Esercizi di memoria


martedì 2 novembre 2021
    

Mario Biagioni
 
Impegnati a metabolizzare le conseguenze dei lunghi periodi di isolamento forzato, resta difficile anche il semplice riordino di ambienti e situazioni che pure conosciamo da sempre, quindi conviene attrezzarsi a sperare - che i giovani non siano esagerati nel loro diritto di scatenarsi su tutto il possibile - che dove si decide di economia politica non si sentano tutti dei fenomeni, e - che dove si parla di povertà e malattie non ci siano tentativi strani e furbizie, perché esistono, purtroppo, disperati e poveri veri.

Con l’evidente desiderio di tornare a incontrarsi, parlare e discutere, si cominciano a notare i primi “capannelli”, dove insieme alle varianti del Covid si può sentire del futuro di Ronaldo e dei viaggi del presidente Biden, gli appelli del Papa, le prossime elezioni, i problemi della scuola e i colori delle diverse regioni. Ci sono anche, riconoscibili, i capannelli dei cacciatori, o ex per ragioni anagrafiche. Si avvicinano in modo riservato, scambiandosi la gomitatina di saluto e aspettano una specie di capobranco, cioè uno di loro che si è guadagnata la fiducia per organizzare e decidere. Lo stesso che ogni tanto si preoccupa di precisare: “Se non ci fossi io, sareste un branco di ‘rinco’ vecchi e decrepiti”.

In un passato che mi sembra di secoli, ho conosciuto uno di questi personaggi, e anche di lui si diceva che non ricordava niente di ieri, ma in grado di fare una cronologia perfetta, con nomi e fatti distanti decine di anni. Ovviamente necessaria solo un po’ di tara per date e prezzi. Con il tempo, questo giovane signore era riuscito a mettere insieme un gruppetto di amici cacciatori, forse neanche ben assortito, ma di certo eterogeneo, che poi si era trasformato in una sorta di “compagnia stabile” di perditempo. Un veterinario e un medico che spesso si scambiavano di ruolo, un paio di bravi artigiani, l’immancabile avvocato e diversi studenti, in maggioranza convinti di aver trovato un mestiere.
Negli anni ‘70, quando sono stati indetti diversi referendum, alcuni erano davvero impegnativi, e quindi ognuno ha dato del suo, senza commenti. Poi è arrivato lo scontro referendario sulla caccia, con iniziative, manifestazioni e proteste a tutti i livelli, che ovviamente, ci ha coinvolti.

A seguire certe cose, per disponibilità di tempo e propensione, era praticamente sempre lo stesso, lodato e ringraziato da tutti quando ci riferiva durante gli incontri conviviali che noi, più precisamente, continuavamo a chiamare cene tra amici.

Indimenticabile il suo entusiasmo quando era rimasto impressionato dell’intervento di un signore definito giovanissimo, bravissimo e preparatissimo, che in cinque minuti aveva fatta una pregevole sintesi della caccia, partendo dagli Antichi che la tenevano in “somma venerazione” perchè ritenuta invenzione degli Dei.

Diana e Apollo ne avevano fatto dono a Chirone, un bravuomo che l’aveva messa in pratica “attraendo grande stima”, tanto che Senofonte la consigliava ai giovani. Più tardi Montesquieu faceva notare la differenza fra il senso dello stato dei Romani e quello di libertà dei popoli nordici.

Tacito, infatti, considerava la caccia come un’occupazione poco adatta alla civilitas dei Romani e più alle tribù del nord, dove la facoltà di cacciare costituiva una delle libertà primarie.

Le invasioni barbariche hanno portato nuove tradizioni e tecniche di caccia, con il diritto venatorio che nel medioevo ha sempre cercato di mediare tra cultura e tradizioni fino al grande periodo rinascimentale, con le favolose cacce di nobili regnanti e papi, spesso occasione per trattare affari, accordi e matrimoni, mentre al popolo veniva permessa la caccia alla piccola selvaggina con lacci e trappole, purché non fosse a discapito del lavoro.

Il racconto dei moltissimi anni a seguire si era fatto più stanco, quasi a giustificare un tempo segnato da eventi storici e sociali che hanno stravolto un pezzo del nostro mondo, legato a tradizioni e leggi radicate nel tempo. In evidenza il drammatico degrado ambientale: deforestazione, rifiuti, inquinamento atmosferico e idrico, la perdita di biodiversità e gli effetti del cambiamento climatico.

Ma per fortuna, quel racconto dal tono così dimesso è finito con una chiosa che tutti abbiamo apprezzato. La caccia, come fenomeno umano rimane sempre la stessa, quindi destinata a continuare nel tempo, ma solo a condizione di mantenere una giusta distanza tra l’uomo e il selvatico. Quando si riduce troppo a sfavore della preda, la caccia perde il suo vero significato e diventa distruzione.

