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22/06/2017 13.34 


Nonostante nel nostro Paese il cinghiale sia diventato talmente diffuso e invadente da essere spesso protagonista delle pagine dei quotidiani nazionali, c’è ancora chi, giustamente, desidera volerlo cacciare anche all’estero. Chi desidera farlo, lo fa principalmente per due motivi: primo perché sicuramente vuole conoscere nuove zone, nuovi compagni di caccia o cimentarsi in nuove tecniche, poi perché vorrebbe anche poter incontrare capi fuori dal comune per dimensioni o qualità dei trofei. Mi è stato detto che forse i cinghiali più grandi al mondo si trovano in certe remotissime zone della Turchia. Io, non essendoci mai stato, non posso né confermare né smentire, ma posso invece garantirvi che in Bielorussia, Estonia, Slovenia, Croazia, Ungheria, Bulgaria Polonia e in molte altre nazioni del Nord Europa ci sono dei capi veramente superbi, tanto da turbare i sogni di ogni cacciatore.

Mettiamo subito in chiaro che la Cacciarella Maremmana tradizionale è nata nell’Alto Lazio e che non è stata ancora “esportata” fuori dai confini nazionali perché negli altri Paesi europei esistono usi e tradizioni molto diverse. Infatti, se vi dovesse capitare di chiedere a un cacciatore croato, sloveno, bulgaro oppure a un ungherese di liberare una muta di cento o più cani nelle loro amate foreste, potreste correre il rischio di vederlo svenire per un malore. Ma come?, tutti noi abbiamo visto molti video professionali e/o amatoriali di splendide battute in tutti quei meravigliosi Paesi! Certo, ma in pochi ci siamo accorti che in quelle nazioni fanno un larghissimo uso di battitori e pochissimo di cani, che quasi sempre sono dei meticci senza attitudini alla seguita e/o dei Terrier a gamba corta che si allontanano pochissimo dai loro accompagnatori! Il perché di questo fenomeno va ricercato nella filosofia tutta mitteleuropa, del “cercare di creare in minor disturbo possibile alle zone di caccia”, cosa praticamente impossibile da fare quando invece si libera un’orda di segugi maremmani.

Le Battute “europee” sono molto diverse da quelle nostrane, sia come organizzazione sia come svolgimento, ma innegabilmente ugualmente belle. Chi prende armi e bagagli per cacciare il Re dei boschi all’estero questo lo sa o almeno dovrebbe saperlo, perché anche l’equipaggiamento è piuttosto diverso. E’ vero che in molti dei suddetti paesi stranieri è vietato l’uso delle carabine semiautomatiche, come è anche vero che cambiando notevolmente la morfologia del terreno anche una carabina bolt action o una Straight pool possono essere adatte allo scopo. Le sterminate foreste di alto fusto, le pinete secolari e le ampie tundre sempreverdi europee non somigliano neanche lontanamente alle nostre intricatissime macchie mediterranee e ai nostri impervi calanchi appenninici, così come i cinghiali che ci vivono, hanno comportamenti molto diversi. C’è poi il discorso della neve… cacciare il cinghiale in battuta sul terreno innevato è una esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita.


 
“Nero su Bianco” è un’emozione che purtroppo in Italia ben pochi hanno avuto modo di provare! Comunque, caccia in battuta a parte, molto spesso abbattere un cinghiale fuori dai nostri confini è più un incontro occasionale, più una caccia di “contorno”, perché magari ci trovavamo all’estero per altri motivi ma poi non abbiamo saputo resistere alla tentazione di tirare un colpo all’irsuto. Specialmente a chi si reca a caccia all’estero con una certa frequenza magari a cervi, caprioli, daini, camosci oppure anche alla selvaggina minuta stanziale, sarà sicuramente capitato d’incontrare un bel cinghiale meritevole di attenzione. Personalmente ho abbattuto cinghiali mentre ero a caccia di altri selvatici ed ero armato proprio in funzione di quell’eventualità. Non a caso quando mi reco a caprioli in Slovenia, Croazia e Ungheria scelgo sempre di portare un calibro 270 Winchester o un 7 x 64 piuttosto che un 22-250 o un 243.

