Tartufai: "Le disposizioni fiscali sui tartufi vanno riviste"


martedì 6 settembre 2016
    

Regione Piemonte turtufi Albo pretorio In vista dell'entrata in vigore (primo gennaio 2017) delle modifiche sulle disposizioni fiscali sulla cessione dei tartufi (Legge europea), si levano le proteste dei tartufai, che ritengono l’emendamento inserito dal Governo per recepire le indicazioni di Bruxelles del tutto errato. L'abbassamento dell'iva al 10% e la ritenuta d’imposta con obbligo di rivalsa al posto dell’autofattura anonima, non bastano secondo le associazioni dei cavatori. 

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Un tentativo maldestro di far emergere chi lavora in nero, ma che di fatto è irrealizzabile - dice Andrea Rossano di Tartufingros su La Stampa -. L’anonimato sull’autofattura, per quanto discutibile, ha permesso alle aziende di lavorare dal 2005 a oggi, ma ora il nuovo sistema rischia di paralizzare completamente il mercato. Di fronte alla difficoltà di reperire i documenti dal cercatore, i commercianti saranno costretti ad acquistare da operatori esteri che offrono le varietà di tartufi più pregiate a prezzi concorrenziali e con documenti fiscali. I cercatori venderanno in nero a chi è senza scrupoli e il sistema sarà nuovamente inchiodato". 

Sempre su La Stampa, interviene Agostino Aprile, presidente dell’Unione delle dieci Associazioni Trifolao Piemontesi: "Abbiamo avuto un incontro con il viceministro Olivero, lasciandoci con la promessa che questa legge sarebbe ancora stata discussa. Il procedimento ha molti punti favorevoli, perché riconosce la filiera del tartufo e garantisce la rintracciabilità del prodotto. Ma per renderlo attuabile abbiamo chiesto di concedere ai cercatori un bonus iniziale compreso tra i 3 e i 5 mila euro: una sorta di franchigia che ci riconosca le spese e ci consenta di mettere a posto il settore senza più scuse. Speriamo che ciò sia inserito nella legge di stabilità del prossimo autunno".


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