In una lettera aperta indirizzata a una serie di VIP del Regno Unito, oltre 50 leader di comunità provenienti da tutto il Sud Africa li stanno invitando una a “smettere di usare la loro influenza per minare i diritti umani delle persone povere e mettere a repentaglio la conservazione della fauna selvatica nell'area sub-sahariana”, A questa campagna denigratoria si è aggiunto anche il Dipartimento per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali del Regno Unito (DEFRA), che ha condotto una consultazione sui controlli che regolano l'importazione e l'esportazione dei trofei di caccia.
Lo scopo di questa consultazione era determinare fino a che punto il commercio di trofei favorisca gli sforzi di conservazione e di sussistenza umana e se negli UK sia necessario un divieto totale o ulteriori restrizioni.
Mentre DEFRA non ha ancora pubblicato i risultati della consultazione, un certo numero di celebrità di alto profilo ha attivamente promosso un divieto per l'importazione dei trofei di caccia.
Nella lettera, il CIC mette in evidenza le lotte che le comunità devono affrontare quando convivono con la fauna selvatica e la conseguente necessità di incentivi per la sua conservazione e i numerosi benefici socio-economici che derivano da programmi di caccia ben regolati e sostenibili e come sono importanti per la vita di quelle popolazioni..
Il messaggio generale della lettera è chiaro; i leader africani vogliono partecipare al dibattito in corso e sollecitano il governo britannico a "riconoscere sia i nostri successi nella conservazione che il diritto delle nostre comunità di guadagnarsi da vivere attraverso la gestione culturalmente appropriata e sostenibile delle nostre risorse a beneficio della nostra gente e della nostra fauna selvatica”.
Il CIC sostiene pienamente le comunità rurali africane e il loro diritto di utilizzare le risorse della fauna selvatica per aiutare le popolazioni locali. E' essenziale che le decisioni politiche che riguardano i paesi dell'Africa meridionale non siano influenzate dalle opinioni di VIP inglesi, probabilmente poco consapevoli della realtà in cui vivono le comunità rurali che convivono con la fauna selvatica.