Ora che siamo arrivati al discorso caccia vera e propria, quali sono le tecniche più usate in Europa per il cinghiale? Diciamo che sono sostanzialmente tre: la caccia all’aspetto, la caccia alla cerca e la caccia in battuta. L’aspetto e la cerca sono sempre legate tra loro. La tradizione mitteleuropea impone la “Pirsch” mattutina seguita dall’aspetto serale. La cerca mattutina si pratica nei luoghi di pastura, che nel caso dei cinghiali coincidono quasi sempre con le zone di “transito” normalmente percorse dai selvatici per rientrare nei boschi dove andranno a coricarsi durante le ore del giorno.
 
L’aspetto si svolge invece da altane soprelevate dette Ceke, che sono costruite in punti strategici in prossimità di appositi governi che vengono mantenuti attivi, più o meno tutto l’anno, con una serie di mangiatoie (micidiali in inverno con la neve) e/o con dei distributori automatici temporizzati di cereali. In ambedue i casi, il tiro si svolge sempre in precarie condizioni di luce e da corta–media distanza, quindi occorre un’arma camerata in un buon calibro medio, dotato di palle robuste e di un cannocchiale d’ottima marca, meglio se ad ingrandimento variabile, molto luminoso e con reticolo illuminabile. Come già detto, la caccia in battuta nel Centro-Nord Europa non è altro che una “Cacciarella tradizionale” ma molto tranquilla, per così dire a “basso volume” e senza l’ausilio di molti cani. Si pratica di solito su territori molto vasti e con una moltitudine di battitori armati di bastoni, di trombette, di fischietti e di altri oggetti variegati per far rumore.



Oltre al perfetto mantenimento dello schieramento, i battitori devono essere molto abili a mantenere un passo lento, costante e uniforme, per cercare di spingere i selvatici nella direzione voluta e senza spaventarli troppo. L’intenzione è quella d’indirizzare i cinghiali verso le poste a una andatura non troppo veloce, che permetta ai tiratori di valutare il capo con sufficiente approssimazione prima di procedere con il tiro. Data la conformazione piuttosto pianeggiante e pulita elle zone in oggetto, i cacciatori vengono piazzati abbastanza distanti gli uni dagli altri e quindi l’uso di un cannocchiale da battuta o di un valido sistema di collimazione elettronico è d’obbligo. Ovviamente la caccia all’aspetto e alla cerca sono più selettive perché consentono una discreta valutazione dei capi da abbattere, specialmente se si è accompagnati da un valido cacciatore professionista.

La caccia in battuta è ovviamente più variegata come carniere, di solito si svolge in zone dove si vuole cercare di contenere folti branchi, intervenendo su tutte le classi di sesso e di età. Il cinghiale ha tutti i sensi acutissimi: olfatto, udito ed anche la vista, che a dispetto di quel che si crede, sono proverbiali e come accade per tutti gli animali che si muovono in branco, cacciandoli dobbiamo fare i conti con tanti grifi, tanti occhi e tante orecchie. Cacciarli non è mai semplice, bisogna essere molto abili e soprattutto ben equipaggiati con l’attrezzatura giusta.

