Animali sempre più piccoli?


mercoledì 18 febbraio 2009
    

Dr DarimontSecondo lo studio del ricercatore Chris Darimontdell'Università della California, condotto su 29 specie che vivono in 40 aree geografiche del pianeta, si sarebbe riscontrata la tendenza di una diminuzione progressiva delle dimensioni fisiche degli animali. Il meccanismo, secondo il ricercatore, si verifica attraverso il passaggio delle informazioni genetiche di generazione in generazione, determinando il cambiamento. Per le specie sottoposte a maggiore pressione questa riduzione raggiungerebbe il 20 per cento rispetto alle dimensioni di 30 anni fa. Per altre specie invece, non c´è un coinvolgimento genetico, soprattutto per quelle coinvolte in un anticipo della procreazione, in quanto una riproduzione anticipata avviene in seguito all´abbondanza di cibo che gli organismi si ritrovano ad avere perché il loro numero è diminuito con il tempo. Il dottor Darimont da noi direttamente interpellato ha indicato, tra i vari fattori che possono influenzare questo fenomeno, anche la caccia “Se la caccia effettua una selezione in base alle dimensioni (solitamente  i bersagli sono gli esemplari più grandi della popolazione) ed esercitata in maniera massiva  (riducendo una parte consistente di individui della stessa popolazione) si può ragionevolmente imputare questi effetti anche alla caccia”.  Darimont ad ogni modo tiene a precisare che "i nostri risultati non devono essere interpretati come un attacco alla caccia o alla pesca  in generale.  Non lo sono. Piuttosto, si riferiscono ad il fatto che il modo in cui ora cacciamo e peschiamo comunemente,  può provocare effetti negativi non solo per le popolazioni ma anche per i cacciatori e i  pescatori futuri."
E' quanto sanno bene i cacciatori europei, soprattutto quelli di ungulati, che pianificano gli abbattimenti in funzione delle caratteristiche demografiche (maschi, femmine, piccoli) e qualitative delle popolazioni.

Immagine: Dr Chris Darimont


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