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23/10/2013 7.49 

Marco Benecchi Caccia al Camoscio
Sono nato nel posto sbagliato! Se è vero che i bambini li portano le cicogne, la mia deve aver sbagliato strada! Invece di lasciarmi in una bella baita sull’Arco Alpino, mi ha paracadutato in Maremma! Intendiamoci bene, sono orgogliosissimo della mia Terra e quando ne sono lontano sento parecchio la sua mancanza, ma allora come si spiega lo smisurato amore che ho per la montagna e la mia grandissima passione per la caccia al camoscio?

Il camoscio, la mia “Febbre Nera”, visto il colore del suo bellissimo manto invernale ! La febbre che ho contratto per la prima volta tanto tempo fa sulle montagne trentine e che ancora oggi continua a manifestarsi ogni anno, verso la prima settimana di novembre. Sin da quando ero adolescente vado a caccia  praticamente da gennaio a dicembre. In Italia finché è permesso, altrimenti mi reco ben volentieri anche all’estero, l’importante è non star mai fermi e quando non è proprio possibile uscire né armato né accompagnato dai miei amati ausiliari (non dimentichiamo che la legge italiana autorizza l’addestramento dei cani un solo mese l’anno, poco prima dell’apertura della caccia), mi piace ugualmente andar per macchie, boschi e montagne con il binocolo al collo.

E’ un’attività che faccio molto volentieri perché adempie ad un duplice scopo: tenere sotto controllo le mie abituali zone di caccia e mantenermi in costante allenamento fisico. Durante le mie escursioni, scelgo sempre percorsi difficili e in salita, che mi aiutino ad arrivare all’appuntamento di novembre ben allenato, perché non voglio farmi trovare impreparato per il periodo degli amori dei camosci! A novembre si apre anche la caccia al cinghiale, ma se io non faccio almeno un’uscita in montagna, mi sento male! Per un fine settimana mi piace sostituire l’HK 770 calibro 308 W e la BAR 30.06 con la Weatherby 257 o con la Remington 270 W.

E poi c’è la voglia di rivedere gli amici di Carcoforo:  Luca, Vittorio, Marco, Massimo, Giuliano, Stefano, Mario, Denise e tutti gli altri che mi accolgono sempre con tanto calore, come uno di loro, come un grande appassionato di montagna ed un fervido cacciatore di camosci, anche se abito a cento metri dal mare.  Dobbiamo dar ragione agli esperti: le stagioni non sono più le stesse. Se continua così le giacche imbottite ed i piumini d’oca possiamo tranquillamente relegarli in soffitta. I camosci, anche se sono animali forti e molto adattabili, di certo non amano il caldo afoso, quindi, se la temperatura è più vicina ai venti che ai dieci gradi, vederli in movimento non è affatto facile.

Quell’anno, un clima simile, più primaverile che autunnale, non se lo aspettava neanche Paolo, un amico di Viterbo che mi accompagnava in questa avventura. Con Paolo c’eravamo conosciuti anni addietro al poligono “L’istrice”, del grande Sandro Bruni di Tuscania, ed era bastato trascorrere insieme poche ore per far nascere una vera, seria amicizia. Paolo mi aveva confidato che il suo sogno nel cassetto era quello di abbattere un camoscio, così io mi sentii in dovere di cercare di esaudire il suo desiderio e nel modo migliore: facendogli conoscere gli amici della Valsesia.

Quel bel mattino di novembre (fin troppo bello), quando Vittorio, il direttore della riserva di diritto di Carcoforo–Rima–Rimasco, ci consegnò i tesserini venatori della Regione Piemonte ed i permessi giornalieri di caccia. Come vidi il mio, mi scappò un sorriso. Zona assegnata: Gattè! Magnifica zona, niente da ridire, molto coreografica, ricca di animali, ma…. durissima da raggiungere e per farlo sarebbe stato necessario superare un dislivello di quasi millecinquecento metri ed in  tempo breve. E nessuno mi toglie dalla testa che doveva esserci in corso anche un bel complotto, perché a Paolo fu assegnato Giuliano come accompagnatore, mentre a me toccò Massimo che il sottoscritto aveva simpaticamente  soprannominato il Sadico! Massimo, per non smentire la sua fama di duro,  partì subito in quarta, concedendomi sì e no due misere soste in due lunghe e terribili ore di marcia. Per quando giungemmo in prossimità di una malga diroccata a quota 2000 m’ero già cambiato due T-shirt!