Indipendentemente dal tipo di caccia che intenderemo praticare, il tiro al cinghiale non avverrà mai, in nessun caso, da lunga distanza, quindi la scelta dell’arma dovrà cadere su quei modelli più versatili, più corti e compatti. E’ ovvio che la scelta della tipologia e del modello dell’arma dovrà essere vostra, ma permettetemi ugualmente di darvi qualche piccolo consiglio. Cacciando all’estero, secondo me l’arma d’elezione è senz’altro la carabina Bolt Action a otturatore scorrevole-girevole, dotata di una buona ottica variabile da un minimo di 1,7 ad un massimo di 12 ingrandimenti con obiettivo da 56 mm e reticolo N° 4 , 4A , 8 NP, 60 etc illuminato. Preferisco la Bolt ai kipplauf e alle armi miste combinate perché permette, all’occorrenza, una veloce replica del colpo, magari per finire un selvatico colpito male oltre che per la battuta. Anche gli Express ed eccezionalmente anche le carabine semiautomatiche, dove ammesse, sono delle ottime armi, ma purtroppo non sempre sono equipaggiate con ottiche che garantiscono la precisione necessaria ad un tiro a media-lunga distanza. Quale calibro dobbiamo utilizzare per dare la caccia al più coriaceo dei selvatici europei che non di rado raggiunge ed a volte supera i tre quintali di peso? In termini metrici, un buon calibro per la caccia al cinghiale europeo parte dal 270 Winchester e similari, fino ad arrivare ai vari 9.3 mm (x 57, 62, 64, 74). A chi volesse intraprendere un’avventura di caccia al cinghiale all’estero, raccomando di scegliere accuratamente la giusta combinazione: arma–cannocchiale–attacchi–calibro–palla, poi vorrei augurargli di fare un piacevole viaggio e un sincero in bocca al lupo o, per chi lo preferisce, Weidmannsheil!

Marco Benecchi



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24 commenti finora...

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Ciao a voi tutti, sono un cliente della vostra azienda da molti anni e volevo chiedervi se era possibile avere un recapito o un indirizzo per questa caccia grossa all’estero.
Grazie.

da Annio  11/10/2017 16.21

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Sinceramente non ricorso se questo articolo l'abbiamo già pubblicato sul blog così te lo ripropongo in questo modo...
Per i POMPA lasciamogli agli americani..
Più fissati per la difesa che per la caccia...
Devo dire che la Remington 760 mi è sempre piaciuta parecchio ,ma non ne ho mai posseduta una
Saluti
M

