Ci vuole più coraggio


martedì 2 gennaio 2018
    

 
 
 
Dove va la caccia? Inchiesta di BigHunter
 
Il parere dei giovani: Marco Fasoli e Andrea Tanzariello

Marco Fasoli si ritiene un cacciatore generalista. Le fa un po' tutte, ma sicuramente, la caccia che  pratica di più è quella da appostamento fisso alle anatre, dopo di che esce con il suo springer a risaie e canali cercando beccaccini e rallidi.

"Il rapporto tra la società e i cacciatori  - dice - varia molto da regione a regione; in luoghi come il Trentino-AltoAdige la figura del cacciatore è rispettata e anche  la selvaggina   è onorata e rispettata,  dal bosco alla tavola. Meno, in altre regioni. Dipende da come i cacciatori riescono a collegarsi con la società e a valorizzare le proprie tradizioni. Il rapporto con l'ambiente - prosegue -  sembra in generale migliorato su alcuni aspetti con il riciclare, la consapevolezza di sprecare meno, le risorse rinnovabili ecc, poi c'è il mondo dell'agricoltura che nelle campagne causa i danni maggiori e in questo campo dobbiamo migliorare molto".

"Il lago di Garda, dove caccio le anatre - afferma - negli ultimi anni è cambiato molto, il canneto sta scomparendo a causa dell'inquinamento e dal cemento che deturpa le rive,  il forte turismo che disturba molto la fauna. La campagna invece è ipersfruttata, tutti i contadini ormai fanno due cicli in un anno, per non parlare dei trattamenti con fitofarmaci e altri prodotti chimici".

"Per la caccia - dice -  quest'anno a causa dell'aviaria in molti ATC non hanno liberato fagiani e quindi molti cacciatori sono rimasti a casa. Quella alle allodole ormai la fanno in pochi perchè i carnieri sono limitati rispetto all'impegno che serve  per allevare i richiami. Poi ci sono le leggi che possono influenzare le scelte dei cacciatori, come quando hanno chiuso i roccoli o con la storia delle deroghe ai piccoli uccelli, che consentirebbero a molti di tornare a cacciare. Esistono anche le mode, come la caccia al germano: con l'uso di richiami mobili (mojo) e dei richiami a bocca, che l'hanno facilitata."

"Prevedere il futuro è difficile - conclude -  dipenderà molto dalle scelte politiche. Io credo che ci sono due aspetti su cui puntare se vogliamo ottenere dei risultati: primo dal punto di vista legislativo dobbiamo puntare sull'Europa perchè è là che si decide, bypassando anche i nostri governi. Secondo valorizzare la carne di selvaggina come alimento, che può avvicinare molta gente al nostro mondo, specialmente in questa fase dove si da molta importanza alla qualità del cibo".

Per Andrea Tanzariello che va a beccacce e ad ungulati Friuli, strettamente collegato al territorio, negli ultimi anni  il rapporto fra cacciatore e ambiente è meno percepito.

C'è una mancanza di visione globale della gestione in toto dell'ecosistema, dice in sostanza;  la frammentazione all'interno del mondo venatorio tra le diverse forme di caccia fa si che singoli individui  o piccoli gruppi gestiscano l'ambiente e la caccia quasi egoisticamente, senza rapportarsi con allevatori e agricoltori, con le ovvie conseguenze. Secondo lui, "viene sempre meno anche il rapporto con la società" a causa del  legame  troppo stretto con la politica".

L'ambiente evolve continuamente, e il cacciatore se ne deve rendere conto. "Il grosso errore - ritiene -  è pretendere di avere la medesima selvaggina negli anni al mutarsi degli ecosistemi: tentare di modificare e mantenere efficiente un ecosistema richiede un grosso dispendio di energia, ma i risultati sono scarsi".

Comunque, per lui, l'unica soluzione sta nella gestione del territorio. "Vedo altolocati cacciatori Italiani dare dei corsi venatori all'estero, a pagamento ovviamente, formando cacciatori super specializzati",  quando in realtà non vi sono nemmeno le basi, in Italia, per trasmettere concetti di gestione del territorio,  agronomia, botanica, interazione faunistica. "Vedo sempre più intromettersi all'interno e nella gestione del mondo venatorio, avvocati, dei quali l'unico bisogno che  abbiamo è nel caso di controversie legali o per dare interpetazioni chiarificatrici alle norme. Eppure sono li a dare lezioni con conseguenti danni: Le associazioni venatorie sono troppe!!!! Frammentano ancor di più i  legami tra cacciatori, politicizzando e strumentalizzando la caccia, perchè pur di far tessere ( e tessere vuol dire entrare in politica) sono disposti a tutto, esponendoci anche  negativamente".