Che quello fosse un giorno decisamente particolare me ne accorsi subito dalla scarsissima selvaggina che vedemmo durante la salita: nessun capriolo ed una sola femmina di camoscio, in una zona dove abitualmente cacciavamo sempre circondati da branchi di animali. Massimo scuoteva la testa in continuazione, ripetendo in silenzio che il fatto era inspiegabile. Pazienza, avremmo dovuto apprezzare il lato positivo della cosa. Stava sorgendo un sole meraviglioso, la temperatura si era fatta accettabile, avevamo a disposizione tre giorni di caccia, quindi non avevo alcun dubbio che anche quella volta sarei riuscito a guadagnarmi un buon trofeo. Controllai l’orologio e vidi che erano appena le otto e trenta del mattino. Dall’altro versante della valle giunse distinto uno sparo. Uno solo, buon segno, e non era scemato l’eco che vibrò il mio cellulare. Era Paolo! Dal suo farfugliare eccitatissimo capii soltanto che aveva già abbattuto un camoscio! Il suo primo camoscio.

Non stetti lì a chiedergli né com’era, né come si era svolta la caccia, per quello avremmo avuto tempo dopo, adesso dovevamo pensare al “mio” di camoscio! Dalla malga iniziammo a sbinocolare per largo e per lungo tutta la zona circostante, ma con scarso risultato. Nonostante il periodo favorevole, i camosci ancora non si rincorrevano e quei pochi che riuscimmo ad avvistare stavano talmente in alto che per portarci a tiro avremmo avuto bisogno di un elicottero oppure  dell’abilità di Bobby Lee Swagger (lo avete visto il film Shooter? Era capace di colpire una lattina di Coca ad oltre un miglio di distanza!?!?)! Verso le undici facemmo colazione e poi riprendemmo a salire.

Le gambe tiravano bene, ma sapevo che l’indomani i miei poveri muscoli avrebbero reclamato un sano riposo. In tanti anni che vado a caccia a Carcoforo, non mi era mai capitato di veder così pochi animali. Non dava nessuna soddisfazione praticare la caccia alla cerca. Giunti ai margini di un’ennesima valletta Massimo decise che forse era meglio cambiare strategia. Entrambi avevamo la netta impressione che gli animali fossero in zona, ma che a causa del caldo preferivano non muoversi. Che stagione del cavolo!

Ci sistemammo comodi per modificare la nostra tecnica di caccia. Sarebbe stata la prima volta che avrei praticato la caccia al camoscio all’aspetto e devo dire che, dopo aver provato, non mi è sembrata poi così male. Quasi schiena contro schiena, impugnammo i nostri binocoli e riprendemmo il paziente sbinocolare. Non mi vergogno a dirlo, sfruttai quella sosta per mettere ad asciugare le mie magliette fradice di sudore. Il sole  era cocente, tanto che avrebbe fatto la felicità degli amanti dell’abbronzatura in alta montagna. A poche decine di metri da noi un gallo forcello cantava che era un amore.

Le condizioni per trascorrere una piacevole giornata c’erano tutte, peccato che avevo dietro anche una Weatherby MK V SS calibro 257 Magnum e che mi sarebbe piaciuto usarla. Puntai la carabina verso un costone in ombra addossato a quattro larici spelacchiati, con il colpo in canna e la sicura inserita, pronta per qualsiasi evenienza. Nonostante tutto quella era pur sempre una zona ricchissima di animali, una delle più belle di tutta la Valsesia e non mi avrebbe stupito veder apparire, da un momento all’altro, un grosso branco di camosci. Quel pomeriggio l’eterna competizione per chi avvistava per primo l’animale giusto la vinse Massimo. Il discendente diretto dei walser (antica popolazione valsesiana) ha gli occhi di falco, ma sapeva anche dove guardare.

M’indicò un camoscio proprio nella penombra del costone talmente nascosto dalla vegetazione che impiegai diversi secondi prima d’individuarlo anch’io. Per deformazione professionale lanciai subito l’impulso laser del mio 8 x 42 per conoscere a che distanza si trovava: sui 250–260 metri. Se il camoscio fosse stato quello giusto, anche la distanza sarebbe stata accettabile. Massimo abbandonò il binocolo per prendere lo spektive, ma io, attraverso il massimo ingrandimento del 18 x 50  montato sulla carabina, avevo già identificato la bestia.

