Il fucile militare Mannlicher Schoenauer fu progettato nel 1903 da Ferdinand Ritter Von Mannlicher in collaborazione con Otto Schoenauer, l’ideatore dell’eccezionale serbatoio – caricatore a tamburo rotante. Si racconta che il primo modello di M.S.in versione da caccia sia stato regalato all’imperatore Francesco Giuseppe ed in seguito, anche grazie alla preziosa pubblicità che ovviamente ne derivò, il Mannlicher Schoenauer calibro 6,5 x 54 divenne un vero mito, una delle carabine da caccia più conosciute ed apprezzate nel mondo intero. Sicuramente molto del suo successo lo se deve anche al basso rinculo della munizione, all’eccellente precisione abbinata ad un’ottima potenza, ed al suo stile pressoché perfetto, specialmente quello dei modelli dotati di calciatura lunga fino alla bocca, la cosiddetta “Stutzen Mannlicher Stock”.
Il calibro 6,5 x 54 in carabina Mannlicher Schoenauer Stutzen è stato, e rimarrà per sempre, una delle combinazioni più classiche in assoluto per tutte le cacce europee, cervi e cinghiali compresi. Al modello 1903 sono seguite diverse versioni sportive da caccia, sempre più belle ed eleganti come: il 1908, il 1910, il 1925, l’NO (1950), il GK e l’MCA (1961). Tutti i modelli di M.S. si assomigliano molto perché s’avvalgono più o meno dello stesso otturatore con il manubrio d’apertura a spatola o meglio a “lingua di gatto”, posta molto in avanti e dello stesso rivoluzionario caricatore rotante inventato da Otto Schoenauer. C'è stata una lacuna nel processo di produzione dei Mannlicher Schoenauer, dalla fine del 1930 al 1950, sicuramente dovuto al conflitto mondiale, ma subito dopo moltissimi Mannlicher Schoenauer furono esportati negli Stati Uniti dalla Stoeger Armi Corporation. Sembra che sia stato proprio il sig. Stoeger a richiedere alla Mannlicher in Austria di costruire un modello di carabina che avesse delle caratteristiche più consone ai gusti americani.
E fu così che circa un decennio dopo (1966) la Mannlicher Schoenauer si trasformò in SteyrMannlicher – Daimler - Puch.La nuova Steyr fu costretta a fabbricare fucili più competitivi se voleva accaparrarsi una preziosa fetta di mercato, così i suoi tecnici dovettero passare dall’acciaio ricavato dal pieno alla plastica prestampata, che pur essendo super tecnologica è pur sempre plastica. Non poter più fabbricare quei gioielli della meccanica, che erano il caricatore rotante ideato da Schoenauer e l'azione progettata da Ferdinand Ritter von Mannlicher, deve essere stato duro per molti nostalgici, ma dobbiamo ammettere che tutti i nuovi modelli, dall’M 72 all’SBS 96 LUXUS, di Steyr Mannlicher sono ottimi con molti e moderni accorgimenti tecnici. Non somigliano neanche lontanamente ai Mannlicher Schoenauer che si erano guadagnati l’appellativo di "World’s Finest Rifle", uno dei migliori fucili rigati mai costruiti, ma sono ugualmente splendide armi che in molti considerano anche oggetti di culto da tenere gelosamente in collezione, non tanto per la loro qualità quanto per le emozioni che sanno suscitare tutte le volte che vengono imbracciate, per il profumo di tradizione che emanano e come rappresentanti della vera cultura venatoria mitteleuropea. Il modello M oggetto della nostra provaè una versione fuoriserie costruita appositamente per me con azione destra e calciatura sinistra in calibro 7 x 64 Brenneke, una combinazione classica per tutte le forme di caccia europee.
La Meccanica: Il castello di tutte le Steyr serie SL-L-M-S/Tè di forma cilindrica, ricavato da una barra d’acciaio di superlativa qualità, per asportazione di materiale. Ha un diametro di 30 mm circa e, fatto assai raro, il “recai lug” è posizionato sotto la coda dell’azione. La finestra di espulsione è talmente stretta e ben proporzionata che permette a malapena l’espulsione del bossolo. Questa, oltre ad essere stata una scelta estetica, assicura sicuramente anche una grande rigidità del castello. L’otturatore è costituito da tre pezzi principali: da un lungo percussore, dal corpo (che presenta sulla testa un recesso che circonda interamente il fondello della cartuccia, interrotto dall’estrattore a unghia di dimensioni medio-corte, ma dal funzionamento corretto) e, all’interno, dall’espulsore a pistoncino. La parte posteriore dell’otturatore vero e proprio è quella che presenta la manetta di armamento e i tenoni di chiusura, sei disposti su tre file, che vanno ad inserirsi in altrettanti recessi presenti all’interno del ponte posteriore del castello. La leva d’armamento è azionabile con un movimento di soli 60°, come quasi tutte le meccaniche che si avvalgono di tre tenoni di chiusura. La sicura,ben proporzionata e giustamente sagomata, è posizionata dietro la finestra della leva di armamento, offre un buon appiglio per la manovra ed è sufficientemente silenziosa. Quando l’arma è in sicura,si scopre un pallino avvisatore di colore bianco e l’otturatore è bloccato, mentre quando il cursore si fa scorrere per predisporre l’arma allo sparo, appare un pallino di colore rosso che ci avvisa dello stato dell’arma.
