Un vasto accampamento di cacciatori risalente a circa 14 mila anni fa è stato trovato a Valle Malga Palù, nei pressi di Passo Vezzena, in Trentino. Si tratta del più antico mai ritrovato in Italia e del più importante anche per l'estensione e per la notevole quantità di reperti rinvenuti.
Secondo la ricostruzione degli archeologi, il campo, situato sulle rive di un antico lago, poi trasformatosi in torbiera, sarebbe stato frequentato stagionalmente dalla primavera all'autunno dai clan familiari che con la bella stagione salivano dal fondovalle in cerca di prede (stambecchi, cervi, camosci, orsi e alci).
Il campo era anche una sorta ti cava, dove avveniva anche la scelta delle selci, utilissime per il taglio delle carni. "Qui - spiega l'archeologo che dirige gli scavi, Giampaolo Dalmeri - avveniva la sbozzatura della selce: il numero di reperti della prima fase e il taglio della selce indicano questa funzione, oltre a quella di accampamento stagionale per la caccia".
A quell'epoca per la caccia erano preferite le medie quote e i cacciatori cercavano dei punti vicino all'acqua, anche per ragioni di macellazione e trattamento della selvaggina. Per cacciare usavano l'arco, come risulta studiando i resti trovati. Fra i reperti più interessanti ci sono coltelli perforatori, coltelli incisori per la scheggiatura, punte di freccia e grattatoi usati per sgrassare le pelli degli animali cacciati nelle foreste degli Altipiani. Insomma un'affascinante dei nostri progenitori direttamente dal passato più remoto.
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