Era una femmina adulta e non vedevo tracce di piccoli. Se Massimo mi avesse dato l’Ok, l’avrei abbattuta volentieri, come se fosse stato un forte maschio di dieci anni. Anche il mio primo camoscio era stata una femmina, che poi aveva diciannove anni ed un trofeo  valutato  117 punti (medaglia d’oro). Bhe! Quello è un altro discorso! Nel comprensorio di Carcoforo–Rima–Rimasco, le percentuali d’errore sono rarissime, se non addirittura nulle. I suoi guardacaccia–accompagnatori sono espertissimi e molto meticolosi nella valutazione dei capi da prelevare. Le femmine adulte senza piccolo al seguito, rientravano nei piani d’abbattimento, ma Massimo,  prima di autorizzarmi al tiro,   voleva essere certo al cento per cento che l’esemplare che stavamo esaminando fosse realmente solo. La camozza si muoveva con una lentezza esasperante. Per percorrere pochi metri impiegò alcuni minuti. Brucava pigra i rododendri e l’erba olina stando sempre semicoperta dalla vegetazione. Finalmente il Guardia prese una decisione.”Marco, preparati, ma aspetta a sparare. Il capo è buono, ma devo essere sicuro che non abbia il piccolo”.

Stetti sdraiato dietro l’arma dieci–quindici minuti, poi mi sentii toccare una spalla, forse il mio amico si era finalmente convinto. “Ok! Quando vuoi puoi sparare”. In pochi secondi ricontrollai tutto. Che il correttore di parallasse fosse sui 250, che l’appoggio del bipede  fosse solido e che la volata della Weatherby fosse libera. Poi tolsi la sicura, armai lo stecher, mirai due dita sopra la mezzeria della spalla sinistra del camoscio e quando la respirazione si fece normale, trattenni un attimo il fiato e strinsi il grilletto.

Con l’ingrandimento sui 18 x non vidi se la palla era arrivata a segno e, a dir la verità, neanche Massimo riuscì a capire un granché. Ricaricai veloce ed aspettai alcuni minuti in punteria, ma non accadde nulla. Raccogliemmo tutte le nostre cose (comprese le T-Shirt stese ad asciugare!) ed andammo a vedere. Non si arrivava mai all’Anshuss, mi venne quasi il sospetto che il mio strumento fosse rotto e che la distanza a cui avevo tirato al camoscio fosse sensibilmente maggiore. Giunti nel canalone dove avevamo visto la femmina, cominciarono e venirmi delle strane idee, non ero più tanto convinto del mio tiro. Cercammo tra i rododendri, alti e fittissimi per un po’, finché Massimo non prese dalla tasca il bollino giallo per contrassegnare i capi abbattuti. “Bell’amico che sei! Ma mi vuoi far prendere un colpo? Potevi dirmelo subito che l’avevi trovata!”, gli dissi con falso cipiglio.

La camozza era caduta sul posto sparendo in quel mare verde. La palla Nosler Ballistic Tip da 115 grani gli aveva dato una morte istantanea. Era piuttosto sottopeso e dal controllo del trofeo (alto, stretto e regolare) calcolammo che doveva avere all’incirca dodici anni. Le mammelle erano asciutte e quasi inesistenti. Non doveva essere il primo anno che non aveva partorito.

Ottimo abbattimento di selezione. Al nostro rientro, al Bar di Denise (la moglie di Massimo), ricevetti più onori che se avessi abbattuto un maschio Kapital. Ma il bello doveva ancora venire. Al tavolo centrale del Bar, Paolo, Giuliano ed un bel nutrito gruppo di amici si erano già fatti fuori non so quante bottiglie di Barbera. Non credo che esista al mondo un cacciatore astemio, ogni scusa è buona per fare un brindisi, figuriamoci quando c’è da festeggiare un “battesimo di sangue”. Quando fui faccia e faccia con il neo “Laureato” cacciatore di camosci (i tedeschi dicono che quando abbatti un camoscio è come conseguire la laurea da cacciatore) mi trattenni dal buttarmi a terra dal ridere. Ma come, un campione di tiro come Paolo, che spara un milione di pallottole l’anno, si è rotto il sopracciglio con l’oculare del cannocchiale? Paolo era ugualmente al settimo cielo e mi raccontò entusiasta la sua indimenticabile avventura.

