunciare (motivi ignoti)i componenti della squadra che nell'ATC VI 2 sud andava a volpi (con autorizzazione provinciale). Anche questa è Italia ...purtroppo.

da Bekea 09/08/2016 16.30

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

Ma se è vero che siamo tutti europei come mai le leggi che vigono in Francia non sono valide anche in Italia ? Ci sono dunque europei di serie A e italiani di serie B ?

da Frank 44 09/08/2016 16.04

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

purtroppo in Italia siamo invasi da faine puzzole martore volpi tassi istrici, e se nel dopoguerra erano quasi estinti e quindi era giusto proteggerli ora andrebbero ridotti, ma nessuno si prende l'onere di inserire queste speceie tra quelle cacciabili, mai sentito un presidente di associazione provinciale o un presidente di ATC interessarsi al problema dei nocivi, in questi giorni stanno facendo la pubblicita' FIDC Lombardia che voglio fare uno studio sulla lepre, 150.000 EURO SPERPERATI AI SOLITI STUDI TECNICI MANGIASOLDI PER DIMOSTRARE QUELLO CHE NON E' VERO. Eliminate come facevano una volta le specie antagoniste e si vedranno i risultati.

da LUCA BG 08/08/2016 16.01

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

Flavio, se fosse vero quello che dici, comunque, (ma non è vero, e in ogni caso è sul principio che si disquisisce, non sulla singola specie) significherebbe che aldilà dei 250 metri dalle case, mustela putorius non trova da mangiare. E questo la direbbe tutta sull'efficacia dell'attività di ambientalisti e animalisti che dovrebbero preoccuparsi di mantenere abbastanza territori integri e adatti comunque alla biodiversità. Qui non si parla di caccia, nessuno mangia una mustela p., semmai cerca di difendere quello che ipoteticamente alleva e mangia.

da Venator 08/08/2016 15.16

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

Per Flavio: da IUCN Comitato italiano 2013 categoria lista rossa Minor Preoccupazione (LC)non è in estinzione!

da Lucio parodi 08/08/2016 15.02

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

Noi abbiamo i verdi travestiti da associazioni venatorie.

da Venezia 08/08/2016 13.21

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

Peccato che Mustela putorius la Puzzola sia in via di estinzione in Italia e in Francia proprio per queste medioevali leggi..andrebbe urgentemente esclusa dalle specie perseguitabili... è vergognosa la gestioen dei mustelidi nativi in Francia e infatti sn t tal collasso

da Flavio 08/08/2016 10.59

Re:Biodiversità e specie opportuniste: l'esempio francese

fatti, non parole! la differenza con l'italia è fatta dalla diversa conoscenza scientifica a dalle persone che amministrano (la politica qui zoppica ... voglio essere buono)

da vecchio cedro 08/08/2016 10.16