La biodiversità italiana censita sul web


martedì 6 aprile 2010
    
allarme biodiversità Commissione Europea Grazie al progetto Sistema ambiente 2010, promosso dal ministero dell'Ambiente in collaborazione con la societa' di consulenza per lo sviluppo sostenibile Igeam, e presentato a Roma alla sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), le banche dati acquisite da soggetti pubblici e privati di ricerca verranno per la prima volta unite in modo da creare il più grande censimento delle specie che popolano i diversi habitat del nostro paese.

Il lavoro è tutt'altro che esiguo, basti pensare che solo nel 2009 sono circa 17mila le nuove specie naturali rilevate sul territorio nazionale. Grazie al Network Nazionale della Biodiversità, i dati finora raccolti potranno essere condivisi sul web a partire dal prossimo 22 maggio, data in cui verrà inaugurato il portale Naturalità e giornata internazionale della biodiversità.

Sono finora oltre 70 le banche dati in programma (31 gia' informatizzate e 40 in corso di acquisizione) e riguardano i settori piu' disparati della fauna e della flora italiana e internazionale, corredate da descrizione, immagini, mappe di distribuzione, nomi scientifici e comuni di piante, animali e altri organismi. Tra le 30 acquisite si distinguono, il primo censimento della flora esotica d'Italia, una ricerca sullo stato di conservazione dei paesaggi e dei Parchi Nazionali Italiani, studi sulla distribuzione delle specie a rischio Ogm, degli habitat e delle foreste vetuste e classificazioni dei diversi tipi di muschi, alghe e microfunghi.
 
(Ansa)

1 commenti finora...

Re:La biodiversità italiana censita da un portale web

Se la cosa sarà fatta in maniera seria e da persone competenti oltre che da Cacciatori, avremo un quadro a dir poco disastroso: I Parchi Nazionali e quelli Regionali versano nel più squallido abbandono, in molti casi sono addirittura ricettacoli di rifiuti tossici se non letali per l'uomo e per gli animali; gli habitat sono quasi del tutto spariti e/o altamente degradati, le zone umide, un tempo luoghi di riposo e stanziamento degli animali acquatici sono sparite e/o invase da fitta e non controllata vegetazione dove l'avifauna acquatica non trova adeguato rifugio, e via dicendo. Poi la distribuzione, e quindi le mappe, dei territori a rischio di coltivazioni Omg, non sarà mai possibile in quanto si cozzerebbe contro il muro solidissimo dei produttori e grandi affaristi. Quindi o si fanno le cose serie nell'interesse sia dell'uomo che degli animali oppure si creano dei carrozzoni mangiasoldi di cui non ne abbiamo assolutamente bisogno.

da [email protected] 06/04/2010 13.25