Il primissimo animale che avevano visto era una femmina di camoscio, apparentemente molto vecchia e sola. Giuliano gli aveva proposto di abbatterla e lui aveva accettato con piacere. Il tiro era stato effettuato in salita con un forte angolo di sito (ecco spiegato il motivo della ferita a mezzaluna!) da una distanza di circa 230 metri e la femmina era caduta sul colpo centrata in pieno da una micidiale palla Barnes X-Bullet da 165 grani sparata dalla sua fida Blaser R 93 calibro 300 Winchester Short Magnum . Entrambi avevamo fatto della vera selezione, alla faccia dei tenaci “cacciatori–collezionisti” di trofei. E poi, così facendo, Paolo, non avendo preso un maschio, ha avuto così anche l’occasione di prenotarne subito uno per l’anno prossimo. Hai capito il furbacchione! Un saluto agli amici di Carcoforo. Waidmannsheil a tutti!

                                                                
Marco  Benecchi  
 
 

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39 commenti finora...

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Scusate per gli errori. Ma ho scritto. Da uno smartphone

da bartjager  10/10/2014 8.53

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Mi viene. Da piangere. Quando mi fanno venire l acquolina. In bocca con inizi di caccia. Bucolico nell pieno della etica poi si inizi contributo sopra i 200 mt correttori di parallasse ottiche 18x calibri esasperati. vi farò sempre. I miei complimenti come tiratori. Di lunghe distanze. Ma mai come cacciatori.il camoscio non è. Un foglio da bucare ma un animale nobile da rispettare da avvicinare si avvicinare un gran cacciatore. Spara a cento metri dopo un sapiente avvicinamento. Quindi non usiamo termini waildmannsheill. Quando non siamo in grado di rinunciare al tiro se non riusciamo nell avvicinamento o se non abbiamo strumenti da cecchinaggio.

da bartjager  10/10/2014 8.44

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

ho letto un po' di commenti e capisco che senza accompagnatore molti non sarebbero capaci di cacciare il camoscio normale per chi non vive in montagna, allora sarebbe anche più onesto dire caccio il camoscio e non sono un cacciatore di camosci .Il vero cacciatore di camosci non può accettare che qualcuno lo accompagni ma questo lo sa solo chi è veramente un cacciatore di camosci

da Dario  14/01/2014 21.26

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

certo che puoi prendere la residenza e diventare socio di diritto. Bonatti è morto ma considerava le montagne di tutto il modo come "sue". Non è un modo per discriminare ma solo per affermare la propria appartenenza affettiva ad un certo ambiente. Mi sembra quindi il tuo atteggiamento del tutto fuori luogo

da tiroler X Giuseppe  06/11/2013 21.12

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

io non innesco nulla sei tu che fai discriminazione in quanto le montagne non sono tue ma di tutti ! Oltre a questo, se io compro una casa e prendo la residenza dalle tue parti dopo qualche hanno ho diritto anche alla caccia che come vedi non è di tua proprietà ma dei residenti mentre le MONTAGNE SONO DI TUTTI anche mie.
e lascia stare bonatti che non so se è ancora vivo...

da Giuseppe  06/11/2013 14.57

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Per quale motivo innescare gratuitamente una polemica? Non c'è forse un bellissimo libro di Walter Bonatti che si intitola "La mie montagne"?

da tiroler X Giuseppe  06/11/2013 13.23

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

le tue montagne sono piu dei merdionali morti sul campo durante le grandi guerre !

da Giuseppe  06/11/2013 8.47

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

nella mia riserva di diritto non è consentito il permesso d'ospite. Preferiamo condividere la nostra caccia con un amico, per il piacere di accompagnare un cittadino per amicizia e l'orgoglio di fargli vedere le nostre montagne, piuttosto che per soldi... e di camosci ne abbiamo abbastanza. Però so benissimo che molte riserve vendono i loro capi ai forestieri per tirare su un po' di soldi. Noi per fortuna, fino ad ora, non ne abbiamo avuto bisogno.

da tiroler  05/11/2013 16.02

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

oggigiorno sparano più i non residenti che i residenti amico mio. Le riserve in A.A. sono costose e per mantenerle servono soldi, soldi, soldi! la caccia non è per tutti ! specialmente la caccia al camoscio Weidmannsheill!!!!