IL COLTELLO DA CACCIA

Voglio subito precisare che se il cane è il miglior amico dell’uomo, un buon coltello è il miglior compagno del cacciatore, in particolare di quello che pratica la caccia alla grossa selvaggina, perché il binomio coltello – cacciatore è sempre stato inscindibile. Fin dall’età della pietra l’uomo a riconosciuto alla lama un’importanza vitale, persino superiore a tutte le altre sue armi. Poche sere fa ho rivisto per l’ennesima volta “Rambo”. Bel film, non c’è che dire, soprattutto molto curato nei particolari, tanto che Ted Kotcheff, il regista, ha persino deciso di dare un ruolo importante al coltello che impugna il protagonista: il mitico pugnale da “Survival” Jimmy Lile. Quando lo scorbutico sceriffo chiese a Stallone che cosa intendesse farne di un coltello così, lui gli rispose: “ci vado a caccia”. A qualcuno sarà venuto da ridere a sentir pronunciare quella frase, ma a me no, perché se con un buon coltello puoi praticamente farci di tutto, non puoi certo dire lo stesso di un fucile o di un’altra arma. Nelle armerie ho visto spesso dei neo-selecontrolori, magari accompagnati da colleghi esperti che, dopo aver acquistato una carabina con ottica, sono diventati automaticamente dei buoni cacciatori a “Palla”, tralasciando, nell’acquisto della dotazione, accessori di fondamentale utilità come: il binocolo, lo zaino, l’abbigliamento ed appunto il coltello. Quest’ultimo è di una tale importanza che se ne siamo sprovvisti, oppure se ne abbiamo uno di scarsa qualità, potrebbe anche condizionare il buon esito della caccia. Che senso ha abbattere un capriolo o un daino se non possiamo né eviscerarlo e né scuoiarlo perché sprovvisti di una lama robusta e affilata? Posso capire chi non se la sente di spellare un selvatico, magari col timore di rovinarlo, ma la pulizia interna deve essere fatta immediatamente dopo che il capo è stato abbattuto. Non pretendo che facciate come me, che in condizioni normali porto sempre due coltelli, mentre, in casi eccezionali ne porto anche tre o quattro! Ho il coltello che uso esclusivamente per mangiare (per un fatto di igiene), quelli che uso per scuoiare (uno con la punta acuminata e l’altro con la punta smussata) e il classico “tutto fare” con il quale, all’occorrenza, posso anche tagliare una grossa corda o il ramo di un albero. Sono un “maniaco”, lo ammetto, ma soltanto perché in qualità di Selecontrollore – Accompagnatore con le lame ci lavoro, come i salumieri e i macellai. Sarebbe bello che tutti avessero nello zaino o in una comoda tasca della giacca un validissimo compagno di caccia a lama fissa o pieghevole! Vediamo insieme quali caratteristiche dovrebbe avere, a mio avviso, un buon coltello da caccia. La cosa più importante, almeno quanto la qualità della lama, sono le sue dimensioni. Un coltello da caccia deve essere assolutamente di dimensioni contenute, con una lama non più lunga di 150 millimetri (5”- 6”) e non troppo larga. Di conseguenza anche il manico deve avere una forma ben disegnata e proporzionata. Uno dei compiti principali del coltello è quello di aiutarci nell’eviscerazione del capo abbattuto e nel trattamento della spoglia, quindi deve essere estremamente maneggevole e pratico quando dovremo “lavorare” sulla carcassa del selvatico. Il coltello da caccia differisce da tutti gli altri modelli in commercio per l’uso specifico cui è destinato. Non ci dobbiamo aprire le scatolette di latta, non ci dobbiamo tagliare le lamiere dei veicoli, né tanto meno ci serve come bussola o come Kit di pronto soccorso. Una buona lama da caccia serve, come già accennato, a pulire il selvatico abbattuto, a scuoiarlo, a sezionarne le carni ed eccezionalmente per finire un animale ferito con un preciso affondo al cuore, appena dietro la spalla e non alla gola come fanno in molti. Quindi il “miglior compagno” del cacciatore deve avere una lama in acciaio inox o legato al carbonio (440 C, ATS 34, AISI 420, ecc ) molto robusta, semplice nel disegno e perfettamente affilata. L’affilatura di un coltello di gran marca nuovo è appena sufficiente per pulire consecutivamente due cinghiali di medie dimensioni, poi per poterlo usare di nuovo, al meglio delle sue capacità, è necessario ravvivare il filo con un utensile affilatore (cote, acciarino, mola, pietra “Arkansas”, ecc). Non c’è niente di peggio delle setole e del pelo animale per smussare il filo di una lama. Permettetemi due parole sulla forma della punta; per aprire e pulire un selvatico tutte le fogge vanno più o meno bene, mentre per scuoiare è indispensabile usare uno “Skinner” che abbia la lama molto arrotondata, in genere corta e massiccia in modo da poter essere impugnata anche in un modo poco ortodosso. La lama appuntita è di estrema utilità quando occorre “bucare” la pelle, per i primi tagli lungo gli arti, lungo il collo e intorno al trofeo se siamo intenzionati a prepararlo naturalizzato. Sul nostro mercato esiste una tale scelta di coltelli che definirla impressionante mi sembra denigratorio. Ce ne sono di tutte le dimensioni, dalle forme più stravaganti e dalla provenienza più disparata. Io in oltre venticinque anni di caccia alla selvaggina da pelo ho provato tantissimi modelli e non sempre ne sono rimasto soddisfatto, tanto che molti dei “ferri” che tuttora uso, ho dovuto costruirmeli da solo in base alle mie esigenze personali. Tra gli originali mi sono trovato molto bene con: i Buck, i Linder, i Boker, i Gerber, i Puma, gli Helle, i Martiini, i Kershaw ed anche con qualche onesto modello proveniente da Maniago e da Scarperia. Quasi tutte le Marche più famose producono degli ottimi coltelli, sia a lama fissa che pieghevole e come sempre per chi si appresta ad acquistarne uno la scelta è soggettiva. Tra le due filosofie preferisco i lama fissa ai pieghevoli, per diversi motivi più pratici che estetici; sono indubbiamente più robusti e di facile manutenzione, mentre i pieghevoli sono delicati e scomodi da pulire, specialmente quando dobbiamo rimuovere all’interno della impugnatura sangue rappreso, grasso animale, inoltre non ci permettono di poter esercitare forti pressioni, perché, per quanto possano essere moderni e ben fatti, esiste sempre la remota possibilità che il sistema di blocco della lama ceda, a discapito dell’incolumità dell’utilizzatore. Anche l’impugnatura ha un ruolo di fondamentale importanza, deve essere solida, anatomica, dotata di guardia, assente da fastidiose sporgenze, e deve garantire un’ottima presa anche in condizioni particolari, come quando le nostre mani sono bagnate dall’acqua, dal sangue o unte di grasso. Per la pulizia vale lo stesso discorso già fatto per la lama, più è semplice, minore è la manutenzione. Sono da evitare i manici in legno di qualità scadente, quelli in materiali spugnosi e in cordura perché troppo delicati e inclini ad impegnarsi, mentre sono ottime le impugnature in corno, in gomma, in plastica o in micarta. Come spesso accade per molti altri oggetti, anche quando acquistiamo un coltello dobbiamo affidarci alla buona sorte, perché so per esperienza personale che tra cinque modelli completamente identici, stesso modello, stesse dimensioni, stessa lama, ecc, ce ne sarà sempre uno migliore degli altri. Chissà, forse dipende dal trattamento termico, dalla percentuale di carbonio presente nella lega, oppure dal tipo di affilatura finale. Per ultimo è doveroso spendere due parole per il fodero. E’ l’anello debole del sistema perché molto soggetto a tagli involontari e all’usura. Indipendentemente se è di cuoio ingrassato, di cordura o di plastica, durante le fasi di estrazione e di reinserimento della lama dobbiamo stare molto attenti che questa non tagli il bordo del fodero o peggio ancora la cinghietta di blocco dell’impugnatura. Per questi motivi è meglio evitare di portare il pugnale alla cintura e riporlo in tasca o nello zaino. Cos’altro dire, se mentre passate davanti ad una bancarella di venditori cinesi v’innamorerete di un coltello, compratelo pure, ma non credo che vi sarà di aiuto a maggio o in agosto quando aprirà la caccia di Selezione. Se prevedete di doverlo utilizzare sulle Alpi, sull’Appennino o in Maremma, fate un piccolo sforzo e acquistatene uno di marca e di ottima fattura, non ve ne pentirete, e se lo tratterete con cura in futuro potrà servire anche ai vostri figli.