La Canna: La canna dell’esemplare provato è lunga 600 mm e presenta al suo interno quattro principi di rigatura destrorsi. E’ inserita molto in profondità nell’anello anteriore del castello, sino a circa 6-7 mm dalla finestra di alimentazione. Questa conformazione costituisce un forte e solidale accoppiamento tra i due elementi e, considerando che la testa dell’otturatore ha un recesso di 3 mm, possiamo dedurne che per circa 25 mm la camera di cartuccia nella canna è a sua volta racchiusa nel castello. Canna e castello sono uniti con un procedimento diverso rispetto a quello usato dalla maggior parte dei costruttori di carabine “bolt action”, infatti non vengono accoppiate né per mezzo di una filettatura, né per mezzo di spinatura, ma tramite interferenza a caldo. L’anello anteriore del castello viene riscaldato per ottenerne la dilatazione e quindi una macchina inserisce a pressione la canna nel manicotto-castello. Questo sistema, oltre a rappresentare una scelta costruttiva diversa dal solito, assicura una maggiore coassialità tra canna e castello. Le canne sono il punto di forza delle carabine Steyr e probabilmente il pezzo più invidiato e meglio costruito con il procedimento di rotomartellatura a freddo e viene utilizzato un acciaio Spezial-Boeler con una resistenza di 95 kg/mm2 . Quello adottato dalla ditta austriaca è senza dubbio il migliore in assoluto, non solo per la tipologia e la qualità delle macchine preposte allo svolgimento del lavoro, quanto per la particolare tecnologia impiegata, che impone di montare dei pattini con inseriti delle pietre speciali per lappare meccanicamente il fondo della canna mentre questa viene contemporaneamente rigata. Grazie a questo procedimento, le canne si presentano più lucide, trattengono meno depositi dovuti alla combustione e consentono una migliore resa balistica. Tutti i tubi mantengono la classica finitura esterna a “tortiglione” a sedici facce che negli ultimi anni è diventato un po’ come il simbolo distintivo dei prodotti Steyr.
Lo Scatto: Lo scatto è il classico shneller bigrillo, con la prima leva che serve ad alleggerire la seconda. Alcuni modelli più recenti (i modelli Luxus) avevano anche adottato uno scatto singolo dotato di stecher alla “francese”. Al primo grilletto è anche affidato il compito di fermo dell’otturatore. In ambedue i casi è permesso intervenire su una piccola vite per regolare il peso di scatto secondo esigenza.
Il Caricatore: Il caricatore rotante è frutto del genio inventivo di Otto Schoenauer, perché chiaramente inspirato a quello da lui ideato nel lontano 1903. Si tratta di un caricatore rotante a chiocciola della capienza di cinque cartucce (indipendentemente dal calibro), e sin da quando è iniziata la produzione dei modelli L-M-S-T (nel 1965 circa) è stato sempre realizzato in materiale plastico ad alta resistenza,testato in ambito militare e denominato Makrolon che non subisce alterazioni a – 100° e a + 135°.Le sue caratteristiche sono: la parete posteriore trasparente, che permette, a caricatore estratto dall’arma, il controllo visivo del numero dei colpi contenuti, il fatto di presentare le cartucce sempre nella stessa posizione come se si trattasse di un monofilare, l’impossibilità di essere alimentato da inserito. Purtroppo come nota negativa occupa un volume esagerato all’interno dell’incassatura, ma essendo un piccolo gioiello dell’inventiva umana, non possiamo che inchinarci davanti alla perfetta funzionalità del progetto dopo più di 100 anni di servizio.
Gli Organi di mira: Gli organi di mira sono composti da una tacca regolabile in deriva con finestra marcata da un riferimento triangolare bianco e da un mirino regolabile in altezza. Entrambi sono montati su una rampa come dotazione standard dell’arma, ma carabine del genere, destinate al tiro di precisione a lunga distanza, richiedono esclusivamente l’utilizzo di un buon cannocchiale che, permettetemi di dirlo, dovrebbe sempre essere di stretta produzione europea.