da Rino  04/11/2013 14.21

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Weidmannsheil..
Bravo.
Com'è?
"Cominciano già a correre" anche con questo caldo...........................??
Marco

da Marco Benecchi x Bruno  04/11/2013 10.38

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

nana ieri due camosci... jharling e femmina di 8 anni... !! non vedo l'ora che mi venga un bel febbrone cosi sarai felice...

da Bruno  04/11/2013 9.25

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Xnana.Non so se lo hai mai notato...ma il cattivo vero sei tu.

da agostino  02/11/2013 22.19

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

che ti venga un bel febbrone che ti porti all'inferno, sporco assassino!!

da nana  01/11/2013 11.38

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Gentili amici, innanzitutto mi presento, mi chiamo Carlo, vivo in provincia di Varese ma caccio nel VCO (Verbano-Cusio Ossola). Ho iniziato a cacciare il camoscio nel 1991, proprio in Valsesia, in questi anni ho praticato diverse forme di caccia, in primis beccacce e tipica alpina. Attualmente caccio quasi esclusivamente ungulati, soprattutto camosci. Vorrei spiegarvi brevemente come “gestisco” la mia caccia, partendo dal presupposto che mi piace cacciare spesso in posti nuovi, il tutto inizia con “l’esplorazione” dei territori con google earth, cartografia varia, quella svizzera è eccezionale, e poi si va sul campo, si osservano gli animali, i luoghi frequentati, si ipotizzano, misurano e preparano i vari luoghi adatti al tiro e così via per diverse uscite durante l’anno. Poi finalmente si va a caccia, quasi sempre accompagnati da un amico, (da me non è obbligatorio l’accompagnatore esperto), si cerca il capo giusto, lo si valuta con il lungo e se rientra nel nostro piano di prelievo si decide se sparare o no. Penso che chiunque riesca a portare a termine un’azione di caccia al camoscio in questi termini si possa definire un cacciatore di camosci. Probabilmente il sig. Tedesco che ha usato termini senz’altro fuori luogo, forse intendeva che un cacciatore per poter essere definito “laureato” nella caccia al camoscio dovrebbe quanto meno arrivare a saper fare le cose che ho sopra esposto. Certo l’amico del racconto ha iniziato con il piede giusto, facendosi accompagnare da un guardiacaccia esperto dal quale tutti avremmo qualcosa da imparare, però diciamo che per ora ha superato il test d’ingresso all’università, (per quanto riguarda il camoscio ovviamente, magari sarà gia a livello di docente per altre specie). Se posso esprimere un parere riguardo all’accompagnatore esperto, nella caccia al camoscio, è quasi essenziale, io ed il mio “socio” passiamo ore a guardare nel lungo e a discutere prima di sparare, (anche se spesso la prima impressione si rivela quella giusta), e anche questo fa parte del fascino della caccia al re delle vette.
Un cordiale saluto a tutti

da carlo  29/10/2013 9.18

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Marco, concordo al 99% con i tuoi consigli. Mi sembra raccomandabile usare come scovolo una "corda" tipo "Snake Bore" e simili che permette di scovolare la canna senza rischio di rovinare la volata. Come giustamente dici tu, lo scovolo per manutenzione ordinaria va usato senza alcun prodotto chimico. Weidmannsheil!

da bansberia  29/10/2013 8.52

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

SBAGLIATISSIMO SERGIO.
Sul NOSTRO BEL BLOG si può e si deve parlare di TUTTO,
purchè inerente la caccia e il suo splendido mondo ovviamente
Ma dobbiamo ricordarci di farlo SEMPRE con serietà, serenità, onestà e soprattutto EDUCAZIONE.
Quindi eccoci arrivati al tuo problema.
PRIMO, una semiauto MENO LA PULISCI MEGLIO LAVORA.
Nel senso che va pulita tutte le volte che rientri da una battuta con un panno pulito, poi stendendo un filo d'olio sia sulle parti meccaniche sia su i legni, ma MAI metterlo a contatto con il sistema di presa GAS. Perchè produrrebbe più danni che benefici,
Perchè?? Perchè l'olio "accomulerebbe" e "tratterrebbe" i residui della combustione trasformandoli in calamina, una morchia fastidiosissima che invece di aiutare le perti in movimento li frenerebbe.
Per ricapitorare.
PULIZIA estrerna con panno pulito, FILO d'olio da dare con un pennello (come se fosse una pellicola di vernice) e PULIZIA interna della carcassa - castello, scatto, otturatore con un panno o un pennello pulito. Se ci capiterà di aver sparato anche una passatina di scovolo di crine sintetico ASCIUTTO, senza nè olii nè "sramatori" vari, può andare bene.
Il discorso cambia a FINE STAGIONE, (sempre in funzione dei colpi sparati), allora occorrerà fare una manutenzione più dettagliata, smontando e pulendo bene il manicotto della presa gas, il pistone, le guide mobili e fisse etc.
Ma quella è un'altra storia.
Magari ci risentiamo il primo di febbraio.
NB Sergio, se durante una battuta ci capità di prendere un bell'acquazzone, non dovremo mettere l'arma vicino al termosifone o al camino per asciugarla e poi l'annaffieremo con l'olio spray. Asciughiamola con un panno asciuto all'aria aperta. Magari (chi ce l'ha) può dargli una bella soffiata con un compressore d'aria e poi la solita, leggera patina d'olio.
Spero di esserti stato di aiuto
Un caro saluto
Marco