Marco Benecchi

da Marco B x Filippo  02/07/2017 17.38

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Buongiorno Marco. Grazie a questo forum mi sto sempre più interessando all'uso di armi rigate per la caccia e solo per quella (e quindi evito ragionamenti da american sniper e consimili senza criticare chi li fa, ovvio: mi interesso solo di caccia). Un cacciatore che conosco è "fissato" con armi a pompa, sia liscie che rigate; che sappia ha da poco oltre agli altri un benelli nova per la caccia in "botte" e un remington per quella al cinghiale. In generale, gusti a parte OVVIO, come giudichi questo tipo d'armi se le hai provate o magari usate in campo venatorio? punti particolari? un'altra cosa: sto rivedendo alcuni dettagli della mia attrezzatura, nello specifico al momento il coltello. Come gusto (ma poi l'uso è sempre un'altra cosa, tipo fucili in sintetico e inox o in noce scelto e brunitura accuratissima) apprezzo molto il coltello a serramanico sardo (pattada o panciuto specifico da scuoio): lo trovi adatto e pratico/funzionale o solo una mia fisima....non ho nessun problema a cambiare usando gli opinel o i bergamaschi o gli antolini o un altro regionale....eventualmente oltre a questa tipologia mi consigli anche altro di più sostanzioso e pesante tipo una accetta o un segaccio? grazie x l'attenzione che riuscirai a darmi e per quello che scrivi. FB

