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ago30


30/08/2019 

1. Brucia l'Amazzonia e tutti si preoccupano del conseguente consumo di ossigeno a causa della distruzione delle foreste e dei loro alberi. C'è qualcuno che si chieda come mai la stessa perdita non viene denunciato per il taglio degli alberi nelle Nazioni ricche?

C'è qualcuno che si chieda come mai da noi si possono abbattere alberi secolari se in cambio si propone di piantare poi pianticelle di pochi anni di vita? C'è qualcuno che si chieda se non sarebbe più facile ed utile preservare i nostri alberi adulti dei boschi appartenenti allo Stato e alle Regioni, che invece vengono regolarmente veduti per fare cassa?

E che dire della possibilità di offrire contributi ai Comuni in cambio di loro rinunce al taglio dei boschi comunali d'alto fusto? O la produzione di ossigeno è inversamente proporzionale se le foreste appartengo ai popoli poveri della Terra (produttori di ossigeno) o ai popoli ricchi (che evidentemente non è allora importante se producono o meno ossigeno: l'importante è che rendano soldi!)? A quando un ONU per finanziare l'acquisto dell'Amazzonia per farne un Parco Internazionale, offrendo al Brasile quella rendita a cui il suo popolo dovrà rinunciare per soddisfare le richieste delle altre Nazioni, specie quelle ricche che a casa loro tagliano e vendono legname fregandosene della CO2 e della produzione di ossigeno che si pretende dal povero Brasile (Colombia, Venezuela, ecc.)?

2. E si scioglie la Groenlandia (?). Ecco, a proposito che ne ha scritto il Prof. Francesco Battaglia dell'Università di Modena su il Giornale del 25 agosto: "Lo scorso 3 agosto i TG di ogni ordine e grado, comunicano la seguente allarmante notizia: il giorno prima s'erano sciolti in Groenlandia 11 miliardi di metri cubi di ghiaccio. Ma la superficie della Groenlandia coperta di ghiacci ammonta a 1.700 miliardi di metri quadrati, e dividendo volume per superficie di base si scopre che l'allarmante notizia era che quel 2 agosto la superficie di ghiacci della Groenlandia s'era erosa di 6 millimetri. Siccome, poi, i ghiacci in Groenlandia sono profondi in media 2 chilometri, se ne deduce che l'erosione di 6 mm su 2 Km non è alla fine una notizia allarmante (un erosione che si riformerà il prossimo inverno). Se l'aritmetica da terza elementare sembra essere fuori della portata anche dei direttori dei Tg nazionali, figurarsi elementi di chimica. Che però gli avrebbero fatto concludere che l'allarmante notizia non solo non era allarmante, ma non era neanche una notizia: l'insolazione sulla Groenlandia in un giorno di piena estate è perfettamente compatibile col calore latente di fusione di 11 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Insomma, è come se al Tg di mezzogiorno avessero diramato la seguente allarmante notizia: fra meno di 10 ore il Paese piomberà nel buio."

3. E sulla centrale nucleare di ultima generazione della Russia (quella galleggiante, che si sposterà per 5 mila chilometri dell'Artico siberiano? Essa quando giungerà a destinazione fornirà energia per una città di 100 mila abitanti: abitazioni, impianti industriali e minerari. Ora chiediamoci, prima di strillare al rischio nucleare: quante torri eoliche servirebbero per fornire la stessa energia? O, quanti pannelli solari, su quanta estensione di territorio? E il loro danno all'ambiente, fauna, flora e paesaggi non sarà un rischio, ma una certezza. Saranno lo stesso ritenute più ecologiche del rischio (che non significa che debba poi succedere) di una centrale nucleare? Ecco, riflettere sui dati a volte dovrebbe essere un dovere, anziché strillare al lupo al lupo alla prima ombra che ci compaia davanti nottetempo, e riflettere se è il caso di accettare un danno certo per timore di un danno solo ipotetico.

 

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1 commenti finora...

Re: Aiw: allarmismo ambientale

Sempre più convinto che AIW sia l’unica vera associazione ambientalista, la sola dotata di raziocinio in Italia

da Fabe  30/08/2019
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