da Marco x SERGIO  29/10/2013 7.40

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Anche se non è pertinente con l'attuale forum, saresti tanto cortese da darmi lumi su come si pulisce una canna rigata, nello specifico di una Bar.
Con ammirazione.
Sergio

da Sergio x Benecchi  28/10/2013 14.52

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Bravo bansberia.Per quanto riguarda le mie esperienze venatorie posso solo dire che non c'è caccia fatta come si deve che non presenta delle difficoltà.Sembra riduttivo dire difficoltà ma secondo me ogni caccia è un arte. Credo come tutte le cose a questo mondo che il neofita ha bisogno di essere accompagnato...ma a furia di essere accompagnato se non è una zucca diventa accompagnatore lui stesso quindi...Conviene stare zitti e parlare al massimo solo della caccia che si ha esperienza.

da agostino  24/10/2013 22.03

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Colleghi! Credo che Tedesco abbia equivocato sul ruolo dell'accompagnatore perchè non lo conosce. Non è colpa sua, come non è colpa mia non aver cacciato col falco o col furetto. Quindi evitiamo di dargli addosso come a un cinghiale ferito, mentre lui è stato pregato dalla redazioni di contenere i termini. Cerchiamo di evitare le liti! La caccia ha già abbastanza problemi di suo (animalisti, ex ministri/e, politi..cani e politicanti), ci manca solo che ci scanniamo fra di noi.

da bansberia  24/10/2013 11.21

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

...t'hanno belle "cotto e mangiato"..."tetesco" ! @:)

da Massi  24/10/2013 10.57

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Bravo bansberia...e aggiungo...l'amico "accopagnatore" ( perchè amico diventa negli anni) capisce perfettamente l'esito del colpo cosa IMPOSSIBILE da soli... tedesco i fringuelli cadono se li prendi ( ma tu mi sa che sei il VERO padellatore e non cacciatore) perchè gli ungulati - spesso - colpiti bene se ne vanno e in montagna il ricupero è solo per gente esperta e non per dei VERI cacciatori di stupidaggini come te!

da pino  24/10/2013 9.57

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Permettetemi di aggiungere qualcosa, perchè chi non ha cacciato il camoscio non conosce (non è una colpa) le peculiarità della caccia. A parte considerazioni (importanti) sulla sicurezza in montagna l'accompagnatore è molto utile (obbligatorio in molte province) per tenere d'occhio l'animale nel "lungo", segnalandone la posizione al cacciatore. Va ricordato che le differenze esterne, il cosiddetto "dimorfismo sessuale" fra maschio e femmina di camoscio o fra giovane e vecchio sono molto modeste e apprezzabili anche ad occhio esperto solo con il "lungo" cioè un cannocchiale a forti ingrandimenti, diciamo oltre 15-20X. Anche se un cacciatore espertissimo ha identificato il capo da abbattere nel tempo di spostamento dal "lungo" alla carabina in posizione di tiro passano parecchi secondi (per tiratori veloci ed esperti) o qualche minuto (per i meno abituati al tiro). Se il camoscio è isolato non è un problema, ma se le bestie sono in gruppo il capo scelto ha certamente cambiato posizione e se il cacciatore fosse da solo dovrebbe cercarlo di nuovo con il lungo. Non c'è nulla di antisportivo nella figura di accompagnatore, anzi la trovo appassionante e coinvolgente. Ricordo inoltre che in molti CA o riserve "comunali" i piani sono circa gli stessi da un anno all'altro e quindi è spesso possibile "prenotare" la caccia per l'anno successivo. E' chiaro che i dirigenti preferiscano assegnare gli abbattimenti a persone conosciute: a nessuno piace andate a caccia con un perfetto sconosiuto di cui non si conoscono difetti e debolezze. Quindi, caro Tedesco, non è uno scandalo essere accompagnato ma, ripeto, è spesso obbligatorio per tutti, anche per i più esperti. La caccia al camoscio non è un tiro a segno come certe cacce (es.: cervo in Centro Europa) in cui il pivello viene messo in batteria come un cannone e fatto sparare sotto l'occhio di un guardiacaccia. Non te la prendere se non lo sai. Nessuno è nato "imparato". Weidmannsheil a tutti.

