Benedetta Butini: "Quando si va a caccia la sveglia non serve"


mercoledì 4 marzo 2015
    

Benedetta Butini La mia prima licenza di caccia è giovane 2010 - 2011. Mio padre, cacciatore da sempre non era molto entusiasta ,forse, anche se lui dice di no, dovuto all'incidente che lo ha visto coinvolto un po' di anni fa. Il mio compagno Marco, anche lui cacciatore, invece mi ha sempre sostenuta.

La mia è stata anche un po' una scommessa, ma in fondo sapevo che se avessi iniziato questa avventura, non l'avrei più abbandonata!

Mi ricordo la prima preapertura, con il mio cal. 20 Breda semiautomatico che Marco mi aveva regalato: sparai ad un colombaccio e lo presi, ma talmente presa dall'emozione mi voltai verso di lui con un sorriso a....boh forse 100 denti dicendogli " siiii hai visto l'ho preso!"

Lui mi guardò rispondendomi :" brava, ma non hai visto dove è caduto!  Panico! Avevo visto la direzione, ma non dove fosse caduto. Prima lezione avuta: guardare sempre dove cade un animale.

Per l'apertura generale andai con babbo a caccia alla lepre: anche se non ci fu carniere, fu bello vedere lavorare i cani... La caccia è anche questo: non è sempre obbligatorio sparare per far si che sia una bella giornata di caccia.

Benedetta ButiniPer il resto della stagione venatoria mi sono divertita con Marco e Taz, il nostro springer spaniel a fagiani, in parata a colombi e tordi.

TAZ è fantastico, non ci delude mai, amico fedele di caccia, ma soprattutto di vita!

Io però aspettavo con molta molta impazienza, il 1* agosto: apertura della caccia di selezione. Nelle settimane precedenti avevo fatto delle uscite nei vari appostamenti per vedere un po' che animali ci fossero: maschi adulti, giovani femmine e piccoli....li avevo visti tutti!

Quella notte la sveglia non suonò, non ce ne fu bisogno: alle 04;30 ero già sull'altana. Il tempo sembrava non passare mai...un'oretta dopo iniziai a sentire i colpi dei miei vicini di sottozona.

Ed io.... Niente, neanche l'ombra di un capriolo! Aspettai ancora, sbinocolavo di continuo.. Ed eccolo alle 06;30 un bel maschio mi spunta fuori dal nulla nel campo di ulivi davanti...è proprio vero: son folletti!
Lo telemetrai: 209 mt. Presi la mia carabina cal 270 win e gli sparai: preso! Ma non cadde sul posto e si mise a correre che più veloce non poteva!

Andai sull'anchuss e c'erano sangue e tracce, non poteva essere lontano, ma dopo il campo di ulive iniziava un fitto bosco. Non riuscivo a trovarlo e per paura di confondere le tracce se avessi iniziato a pestare dappertutto,decisi di chiamare il ricuperatore con il cane.

Per Matisse e Romano fu un gioco da ragazzi, ma per me furono momenti lunghissimi: la tensione e la paura di lasciare un animale sicuramente morto nel bosco mi faceva stare malissimo. Quando  lo trovammo la tensione lasciò spazio alla felicità: era lì, il primo capriolo della mia vita.

Dal quel giorno capii, dopo tutte quelle emozioni così forti, che quella sarebbe stata " la mia caccia". Ancora oggi quando la caccia di selezione è aperta, la notte non riesco a dormire, mi fa lo stesso effetto del primo giorno!

Benedetta ButiniNon c'è bisogno di nessuna sveglia! Questi ricordi mi fanno ancora lo stesso effetto...

Per tutti i giovani che volessero iniziare sappiate che la caccia,se fatta con criterio, è una delle avventure più belle che la vita ci può regalare: è vero ci vuole impegno e tempo, ma se si fa con il cuore, tutto riesce bene!

Ringrazio tanto il mio babbo che fin da piccola mi portava con lui, e Marco che da grande mi ha sostenuta e mi ha fatto tirare fuori questa passione che era dentro di me e me l'ha fatta apprezzare ancora di più!


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