Con una lettera alle riviste di settore
il direttore del Banco di prova, Antonio Girlando, risponde alle osservazioni avanzate da più parti in merito alle ultime novità legislative in tema di
valutazione delle armi, per cui il banco di Prova è tenuto a distinguere tra “arma comune” e le altre, ovvero – sostiene Girlando - le armi corte camerate in calibri militari per arma lunga ma anche alcune armi lunghe camerate in calibri ritenuti “militari ed esuberanti”.
A Girlando risponde a sua volta la rivista Armi e Tiro, citando l’articolo 2 della legge 110/75, “che – sostiene la rivista - esplicitamente
consente la classificazione quali armi comuni di carabine camerate in calibri militari, purché abbiano limitata capacità di fuoco e presentino “specifiche caratteristiche per l’effettivo impiego per uso di caccia o sportivo”. “Saranno eventualmente le caratteristiche dell’arma – prosegue la nota di Armi e Tiro - (che dovranno essere “specifiche per l’uso sportivo”) a dover essere vagliate, non certamente le caratteristiche del calibro. A sua volta, dall’esame degli articoli 1 e 2 della legge 110/75, citati, non emerge alcun elemento valido per rifiutare la "classificazione" del revolver Smith & Wesson calibro .500, che invece espressamente ha dichiarato di non voler "classificare".
“Il nostro problema - spiegano da Armi e Tiro - non è certo (né potrebbe esserlo) quello di piegare le leggi a nostro piacimento, sarebbe però quantomeno opportuno che tutti facessero altrettanto. Questo, per quanto riguarda la recente attività del Banco, non è accaduto. Girlando conclude il suo intervento auspicando che i produttori o gli importatori coinvolti denuncino il Banco, facendo così in modo che
sia un magistrato a togliere le castagne dal fuoco fornendo la “copertura” giudiziaria. Noi riteniamo invece che il Banco di prova abbia l’esperienza e le conoscenze tecniche più che sufficienti per qualsiasi decisione. Se però manca il coraggio di assumersi le relative responsabilità, non ci sarà mai giudice che tenga".