Non credo sia il caso ricordare ai miei amici cacciatori-tiratori, quanto sia ormai diffusa la caccia a palla in Italia ed anche le armi a canna rigata in generale. Dico questo perché, oltre a moltissimi cacciatori sia esperti sia neofiti che usano la carabina, conosco dei semplici appassionati che amano trascorrere qualche ora in poligono alla faccia degli immancabili problemi quotidiani. Per acquistare un’arma rigata: carabina, kipplauf o combinata mista, un’ottica da mira ed i relativi attacchi, non esiste nessun problema, i problemi sorgono invece quando c’è da montare il tutto, correttamente e in maniera definiva. Siamo capaci di farlo noi stessi oppure dobbiamo rivolgerci ad un armaiolo competente? Purtroppo di tecnici specializzati nell’accuratizzazione delle armi rigate e nel montaggio “a regola d’arte” dei cannocchiali ce ne sono pochi e questi risiedono e lavorano quasi tutti nel Nord Italia. Non mi permetterò di consigliarvi da chi portare la vostra bella carabina per fargli montare sopra un ottimo (e costoso) strumento ottico, ma siccome personalmente ne monto diverse decine l’anno, mi sono sentito in dovere di dare alcuni piccoli e spero utili consigli a chi volesse tentare il “fai da te”.
Tanti anni fa esistevano pochissimi tipi di attacchi, che potevano essere catalogati in tre piccole famiglie: quelli in acciaio fissi, quelli in acciaio a sgancio rapido (a pivot o ad incastro a piede di porco) e quelli in alluminio brevettati dalla Weaver. Esistevano anche degli attacchi specifici per certe armi come: le Blaser, le Sako, le Tikka, le Valmet, le Heckler & Kock, le Ruger, le CZ ecc, ma in genere l’offerta era alquanto limitata e, oserei dire, appena sufficiente. Quante volte in passato sono dovuto ricorrere alle provvidenziali barrette tipo Weaver grezze o semifinite per costruire delle basi che nessun catalogo di attacchi riportava? Per fortuna col passare del tempo ai vecchi Tasco, Redfield, Burris, Leupold, B- Square, EAW e POLI Nicoletta-Erredi si sono aggiunti i Warne, i Talley, i Recknagel, i Mak, i Shul, i Leapers, i Sports Match U.K. e i nuovissimi CONTESSA ideati dai fratelli Alessandro ed Andrea che con i loro prodotti hanno risolto molti dei problemi dei cacciatori a palla italiani, ma purtroppo non tutti.
Montare un cannocchiale sopra una carabina (per un Kipplauf o per un’arma mista il discorso è diverso) può essere allo stesso tempo facile o difficile, anche se si possiede una certa esperienza pratica, perché spesso le cose non vanno come avevamo previsto. Oggigiorno è esplosa la moda dei cannocchiali a forte ingrandimento. A me non piacciono molto, ma non posso negare che sono degli ottimi prodotti, specialmente quelli di buona marca. Di solito questi strumenti hanno più pregi che difetti, ma un piccolo handicap, se proprio vogliamo definirlo tale, è il loro ristretto “Range” di regolazione del reticolo, molto inferiore di quello dei modelli ad ingrandimento fisso. Questa caratteristica implica, in fase di montaggio, di avere un allineamento arma-attacchi–ottica molto accurato. E’ proprio per sopperire a questo inconveniente che esistono alcuni tipi di attacchi che consentono sia la regolazione della deriva che quella dell’alzo.
