In Svizzera gli animalisti sono più diplomatici. Se da noi, terra di 300 mila km quadrati con circa 3300 lupi (idealmente un lupo ogni 100 km quadrati, anche se ovviamente non coprono tutta la penisola) nonostante i danni crescenti non si può parlare di gestione, in Svizzera, dove si contano circa 180 lupi per poco più di 40 mila km quadrati (un lupo ogni 227 km quadrati) la gestione di alcuni esemplari laddove si verificano i danni, anche a scopo preventivo, non solo è comunemente accettata, ma è anche approvata dagli ambientalisti. E a confermarlo sono le stesse sigle (Pro Natura, Wwf, Birdlife) che qui in Italia chiudono ogni possibile dialogo.
Proprio in questi giorni un comunicato congiunto di Pro Natura, WWF Svizzera, BirdLife Svizzera e Gruppo Lupo Svizzero annuncia l’accettazione dello stato di fatto e della rinuncia al referendum contro la revisione della legge sulla caccia in considerazione del fatto che la legge da poco approvata garantisce una buona coesistenza tra l’uomo e il lupo.
“Risulta decisiva - vi si legge - la regolamentazione attraverso un'ordinanza sulla caccia che non metta in pericolo la popolazione di lupo e rafforzi ulteriormente la tutela delle greggi, nonché la sua attuazione congiunta da parte di alpigiani, agricoltori, guardie forestali, ambientalisti, cantoni e comuni”.
Si legge poi nel comunicato: “non sono consentite zone libere dal lupo e la rimozione di branchi interi si rende possibile solo in casi eccezionali; continuerà a essere vietato anche l'abbattimento nelle zone vietate alla caccia. Gli ostacoli all'abbattimento di singoli esemplari saranno abbassati solo in modo insignificante rispetto allo stato attuale, restando ancora molto più alti di quanto sarebbe stato previsto dalla proposta di legge respinta dall’elettorato nel 2020. Il periodo di regolazione dei lupi in inverno verrà addirittura ridotto di due mesi rispetto alla situazione odierna. Stanti queste condizioni quadro, la popolazione di lupo non viene messa nuovamente in pericolo: questo animale potrà quindi prosperare anche con la nuova legge sulla caccia e rimanere parte integrante della fauna autoctona”.
L'importante dunque per gli ambientalisti svizzeri pare sia la buona salute della specie in equilibrio con le altre e con l'uomo. Questo ci pare un buon modo di fare ecologia.
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