da bansberia  24/10/2013 9.23

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

a dire il vero , non in tutto l'arco alpino è obbligatorio l'accopagnatore e nelle zone dove è obbligatorio è stato introdotto "sopratutto" per motivi di sicurezza. Al sig tedesco ( che non capisce una mazza di caccia) e fa il cacciatore ( di sogni) mi piacerebbe vederlo venirmi dietro sui miei monti come fanno tanti cacciatori ( non residenti) . Al sig tedesco ( che non capisce una mazza di caccia) vorrei vederlo tirare a una capra a 300 metri , apoggiato su uno zaino, con il fiato grosso, con una inclinazione esaperata, sotto la pioggia, la neve, al freddo, con le mani gelate...e poi andare a recuparare ( si va sempre assieme ricordatelo tedesco ) una capra sopra una roccia con le corde!! In queste condizioni la caccia è alla "pari" io e il cacciatore ( non residente) siamo la stessa cosa! CACCIATORE VERO DI cosa? fringuelli ahahah!!

da Pino  24/10/2013 8.10

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Si l' avevo capito tiroler, ho semplicemente aggiunto che in realta' e' una questione che va oltre le leggi....

da Flagg x tiroler  23/10/2013 21.34

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Weidmannsheil!!! Complimenti per questa avventura!

da Campano  23/10/2013 21.08

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

da noi in T.A.A(ma credo in tutta la zona alpi) la caccia al camoscio, anche per i soci di diritto delle riserve, è esercitata OBBLIGATORIAMENTE con l'accompagnamento dell'esperto(che solitamente è un altro socio della riserva che abbia l'abilitazione). Non c'entra la conoscenza del territorio. É una questione di legge.

da tiroler X Flagg  23/10/2013 18.13

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Veramente l' accompagnamento e' obbligatorio, o come minimo raccomandabile, se il cacciatore non conosce bene il territorio! E' normale ovunque e non solo per i camosci.

da Flagg x tiroler  23/10/2013 16.10

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

non so che caccia faccia lei, ma le ricordo che l'accompagnamento per la caccia al camoscio è obbligatorio e che tirare un camoscio a 250 m è cosa del tutto normale sulle nostre montagne, dalle alpi marittime a quelle bavaresi. In alcuni casi si arriva anche a 100 metri ma dipende molto dal terreno, dal vento, dal tempo. Ad una femmina, se sei allo scoperto, non ci arrivi neanche a 250 metri... e neanche a 300. Con i maschi è diverso, puoi anche cercare di avvicinarti, ma non è detto WH

da tiroler X tedesco  23/10/2013 15.59

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Sig. Tedesco, abbiamo capito la sua opinione e la ringraziamo per averla espressa. Non abbiamo affatto intenzione di censurare ciò che non si allinea alle opinioni dell'autore, semplicemente ribadiamo che ci sono modi più civili per esprimerle. Se l'argomento trattato nel blog non è di suo interesse, può cominciare col non frequentarlo o, meglio, proporre lei un argomento di discussione. Come è noto la nostra redazione è aperta a tutti, basta scriverci ([email protected]). Ma continuare a farsi la guerra in questo modo solo perchè non si trova d'accordo con il tipo di caccia descritta, è davvero desolante.