I legni: L’esecuzione della calciatura è perfetta, sotto tutti i punti di vista, con l’impugnatura a pistola ben pronunciata e stop Montecarlo. E’ in noce europeo di ottima qualità. I modelli più attempati recavano quegli odiosissimi inserti bianchi nel calciolo, nella coccia e nel puntale presenti anche nell'ultima versione MCA dei Mannlicher Schoenauer. Comunque la linea è sempre bella e funzionale. Il maneggio è ottimo in virtù della bontà del disegno, con uno zigrino scozzese che offre il massimo della presa. L’incassatura è realizzata interamente a macchina, ma rifinita a mano. Sotto il recai lug, è stato realizzato un tassello di resina, con l’intento di rendere migliore l’accoppiamento meccanica-calciatura. Ciò che preoccupa un poco della calciatura, è una certa “snellezza” in prossimità dell’alloggiamento del caricatore, ma posso confermare che non ha mai fatto riscontrare nessun inconveniente strutturale, anche in altre armi camerate in grossi calibri.
La Finitura: La brunitura di tutte le armi Steyr è semplicemente splendida, sia quella dell’azione e della manetta dell’otturatore, sia quella del castello e della canna. La brunitura è sempre perfetta e può avere due tonalità: classica scura lucida o tendente al blu. I doppi grilletti sono cromati, mentre i modelli a grilletto unico l’hanno dorato.
Durante tutti i miei test, la precisione intrinseca dell’arma in oggetto è stata sempre notevolissima, con qualsiasi tipo di munizione impiegata. Alla fine ho deciso di tarate il cannocchiale Docter 8 x 56 montato su attacchi a pivot originali Steyr, con delle munizioni Norma con palla Nosler Ballistic Tip da 140 grani, le più veloci di tutta la nutrita gamma disponibile. Quel caricamento mi ha sbalordito molto e in bene al poligono, facendomi riscontrare rosate da “gara” sia a cento sia a duecento metri, ma mi ha molto deluso sul terreno di caccia.
Appena acquistata l’arma ho deciso di portarla con me a caccia di caprioli in Ungheria dall’amico Laszlo. Con essa ho abbattuto cinque capi ed ho recuperato, all’interno del corpo del selvatico, altrettante palle. Sono rimasto molto sorpreso di questo fatto perché non mi era quasi mai capitato cacciando i caprioli, neanche usando calibri piccoli e poco performanti. Non riesco ancora a giustificare la scarsa penetrazione di quella bellissima palla, tra l’altro una delle mie preferite in assoluto, e che uso da tanti anni per la ricarica dal 5,6 x 50 al 300 WM.
Una carabina Steyr Mannlicher si riconosce subito e a prima vista dalla splendida finitura della canna, a quella complessiva esterna. Che dire poi della lucidatura delle guide interne del castello per migliorare la scorrevolezza dell’otturatore, dei legni caldi e perfettamente levigati? E di quella meraviglia che è il serbatoio rotante che evita la fastidiosa deformazione delle punte delle cartucce? Le Steyr Mannlicher hanno fatto scuola nel mondo delle armi da caccia e ancora oggi sono considerate, a ragione, tra le più belle carabine mai costruite al mondo.
Marco Benecchi
SCHEDA TECNICA DELL’ARMA
Costruttore: Steyr – Mannlicher – Daimler - Puch. www.steyr-mannlicher.com
Distributore attuale del marchio: TFC (The Four Company)
Via G. Marconi 118/b25069 Villa Carcina (BS)
Tel.0308983872 – fax 0308980357www.tfc.it
Modello: SL
Tipo: Carabina da caccia a ripetizione manuale “Bolt Action”
Funzionamento: Ad otturatore scorrevole girevole con chiusura a sei tenoni posteriori
disposti a due file da tre posti 120° che s’incastrano direttamente nella culatta
Percussore: Lanciato caricato da molla elicoidale coassiale
Sicura: Manuale a due posizioni azionabile da un cursore posto sul lato destro del castello
Azione: in acciaio ad alta resistenza
Calibro: 222 Remington
Canna: In acciaio trilegato al NiCrMo trattato termicamente. Lappata e rotomartellata a freddo. lunga 560 mm ed è flottante
Congegni di puntamento:Le mire metalliche sono costituite da una tacca fissa regolabile solo in deriva e da mirino su rampa protetto da tunnel non regolabile in altezza.
Alimentazione: Tramite caricatore rotante da 5 colpi in materiale sintetico (Makrolon)
Castello: Chiuso, con finestra di espulsione laterale. E’ predisposto per il montaggio del cannocchiale da mira con 4 fori da 4 mm.
Estrattore: estrattore lungo a unghia posto in testa all’otturatore. E’ montato ad incastro senza l’ausilio di spine, ecc.
Grilletto: Con stecher bigrillo regolabile
Calcio: con pistola ben pronunciata e stop Montecarlo. E’ in noce europeo di ottima qualità