Ma ci sono anche dei modelli che non permettono nessuno spostamento degli anelli, cosa di fondamentale importanza durante il montaggio dell’ottica e soprattutto della successiva taratura. Prendiamo per esempio gli attacchi originali CZ oppure i Talley e i Warne. Sono componenti molto ben fatti, precisi e robusti, ma se per un qualsiasi motivo il reticolo del cannocchiale che vogliamo montarci sopra non ne vuole proprio sapere di “allinearsi” con la griglia quadrettata del collimatore ottico, cosa ci rimane da fare? Se alla fine dei “click” disponibili il reticolo è ancora troppo a destra, troppo a sinistra, troppo in altro o troppo in basso, bisognerà modificare per forza di cose l’anello anteriore o il posteriore. Come? Lavorando con una piccola fresa la sede del bulloncino di serraggio dell’anello oppure spessorandolo con del lamierino (orpella, carta di Spagna o lamierino di alluminio). Se gli attacchi sono monopezzo non è raro che si debba intervenire persino sull’incastro a coda di rondine tra le basi degli anelli e quelle fisse sulla culatta, apportando o asportando del materiale. Per abbassare il reticolo si dovrà alzare l’anello posteriore e viceversa se si dovrà alzarlo.
Non spaventatevi se vi capiterà di dover eseguire queste modifiche, perché se ben fatte non comprometteranno in alcun modo il risultato finale. Io, ad essere sincero, preferisco sempre modificare gli attacchi piuttosto che tarare il cannocchiale “stirando” al massimo le regolazioni del reticolo. Quando s’interviene su uno dei due anelli che compongono l’attacco completo, inevitabilmente sorgono dei problemi di allineamento. Per correggerli è necessario utilizzare sempre la provvidenziale barra pilota, un accessorio tanto utile quanto pochissimo usato, che invece dovrebbero avere tutti i tecnici–armaioli specializzati nel montaggio delle ottiche da mira. La barra pilota è uno spezzone di circa 150–200 mm di tondo in acciaio legato o inox di diametro identico a quello del cannocchiale da montare, e cioè da: 1”, 26 mm e 30 mm. Può essere pieno o forato, l’importante è che sia perfettamente rettificato e robusto. A cosa serve? Serve per montare gli anelli allineati e perpendicolari e per correggere anche i piccoli difetti di fusione, come sbavature e ovalizzazioni che potrebbero avere gli anelli. Con i due semi-anelli stretti “a morte” intorno alla barra pilota si possono eseguire sugli attacchi tutte le modifiche che vogliamo, con la certezza che quando rimuoveremo la barra per sostituirla con il cannocchiale (che una volta aveva il corpo esclusivamente in acciaio, mentre oggi lo hanno quasi tutti in lega leggera) lo accoglieranno come in una culla e soprattutto lo stringeranno alla perfezione. A voler essere pignoli, sarebbe meglio lasciare montata la barra pilota per un paio di giorni prima di montare l’ottica, in questo modo si eliminano quasi tutte le tensioni anomale che potrebbero crearsi, specialmente se abbiamo dovuto eseguire dei piccoli aggiustaggi.
Chi di voi conosce la resina frenafiletti? L’avete mai usata? Siete sicuri che il vostro armaiolo di fiducia l’abbia applicata a tutte le viti che compongono un attacco completo? Al momento dello sparo, all’interno della camera di scoppio avviene una piccola esplosione e quindi le sollecitazioni generate sono notevoli. Non stupiamoci poi se a lungo andare le viti si allentano, le basi si muovono e di conseguenza si altera la taratura. In fase di montaggio tutte le viti che compongono un attacco (che nel caso di un pivot classico sono una ventina!) dovranno essere smontate, pulite, sgrassate e cosparse di resina frenafiletti (di tipo “Medio” che in caso di necessità è facilmente rimovibile). Questo se vogliamo fare un lavoro preciso e definitivo. Concludo con un ultimo consiglio: diffidate di quegli armieri che vogliono montarvi e tararvi il cannocchiale gratis. Quando acquisterete una carabina e la vorrete già equipaggiata di attacchi ed ottica, dovrete insistete per pagare loro il giusto compenso per il tempo che avranno speso per assemblarvela, ma anche pretendere che vi facciano un buon lavoro.
Marco Benecchi