da REDAZIONE BIGHUNTER MAGAZINE  23/10/2013 14.58

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Spett.le redazione, parlate di rispetto altrui e poi impedite di esprimere le proprie idee, se queste non ossequiano le gesta dell’autore. Il fatto di provocare o fare contenuti sarcastici può risultare sgradevole, ma sappiate che la maggioranza silenziosa di cacciatori, quelli veri, sbalordirebbe a sentir definire “caccia” un avventura simile, seppur affascinante e ben raccontata. Permettetemi di affermare che “cacciare” non significa vestirsi di verde e farsi accompagnare su una montagna dove con un superfucile spari a un animale distante centinaia di metri che non ha la minima idea di quello che sta per succedere, puoi definirti un provetto tiratore, ma non laurearti “cacciatore”. Se per questo non sono più il benvenuto, sarò lieto di abbandonare il blog, ma a mio avviso ciò non vi fa molto onore.

da tedesco  23/10/2013 14.47

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Sig. Tedesco, se lei utilizza questo blog per provocare e fare commenti sarcastici la informiamo che non sarà più il benvenuto. Finora abbiamo lasciato agli utenti la libertà di commentare e confrontarsi ma dato che in questo blog sembra che il rispetto altrui sia un optional, d'ora in poi non faremo più sconti a nessuno. Il signor Benecchi le ha risposto, ora se vuole parlare civilmente delle varie forme di caccia e anche dei diversi modi di interpretare la caccia nei vari paesi lo può fare, se intende continuare a denigrare l'altrui pensiero, ogni suo nuovo intervento sarà eliminato. Lo stesso vale per chi interviene in questo blog per scaramucce personali. Ne facciamo tutti volentieri a meno.

da REDAZIONE BIGHUNTER MAGAZINE  23/10/2013 14.35

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Il tedesco è solo un pò invidioso di chi sa andare a caccia aul serio.

da Pino  23/10/2013 13.40

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

BRAVI!!!!!!!!!!!!!!

da vecchio cedro  23/10/2013 13.34

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Accompagnami tu allora...
Dimmi dove e quando.

da Marco B x Tedesco  23/10/2013 10.27

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

FORSE SE QUALCHE CACCIATORE "VERO" TI ACCOMPAGNA, SPARI DAL TORDO ALL'ALCE................

da tedesco  23/10/2013 10.19

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Tedesco, non so in quale provincia tu vada a caccia, Sassonia, Baviera, Prussia, ma dove abitualmente vado io a caccia di camosci, non concedono molti permessi-abbattimenti ai non residenti, quindi occorre "PRENOTARE" in anticipo la caccia.
Ti fa molto ridere questa cosa? Beato te che ti ci vuole così poco per essere felice.
Un saluto da un NON VERO cacciatore.......

Che comunque può invitarti ad un confronto diretto su qualsiasi terreno (in questo periodo sono ben allenato!), dal tordo all'alce.
Purtroppo non ho mai caciato selvatici più grossi....................

da Marco Benecchi x Tedesco!  23/10/2013 10.10

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Come tutte le Weatherby, se vuoi avere un buono scatto devi farglielo sostiuire direttamente alla Bignami (Da Ennio, il capo officina), al momento dfell'acquisto e si tengono indietro il vecchio.
Relativamento con poco sovraprezzo (150 - 200 euro), ma ne vale la pena.
Io, per essere uno a cui non piacciono i calibri magnum, ho in casa 4 Weath. 257, 270, 300 e 378. Le prime tre dotate tutte di stecher monogrillo "alla francese".
Grazie dei complimenti.
Weidmanndanke!
Un caro saluto
Marco

da Marco x Bansberia  23/10/2013 10.05

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

neo “Laureato” cacciatore di camosci (i tedeschi dicono che quando abbatti un camoscio è come conseguire la laurea da cacciatore) mi trattenni dal buttarmi a terra dal ridere
HAI SBAGLIATO A TRATTENERTI PERCHE' C'E' DAVVERO DA RIDERE SUL FATTO CHE VI DEFINITE CACCIATORI!!!!!
così facendo, Paolo, non avendo preso un maschio, ha avuto così anche l’occasione di prenotarne subito uno per l’anno prossimo. Hai capito il furbacchione!
PRENOTARE???? A CACCIA?!?!?!
UN SALUTO A TUTTI I CACCIATORI "VERI" DEL BLOG, SE CE NE SONO...................

da tedesco  23/10/2013 8.51

Re: “FEBBRE NERA” Caccia al camoscio all’aspetto!

Weidmannsheil Marco! Che stecher hai montato sul Weatherby e chi ti ha fatto il lavoro? Ancora Weidmannsheil.

da bansberia  23/10/2013 8.09
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