Uomo e natura. La poetica di Gadaleta
martedì 5 marzo 2019 
    
E' la quarta sintesi poetica di "Uomo e Natura in poesia" di Domenico Gadaleta. Sono riflessioni liriche anche a soggetto idealmente venatorio, acquisite nel corso degli anni a contatto con la natura. La natura è vissuta come momento di libertà

riflessiva, nel mistero della vita universale. Così l'uomo non può e non deve ritenersi padrone del creato,

ma partecipe della vita naturalistica con umiltà e intelligenza, prelevandone i frutti, senza distruggere il capitale.
Riflettere sulla natura significa anche  rispettarne l'ordine e le leggi; e questo sia per il naturalista che per il cacciatore e l'agricoltore. L'io s'immerge nel mistero attraverso un atto di fede nell'assoluto che è base creatrice, nell'umile consapevolezza di essere creatura fra le creature.
L'evento poetico non è solo un atto estetico ma anche conoscitivo e riflessivo che arricchisce lo spirito.

Dalla raccolta, proponiamo alcune liriche che richiamano sensazioni care anche ai cacciatori.

La beccaccia


Migra d'autunno

per i boschi della terra

beccaccia che occhi

porta di malinconia.

Sulle piume volano

colori del bosco,

al brillio della luce.

Vola e fugge

nell'inganno dell'ombra.



Notte d'amore d'aprile


Appena alta sui monti la luna.

Silente il manto stellare.

Nell'incantevole notte

tubano colombi

tra fregolii ed alati piaceri.

L'oscurità è in vita:

lento e sommesso guaire

appena lontano d'un cane.

Poi sfreccianti marzaiole,

nel riverbero dell'acque palustri.

Lirici amplessi

all'ascolto sommesso del creato.




 Intuizioni sparse


Sfreccia fra i rami alti

l'ultima tortora

e scende

fra i boschi la sera.
Lontano sale alta

e pallida la luna.


Tace

la tortora di maggio,

punta dal fremito del vento,

dalla nostalgia del sole,

tra galoppi di nubi

di piogge primavere

e nuovi pigolii di passeri.