da FILIPPO60  02/07/2017 11.59

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Vabbè c'è chi va a pilu e c'è chi va a caccia si è sempre saputo e anche oggi è così. Inutile nascondere la verita. x Luigi se negli anni 80 avevi un porsce 911 lo riempivi anche a Milano lambrate o a zapponeta... solo o minorati mentalii andavano all est !! Ahahah

da Pippo  27/06/2017 18.24

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Vabbè c'è chi va a pilu e c'è chi va a caccia si è sempre saputo e anche oggi è così. Inutile nascondere la verita. x Luigi se negli anni 80 avevi un porsce 911 lo riempivi anche a Milano lambrate o a zapponeta... solo o minorati mentalii andavano all est !! Ahahah

da Pippo  27/06/2017 18.24

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

BRAVO FILIPPO---------- O SI VA A CACCIA O A P.............. CIAO FILIPPO SALUTE A TUTTI PS (DI TRIPPA,,,,, SE NE TROVA OVUNQUE. ciao filippo domani rientro in riparazione ormai ho l'abbonamento ci sentiremo al ritorno. ciao anche a marco, che a volte dimentico chiedo scusa.

da carlo48PPO------  25/06/2017 13.31

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Spesso, quasi sempre, arriva qualcuno sul Blog che ce l'ha con chi va a caccia all'estero, perché secondo lui non sarebbe un VERO cacciatore, dal momento che arriva, viene portato direttamente sull'animale, Bum, tutto fatto. Troppo, troppo facile... A me non sembra proprio così; ma anche fosse, allora cosa dire di chi va a donne in paesi poveri e se le trova tutte disponibili? Sarà per caso un latin lover? O pensa di avere un fascino irresistibile? Certe cose piacciono (quasi) a tutti; ma non mi pare il caso di vantarsene...

da Filippo 53  25/06/2017 9.02

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Se si deve cacciare meglio l est Europa o ex mitteleuropa. Per le donne prendete un aereo e andate in sud America. Non c'è paragone!

da little john  24/06/2017 21.56

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Caro Luigi,
La caccia all'estero è come una MEDICINA perché è una Scappatella da TUTTO.
LAVORO, Moglie, figli, amici rompiscatole, Leggi Italiane, e tanto altro ancora.
Hai ragione "anche" per il resto, ma chi è VERAMENTE appassionato di caccia
Dico VERAMENTE di solito non mischia le due "passioni",
Sono ambedue travolgenti ma quando vai a caccia all'estero, una persona NORMALE, come me e te, non come Filippo che ha più soldi del povero Gheddafi.. (mo lo senti!)

Ha carenza di due cose fondamentali:

TEMPO E SOLDI...
Quindi...........

Buona

Ora vorrei raccontarvi una cosa.
Tanti anni fa eravamo a cervi in Austria, le prime sere ci fu maltempo così un mio amico si lasciò convincere a cambiare "selvaggina"..
Niente di anormale se non fosse stato che poi ci prese troppo gusto e si fece mangiare
(soldi benedetti!!!!!)
tutto il budget preventivato per il cervo....
M

da Marco B x LUIGI  23/06/2017 18.08

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

opss. tutto un dire

da Massi  23/06/2017 17.50

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Si è sempre saputo che taluni (tanti) andassero a caccia all'estero ..come scusa per
Ma venirlo a raccontare poi on line è veramente il massimo
Che tristezza.........

ps: una sola volta nel'92 a tortore in Ungheria .....la sera a letto alle 22 mentre altri a fare i "cuccadores" fino a mattino (cuccadores col soldo in tasca è rutto un dire)
Poi la mattina però si notava la differenza ....

da Massi  23/06/2017 17.50

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Allora se ha ragione Luigi io non ci ho capito nulla. Pazienza... Ciao Grillo, come sempre devo darti ragione, il livello degli interventi mi pare modesto. Comunque sempre tanta salute a tutti

da Filippo 53  23/06/2017 17.28

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Eppure la caccia all'estero è soprattutto questo: una scappatella dalla moglie!

