"Non solo cinghiale". Fidc Umbria: chiede confronto su tutta la politica venatoria


martedì 29 novembre 2011
    
In una lettera all’assessore regionale Fernanda Cecchini, la Federcaccia umbria ha chiesto un tavolo di confronto con tutte le associazioni venatorie istituzionalmente riconosciute finalizzato alla sottoscrizione di un “protocollo di intesa che definisca principi e linee-guida di politica venatoria”, in base alle quali confermare o modificare le attuali leggi o regolamenti regionali.

Accantonate le polemiche sul calendario venatorio, e dopo una prima consulta – lo scorso 11 ottobre – incentrata sul regolamento regionale per la caccia al cinghiale, Federcaccia torna a chiedere di parlare dell’insieme delle forme di attività venatoria, con particolare attenzione ad alcuni punti-chiave. Come il recupero del patrimonio faunistico stanziale, mettendo in pratica per esempio le misure decise nel piano faunistico; la caccia alla migratoria e le deroghe. In particolare per la selvaggina di passo si prospettano misure di miglioramento ambientale, mentre sul tema deroghe, per la Fidc umbra occorre affrontare il tema sul piano scientifico e abbandonare
inutili isterismi in un senso o nell’altro. Questi ultimi, come dimostrano i ricorsi subiti dai calendari venatori di alcune regioni e la recente minaccia di ulteriori sanzioni europee, non portano a nulla di buono.

Il tavolo di confronto, poi, dovrebbe essere in grado di stilare i criteri per il prossimo calendario venatorio, che sia in linea con le direttive nazionali e comunitarie. In particolare sul cinghiale  la Federcaccia Umbra ritiene valido il regolamento regionale, che necessita – più che di modifiche – della sua piena applicazione.  "Ad esempio regolamentare la caccia al cinghiale in forma singola, dotandola di precisi contenuti etico-venatori, senza dare spazio a ulteriori forme di prelievo del cinghiale che andrebbero giocoforza a sottrarre altro spazio alle cacce differenti. Per le quali, al contrario, - aggiunge Fidc - occorre recuperare territorio, attraverso norme regionali precise che non siano comunque una “gabbia” per i cacciatori, ma che consentano eccezioni per affrontare le varie situazioni particolari all’interno del territorio regionale".
 
"Al momento - continua l'associazione -  inoltre, soltanto l’Atc Pg 1 ha predisposto gli obbligatori piani di gestione dei distretti, la cui redazione è in capo ai vari Ambiti territoriali di caccia. Allo stesso modo ancora urge l’approvazione di un nuovo regolamento per i danni da fauna selvatica. In tal senso, una proposta di regolamento sottoscritta da tutte le associazioni venatorie umbre è già all’attenzione dell’assessore. Infine, il tavolo di confronto auspicato da Federcaccia dovrebbe anche rivedere la legge regionale numero 14 del 1994 e il regolamento regionale numero 6, che stabilisce le norme per la gestione degli Atc".
 

 

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1 commenti finora...

Re:"Non solo cinghiale". Fidc Umbria: chiede confronto su tutta la politica venatoria

CHE DIRE DELLA CACCIA IN DEROGA ALLO STORNO SENZA GIRELLE DI RICHIAMI IN PLASTICA E SOLO VICINO AI FRUTTI PENDENTI?UNA SONORA PRESA IN GIRO CON LA COMPLICITA' DELL'ISPRA,POI PER QUANTO RIGUARDA I FRUTTI PENDENTI NON SI SONO ACCORTI CHE NOI LI ABBIAMO SEMPRE VICINO?E SI SONO I NOSTRI MARONI CHE A FURIA DI PRESE IN GIRO PENDONO PENDONO TANTO CHE CI SONO ARRIVATI SOTTO I PIEDI!

da mario 29/11/2011 16.18