Pane con l’olio


venerdì 6 luglio 2018
    

Metà Novembre, tempo di Beccacce.


Ho atteso tutta la settimana e finalmente ci siamo: è arrivato il sabato! Una leggera tramontana mi fa pure sperare che sarà un giorno fortunato.


Per la testa ho anche voglia di affrontare nuovamente la parte culinaria dell’Ars Venandi. Ovvero, cucinando in prima persona, riuscire a trovare quell’armonia di sapori che creava chi ti faceva ritrovare nel piatto quello che, dopo aver cacciato, le lasciavi sulla tavola di cucina senza più curarti di nulla e di cui adesso, purtroppo, non hai che un ricordo.


Con questa ulteriore smania, e considerato che ultimamente ho fatto anche qualche progresso in materia, parto la mattina abbastanza presto e dopo un’oretta arrivo sul “posto”.


L’ho scoperto quasi per caso: quercioli radi e ginepri, una lingua di bosco tra i due vigneti dove non ho trovato mai nessuno a “sbubbolare”.. e quasi tutte le volte ce L’ho trovata!


Parcheggio in modo abbastanza “anonimo” e mi preparo; sciolgo Dusty, il mio setter bianconero,  e mentre rivivo mentalmente gli incontri avvenuti nelle occasioni precedenti, un brivido mischiato ad una certa eccitazione mi prende come il solito, quasi provassi sempre nuove le sensazioni del “nostro” primo appuntamento.


Dusty è un cane che si è mostrato notevole fin da subito. Scorre bene, batte il terreno e rientra sempre, senza che lo chiami praticamente mai. Con lui nel bosco si caccia in silenzio assoluto; e quando la vegetazione lo nasconde alla mia vista, devo solo interpretare il suono del campano che mi segnali, in ogni momento, cosa stia succedendo; se il suono si blocca e il cane non rientra, significa che mi sta aspettando: in ferma, sul selvatico.


Inizio da lontano rispetto al punto in cui spesso L’ho incontrata, senza fretta, limitando al massimo ogni sorta di rumore che possa incrinare il silenzio ovattato del bosco e creare un qualche disturbo. 


Piano piano ci arrivo, controllando un certa emozione e aspettando solo che, da un momento all’altro, il campano smetta di suonare e mi avverta che è stata “agganciata”.


Arrivato però quasi al terminare del bosco, quando inizio a essere un po’ meno ottimista circa l’esito dell’uscita, mentre mi abbasso per passare sotto ad un ginepro, inaspettatamente mi trovo di fronte ad un …“segno”; segno  che qualcuno, preso da un bisogno impellente, ha lasciato a causa forse di una cena abbondante.

Ovviamente contrariato, cerco subito di cambiare strada ma, per un attimo, non posso fare a meno di notare che vi sono presenti dei fori, che subito mi fanno tornare alla mente una foto vista in un famoso libro sulla Beccaccia, dove si mostrava, appunto, i segni della sua pastura lasciati sul terreno bagnato; e mentre faccio questa considerazione anche supportato, ma non confortato,  da una nota letta in un libro di un famoso beccacciaio e scrittore, Ettore Garavini, che indica la predilezione della Beccaccia per terreni dove sono presenti animali bradi al pascolo, improvvisamente,... il campano del cane si zittisce. 


Alzo la testa e, ad una decina di metri, vedo Dusty in ferma, seduto, come era suo solito quando percepiva l’emanazione emessa dalla Beccaccia.


Sgombro la mente da tutto e lentamente mi avvicino in silenzio e mi piazzo.
Regge bene la ferma e posso anche trovare una discreta visuale tra i ginepri.
Finalmente parte!


D’imbracciatura piazzo una coppiola “arrabbiata”, ma quando alzo la testa La vedo sfilare giù, più in basso, incolume.


“MENO MALE !!” - mi viene da dire ad alta voce, sicuramente sollevato da un peso.


Mai una padella è stata accolta così bene.


Aspetto che il cane “bracchi” sotto al cespuglio dove si era assodata, senza muovermi; lo fischio e quando rientra, interpreto il suo sguardo come dicesse: “..andiamo, cosa aspetti?.. è là dietro, a poche decine di metri, dove vuoi che sia?...”


Allora, dopo una carezza sulla testa, gli metto il guinzaglio ed incamminandoci nella direzione opposta, gli dico:


“-Vieni, cambiamo zona, stasera a cena meglio pane con l’olio che crostini di Beccaccia”… e siamo andati via.


Marco Pampaloni

 


Tratto da RACCONTI DI CACCIA, PASSIONE E RICORDI Raccolta di racconti in ordine di iscrizione al 3° concorso letterario “Caccia, Passione e Ricordi” A cura di: Federcaccia Toscana – Sezione Provinciale di Firenze [email protected] www.federcacciatoscana.it


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