Emozioni di una capannista


lunedì 23 aprile 2018
    


 
 
 
La caccia non è solo attesa. Coinvolge l'uomo, il suo essere, totalmente. Per una misteriosa alchimia, attraverso i sensi nella loro massima estensione porta a una completa percezione di ciò che lo circonda.

La realtà del bosco è particolare. Si stacca dal solito vivere quotidiano, ha altri ritmi, altri tempi. Ogni cosa pare rallenti. Ci si immerge fino a farsi assorbire e se ne entra a far parte completamente. Non si hanno distrazioni di sorta, ed è in quel momento che l'uomo come essere vivente mette in campo, in sostituzione, le proprie capacità. E' cacciatore e si conforma d'incanto pescando nel proprio istinto, che affiora lentamente. Agisce sui sensi che si estendono piano piano. Umida spesso di pioggia autunnale, l'aria è carica di profumi: il muschio, le foglie macere, il sottobosco. L'appostamento stesso è una piccola dimora, tanto caro che quando nella realtà di tutti i giorni poi si ritrova l'odore del legno, ritorna  alla mente. E' come il profumo di casa. Respirando tutto questo a pieni polmoni è automatico tendere l'udito sui rumori, verso il canto dei propri richiami: è ancora buio, l'orecchio si fa più vigile e va alla ricerca di ogni più piccolo segnale. Scivola dal canto del tordo e del merlo in gabbia a quello del pettirosso che con le prime luci si affaccia curioso e saltella da un ramo all'altro. I versi e gli stridi degli uccelli notturni si assopiscono col dissolversi della notte, e allora si aguzza l'orecchio ad uno sbattere d'ali familiare; è un sassello che frulla, esce veloce dal bosco e s'appoggia furtivo su un ramo. E le narici si dilatano per quello tra gli odori che più cattura: il "profumo" acre della polvere da sparo della cartuccia appena esplosa, unico e inconfondibile. Ma ogni profumo scandisce un momento preciso. Istanti ritagliati, incastonati in una realtà a sé.

Il cacciatore prepara l'appostamento quando ancora è buio. Si aiuta con la torcia, in soccorso a luna e stelle, al primo raggio di luce ogni cosa deve essere a posto. Ma già la notte consente spettacoli che appagano gli occhi e l'animo. Nel buio pesto del bosco, alzando lo sguardo, quando ancora gufi e civette mandano richiami, non è raro imbattersi, se il cielo è sereno, in una stella cadente. Non esiste inquinamento luminoso, nel cielo nero Venere spicca nel soffitto oscuro del cielo:  non è come in città. A volte, soprattutto nelle notti serene di dicembre, capita  di perdersi in quello specchio nero e meraviglioso. A terra c'è spesso brina nel prato, e con la luce della torcia è sorprendente osservare quella distesa di brillanti cristalli di ghiaccio che coprono l'erba. Uno sguardo intorno porta a concentrarsi, favorisce l'attenzione per l'attesa. L'occhio vigile attende la luce e ne vaglia i colori. Si abitua e si sforza al massimo nel distinguere  sagome e simulacri: foglie, ali, code... Chissà.


Nella massima estensione, vista e udito si combinano tra loro. Dalla loro fusione e dal loro perfetto interagire nasce ed emerge il cacciatore. Nella sua vera essenza.
 
Emanuela Lello

 


11 commenti finora...

Re:Emozioni di una capannista

Uahahahah......il primo uomo sulla Luna????...... un Toscano!!!L Le rovine nel cratere??? Un allevamento di Chianina .....ecco il mistero delle false riprese!!!

da Tornate sulla Terra 26/04/2018 18.00

Re:Emozioni di una capannista

Si infatti rubano con la sinistra e la desta col pugno chiuso tanto per camuffare.

da Ma va belin 26/04/2018 17.46

Re:Emozioni di una capannista

Dante letto da Benigni alla presenza di Renzi è l'apoteosi della toscanità. Un giullare, unico colto a corte anche all'epoca dei principi, che istruisce il "colto" e l'inclita facendo ridere. Renzi, che non è incolto, soprattutto se rapportato ai suoi pari, e più che soprattutto perchè nato e cresciuto nello splendore della bellezza e della cultura più entusiamante d'Europa, non ha lo spessore di certi suoi predecessori (sindaci di Firenze come La Pira Bargellini Bonsanti Bogiankino), ma stacca alla grande molta gente.

da Contini 26/04/2018 16.20

Re:Emozioni di una capannista

Niente a confronto su dove sono andati a finire altri.Leggasi Luiggino e associati.Magari votati anche dal simpatico di turno.

da i toscani vi fumano tutti 26/04/2018 14.06

Re:Emozioni di una capannista

Mah..........i Toscani.........son passati disinvoltamente da Dante......a Renzi......forse si son fumati il cervello.

da BRANCA DORIA 26/04/2018 13.09

Re:Emozioni di una capannista

..e dalla tesa le ottobrine terse albe a scrutar l'orizzonte per il primo branco di colombacci di passo.

da i toscani vi fumano tutti 24/04/2018 18.06

Re:Emozioni di una capannista

mi fermo fuori del capanno ad aspettare che il Grande Carro e il Piccolo Carro si allinino e rimango affascinato fino a che la levata mi sorprende li fuori impreparato. HI HI HI Ma pronto per la Posta.

da Il toscano si fuma 24/04/2018 5.59

Re:Emozioni di una capannista

Brava Emanuela solo chi è cacciatore può capire certe EMOZIONI con SENSAZIONI STUPENDE è bello aspettare l'alba un saluto

da MARCELLO64 23/04/2018 19.05

Re:Emozioni di una capannista

Brava Emanuela,complimenti per l'articolo.

da Il Nibbio 23/04/2018 16.30

Re:Emozioni di una capannista

Lo sai Emanuela che da piccolo avevo paura del buio appena spenta la lampada di camera.Più tardi quando mio nonno mi portava al capanno preparavo tutto io al buio completo, senza più paura, alcune volte circondato dagli occhietti gialli della volpi che mi osservavano lavorare. Anche oggi, in età avanzata, prima di cacciare mi fermo fuori del capanno ad aspettare che il Grande Carro e il Piccolo Carro si allinino e rimango affascinato fino a che la levata mi sorprende li fuori impreparato. In altra rubrica si parla di veganismo e animalismo, non conosco i termini scusate.

da 1 toscano 23/04/2018 16.20

Re:Emozioni di una capannista

Un tempo le pile funzionavano male e si scaricavano quasi subito. Ma l'atmosfera era magica e l'emozione altrettanto genuina, forse di più. Da bambino, poi, quando cominciai col babbo e col nonno, mi sembrava di essere un cacciatore d'altri tempi, un pioniere che preparava il suo ricovero per portare a casa un carniere pieno di meraviglie. Ed erano capinere, beccafichi, fringuelli, peppole, verdoni, prispoloni. E merli, tordi, sasselli, frosoni, cesene, tordele, ghiandaie....

da Oggi si prende quel che si può 23/04/2018 15.08