Applausi e qualche dubbio, sulla possibilità di regolamentare l’attività venatoria con una normativa moderna, seria e soprattutto duratura.

Questo succedeva nel passato, mentre l’attuale capobranco tenta di parlare ai no-vax, agli indecisi e ai timorosi. E lo fa in modo concreto citando, per esempio, uno studio americano secondo cui senza vaccino ci sarebbero stati milioni di morti per il morbillo. Non solo, aggiunge, è anche dimostrabile che sotto il profilo economico la vaccinazione è l’investimento più remunerativo. Infatti, ogni dollaro investito ne vale una quindicina per il minor carico sul sistema sanitario e sulla produttività.

Quello che il futuro ci riserva ovviamente non lo sappiamo, ma è importante non essere “soltanto” preoccupati.

Non è interesse di nessuno, sia chiaro, ma siccome ogni tanto qualcuno me lo fa notare, prima dei saluti vorrei dirvi della foto. è sempre la stessa, lo so, ma è anche l’unica in cui ancora mi riconosco.

A tutti voi auguro tanto coraggio e, soprattutto, un futuro migliore.

Mario Biagioni

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8 commenti finora...

Re:Esercizi di memoria

Chi si alza ogni santa mattina per andare a lavorare, fascistello, comunistello, o 5stellello o come ti parello HA PERSO E PERDE SEMPRE. Invece chi si avvale dell’articolo quinto e quindi ha i soldi HA VINTO.

da X questo qua sotto che crede alla tv 06/11/2021 12.14

Re:Esercizi di memoria

Temo che il 2023 sarà un brutto risveglio per tanti concittadini che avevano già assaporato il gusto della vittoria. Ormai i debiti premono (nel senso latineggiante) e i soldi europei da spendere premono (stavolta nel senso che fanno gola) ancora di più. Anche stavolta i fascistelli di risulta se ne dovranno fare una ragione. Come del resto i grillini, che se non è zuppa è pan bagnato. Sarà un bene o sarà un male? Chissà!

da Tale e quale show 05/11/2021 8.47

Re:Esercizi di memoria

Già perchè il pagliacco manovrato da l'anti italiano con tutti i pagliaccetti non vogliono elezioni ma purtroppo per queste merde il 2023 sta alle porte.

da Tempo al tempo 03/11/2021 16.48

Re:Esercizi di memoria

forse anche tu..chissà! ma questo non è il problema il problema e levarceli di torno il piu presto...cosa molto difficile.

da Rino 03/11/2021 14.35

Re:Esercizi di memoria

Chissà chi li ha eletti tutti codesti politici incapaci…

da Gli itaGliani!! 03/11/2021 12.47

Re:Esercizi di memoria

fino a quando avremo quell'accozzaglia di pagliacci dei 5stelle in Parlamneto, dove vogliamo andare? purtroppo , rappresentano ancora la maggioranza in parlamento e sono MOLTO pericolosi per la totale incompetenza in tutte le materie.

da Parlamento 03/11/2021 10.08

Re:Esercizi di memoria

Vi basta : chiarissimo e condivisibile, rimane comunque il problema di trovare una soluzione accettabile e condivisa nel minor tempo possibile. La politica se praticata da gente valida e capace è in condizione di apportare il cambiamento sulla giusta via . Purtroppo oggi in Italia abbiamo politici mediocri e non certo intelligenti e capaci di riformare una situazione che degenera di giorno in giorno con assurdi populismi che minano la stabilità del paese.

da bretone 03/11/2021 9.13

Re:Esercizi di memoria

Oggi tutto corre e si trasforma rapidamente, senza tregua. Purtoppo, quando necessario, le nostre leggi non consentono di rilevare, bloccare e modificare lo stato delle cose in tempo utile. E tutto questo genera sconquassi, annulla anche le più solide certezze. Fino a poco più di un secolo fa, le trasformazioni agricole procedevano lentamente, come lentamente si spostava l'uomo. Ciò permetteva una sostanziale immobilità delle diverse realtà ambientali. I cambiamenti nella consistenza della selvaggina, di conseguenza, erano minimi, difficilmente percepiti nel corso di una o due generazioni, tenendo conto che anche la vita media dell'uomo era molto più corta. A questo aggiungerei la nota analfabetizzazione di ritorno, che nega le realtà scientifiche, ignora la storia, dipende dalla comunicazione di massa a conduzione metropolitana. Cioè in luoghi lontani dalla campagna, dove è molto più semplice rendersi conto di come stanno le cose. In più, la conseguenza più grave, viviamo un eterno presente, che ci consente di consumare tutto il consumabile, ignari delle essperienze passate e senza riguardo al futuro. Vi basta?

da Vi basta? 02/11/2021 14.45