E conclude: "Manca fortemente un approccio scientifico, e mi chiedo a questo punto: che utilità ha mantenere l'ISPRA? Come si fa a gestire in modo impeccabile la caccia senza  programmi  scientificamente elaborati? E per ultimo, non vedo una reale volontà di accrescere la cultura dei cacciatori".


6 commenti finora...

Re:Ci vuole più coraggio

Continuiamo a pagare la licenza a queste condizioni !più coraggio di così!

da passatore 07/01/2018 12.38

Re:Ci vuole più coraggio

Il cinghiale, come qualsiasi altro animale selvatico dalla carne pregiata è una manna caduta dal cielo. E quindi va rispetatta quella caccia come qualunque altra se esercitata nel rispetto delle regole e soprattutto dell'animale cacciato. La caccia alla migratoria, è vero, per tante ragioni è stata trascurata. Ormai da decenni. Di chi la colpa? Anche nostra, ma nella formazione dell'Europa e nella elaborazione della direttiva abbiamo pagato da una parte il fatto che in quel periodo si stava dimenticando l'etica e la tradizione, complici anche i nuovi mezzi di comunicazione e di trasporto, dall'altra abbiamo subito una preponderanza ideologica dei paesi del nord, che in quanto responsabili della nidificazione dei "nostri uccelli" hanno inteso e preteso che per legge venissero considerati quasi esclusivamente di loro proprietà. Sta a noi, perciò dimostrare che mettiamo altrettanto impegno, quando queste popolazioni alate passano da queste parti, a salvaguardarne il patrimonio. Già in buona parte lo facciamo, ma intanto non siamo ancora abbastanza capaci a comunicarlo. Una nota di colore, per chiudere. Voglio vedere cosa faranno gli animalisti per difendere quei miliardi di miliardi di vermi (esseri viventi anche loro), che con la nuova legge sul consumo alimentare saranno immolati sull'altare del risparmio energetico. Voglio ridere!!!

da Voglio ridere! 05/01/2018 8.17

Re:Ci vuole più coraggio

bravi ragazzi, finalmente qualcuno che parla di migratoria e dei veri problemi della caccia e NON SEMPRE E SOLO CINGHIALE CHE FA SCHIFO SOLO A NOMINARLO!

da zapotek 03/01/2018 10.09

Re:Ci vuole più coraggio

Dipende da noi. solo da noi. Continuiamo a pensare alla caccia, amiamola, ma riserviamo un po' del nostro impegno, forte, anche per conservarla per le generazioni future. Questa del disinteresse per il futuro è una malattia del nostro tempo, ma la domanda è: siamo o non siamo i tutori delle tradizioni? Siamo o non siamo diversi da questa società dell'arraffo???

da pallavvelenata 02/01/2018 17.12

Re:Ci vuole più coraggio

BEN VENGANO I GIOVANI CON LE LORO IDEE INNOVATIVE , PERò CHE SI DIANO DA FARE PERCHè DI QUESTO PASSO LA CACCIA HA BEN POCA DURATA E LA COLPA è DEGLI ANIMALARI E DEI POLITICI CHE HANNO PAURA AD ESPORSI A NOSTRO FAVORE PER NON PERDERE VOTI DAGLI ANIMALATI, ANCHE SE CON LA CACCIA VIVONO MIGLIAIA DI FAMIGLIE A PARTE LE TASSE CHE SBORSIAMO

da GENNY 4 BOTT 02/01/2018 14.29

Re:Ci vuole più coraggio

Se mettiamo insieme questi giovani, dalla diversa cultura, dalla diversa provenienza, dai diversi interessi anche venatori, probabilmente saremo in grado di creare una nuova new-age della caccia che, con un po' di tempo e col confronto delle idee e delle esperienze potrà rilanciare nella società questa nostra passione.

da Tutti insieme 02/01/2018 11.36