Un nuovo corso per gli ungulati


martedì 9 dicembre 2008
    

Marco RamanziniSono passati ormai venti anni da quando fra, inutile nasconderlo, una sorta di incredulità generale, si cominciò prima timidamente poi con sempre maggior convinzione a parlare di cacciare anche in Appennino, lontano dalle zone tradizionali di questa forma di caccia, ungulati che non fossero il «solito» cinghiale.

Più che una scommessa pareva quasi fantascienza. E invece… Caprioli, daini e in alcune zone perfino cervi sono ormai diventati parte integrante del paesaggio delle nostre campagne, visibili con estrema facilità anche da chi non è abituato a muoversi per i boschi con il passo leggero e l’occhio attento del cacciatore. 

Una ricchezza di fauna impensabile fino a pochi anni fa, che dimostra con numeri in continua crescita come la gestione di fauna e ambiente è in grado di dare splendidi risultati anche e soprattutto quando è fatta dai cacciatori. 

Questo non vuol dire che possiamo riposare sugli allori o considerare svolto il nostro compito una volta assolti gli obblighi legati al rispetto dei piani di abbattimento assegnati. L’impegno gestionale deve essere sempre più affinato e migliorato, anche perché non possiamo nasconderci che molto può essere ancora fatto. 

Importante ad esempio sarebbe un modello unico di corso di preparazione rivolto ai futuri cacciatori di selezione in modo da risolvere anche la questione del riconoscimento dell’abilitazione da parte di Province diverse da quelle di rilascio.


 E male non sarebbe che i corsi stessi fossero incrementati in numero e frequenza. 

Anche i regolamenti – sempre più numerosi e difformi - e relative sanzioni dovrebbero essere meglio pensati e uniformati. 

Ma sarebbe anche il caso di rivedere i tempi di caccia, stabilendo calendari non solo anche in questo caso più omogenei, ma anche maggiormente attenti alle reali necessità gestionali e alla biologia delle specie oggetto di prelievo. 

Questo potrebbe anche permettere al cacciatore/gestore di meglio affrontare quello che in un certo senso può essere visto come il rovescio della medaglia, costituito dall’esplosione demografica delle popolazioni di ungulati. Sempre più forti infatti si alzano le lamentele da parte del mondo agricolo per l’impatto che le popolazioni di caprioli, daini, cervi e cinghiali sulle colture, in specie quelle di pregio.
 

È essenziale in questo campo trovare un punto di equilibrio fra le necessità di tutti - selvatici compresi - e moltissimo può essere fatto dai cacciatori, purché gli siano dati gli strumenti per farlo. Nel caso del cinghiale ad esempio è tempo che ci si renda conto che poco potrà essere fatto se non sarà consentito di intervenire in modo efficace all’interno di parchi e aree protette, che costituiscono un serbatoio praticamente inesauribile di selvatici.

In alcune realtà – ancora troppo poche – si è cominciato a farlo, ma la consueta isteria ideologica della parte peggiore del mondo ambientalista rende difficile, quando non blocca del tutto questo processo, naturale e scontato nel resto del mondo. Non è certo imponendo alle squadre di cinghiale di pagare - salati - i danni che si può pensare di risolvere i problemi. Per noi, per gli agricoltori e anche per la fauna.

 

Marco Ramanzini 
Vice Direttore Diana

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7 commenti finora...

Re:Un nuovo corso per gli ungulati

BASTA CON LA CACCIA DI SELEZIONEEEEEEEE......MA VI RITENETE CACCIATORI VOI SELECONTROLLORI????

da UN CACCIATORE CON LA C (MAIUSCOLA) 16/05/2009 8.51

Re:Un nuovo corso per gli ungulati

Mi chiamo Massimo sono della provincia di Teramo,vorrei fare un corso come selecontrollore per il cinghiale,potresti aiutarmi a trovare la regione piu vicina dove ci saranno questi corsi,datosi che la provincia di Teramo a prolungato la caccia al cinghiale nelle zone di ripopolamento e cattura fino al 31 luglio2009 grazie Massimo

da Adorante vMassimo 20/02/2009 12.11

Re:Un nuovo corso per gli ungulati

Sono d'accordo con Emanuele lasciamo i parchi unici polmoni della selvaggina fuori dal discorso caccia. (Non condivido la caccia di selezione)Preferirei la cattura e il ripopolamento in ambienti con poca densità. Se non ci fosse l'abbattimento il selecontrollore si impegnerebbe lo stesso alla cattura e il ripopolamento di altre zone???

da Minos 19/12/2008 20.50

Re:Un nuovo corso per gli ungulati

Anche io come l'aqmico Alessandro, trovo assurdo pensare di cacciare all'interno di parchi o aree naturali, i selvatici abituati alla quiete dell'area sarebbero un bersaglio troppo facile da abbattere, e allo stesso tempo ci troveremo a combattere una battaglia molto dura con le categorie ambientaliste. Non sono un esperto di caccia di selezione, ma sono un appassionato di CACCIA al cinghiale, cosa ne pensate se provassimo a fare delle catture di massa, come già avviene per altri selvatici, per poi liberare gli animali in zone libere da tabelle? ...

da Emanuele 12/12/2008 15.17

Re:Un nuovo corso per gli ungulati

...caro Marco, sapessi quante volte mi so sentito dire che l'idea di un Corso Unico era fantascienza...come se i caprioli il Liguria avessero 4 zampe, ed in Trentino 6 come il cane dell'AGIP... ...io son di Cremona..il mio corso URCA, nonostante la paternità..richiede l'equipollenza per Reggio Emilia...siamo in ItaGLIa... ..son contento di non essere l'unico Visionario... ..continuerò a seguirTi, così come ho fiducia in Danilo.. Buon Lavoro !

da Sandro 10/12/2008 23.33

Re:Un nuovo corso per gli ungulati

non credo sia una semplice questione di cacciare in "riserva" intendo nei parchi, ma di gestire in maniera intelligente le risorse che il parco offre. Una crescita di animali senza controllo può creare problemi alla fauna stessa, mi riferisco all'indebolimento della razza, malattie per sovrannumero ecc ecc. una caccia di selezione nei parchi invece potrebbe portare intriti in denaro al parco stesso ed avere più risorse da dedicare alla gestione ed al miglioramento del parco. In questo modo tutti ne trarrebbero dei benefici, scusate se è poco!!!

da Moreno - Empoli 10/12/2008 15.55

Re:Un nuovo corso per gli ungulati

Parlando egoisticamente da cacciatore trovo assurdo cacciare nei parchi e nelle riserve naturali... una volta svuotati i "serbatoi" il numero dei cinghiali abbattibili all'anno diminuirebbe notevolmente... e poi un cacciatore deve accettare la sfida e adeguarsi agli orari alle abitudini dei selvatici, troppo semplice e banale andare ad abbattere i cinghiali nelle riserve!

da Alessandro 09/12/2008 14.58