Sergio Berlato, parlamentare UE, intervistato da BigHunter: UNA SCOSSA SALUTARE


martedì 25 novembre 2008
    

Proseguiamo con gli interventi dei vari protagonisti sulla scena della caccia italiana, ai quali, a propositoL'Onorevole Sergio Berlato delle prospettive di modifica delle normative venatorie nostrane, abbiamo sottoposto una serie di domande.
E' la volta dell'Onorevole Sergio Berlato, vicentino di Thiene, che prima come assessore regionale alla caccia in Veneto e poi da parlamentare europeo ha coloritamente vivacizzato il dibattito, riscuotendo ampi consensi, soprattutto nella sua terra, ma ha anche suscitato vaste polemiche pure in ambito venatorio.
Non c'è dubbio, comunque, che tutto questo ha ravvivato un clima che, soprattutto con la gestione dell'ineffabile ministro Pecoraro Scanio, aveva provocato aspri dissensi e insoddisfazioni in gran parte dei cacciatori italiani.

Onorevole Berlato, in Parlamento ha avuto inizio la discussione sulle proposte di modifica della 157. Secondo lei, arriveremo a qualcosa di positivo per la caccia nei prossimi mesi?

Per smuovere il piattume encefalico che regnava in gran parte delle rappresentanze del mondo venatorio italiano, abbiamo ritenuto necessario stimolare i cacciatori attraverso una proposta di modifica alla vetusta legge statale sulla caccia n. 157/92.
Il nostro obiettivo era, e rimane, quello di adeguare la normativa italiana alle Direttive comunitarie; permettendo un corretto esercizio dell'attività venatoria nel nostro Paese, nel rispetto delle nostre tradizioni venatorie.
Prima di far presentare la nostra proposta di modifica alla 157/92 in Parlamento, abbiamo provveduto a pubblicarne la bozza in internet per chiederne un parere a tutti i cacciatori; richiedendo la loro collaborazione per apportare alla bozza iniziale eventuali integrazioni o suggerimenti migliorativi.
Dopo alcuni mesi di collaborazione con il Popolo del web e dopo averne recepito i suggerimenti migliorativi; abbiamo provveduto a far veicolare in tutta Italia la proposta di modifica, chiedendo a tutti i cacciatori, appartenenti a tutte le associazioni venatorie, quale fosse il livello di condivisione delle nostre proposte di modifica alla legge statale sulla caccia.
A tale scopo Maria Cristina Caretta, in qualità di Presidente nazionale della CONFAVI, ha promosso una Petizione popolare che in soli due mesi ha raccolto oltre 811.000 firme certificate di sostegno alla nostra iniziativa.
Con questo patrimonio indiscutibile di consensi, abbiamo provveduto a far presentare la nostra proposta di modifica alla 157/92 attraverso ben tre proposte di legge: la n. 333 e la n. 1652 presentate alla Camera dei Deputati e la n. 1104 presentata al Senato della Repubblica.
La Commissione ambiente del Senato ha già cominciato l'esame delle varie proposte di modifica, iniziando con le audizioni delle categorie economiche e sociali interessate. Alla fine delle consultazioni, la Commissione provvederà alla stesura di un testo unificato da sottoporre all'approvazione dei due rami del Parlamento, cosa che dovrebbe avvenire entro i primi mesi del 2009.
 
Molti osservatori ritengono che  occorre procedere verso una nuova fase che veda i cacciatori rapportati diversamente nei confronti della società, e in particolare rispetto agli agricoltori e ai problemi del territorio e dell'ambiente, immaginando una nuova stagione della caccia, con nuovi programmi, una nuova etica, e ripensando anche gli assetti organizzativi e gli obiettivi conseguenti. Lei onorevole cosa ne pensa?
 
Se il mondo venatorio vuole riguadagnare la credibilità ed il rispetto perduto nei confronti dell'opinione pubblica deve necessariamente fare un salto di qualità, cominciando a farsi conoscere meglio soprattutto da chi non conosce l'attività venatoria e proprio per questo la critica o, peggio, l'avversa.
Abbiamo più volte avuto il modo di constatare che chi più è schierato contro la caccia, meno la conosce.
Troppo spesso, una parte importante della rappresentanza del mondo venatorio italiano ha preferito limitarsi ad andare a caccia di tessere tra i cacciatori, piuttosto che andare a caccia di consensi e di condivisione presso l'opinione pubblica e presso le istituzioni. 
Sperare di far cambiare mentalità ed atteggiamento a certi dirigenti venatori è da considerarsi fatica sprecata. Speriamo che il rinnovamento generazionale provochi un ricambio della rappresentanza associativa che parta dalla base dei cacciatori, i cui diritti sono stati spesso sacrificati dai propri dirigenti sull'altare della convenienza personale o dell'asservimento politico.
Riteniamo necessaria una selezione della classe dirigente del mondo venatorio italiano, individuando persone giovani e capaci che possiedano un'adeguata preparazione tecnico scientifica, legale e legislativa, che riesca a dare del mondo venatorio italiano un'immagine diversa da quella attuale.
Questi dirigenti selezionati devono essere gli ambasciatori del mondo venatorio utilizzando al meglio gli spazi concessi dai mezzi di informazione.
L'opinione pubblica deve individuare nel cacciatore la sentinella dell'ambiente, l'elemento di riferimento per la corretta gestione del patrimonio faunistico ed ambientale, figura di rispetto nella società per il suo sapere e le sue conoscenze.


Si aspetta qualcosa di nuovo e di positivo sul fronte del dialogo fra le associazioni venatiorie? Cosa sarebbe necessario, secondo lei, dal punto di vista strategico, per fare davvero l'interesse della caccia?

Abbiamo tentato più volte di convincere le associazioni venatorie ad unire le forze per difendere meglio i diritti dei propri associati.
La risposta ai nostri inviti all'unità delle associazioni venatorie ha avuto, come risposta, l'utilizzo delle risorse finanziare di alcune associazioni per fare la guerra ad altre associazioni.
L'unico modo per unire le associazioni venatorie italiane non è certo quello di invitarle a stare insieme, ma di obbligarle a farlo. Un utile strumento per cogliere questo obiettivo è quello di stabilire, per legge, che i fondi dell'addizionale pagata da tutti i cacciatori per finanziare le associazioni venatorie riconosciute siano erogati solo ed esclusivamente a quell'organismo unitario che rappresenti almeno il 90% dei cacciatori italiani.
Vedrete come faranno presto a trovare un accordo!!!

Onorevole Sergio Berlato
(Deputato al Parlamento Europeo)

 

Ndr. Con l'occasione diamo comunicazione che è on line in una nuova veste grafica, il nuovo sito di Sergio Berlato www.sergioberlato.eu. Il sito dà la possibilità di interagire con l'onorevole attraverso il blog personale curato direttamente da Berlato. All'interno delle varie sezioni si possono travare vari spazi informativi con sondaggi, notizie e link dedicati alla caccia.


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