da Luigi  23/06/2017 16.43

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Mia moglie non sa neanche che io ce l'ho il BLOG...
Figurati...
Con quello che ha da fare...
Con Me mio figlio, SETTE CANI, etc, etc, etc,

Il problema è un altro, non le mogli.
E' il CONFODERE, perché si tratta SOLO di questo
"IL SACRO CON IL PROFANO"
Tu forse sai (se mi segui e/o mi conosci) che io organizzo delle cacciate sia in Italia sia all'estero...
Il primo che mi chiede se "c'è anche altro tipo di pelo"
Gli rispondo di unirsi ad un altro gruppo.
Quel tipo di pelo ci piace MOLTISSIMO, a TUTTI,
Ma "ogni cosa a suo tempo"
Non mi piace vedere la CACCIA come un alibi per certe frustrazioni:
Ripeto se vai in una grande città, con 50 euro a botta diventi il Re dei Latin Lover,
Ci sono ragazze meravigliose che per quella cifra fanno le...
Capriole,
Ma RIPETO, non vedo il nesso con la CACCIA

Su,

Non è un bel discorso da farsi
Saluti
Marco

da Marco B x Luigi  23/06/2017 15.44

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Accidenti che popo' di livello sta raggiungendo il blog !

da grillo parlante  23/06/2017 15.02

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Marco, una curiosità: tua moglie segue il blog? Dalla tua risposta direi proprio di sì...

da Luigi  23/06/2017 15.01

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Caro Luigi,
Mi spiace MOLTISSIMO per i problemi (sia fisici sia mentali) del tuo amico............

Si, perché il tuo amico deve averne avuti moltissimi di problemi, per confondere "il sacro con il profano"

Se per andare a "pilu", come direbbe Albanese, è toccato andare "Oltre la Cortina di ferro...!

Con tutte le vagonate di "Mediterranee" che abbiamo in casa..

Che tristezza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Sicuramente se "non avesse avuto problemi sia fisici sia mentali"
Non sarebbe dovuto ricorrere alla scusa della caccia per andare all'estero.
Io abito a mezzora da ROMA,
Se mi dovesse occorrere del Pilu particolare, non dovrei certo andare a cercarlo all'estero econ

"La scusa della caccia"

CHE TRISTEZZA!

Ripeto, quel che mi hai detto mi rattrista veramente da morire.
Perché non vedo proprio cosa c'entra con la CACCIA
Che tutta un'altra cosa e che il tuo amico non conosce affatto.
Avrebbe potuto dire tranquillamente che andava fuori per lavoro....

Comunque
Quando lo vedi salutamelo quel tuo amico, sicuramente non deve essere un grande cacciatore

E poi mi domandavo: E' (o era) sposato quando andavate a "caccia" all'estero??
Perché non vorrei che magari, se lo fosse stato, anche sua moglie si facesse qualche aspettino Serale
Perché di solito sono proprio quel tipo di famiglie....

Saluti
Marco

da Marco B x Luigi  23/06/2017 14.42

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Marco ho un carissimo amico appassionato di caccia all'estero fin dagli anni '80. Una volta mi ha coinvolto in questa avventura che solo alla fine sono riuscito a comprendere. In pratica a caccia ci andavamo nei ritagli di tempo impegnati come eravamo con altro tipo di...pelo! Pensa che siamo arrivati con la Porsche 911 del mio amico che ci fu fatta parcheggiare proprio accanto alla porta dell'albergo e questo per aumentarne il prestigio. Ovviamente l'auto ha attirato il PELO come il miele fa con le mosche: eravamo ancora ai tempi della cortina di ferro...fu una sfibrante esperienza perché le ore di sonno erano davvero pochissime. Ovviamente la caccia era proprio l'ultimo dei nostri pensieri. Abbiamo ripetuto l'esperienza in altri luoghi e contesti, sempre variando PELO che però agiva sempre allo stesso modo. Ho smesso perché preferisco mangiare in casa piuttosto che al ristorante. Anche se -ti confesso- più che un ristorante somigliava a ben altro........

