Sulla caccia. Riflessioni filosofiche per un'apologia dell'«Ars venandi»
giovedì 18 luglio 2019 
    
Le molteplici passioni che la caccia evoca sono esplorate dallo scrittore e filosofo Roger Scruton in un libro illuminante e scritto con verve autorale. Tracciando la sua personale esperienza venatoria e offrendo uno squisito ritratto degli uomini e degli animali che vi prendono parte, Scruton introduce il lettore ai più suggestivi misteri della vita rurale. Pubblicato in Inghilterra nel 1988 e ora tradotto per la prima volta in italiano, questo libro è una richiesta di tolleranza per uno sport nel quale l’amore per gli animali prevale sulla loro cattura. E nel quale la natura è al centro della scena.
 

 DAL TESTO – “Poi, altrettanto improvvisamente, la confusione cessa, tutto rimane fermo e un’aria di meraviglia stagnante cala sulla scena. Ora l’occhio non è più attratto dalle giovani piantine, ma dagli alberi vecchi, più saggi e più cupi, le querce, i frassini e i platani, che rimangano impassibili nello stagno del silenzio, la linfa congelata nelle vene, la vita estratta da loro. Non si muove niente, tutto tace e il capocaccia rimane fermo di proposito all’interno del covert, riflettendo, mentre la muta con le sue tante teste pondera la traccia svanita. Si è rintanata? Si è nascosta? Era una traccia morta? È saltata da una parte o è ritornata sui suoi passi? Il cane non si pone tali domande, ma noi sì. Loro, però, hanno una forza superiore alla nostra perché è seppellita dentro di loro e viene loro trasmessa da cane a cane nelle catacombe invisibili della vita di specie. La concentrazione all’interno del bosco è palpabile: per qualche momento perfino gli alberi danno l’idea di pensare e di preoccuparsi”.
 


Sulla caccia. Riflessioni filosofiche per un'apologia dell'«Ars venandi»

Autore: Roger Scruton
Editoriale Olimpia