da Luigi  23/06/2017 14.07

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Marco ho un carissimo amico appassionato di caccia all'estero fin dagli anni '80. Una volta mi ha coinvolto in questa avventura che solo alla fine sono riuscito a comprendere. In pratica a caccia ci andavamo nei ritagli di tempo impegnati come eravamo con altro tipo di...pelo! Pensa che siamo arrivati con la Porsche 911 del mio amico che ci fu fatta parcheggiare proprio accanto alla porta dell'albergo e questo per aumentarne il prestigio. Ovviamente l'auto ha attirato il PELO come il miele fa con le mosche: eravamo ancora ai tempi della cortina di ferro...fu una sfibrante esperienza perché le ore di sonno erano davvero pochissime. Ovviamente la caccia era proprio l'ultimo dei nostri pensieri. Abbiamo ripetuto l'esperienza in altri luoghi e contesti, sempre variando PELO che però agiva sempre allo stesso modo. Ho smesso perché preferisco mangiare in casa piuttosto che al ristorante. Anche se -ti confesso- più che un ristorante somigliava a ben altro........

da Luigi  23/06/2017 14.05

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Ciao Bracca. Come ho già scritto partecipo a battute al cinghiale (e li sparo dove è consentito all'aspetto ) da oltre 40 anni. Non posso vantare l'esperienza e i numeri di MB ma insomma non sono un novellino. Battute all'estero ne ho fatta una sola. Contento? Io moltissimo. IBAL

da Filippo 53  23/06/2017 12.52

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

E' la Stessa cosa come andare al ristorante...
Infatti...
Non mi spiego il motivo di chi ci va quando uno può benissimo mangiarsi un panino in casa...
Cose da matti.....

Comunque, con 2000 euro ti fanno fare IL SIGNORE, altro che "non bastano"

Poi, tutto dipende da "che cosa vuoi mangiare al ristorante"

Se vuoi fare un pranzo di lavoro oppure una zuppa di crostacei.

Nella caccia a pagamento è più o meno lo stesso

La caccia all'estero deve essere SEMPRE vista come una VACANZA abbinata alla nostra grande passione venatoria,
Altrimenti i conti non potranno mai tornare...

Io ad esempio vado al mare in PUGLIA devo fare 600 km andata e 600 al ritorno,
Quando abito a 80 mt dal mare..............
A buon intenditor poche parole
M

da Marco B x Bracca  23/06/2017 11.49

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Se devo spendere 2000 euro per una gita in Ungheria per tirare un cinghiale ( che non bastano) quando in Italia abbiamo i cinghiali fuori dall'uscio mi sembra una cosa non molto "furba"!

da Bracca  23/06/2017 10.30

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Ciao Marco. Qualche anno fa ho avuto la fortuna di partecipare ad alcune battute al cinghiale mentre imperversava una tormenta! Ci trovavamo in Ungheria, dal nostro amico Laszlo. Erano i primi di dicembre. Io avevo il mio express in 9,3x74R, e alla fine in quattro battute (siamo rimasti due giorni, e se ne facevano due al giorno) il mio bilancio non fu esagerato : due cinghiali e una (splendida ) volpe. Però che spettacolo! Fu un'esperienza indimenticabile. Non sono certo un principiante (le prime battute le ho vissute nei primi anni '70) ma non avevo mai immaginato una situazione del genere. E davvero invito tutti gli appassionati di battute al cinghiale di provare questa esperienza, completamente diversa da quelle cui siamo abituati. IBAL a tutti

da Filippo 53  23/06/2017 6.06

Re: LA CACCIA AL CINGHIALE ALL’ESTERO

Solo per dovere di cronaca
Desidero specificare che il bel cinghiale in foto è stato da me abbattuto con un solo colpo di
308 Winchester con palla RWS- TIG ID Classic da 150 grani...
Un caloroso saluto
Marco

da Marco B x TUTTI gli AMICI del Blog  22/06/2017 20.22
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